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Le classi del Comune di Milano - 4b - scuola elementare Passerini
15 gennaio 2002

La 4b arriva puntuale all'appuntamento: subito ci incamminiamo verso il bosco, per percorrere velocemente un tratto del sentiero di Greta e Anselmo che ben conoscono i ragazzi della 4b.

Lo percorriamo, osservando sommariamente i cartellini presenti; infinine giungiamo presso la quercia n°49 - il loro albero (Cicciottello).
Qui incominciamo le attività previste per oggi: il caldo, il freddo, il bosco, gli animali.

I ragazzi mi raccontano ciò che hanno fatto e che stanno facendo a scuola: in particolare di alcuni esperimenti che dovrebbero chiarire le differenze tra il concetto di temperatura di un corpo e la sensazione soggettiva che si può avere del calore emanato da quello stesso corpo.

Inoltre mi consegnano una serie di disegni interessanti sui seguenti temi:

  • animali del caldo
  • animali del freddo
  • boschi del freddo
  • boschi del caldo

Ecco riportati alcuni di questi disegni disegni: (clicca sulle picole immagini per vederne l'ingrandimento )










     

Osserviamo insieme questi disegni, li commentiamo velocemente, quindi passiamo alla fase di ricerca dei "pezzi" di bosco più caldi - comunque i meno freddi!

Cominciamo con il misurare le temperature dell'aria al sole e all'ombra:

  • temperatura al sole - 3,1°C
  • temperatura all'ombra - 2,6°C

La classe viene quindi divisa in 4 gruppi, che cercheranno i luoghi meno freddi nella zona di bosco circostante.

Alla fine della ricerca ci rechiamo presso ogni luogo prescelto e cominciamo ad effettuare alcune verifiche utilizzando il temometro.

1 - ceppaia isolata - sensazione di calore al passaggio vicino ad essa:

  • alla base della ceppaia misuriamo - 2,6°C
  • dentro una sottile fessura della ceppaia stessa - 2°C
  • a contatto del terreno presso la ceppaia - 0,4°C
  • a circa 1,5 mt di altezza - 3,9°C

Il punto "caldo" risulta quindi essere quello a 1,5 mt di altezza, ovvero quello dove l'aria è riuscita maggiormente a scaldarsi grazie al pallido sole presente - i punti più in basso risentono sicuramente della presenza del terreno quasi sempre gelato (ma con temperatura costante nel corso del tempo).

2 - un acero biforcato - sensazione di caldo nei pressi - misuriamo la temperatura a circa 1,5 mt di altezza e otteniamo il valore di 4,4°C - in effetti qui il sole sembra avere uno spazio maggiore attraverso il quale infilarsi e scaldare questo microambiente.
Presso questo albero osserviamo che toccando il tronco e i singoli rami più sottili proviamo sensazioni di calore nettamente diverse: il tronco risulta essere sensibilmente meno freddo dei rami più sottili (probabilmente a causa della maggiore superficie relativa, dalla quale la piante perde calore, dei rami più sottili).

3 - Cicciottello, ovvero la loro quercia rossa - il calore proviene dalla zona circostante la corteccia dell'albero: qui misuriamo la temperatura di 3,9°C, dovuta al sole che batte sulla corteccia stessa.

4 - uno spazio relativamente aperto, senza alberi nelle immediate prossimità: misuriamo una temperatura - a 1,5 mt di altezza - di 3,9°C.

Concludiamo quindi che i luoghi trovati dai ragazzi esprimono effettivamente un "maggiore calore" rispetto al punto della prima misurazione.

Mentre facciamo queste considerazioni, un pettirosso si avvicina a noi e ci gira intorno per un po' - è attirato dalla nostra presenza in quanto il nostro camminare mescola quanto basta le foglie in terra per permettergli di cercare i piccoli insetti di cui si nutre. E' come se ci dicesse: "dai, camminate un po' così posso finalmente mangiare!"


Ecco, stanno tutti osservando il pettirosso!

Cerchiamo quindi di capire se veramente sotto le foglie si nascondano tali insetti: ne troviamo pochi, ma in effetti ci sono!
Sotto questa "coperta fogliare" tutti questi piccoli animaletti tentano di sopravvivere al freddo inverno (questo malgrado la temperatura di quel microcosmo sia appena sopra lo zero - temperatura che rimane però costante nel tempo!).
In definitiva gli animali non temono il freddo, ma solo l'eventuale grossa variazione rapida della temperatura.

Stiamo muovendoci per ritornare a scuola, quando mi cade l'occhio sotto un bel pino (pinus excelsa) e vedo alcune borre di rapace notturno (probabilmente si tratta di un gufo): ne raccogliamo alcune - che i ragazzi portano a scuola - e ne apriamo un paio di pezzi.
Da questo rigurgito - residuo di alimentazione del gufo - vengono fuori pelo e alcune piccole ossa di arvicola.
Compito a scuola sarà quello di estrarre le varie ossa e cercare di classificarle.