MILINGO

 

 

 

 

E' giusto iniziare a capire e far capire nella chiarezza della Verità, come stanno veramente le cose, sulla vicenda del Monsignor Milingo.

Ingannata ( è questo il termine giusto ) da un diabolico movimento di una setta, tramite una sua adepta, dove il Signor Milingo, si fa sottoporre a dei cicli di agopuntura ( è stato tentato )dalla Sung per dei dolori ad una gamba...

Ora vi immaginate personaggi come Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta... e quanti altri, che per un dolore di sciatica si fanno sottoporre da un trattamento orientale come l'agopuntura ?

Ora qualcuno mi dirà - apparte le personalità sante, ma che male cè, a farsi trattare la salute con delle agopunture ?

Beh Don Pasqualino Fusco ( esorcista ) cè lo può spiegare bene nel suo libro " Preghiere di liberazioni " dove cè una testimonianza di una vittima ( e ce ne sono altre ) che per l'agopuntura è rimasta vittima di una possessione diabolica.

E' peccato di idolatria per chi sta dalla parte di Dio di Abramo Isacco e Giacobbe.... e ancora di più di Gesù Cristo nostro Signore....

Non solo...

Nel libro di Arrigo Muscio " Storia di esorcismi, la fossa del leone " vengono riportate alcune vicende di persone possedute dal diavolo, in qualsiasi forma...

In un esorcismo viene riportata la testimonianza, di un caso che fu trattato anche da Mosignor Milingo... e il diavolo ribatte su una vendetta personale, e la presunta sensazione che stava per preparare una tentazione forte per Milingo.....

Milingo ha dato molto fastidio al diavolo, anche perchè uno dei pochi Vescovi che facevano il loro santo lavoro, quello di scacciare i diavoli dalle vittime cristiane e non....

Gli apostoli erano cosi... facevano la volontà di Dio e di quello che Gesù gli ha consegnato, LA MISSIONE,  nel capitolo 16 del Vangelo San Marco....

 

Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.

Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.

E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono:

nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove,

prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno".

 

San Marco 16, 15-18

 

RIMANDO ALLE LETTURE....

 

 

 

 

Ma la “signora” Milingo
era in Italia già due anni fa

 

DI GENNARO DI STEGANO

( http://www.gennarodestefano.it/art0155.asp )

 

La sposa ripudiata del vescovo africano avrebbe operato in un centro di medicina orientale a Napoli e anche in un’altra città - Ma per il mondo accademico specializzato è una sconosciuta - Conosceva l’esorcista prima delle nozze? - Quali altri misteri nasconde ancora?

 

 

Roma, agosto

Mettiamola così: il Vaticano sarebbe convinto che il caso Milingo sia una spy story a sfondo religioso, il reverendo Moon il capo del complotto e Sung Ryae Soon la Mata Hari degli occhi a mandorla, mentre i’arcivescovo ribelle, il sempliciotto da «mettere in mezzo» per raggiungere lo scopo di creare una scisma nella Chiesa cattolica. Ora però tutto sarebbe sventato grazie al intervento del Santo Padre, non nascerà la Chiesa africana con a capo Milingo e, con buona pace di tutti, il piano «sovversivo» del reverendo Moon affonderà. Nelle mani del capo dell’organiz- zazione religiosa coreana restano solo le briciole di una visibilità planetaria, poca cosa rispetto ai disegni originari.

 

Ma è questa la verità a quindici giorni dall’inizio del- l’interminabile affaire Milingo? Andiamo con ordine: abbiamo incontrato la signora Sung Ryae Soon, alias Maria Milingo, e siamo usciti dall’incontro-intervista con sulla pelle un fastidioso prurito. «Ma questa ci fa o ci è?», ci siamo detti quando, alla semplice domanda in italiano (e senza la mediazione dell’interprete Malihe Iusto): «Lei si è laureata a Seul?», ha risposto: «A questa domanda non posso rispondere».

O perbacco. E perché mai una curiosità così innocente non prevede risposte? E poi è possibile che la signora Milingo parli così bene l’italiano dopo appena una settimana di soggiorno nel nostro Paese? Non solo, ma perché la sua reticenza si acuisce quando le chiediamo se ha avuto altri amori, matrimoni, convivenze? «Questi sono fatti miei». Mah, saranno pure fatti suoi, però qualcosa non torna. E infatti scopriremo poi che la signora in Italia ci ha bazzicato, e parecchio, già negli anni passati, entrandovi per la prima volta alla fine del 1999. A far cosa? «Diamine», risponde il reverendo Phillip Shanker, vice del reverendo Moon, «a far conferenze sull’agopuntura».

