La terra emana una vibrazione là nel tuo cuore, e quello sei te. E se la gente pensa che sai suonare, ebbene, suonare devi, per tutta la vita. Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio? O un prato da traversare fra te e il fiume? Il vento è nel granturco; ti freghi le mani perché ora i buoi sono pronti per il mercato; oppure odi il fruscìo delle gonnelle. Come le ragazze che ballano nel Boschetto. Per Cooney Potter una colonna di polvere o un mulinar di foglie significavano rovinosa siccità; per me somigliavano a Sammy Testarossa quando danza al motivo di Toor-a-Loor. Come potevo coltivare i miei quaranta acri per non parlare di acquistarne altri, con una ridda di corni, fagotti e ottavini che cornacchie e pettirossi mi agitavano in testa e il cigolìo di un mulino a vento solo questo? E non ho mai cominciato ad arare in vita mia senza che qualcuno si fermasse per strada e mi portasse via a una danza o a una merenda. Finii con quaranta acri; finii con una violino spezzato e una risata rotta, e mille ricordi, e neppure un rimpianto. |
In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità, a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa. Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore. Libertà l'ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato. Libertà l'ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato per un fruscio di ragazze a un ballo, per un compagno ubriaco. E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare. Finii con i campi alle ortiche finii con un flauto spezzato e un ridere rauco ricordi tanti e nemmeno un rimpianto. |