Forconi e porconi. Triarticolazione in fieri

     

Fino a che non finirà di occuparsi di scuola e di economia, lo Stato dei porconi avrà a che fare con forconi...

 

Blog di Creativefreedom

 

 

 

Necessaria premessa: non so nulla di - e non sono stato in rapporto con - il movimento dei forconi. Questo video ed il precedente ("Forconi ed esplosioni di ruote infuocate", titolo cambiato nel 2020 con "Di là & di qua DELLA DE-MO-NO-CRAZIA") non intendono affiancarlo. La mia osservazione sui forconi è completamente spregiudicata, ed intende solo  osservare come al solito (dal 1989 circa) che le proteste (comprese le proteste senza proposte) sono un continuum proveniente da molto lontano, e precisamente dal periodo post bellico della prima guerra mondiale in cui si parlava della famosa "questione sociale". I punti essenziali di essa non sono mai stati capiti da alcun politico, anche se di fatto siamo già nella terza guerra mondiale che si presenta in modo occulto. La comprensione di quei punti mi permise in tempi non sospetti (2002) di apporre sotto il "voltone" di entrata nel mio paese (Castell'Arquato, PC) il seguente messaggio "Eurotruffa by night. Euro truffa by day. Europa = Soviuet. Visto che tutti dicono che siamo in una grande democrazia come mai non ci hanno fatto votare come in Svezia per l'entrata in Europa? Può essere considerata democratica una democrazia imposta? Nereo Villa" (Gennaio 2002) (http://youtu.be/KqDDINXAT3M) e di scrivere al quotidiano piacentino "Libertà" diversi aspetti della medesima questione.
Questa è dunque la mia opinione: la scontentezza di tutti (compresa anche quella di chi oggi è costretto a turarsi il naso per restare nel proprio partito) è un sintomo importante della medesima esigenza sociale che chiamo triarticolazione sociale, o tri-unità dei poteri sociali, o tripartizione della società, nella quale lo Stato dovrebbe costituire un solo terzo. Gli altri due terzi, l'economia e le scuole, non dovranno più in futuro essere generate dallo Stato, che per essere di diritto, dovrebbe occuparsi solo di diritto.

 

Lo Stato plenipotenziario dei porconi dovrà rinunziare ad amministrare la vita culturale, cioè le scuole, e ad ingerirsi nell'economia.

Quando veramente avverrà quello che dovrebbe avvenire sorgeranno delle vere scuole private.

Allora lo Stato dei porconi, se vorrà ancora fare resistenza, per esempio come ha fatto fino adesso tramite l'assurdità della
parificazione delle scuole private alle scuole di Stato, parificazione che non è altro che gattopardismo, dovrà continuamente fare i conti con i forconi.

Lo Stato dei porconi non dovrà nemmeno opporre resistenza al fatto che la vita economica si appoggi sulle sue proprie fondamenta.

Le scuole di Stato e le istituzioni economiche andranno gradualmente demolite perché
lo Stato plenipotenziario non può che demolire sia la cultura che l'economia.

Nel finire del XVIII secolo era sorta l’aspirazione verso una nuova costituzione della società.

Quindi si proclamarono, come un segno di questa nuova organizzazione, le tre parole famose: Fratellanza, Uguaglianza, Libertà.

La storia però dimostra che realizzare in un organismo sociale unitario queste idee di fratellanza, uguaglianza e libertà è impossibile.

L'organismo esige di essere tri-unitario, se no questi tre impulsi sono in reciproca confusione e contraddizione.

È per esempio impossibile che, realizzandosi l'impulso dell'eguaglianza, possa realizzarsi anche quello della libertà che pure ha le sue basi in ogni essere umano.

Io sono uguale a te nel diritto: i tuoi e i miei diritti devono essere gli stessi. Non così per la mia libertà di studiare qualcosa. Se io studio una cosa più di te, avrò più possibilità di conoscerla di quanto hai tu. In questa conoscenza della cosa non possiamo essere uguali. Lo stesso può essere detto della fratellanza, in base alla quale la divisione del lavoro prevede vari tipi di attività basata su talenti specifici. Io mi associo a un gruppo di persone in base a un mio talento individuale, non in base a uguaglianza o a libertà.

Uguaglianza, libertà, e fraternità, sono come tre fiumi aventi un differente alveo. Rispettivamente, l'alveo del diritto, quello della cultura, e quello economico. Se le acque di questi fiumi scorrono in alvei diversi dai propri vi è contraddizione.

Questa contraddizione sorge per il fatto che il vero significato sociale di questi tre ideali emerge soltanto dal riconoscimento della necessaria triarticolazione della società, dei poteri della società.

Queste tre unità non necessitano di essere riunite e accentrate in un astratto e teorico parlamento o in altra unità di questo tipo.

Devono essere una realtà vivente.

Ciascuna di queste unità, per essere vivente esige di essere accentrata in sé.

Soltanto dalla loro azione parallela e comune potrà poi risultare l'unità di tutto quanto l'organismo sociale.

Nella vita reale concorre a formare l'unità proprio ciò che apparentemente si contraddice.

Perciò arriva a capire il sociale solo chi in base a logica di realtà sa vedere nel sociale i rapporti di fratellanza, di uguaglianza e di libertà.

Allora si riconosce che:


- la cooperazione degli uomini nella vita economica (anzi la cooperazione dei soci della società, e dei soci effettivi, non minimali della società) necessita di fondarsi su quella fratellanza che sorge dalle associazioni;


- il sistema di diritto pubblico, riguardante i rapporti puramente umani che esistono da uomo a uomo necessita di attuare l'idea di eguaglianza (attuare vuol dire realizzare che ci sia davvero uguaglianza fra gli uomini);


- che la ricerca culturale necessita di attuare l'impulso alla libertà.

Considerati sotto questo punto di vista, questi tre ideali manifestano il loro effettivo valore.

Non si possono però realizzare in una vita sociale caotica, ma soltanto in un organismo sociale sano, cioè triarticolato come ho detto.