 

Ohibò, una cattedratica di rango, dunque, ci saranno tracce del suo insegnamento. Invece, scava, scava, la professoressa Sung Ryae Soon è praticamente sconosciuta nel mondo accademico italiano (luogo deputato alle conferenze sulla medicina). Avrebbe invece, molto più modestamente, gestito un centro di agopuntura a Napoli. Ma non solo: con fare sibillino una fonte autorevole in questo campo dice a Oggi: «Conosco una persona che quando l’ha vista in televisione ha esclamato: “Ma quella è la dottoressa che mi ha fatto l’agopuntura”». E dove, a Napoli? No: in un centro di cui abbiamo nome e indirizzo. Anche qui, secondo le confidenze che ci vengono fatte, in una struttura ufficialmente gestita da un medico italiano, la dottoressa coreana avrebbe esercitato la sua professione in modo non autorizzato, se le cose stanno così, perché i medici extracomunitari non possono operare nel nostro Paese. Altro che conferenze!

«Ogni tanto si sente parlare di medici orientali che a Napoli praticano l’agopuntura, ma come conferenziera la signora Sung non l’abbiamo mai sentita nominare», ci spiega infatti il dottor Aldo Ruocco, titolare dell’ambulatorio di agopuntura del CTO di Napoli e autorevole membro dell’associazione QI (in cinese si pronuncia CI e significa energia).

«Una cosa è certa: se ha operato a Napoli, sarà difficile sapere dove, perché sicuramente ha svolto mansioni in appoggio a nostri colleghi». Stessa musica con la dottoressa Teresa Ambrosio, specialista in medicina orientale a Bari: «Mai sentita nominare», dice. Dunque niente conferenze, niente accademia ma soggiorno nel nostro Paese sì, e molto prima dell’inizio della vicenda Milingo.

 

Di conseguenza, buona conoscenza della nostra lingua, e il sospetto, a questo punto non del tutto infondato, che la signora Sung possa aver conosciuto l’arcivescovo africano e proprio in Italia e ben prima di quanto ci è stato detto; e che il loro matrimonio sia stato preparato da mesi e organizzato nei minimi dettagli. Come si vede, uno scenario completamente diverso da quello fino a oggi presentato.

Questo è dunque il primo lampo di luce nel buio del passato di Maria Sung e dal quale emerge poco o niente. E allora sentite cosa racconta a Oggi, dopo un’ora e un quarto di insistenze, la misteriosa signora che sembra piangere a comando, digiuna (ma è garantito che può resistere almeno venti giorni senza conseguenze), minaccia, fa conferenze stampa sul nulla, chiede di incontrare Milingo e forse ci riuscirà. «Sono nata il nove dicembre del 1957 in Corea del Sud, nella provincia di Kangwondo nella città di Chunch’on, un centinaio di chilometri a nord-est di Seul in una famiglia molto numerosa», racconta, «Mio padre è morto anni fa mentre mia madre è ancora viva e io ho tre sorelle e due fratelli maschi. Fino al 1995 ho condotto la vita che conducono tutti, anche sul piano affettivo, ma vorrei spiegare che da noi non è come in Italia, dove si cambia fidanzato spesso e nella mia vita, prima di Milingo, non c’è stato nessuno che io abbia amato veramente.

 

«Onestamente, poi, non è che vivessi alla ricerca di un uomo, la cosa non era così importante per me. Faccio un esempio: io pratico l’agopuntura e ho ovviamente molti pazienti maschi: ma, anche se si spogliano davanti a me, non li guardo mai come uomini. Le idee che ho perfezionato quando ho conosciuto il reverendo Moon, le avevo anche prima: Dio ha creato l’uomo e quando l’ha visto solo gli ha messo accanto la donna. Ecco allora l’importanza della famiglia nella vita di ciascuno di noi».Interrompiamo garbatamente la signora Sung in Milingo per chiederle conferma se, avendo queste idee, al matrimonio con l’arcivescovo c’è arrivata illibata.

