L'albero del mese - la tradizione - la battaglia degli alberi
( contributo del prof. Alfiero Cefalù)

 

Questo è il riassunto di una battaglia durata circa 2 Ere (ricordo: 1 Era = 1.936,27 anni).

L'acerrimo Acero (Acer campestre), era al tempo un albero dominatore.

Nella pianura i suoi semi alati, le samare, si installavano su quasi tutto il territorio.

Intorno al primo lustro della seconda metà della prima Era, circa ad un terzo e mezzo dalla seconda Era, e quindi a tre quarti della nostra storia e della totalità temporale, in una nicchia abbastanza ecologica, portato dal vento di Grecale, germinò un semino di Tiglio (Tilia cordata) che diventato grande, (si fa per dire) circa 1 metro e 60, sentì poderoso l'istinto di diventare padre di uno di quei "Viale dei Tigli" che regalano ombra, profumi e ossigeno in quasi tutte le città del mondo.

"Ottimo obiettivo" - si disse - ma dove trovare una parcella di terreno fertile e libera dall'acerrimo Acero?

Amici clandestini del bosco suggerivano di armarsi di spine: l'Agrifoglio (Ilex aquifolium) ed il Prugnolo (Prunus spinosa), altri di diventare velenosissimo: il Tasso (Taxus baccata) ed il Maggiociondolo (Laburnum anagyroides), altri ancora, come la Quercia (Quercus robur) di togliere luce fotosintetica al dittatore usando grandi rami frondosi.

Ma il Tiglio (Tilia cordata), pacifico e dolce di natura decise:

"..lascerò ai miei figl..., ai miei semi alati il compito di decidere dove, quando e come arricchire di diversità i campi, i viali o qualsiasi angolino di terra, senza sbarrare la strada al Biancospino (Crataegus monogyna), all'Ontano (Alnus glutinosa) o al fratello verde, spero non più acerrimo, Acero (Acer campestre)".

L'acerrimo Acero (Acer campestre), informato di tutto ciò da un Picchio rosso (Dryobates major), si commosse e pianse lacrime dolcissime che tutt'ora si possono trovare, imbottigliate come "sciroppo d'Acero" nei supermercati.