Lettera aperta all’Ing. Mauro Moretti
Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato
Le scriviamo a nome
dei comitati “Sotto terra il treno, non i cittadini” e “Pavona UNO” in
quanto lei rappresenta la figura più autorevole delle ferrovie italiane,
sia sul piano tecnico che su quello politico.
A Pavona la linea
ferroviaria Roma-Velletri si incontra con la Via del Mare, la strada
provinciale che collega i Castelli Romani con la zona litoranea (Pomezia,
Ardea e Torvajanica). A Pavona passa anche la Via Nettunense,
un’importante strada statale che unisce Roma con Aprilia, Anzio e
Nettuno.
Pavona si sviluppa a
partire dagli anni ‘60 intorno alla stazione ferroviaria ed oggi conta
oltre 12.000 abitanti.
In questi anni nei
comuni intorno a Roma si è assistito ad un incremento impressionante
della popolazione:
§
dal 1991
al 2001 la popolazione residente è aumentata di circa 125.000 abitanti;
§
dal 2001
al 2005 i residenti sono cresciuti di altre 130.000 unità.
Questa abnorme
crescita della popolazione ha avuto effetti devastanti su un paese come
Pavona.
Da un lato è aumentata
la percorrenza dei treni sulla linea Roma-Velletri, è stato ripristinato
il doppio binario di scambio a Pavona, sono stati introdotti i treni a
due piani.
Dall’altro lato si è
assistito ad un forte incremento del traffico veicolare, sia sulla Via
del Mare sia sulla Via Nettunense.
L’aumento del traffico
veicolare e le continue chiusure dei passaggi a livello hanno di fatto
bloccato la città, facendo esplodere i dati sull’inquinamento
ambientale.
Lo scenario dei
prossimi anni è molto preoccupante. Le previsioni sulla popolazione
residente nei comuni intorno alla capitale stimano, per il 2015, un
ulteriore incremento di 300.000 abitanti; la domanda di immobili
residenziali raggiungerà le 90.000 richieste (fonte: CRESME).
In questo scenario, il
comitato dei pendolari chiede il raddoppio dei binari, almeno sul tratto
Pavona-Lanuvio, mentre il Comune di Ariccia vorrebbe realizzare una
stazione collegata all’area industriale di Cancelliera-Quarto Negroni
per il trasporto delle merci su ferrovia.
È facile prevedere che
a Pavona si arriverà in breve tempo alla paralisi totale.
Di fronte a questi
dati e a questi problemi, il ruolo delle ferrovie dovrebbe essere
fondamentale.
Le ferrovie dei
Castelli Romani dovrebbero essere trasformate in linee metropolitane,
andrebbero potenziate in modo da costituire una valida alternativa al
traffico veicolare, potrebbero rappresentare di nuovo l’elemento di
sviluppo e di progresso del territorio.
Invece, le ferrovie e
le istituzioni hanno iniziato una politica miope, la politica dei
sottopassi stradali.
Quattro sottopassi
stradali su due chilometri di linea ferroviaria, sul tratto
Pavona-Cancelliera.
Una spesa enorme: 24
milioni di euro (fonte: RFI). Un vero e proprio scempio urbanistico ed
ambientale. Il centro della città di Pavona devastato, un paese diviso
in due, la vita sociale ed economica danneggiata irreparabilmente.
Un anno di iniziative
e di lotte dei cittadini di Pavona ha scongiurato la costruzione del
sottopasso stradale al centro di Pavona.
Un paese intero si è
ribellato ai progetti dei sottopassi stradali.
Un paese intero ha
chiesto l’interramento della linea ferroviaria.
Un paese intero sta
lottando per garantire il minimo di vivibilità alla città.
Di fronte a questo
scenario, nell’ultima riunione alla Regione Lazio sono state presentate
le seguenti proposte:
§
un piano
di fattibilità, predisposto da RFI, che ha valutato la proposta di
interramento della linea ferroviaria: costi proibitivi per 50 milioni di
euro e 5 anni di blocco del servizio oppure, in alternativa, 100 milioni
di euro senza interruzione del servizio (circa 100.000 euro a metro di
ferrovia … quasi il prezzo di un attico a MonteCarlo);
§
tre
proposte alternative all’interramento della linea ferroviaria
(sottopassi e/o sovrappassi stradali fuori dal centro abitato) avanzate
dai tre Sindaci con possedimenti a Pavona;
§
la
proposta finale di chiusura dei passaggi a livello di Pavona con dei
muri.
A questo punto, alcune
domande sorgono spontanee:
§
perché
questo “accanimento terapeutico” contro una città?
§
perché
questa violenza (sottopassi stradali, muri) contro migliaia di cittadini
di Pavona?
§
perché
questo terrorismo sui pendolari (5 anni di interruzione del servizio)?;
§
perché
le ferrovie italiane non rappresentano più l’immagine dello sviluppo e
del progresso sul territorio?
Queste sono le domande
che le rivolgo prima della riunione di mercoledì 7 marzo 2007 alla
Regione Lazio, certo in un suo autorevole intervento.
Le volevo, inoltre,
ricordare che sono mesi che i comitati attendono un incontro con RFI per
la consegna delle 4.000 firme di cittadini di Pavona che chiedono
l’interramento della linea ferroviaria.
Un paese intero sta
aspettando una risposta, ma fino ad ora si è visto solo un muro di
gomma!!!
Cordiali saluti
Il Comitato “Sotto terra il treno, non
i cittadini”
Il Comitato di
quartiere “Pavona UNO”