La verità è che sono stata fortunata, perché se avessi conosciuto altri uomini e avuto tante esperienze anche sessuali, sarebbe stato difficile accettare un uomo di 72 anni. Avevo sentito parlare di monsignor Milingo, non sapevo che lui fosse una personalità così importante in Italia», spiega ancora, «non avevo capito a quale livello si collocasse il monsignore, ma a parte questo ho potuto accettare di sposare un uomo così anziano proprio perché avevo vissuto in quel modo che ho detto. Quando ho informato mia madre di aver sposato Milingo, lei ha spalancato le braccia e ha esclamato: “Ma ci sono 29 anni di differenza!”. Mio fratello, invece, mi ha soltanto chiesto: “Tu sei felice?” e io gli ho risposto: “Certo che sono felice, altrimenti non l’avrei sposato”. Io non credo al Vaticano e alle cose che mi mandano a dire dai giornali o dagli emissari e faccio questo digiuno per il cielo e per far muovere il cielo. Quando il cuore è sincero», ha concluso Maria Sung, «Dio ascolta».

 

Già, Dio ascolta e, forse, avrà, nelle orecchie l’eco di alcune bugie. Ora occorre tentare di capire, ci abbiamo provato anche la scorsa settimana, il ruolo di monsignor Milingo, perché, volenti o nolenti, bisogna riconoscere che il vescovo rapper ed esorcista, presentato come un semplicione sia pure simpatico, in realtà a guardar bene, non s’è fatto incastrare né dal reverendo Moon (che forse voleva aprire davvero, utilizzando il disagio del monsignore africano, una falla scismatica in seno alla Chiesa Cattolica), né dalla Santa Sede (che lo voleva sbattere fuori a pedate, almeno stando al tenibile dossier sulle presunte malefatte di Milingo, presentato al Santo Padre dal Cardinale Joseph Ratzinger e nel quale sono elencati non peccati ma crimini veri e propri, come lo stupro di una suora, reati di natura sessuale e altro).

L’arcivescovo dello Zambia, che sembrava irretito dal reverendo Moon e dalla signora Soon, ha invece giocato una partita tutta sua, vincendo alla grande: utilizzando la minaccia di uno scisma dalle proporzioni catastrofiche (dare ai preti, ai vescovi, agli arcivescovi e pure ai cardinali la possibilità di sposarsi e fare figli), ha riavuto l’appartamento a due passi da Piazza San Pietro, in via di Porta Angelica dal quale era stato sfrattato prima delle nozze, riavrà l’incarico di prestigio che chiedeva con annesso stipendio da cardinale (si parla di 250 milioni annui netti) e, soprattutto, nessuno io infastidirà più con osservazioni troppo pignole su quelle sue messe nelle quali i fedeli si strappano i capelli o si rotolano a terra e i posseduti dal demonio vengono liberati dell’immonda presenza che alberga nel loro corpo.

 

Insomma, l’arcivescovo emerito di Lusaka aveva paura di essere scacciato dalla Chiesa senza potersi difendere e ha messo su questo grande bailamme, giocando d’anticipo e sconfiggendo così la potente Curia Vaticana che è stata colta dì sorpresa ed è dovuta correre ai ripari, accettando la trattativa con il vescovo che, dopo aver visto il Papa in privato per ben due volte, ha scritto la lettera di sottomissione e ha rinunciato alla pseudo-sposa. Di questo retroscena, che spiega tutto l’affaire e che abbiamo rivelato nell’ultimo numero di Oggi, è testimone l’avvocato del presule, Emanuela Comerio che in un’intervista ha dichiarato: «L’origine del caso Milingo sta nell’afflizione per il gelo e la diffidenza in Curia, che spiegano prima la sua fuga, poi il ritorno nei ranghi. Come avvocato ho il carteggio del logorante rapporto tra la segreteria di Stato e il presule africano. Vi è racchiuso il segreto dell’intera vicenda. “Mi stanno cacciando”, mi sussurrò poco tempo fa Milingo. Nei suoi occhi c’era il dolore di chi tenta disperatamente di farsi prendere in considerazione in un ambiente dove molti lo ostacolano, lo ignorano o non gli sono mai stati favorevoli».

Ma il monsignore esorcista ha dimostrato, ancora una volta, di saperne una più del diavolo. E la lacrimevole signora Maria Sung, sarebbe solo un’attrice perfetta, uno strumento docile nelle mani del reverendo Moon, non nuovo a operazioni di plagio. Ma in questa storia, il bello (si fa per dire) deve ancora arrivare.

