Elogio a Umberto Bartocci

 

TRUFFATORI E TRUFFATI

Nella scienza, i truffatori sono anche i truffati o gli ingannati da se stessi. Sono per lo più degli abbagliati che si credono illuminati. Perciò il loro errore è come una bestemmia che non può essere condonata e che perciò esige nemesi, cioè catastrofi, guerre, carestie, cioè karma, o contro-azione, contrazioni o contorsioni… Chi intende lo spirito scientifico come santo, comprende a fondo anche le ragioni dell'io, delineate per esempio in Luca 12,10: "chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato". Cosa c’entra Umberto Bartocci con tutto questo che dico? C’entra perché leggendo le sue opere sono incoraggiato a dirlo. E credo che il suo lavoro possa servire a chi vuole uscire dalla truffa o, perlomeno, dall'auto-inganno che fa dire "SCHIAVO è BELLO". Certamente resteremo truffati ugualmente dalla generale coercizione di Stato o di impero, ma costituiremo almeno, sempre più a macchia d’olio, quella particolare specie di figli dell’uomo che urge a questo pianeta di terrestri senza terra, specialmente in questo momento.

 

 

 

 

In tal senso il mega truffatore - truffato da se stesso in quanto idiota o in quanto credente egli stesso nella sua idiozia - è appunto (come dico da molti anni) Albert Einstein, dato che la sua relatività è fondata sul presupposto che il tempo sia una variabile, una convenzione, percorribile perfino come spazio, e perciò anche in direzioni opposte, nel passato o nel futuro. Il tempo però non è né percorribile spazialmente, né relativo ad alcuna velocità, per il semplice fatto che, come convenzione, il tempo esiste solo come concetto privo di controparte percepibile, cioè come mera astrazione priva di contenuto.

 

La convenzione è sempre una MISURA di qualcosa, o del tempo, o dello spazio, dunque non è quella cosa, né il tempo, né lo spazio. Occorre rifletterci. La misura di quel palo NON è il palo. Se io percepisco una mela ho a che fare con un oggetto di percezione e col suo relativo concetto. Perciò dico che quella mela è reale. Col tempo, con lo spazio, o con l’io, o con le varie specie o categorie di cose, non posso dirlo, anzi posso dirlo solo sovrasensibilmente, dato che, per esempio, tempo e spazio sono realtà sovrasensibili, non sensibili, cioè NON percepibili dai nostri sensi ordinari.

 

Lo scienziato materialista, se è onesto, non può che negare la realtà del tempo e quella dello spazio, come quella dell’io, o come quella della "lupità". Infatti chi ha mai visto la specie "lupo"? Con gli occhi si vede il lupo, un lupo, non la sua specie. Solo il ricercatore scientifico-spirituale, o scientifico-immateriale o "anti-materiale", può accogliere la realtà del sovrasensibile.

 

Un esempio di realtà sovrasensibile del tutto inosservata è il pensare stesso, che è anti-materia, o mondo etereo, etere, o vita presente in ogni essere umano, benché impalpabile. Così è il tempo. E così è lo spazio.

 

Penetrare lo spazio e incontrare il fluire del tempo può farlo solo chi non si illude (come si illuse, per esempio, Einstein, nella misura in cui fu idiota - e questo va detto in modo spregiudicato se si vuole salvare la sua buona fede) di liberarsi dalle condizioni materiali portandosi oltre uno spazio e un tempo ritenuti reali perché misurabili (il tempo - affermò per l'appunto Einstein - "è ciò che viene misurato dall'orologio", cfr. W. Heisenberg, "Fisica e oltre", Ed. Bollati Boringhieri, Torino 2000, p.39; vi rendete conto della sciocchezza di questa affermazione... Perché se questa affermazione fosse vera, basterebbe non guardare mai gli orologi per non invecchiare mai…

 

Invece la realtà del tempo e dello spazio è l'IMMISURABILE. Per me, per esempio, il tempo vola; non mi annoio mai e continuo a creare e a giocare o a fare musiche ritmi, melodie, ecc.; invece sempre più spesso sento perfino bambini che dicono ai loro genitori "Papà mi annoio", "Mamma mi annoio"; perciò il tempo misurato di chi si annoia è molto più lungo di chi che non si annoia. E allora...). Il tempo in realtà NON è misurabile se non come convenzione. E l'immisurabile lo si può attingere superando NON determinate forme del misurare ma il misurare stesso.

 

Ogni misura è sempre una convenzione.

 

E ogni convenzione va bene se conviene a tutti i convenuti a questa convenzione.

 

Ma se per esempio la convenzione conviene solo ai banchieri, questo è segno che non conviene a tutti. Allora va dismessa, se no diventa coercizione. E l'abito della convenzione si depone solo attraverso la consapevolezza del come e del perché quella convenzione è sorta, e del cosa vuole ottenere chi racchiude nella MISURA la sostanza del suo eterno favolare (dialettica eterna che si sostituisce alla NON dialettica VITA del PREDIALETTICO pensare, una col tempo e con lo spazio, e con ogni io umano). Solo questa verità può giustificare il misurare, vale a dire la TRANSITORIA visione materiale di ciò che come IMMATERIALITÀ sono lo spazio e il tempo.

 

Nella nascita e nello sviluppo storico della scienza è radicato il dilemma (che è anche l’auto-inganno prima accennato e del tutto ancora irrisolto) circa la base del metodo scientifico-sperimentale. Si tratta dell'OGGETTIVITÀ. L'oggettività scientifica è solo una buona intenzione. Infatti NON è possibile essere scientificamente oggettivi e contemporaneamente pensanti, perché il pensare per sua natura va oltre ciò che si osserva. Dunque, se da una scienza rigorosamente oggettiva si pretende che ricavi il proprio contenuto solo dall'osservazione, allora bisognerebbe pretendere che rinunci al pensare.

 

E questo è il problema: se l'osservare fosse il mero sgranare gli occhi su un oggetto senza pensare alcunché, il dilemma non vi sarebbe; ma l'osservazione non sarebbe molto diversa da quella fatta da un animale o da un demente. Invece l'osservare presume e NON ESCLUDE il pensare. Oggi non si parla mai di questo problema, però bisognerebbe risolverlo. Se si vuole uscire dalla truffa o, perlomeno, dall'auto-inganno...

 

Bibliografia

Massimo Scaligero, "Segreti dello spazio e del tempo", Ed. Tilopa, Roma 1964-1985

Rudolf Steiner, "Nascita e sviluppo storico della scienza", Ed. Antroposofica, Milano.

Rudolf Steiner, "La filosofia della libertà", Ed. Antroposofica, Milano.