Non potevo né correre né giocare da ragazzo. Da uomo potevo solo sorseggiare dalla coppa, non bere perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato. Pur giaccio qui confortato da un segreto che non altri ma Mary conosce: c'è un giardino di acacie, di catalpe, e di pergole dolci di viti là quel pomeriggio di giugno al fianco di Mary baciandola con l'anima sulle labbra d'un tratto questa mi fuggì. |
Cominciai a sognare anch'io insieme a loro poi l'anima d'improvviso prese il volto. Da ragazzo spiare i ragazzi, giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato e ti viene la voglia di uscire e provare che cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia, e rimani a pensare: come diavolo fanno a riprendere fiato? Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli occhi e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti, e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti. Eppure un sorriso io l'ho regalato e ancora ritorna in ogni sua estate quando io la guidai o fui forse guidato a contarle i capelli con le mani sudate. Non credo che chiesi promesse al suo sguardo, non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce, quando il cuore stordì e ora no, non ricordo se fu troppo sgomento o troppo felice. E il cuore impazzì e ora no, non ricordo, da quale orizzonte sfumasse la luce. E fra lo spettacolo dolce dell'erba fra lunghe carezze finite sul volto, quelle sue cosce color madreperla rimasero forse un fiore non colto. Ma che la baciai questo sì lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che la baciai, per Dio sì, lo ricordo, e il mio cuore le restò sulle labbra. E l'anima d'improvviso prese il volo ma non mi sento di sognare con loro no non si riesce di sognare con loro. |