 

 

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LA CADUTA DI LUCIFERO

 

Arrigo Muscio " Storie di Esorcismi, la fossa del leone " ( pag 66-68 )

 

«Via da me voi tutti che fate il male,

il Signore ascolta la voce del mio pianto. Il Signore ascolta la mia supplica, il Signore accoglie la mia preghiera».

Salmo 6,9-10

«Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, per­fetto in bellezza...» iniziò, a leggere don Gianni, dopo le con­suete preghiere.

- Non voglio! Non volevo adorarlo! - si lamentò subi­to Lucifero riferendosi al asso di Ezechiele (28,12 s.) che sot­tintende, nella caduta dure di Tiro, la sua caduta dal cielo.

- Per forza! Volevi che fosse lui ad adorare te!, gli re­plicai prontamente; a tale osservazione tacque com'è solito fare allorché gli si obietta, con decisione e in modo appro­priato, l'eterna Parola di Dio.

La domenica precedente eravamo stati da mons. Milin­go che, nella zona di Milano, aveva presieduto una messa con esorcismo a cui avevano partecipato circa quattromila perso­ne. Era presente anche Marina che si era messa a tremare, con un viso cadaverico e gonfio, nel momento della preghie­ra di esorcismo. Non aveva però dato in escandescenze, di­versamente da altri posseduti. Spesso i demoni di più alto rango sono più tranquilli, oserei dire più «signorili», anche se più perversi e crudeli. Quando un esorcista esperto incontra nel suo ministero degli angeli decaduti se ne accorge subito. Non assumono infatti l'atteggiamento da bulli di periferia di certe anime dannate. Conoscono perfettamente il passato di ciascuno di noi, a differenza delle anime dannate che sono molto più limitate nella conoscenza. Non bestemmiano mai e quando li si provoca con dei passi biblici che riguardano la loro caduta è possibile avvertire nel loro atteggiamento un senso di grande tristezza per il paradiso perduto.

Una volta Lucifero disse a don Gianni che gli leggeva il passo di Isaia 14,12:

- Vuoi suscitare in me dei rimpianti?

- Per fortuna che c'è mons. Milingo che vi scaccia! - af­fermai.

- Ancora per poco! Poi lo metterò a posto! Quel muso nero! - mi rispose ringhioso Lucifero.

In effetti, dopo qualche mese, vi fu un periodo in cui sembrava che a mons. Milingo fosse stata interdetta la possi­bilità di esercitare pubblicamente gli esorcismi. Ne parlaro­no diversi giornali e vi fu anche una democratica rivolta da parte di molti fedeli che scrissero direttamente al Papa per chiedergli di intervenire a suo favore. In tale periodo, durante un esorcismo di Marina, satana mi ricordò:

- Hai visto che l'ho sistemato il muso nero? Quello zulù! Almeno respiro un po' !

- Finché Dio vorrà! Poi quando il Signore lo deciderà ri­prenderà il suo ministero di esorcista! Non comandi tu! Co­manda sempre Dio come insegna la Scrittura! - lo rimbeccai.

- Intanto respiro! - disse con sguardo carico d'odio.

In seguito, a Dio piacendo e a scorno di satana, fu con­cesso a mons. Milingo di esercitare il suo carisma, come del resto dovrebbero fare per invito evangelico tutti i Vescovi, i cardinali ed i preti. Ma continuiamo il racconto.

- Tu conosci il latino? - gli chiesi per provocarlo. Un interessante metodo per costringerlo a parlare è quello, tra una preghiera e l'altra, di punzecchiarlo facendo leva sul suo smisurato orgoglio o facendo riferimento a quanto odia di più. A tale domanda mi rispose con una smorfia.

Don Gianni iniziò allora a leggere velocemente un lun­go brano in latino del Rituale romano per gli esorcismi. De­vo confessare che, pur avendolo studiato per qualche anno, non riuscii a capire niente di quanto il sacerdote leggeva.

- Quanti complimenti che mi fai! - intervenne sarcasti­co Lucifero.

Alla fine dell'esorcismo domandai a don Gianni che co­sa avesse letto per provocare tale risposta.

    Gli rimproveravo le sue malefatte! Soprattutto le per­versioni sessuali! - mi spiegò l'esorcista. 1 diavolo aveva ri­sposto indirettamente alla mia domanda: inizialmente con una incomprensibile smorfia, in seguito dimostrando di intende­re perfettamente un lungo brano in latino letto in modo rapido. E Marina non aveva compiuto studi oltre la terza media!

