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UN SOGNO

 

 

Non hai paura, non tu!

Non il bambino destinato al comando, non il re sulle cui terre non tramonta mai il sole!

Non hai paura, ciononostante esiti di fronte alla porta d’ebano al cui centro brilla una sinistra runa sanguigna.

“Entra!” bisbigliano voci strappate al passato.

“Entra!” bisbigliano voci giunte, a ritroso, dal futuro.

“Sfiora la runa, Generale!” intima una voce, familiare ed aliena al tempo stesso.

La Strega...

Allunghi la mano e tocchi la runa.

Sussulti.

E’ calda come il bacio di un’amante!

“Ora puoi entrare, Generale!” intima una voce, di nuovo familiare ed aliena al tempo stesso, mentre un alito di vento scosta la porta.

Esiti qualche secondo.

La Strega...

Non hai paura, non tu!

Non il faraone nelle cui vene non scorre sangue, ma fuoco liquido!

Avanzi, fiero come un sacerdote di Tir, oltre la porta che ti separa da Lei e dal suo onirico mondo.

La Strega è lì, seduta su una roccia, le fluenti vesti metalliche che catturano la luce e la mutano in dardi di smeraldo e cobalto...

La Strega è lì, lo sguardo freddo ed impenetrabile, gli occhi scuri e profondi come l’animo d’una notte senza stelle.

La grotta è in penombra, ma nessun ricordo della Strega è legato ad una luminosità maggiore. O forse sì, ma fa troppo male sfiorare, con la mente, quegli istanti.

“Sei venuto...” esclama senza palesare alcuna emozione.

Annuisci, incapace di scacciare dalla tua mente l’immagine di quello che un tempo era un sorriso, un sorriso dolcissimo su quel volto ora inquietante.

Il silenzio, quasi con veemenza, si frappone fra te e la Strega.

Di tanto in tanto, gelide raffiche di vento animano la chioma della donna, rendendola simile a quella della leggendaria Medusa.

Un brivido viaggia lungo la tua schiena, ma sei certo che la causa non sia lo zefiro di ghiaccio.

Come una mano che distrugge tende di ragnatela, la fredda voce della Strega riduce a brandelli l’insolente silenzio.

“Io so perché sei venuto qui, Generale!” Punta i suoi occhi in quelli dell’uomo. “C’era una domanda che volevi farmi...”

Di nuovo annuisci.

Non ti stupisce il fatto che lei sappia sempre quello che pensi, non ti stupisce più ormai.

Di nuovo, però, esiti.

Non è da te e per questo, ma solo per un battito di ciglia, odi quella donna che riesce a metterti a disagio.

“Ti ascolto, Generale.” Esclama esortandoti a parlare.

Sostieni il suo sguardo.

“Strega...” esordisci, poi di nuovo esiti. Un tempo non la chiamavi così. Non era quello il suo nome!

“Strega...” riprendi, incapace di strappare all’oblio le parole che custodivano l’essenza di quella donna “Voglio sapere una cosa. Fino a che punto mi seguiresti?”

Ti stupisci della tua stessa domanda. Non era quello che volevi chiederle!

La Strega ride, una risata che non udivi da tanto, forse troppo tempo.

“Se tu fossi il mio comandante...” risponde alzandosi in piedi “combatterei al tuo fianco, un perfetto connubio fra spada e magia, alla ricerca di quella gloria che, come una puttana, ama strusciarsi contro i grandi strateghi!”.

“Se tu fossi il mio signore, invece,” continua “evocherei la magia delle tenebre e, come un vampiro, suggerei avidamente il tuo potere.“

Chini lievemente il capo.

Non ne sei certo, ma hai l’impressione che non fosse quello che volevi sentirti dire.

Raccogli il tuo orgoglio ferito.

E’ tempo di andarsene.

“Non ho finito!” tuona la Strega mentre le giri le spalle e ti allontani.

Ti fermi.

Ti volti.

La guardi.

Sussulti: i suoi occhi sono di nuovo quelli d’un tempo!

Innocenza e dolcezza, come minuscole fate, danzano ancora una volta nelle sue iridi!

“Ma tu, Generale, non sei il mio comandante.... non sei il mio signore.”  Continua con l’eco di una voce che appartiene al passato.

Ti avvicini.

“Tu sei...” Stavolta è la Strega ad esitare.

“Io sono?”

In un sussurro: “Sei mio amico

Scompare e di lei non restan che il profumo di rose e mughetti.

Svanisce senza aggiungere altro, ma ora tu sai come stanno realmente le cose.

Sai che ti vuole bene e sai fino a che punto ti seguirebbe.

Un sorriso si accende sul tuo volto e, dall’incontro sublime fra quella luce ed una fugace lacrima mai spesa, sboccia un segretissimo arcobaleno nel tuo cuore…

 

…poi ti svegli...