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UN PO' DI MORTE (24/04/05)

Pioggia di fine nottata che mi trapassa l'anima
Labbra screpolate tese e inutilizzate

Dove sei cielo per ospitarmi per una eternità
Mentre lascio le parole cadere per terra
E scheggiarsi fra cristalli di libertà

Ed ovunque vedo cadere gocce di persone vere
E smembrarsi in pozzanghere di esseri inutili
Ovunque vedo colombe troppo vecchie per volare
Spegnere l'ultima fiamma nel pianto di se stesse

Distolgo lo sguardo e vedo la luna
E vedo Dio trafiggersi nella croce
Impotente a dispetto di questo mondo

Esco da me stesso e percorro la mia schiena
Nudo sotto la pioggia
Scalfita da troppi silenzi
Miliardi di frustate la percorrono
Montagne di chiodi la devastano
Paure ed arbitrii la debilitano
……
…… non fa male
…… non fa male.


ANNEGANDO NEL TEMPO…(24/01/06)

OVUNQUE DISPERDI LE ATTENZIONI
COME IL MARE, IL SALSO, IL RAME
CHE SI SCORPORA DAI SUOI CAPELLI
DA CUI OGNI NOTTE CADI

ED E' UN CHIODO FISSO COME LA MENTE SIA PREGNA
PREGNA DI BIGLIETTI GIALLI
APPESI ATTORNO AL MONITOR
ALLE CIGLIA
ALL'ULTIMO SORSO D'OLFATTO
DISFATTO TRA UN TASTO E L'ALTRO

NEL RETROBOTTEGA DELLA GIORNATA BEN POCO RIMANE
MEGLIO DI NIENTE DIRAI…………………
QUALCHE SERA SI ACCATASTA SU UN CARTONE DI PENSIERI
STANCO SONNOLENTO SIBILANTE SORNIONE
SINUOSO MAGARI POTREBBE ESSERE
MA LE BATTERIE ERANO DI SECONDA MANO
E SGANCIATE SI SONO DALL'ATTENZIONE

E CI SI TROVA IN STRADA A VAGARE
CON I BALLERINI DELLA MEZZ'ORA D'ARIA
SCANDITA DA UN TICCHETTARE DI SPOT E MOZZICONI
QUALCHE MEZZO DOPPIO MALTO
E UN SALMO DI NOTE

OVUNQUE DISPERDI LE ATTENZIONI PURE STANOTTE
PREGANDO DIO CHE DI TE ABBIA UN CARTELLINO DI MEMORIA
E MAGARI TI RIMANE UN QUARTO PER IL CIELO
PER RICORDARE QUELL'EMISFERO DESTRO
CHE A COMANDO SI PUO' ANCORA ATTIVARE
ED ESPRIMERE CON UN SEGNO SU UN SASSO LA TUA ARTE
CON UNA FRASE SU UN FOGLIO
TUTTO L'INTIMO CHE C'E' IN TE
E CON LA PERDITA DI UN SECONDO
AVRAI DIVORATO TUTTA LA VITA
CAPTABILE ATTORNO


DOMENICHE…

Cronaca di una giornata distratta
di una domenica e di una gatta
di un'arancia e di un bicchiere d'apatia
di un lieve ticchettare sui tetti
che ogni piano porta via

Piano…piano che fa rima con divano
vecchio compagno d'avventura
da bohemien a pellegrino
ad ascoltare pigro ogni sventura
sempre pronto ad accarezzarti la guancia
o a raccogliere un'arachide fuggiasca dalla tua pancia

E a condire questo mezzo pomeriggio
ci sta il televisore d'impiccio
qualche cucchiaio di banalità
con una spruzzata di figa…voilà!
affinchè l'occhio corrompa la mente
la quale si dichiari assente

Ed eccoci qua…
ancora qua…ugualmente qua
incapaci di andare all'aldilà
di dare il benvenuto alla nuova stagione
di imboscare il maglione
di scovare il primo fiorellino
mentre assorti voliamo a capo chino…


Siamo qua…ancora qua
ad inspirare una piovosa domenica…

 



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