- Lui sfrutta il mio regno per il suo Regno! È furbo lui! - si lamentò improvvisamente il demonio.

- Lui non è furbo! È sapiente! - lo corresse immedia­tamente l'esorcista citando la Scrittura.

- Io sono utile! Se io non fossi qua, voi non sareste qui a pregare!, continuò scocciato il diavolo.

- E allora vattene! Tu che sei intelligente! - ordinò il sa­cerdote.

- No! Non sono più intelligente! Ero intelligente! Ades­so sono solo furbo e faccio quel che mi conviene! - rispose Lucifero confermando la Bibbia.

- Io sono aiutato! - affermò con atteggiamento di sfida.

- Chi ti aiuta? Rispondi in nome di Dio Onnipotente! In nome della Beatissima Vergine! Avanti sputa il rospo!

Il demonio non parlò nonostante in coro gli intimassimo di rispondere. Alla fine, sfiancato, non reagì più e il sacer­dote sospese l'esorcismo. Don Gianni, dopo le solite racco­mandazioni, fissò l'appuntamento per la settimana successiva.

Poiché altri posseduti premevano alle porte di don Gian­ni, gli chiesi: «Non capisco per quali motivi il diavolo a volte sembra sfinito e sul punto di andarsene e altre volte appare "ri­costituito". Secondo me è necessario anche meditare sulla fra­se: "Io sono aiutato!". Pur sapendo che l'aiuto al demonio deriva dal peccato, penso convenga chiedere al Signore se è uti­le continuare questi esorcismi a discapito di altri magari più bi­sognosi e forse più propensi a pregare per accelerare la dipartita del demonio. Ritengo che stiamo operando come Penelope: noi costruiamo la tela che qualcun altro distrugge. E se Marina an­dasse anche da qualche mago? Occorre considerare il fatto che, come affermato da Marina e da suo marito, anche mons. Mi­lingo non è riuscito a liberarla; nonostante avesse fatto pure de­gli esorcismi individuali. Qualcosa non quàdra!».

Don Gianni, anche lui perplesso, riunì tutto il gruppet­to davanti al Santissimo e chiese al Signore luce al riguardo. Pregammo accordati che il Signore ci facesse capire, fornen­doci il necessario discernimento, se continuare gli esorcismi su Marina o se invece sospenderli in attesa che tale famiglia si impegnasse sul serio sulla via della conversione.

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L'AGOPUNTURA

( Preghiere di Liberazione - Don Pasqualino Fusco pag 793-798 )

«Mi chiamo Sabrina ed ho 30 anni. Quando mi sono rivolta ad agopuntore non conoscevo Gesù Cristo ed ignoravo i dogmi della fede cristiana e qualsiasi precetto della Chiesa Cattolica, come ad esempio partecipare alla Santa Messa la domenica.

Queste, a 18 anni, pur avendo ricevuto il Battesimo, la Comunione e la Cresima, erano le mie condizioni spirituali ed inoltre vivevo nel peccato.

Dalla nascita la mia vita era stata un susseguirsi di malattie e disgrazie, di ricoveri in ospedale e visite mediche, ma anche con gli esami clinici più sofisticati i medici non riuscivano a diagnosticare niente di significativo...

A scuola ero una studentessa decisamente brillante, ma ben presto le mie condizioni di salute peggiorarono al punto da bloccarmi negli studi, rendendo la mia carriera scolastica diversa da come avrei desiderato che fosse.

Non avevo veri amici perché avevo l'impressione che tra me e gli altri ci fosse un muro invisibile, e tanto era viva questa sensazione, tanto era grande la mia sofferenza.

Quando I'agopuntore mi vide per la prima volta, soltanto toccandomi i polsi ed osservandomi elencò con precisione tutte le malattie che avevo avuto dalla nascita e risalì persino ad un morbillo che mia madre aveva avuto quando era al secondo mese di gravidanza.

Pensai di aver incontrato un bravo medico e con la speranza di guarire riposi tutta la mia fiducia in quell'uomo.

Cominciarono le sedute di agopuntura molto dolorose e penose, durante le quali mi venivano inseriti fino a 27 aghi in tutto il corpo che venivano poi manipolati in senso circolare: sulla punta delle dita dei piedi, sulla lingua e sulla schiera e poi fatta sdraiare in posizione prona per 20 - 30 minuti senza poter capire nemmeno io come potessi resistere.

Ogni volta che mi sdraiavo sulla schiena piena di aghi e sentivo molto dolore l'agopuntore diceva che quella parte del mio corpo con il dolore non era mia e che dovevo fare come se non lo fosse; così ben presto non sentii più dolore.

Avevo però l'impressione di perdere contatto e controllo del mio corpo, mi sembrava di "vedermi vivere" e

sentivo la maggior parte del mio corpo come "occupata".Ci fu un miglioramento di tutti i miei malesseri fisici ed

io iniziai ad interessarmi alla medicina cinese frequentando due corsi specifici e due corsi di massaggio tradizionale cinese nella scuola dove insegnava il mio agopuntore.

La medicina tradizionale cinese divenne la mia fede, ci pensavo e ne parlavo ogni momento, i miei ragionamenti erano in perfetto stile taoista. L'unico mio desidereo di bene consisteva nel volere equilibrare le energie "yin"e "yand' per guarire le malattie.

Non sorridevo più e tutto quello che prima mi appassionava e mi commuoveva come la natura, la letteratura, i miei animali, mi lasciava indifferente. Ero diventata insensibile.

Ero sempre oppressa, avevo sogni premonitori (sempre e solo disgrazie) e visioni che mi gettavano in una cupa depressione ed in una dimensione irreale: ero sempre debolissima, pallida e mi sentivo confusa ed angustiata.

Ero certa che quei "poterl'che iniziavano ad agire in me, me li avesse dati quel dio astratto e lontano che conoscevo allora ed incominciai a pregarlo di togliermeli.

Persi ogni parametro di bene e di male, e tutto nella mia mente si mescolava in un caos terrificante.

Persi il controllo dei "poterì'che avevo scoperto di avere, e capii che non erano miei.

Quotidianamente si susseguivano episodi di telepatia, lettura del pensiero e soprattutto diagnosi di malattie; dalla mia bocca senza che mi potessi controllare uscivano parole di diagnosi molto precise.

Alla scuola di agopuntura ebbi il mio attestato con 30 e lode, ero stimata, corteggiata e mi dicevano che ero una persona speciale. Per me era un successo, ma non sapevo che farne.

Mi sentivo sempre più sola, perché nessuno sapeva che la vita per me era un inferno.

Scoprii che dovevo esercitare la pranoterapia imponendo le mani ai limoni che si mummifícavano ed all'acqua che, quando mi concentravo, acquistava l'aroma che volevo. Inoltre qualsiasi oggetto appeso ad un filo nelle mie mani ruotava ed oscillava come impazzito.

Scoprii cosi anche la radioestesia, che un mio familiare già praticava.

Ero sicura che sarei morta presto e contemporaneamente avevo paura ed ero spinta al suicidio da visioni terrificanti: il mio letto, il materasso ed il cuscino si muovevano e sentivo respirare freddo vicino al mio viso, non riposavo più, vedevo immagini nere con la coda dell'occhio, ed alcune volte mi sentivo penetrare da qualcosa. Stavo perdendo la salute mentale.

Naturalmente non collegai tutto ciò con l'agopuntura, notai soltanto che mi erano stati dati quei "poteri' ed ormai erano trascorsi tre anni al ritmo di una seduta di agopuntura a settimana.

Mi rivolsi a Dio, pensai di recitare un Padre Nostro, ma non riuscivo a ricordarlo, trovai tra le cose di mia madre un libricino del Rosario con scritta la preghiera del Pater, ma facevo una fatica sovrumana a recitarlo, confondevo le parole e mi sentivo stringere la gola.

Una domenica ebbi il desiderio di recarmi alla Messa, ma pochi metri lontano da casa fui presa da un prurito tremendo alle gambe, che mi costrinse a tornare a casa. Una volta a casa ogni sintomo sparì.

In quel periodo l'agopuntore mi propose di lavorare nel suo studio come assistente e come massaggiatrice e pratica di moxibustione e mi fece l'allettante proposta di un periodo di tempo da trascorrere in Cina, con lui ed altre persone, per frequentare corsi di medicina cinese.

Ero molto eccitata perché avevo raggiunto ciò che desideravo e soprattutto perché stimavo l'agopuntore, che era diventato per me una specie di idolo. Ero felice che egli ricambiasse la mia stima (anche se forse da

parte sua la cosa non era così limpida). Avevo raggiunto il successo, ma anche l'apice della sofferenza.

A questo punto Gesù è venuto a salvarmi. Un'amica, non credente, mi consigliò di andare in una casa di preghiera per "farmi benedire".

A lei lo aveva detto un paziente di suo marito medico.

Ci andai con la speranza di parlare con qualcuno e di ricevere qualche parola buona.

Trovai un sacerdote che elencò tutti i miei peccati ed io non avevo che da rispondere: "Sì, l'ho fatto".

Il mio stupore era grande soprattutto perché non sapevo di avere fatto per tanto tempo tutte le cose che dispiacevano a Dio. In quel momento sentii di amare Dio e ad ogni peccato dicevo "non lo farò ancora".

Ero pentita, ma non schiacciata dal senso di colpa, volevo conoscere Dio. Avevo 22 anni e per la prima volta mi sentii dire che Gesù mi amava. Non ebbi alcun dubbio. Mi recai subito alla Santa Messa (da quella volta ci vado ogni giorno) piansi tantissimo, ma ero finalmente beata anche nella sofferenza. Caddi a terra e gridai.

Anche mia madre si convertì quel giorno. La sera stessa troncai ogni rapporto con l'agopuntore, decidendo di non recarmi più all'appuntamento settimanale.

Rinunciai con molto entusiasmo al lavoro ed a tutto ciò in cui avevo creduto e per cui avevo studiato: la medicina cinese.

Nessuno mi spiegò perché l'agopuntura non può conciliarsi con il Cristianesimo, ma credo me l'abbia spiegato lo Spirito Santo che in quel giorno agì con potenza e divise il bene dal male...

Una settimana dopo partecipai ad un seminario di spiritualità... e durante l'invocazione del nome di Gesù ebbi manifestazioni molto violente.

Ero distrutta dal punto di vista spirituale, mentale e fisico e non potevo assolutamente fidarmi dei miei pensieri e delle mie emozioni, perché erano completamente deviati.

Riuscii a capirlo e decisi di fidarmi della Parola di Dio, che mi accorsi che spesso era l'esatto contrario dì ciò che sentivo. Ho anche avuto bisogno di essere seguita per alcuni mesi da un sacerdote esorcista che ha ripetutamente pregato sudi me.

Pian piano, con l'aiuto amorevole dei fratelli... e di mia madre, con la S. Comunione quotidiana, le mie sofferenze diminuirono, ma non erano ancora Scomparse.

Per molto tempo durante la Messa ho avuto dolori lancinanti in corrispondenza dei punti sottoposti all'agopuntura, oltre ad una grande sofferenza mentale, la più dura da affrontare.

Sono trascorsi otto anni dal giorno che ho incontrato il Signore, e sono rinata.

Ringrazio il Signore, il Dio Vivente, il mio Gesù con tutta me stessa, perché mi ha salvata e perché non ha permesso che io facessi ad altre persone, con la medicina cinese, il male che era stato fatto a me.

Signore Gesù se attraverso questa esperienza di dolore ho Incontrato la tua infinita misericordia, io dico: Amen! Alleluja! Amen Signore!>> ( Preghiere di Liberazione - Don Pasqualino Fusco pag 793-798 )

 

 

Per contattare l'autore e farsi spedire il libro telefonare in orario serale al numero 0823/921278 oppure scrivere all'indirizzo:

Don Pasqualino Fusco - Villaggio Fanfani, 3 - 81035 / ROCCAMONFINA (Caserta).

 

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IN FIN DEI CONTI, INVECE DI PUNTARE IL DITO COME AL SOLITO, LA STOLTEZZA UMANA SI SUPERA...

PREGATE E FATE PREGARE PER I SACERDOTI COME SPIEGAVA ANCHE IL PRETE DANNATO VERDI GARAUNDIE, E COME CI CONSIGLIAVA ROLANDO LUCCHETTA CHE SE LUI CHE ERA ROLANDO, HA SEMPRE 2, 3 DEMONI ADDOSSO, UN SACERDOTE CATTOLICO NE AVRA' 100, UN VESCOVO NE AVRA', E IL PAPA NE AVRA' MILIARDI.....

 

MILINGO CI HA PROVATO, ED E' STATO TENTATO E PROVATO CON PERMISSIONE DI DIO, CI RESTA SOLNTANTO CHE PREGARE.... LE GRAZIE ARRIVANO SOLO SE SI PREGA E NON PUNTANDO IL DITINO.....

 

AMEN

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