Diverse Opinioni su Padre Pio e altri mistici

Ne sono state dette tante su Padre Pio: diciamo anche la nostra. I seguenti discorsi sono stati trovati sul web, tra decine e decine di panegirici. L'ultimo estratto è il più prezioso, ci è stato mandato – in via eccezionale per noi – dall'autore, che non l'ha potuto pubblicare su un noto quotidiano.

Mi auguro che ogni eventuale critica sia accompagnata da uno studio obiettivo dei documenti che si citano in questa pagina.

Il primo miracolo: una febbre straordinaria non uccide un giovane Padre Pio

Ma certo quasi tutte le sue vicende terrene hanno una duplice chiave di lettura. A partire dal rifiuto della divisa. Nella primavera del 1915, infatti, Padre Pio evita di fare il militare. Primo dubbio, brutale e irriverente: è renitenza alla leva oppure vera malattia? Le lettere nelle quali il frate si raccomanda a badesse e monsignori hanno il tono querulo di chi accampa i più disparati motivi di salute pur di evitare la corvèe, resa tanto più sgradita dagli squilli di tromba che annunciano la grande guerra. Ma i fedeli citano le testimonianze dei medici militari che fanno a gara per misurargli la febbre straordinaria: superava i 48 gradi, tanto che venivano usati termometri da veterinario.



Stimmate: un po' di storia e qualche giudizio scientifico

Se si vuole analizzare questo singolare fenomeno con occhio critico [si veda, ad esempio: A. De Vincentiis, Estasi. Stimmate e altri fenomeni mistici, Avverbi Roma 1999] e con l'intento di fare chiarezza, la prima cosa da fare è accertarsi dell'esistenza reale del fenomeno ed eliminare tutti i possibili casi fraudolenti. In effetti sono noti numerosi casi di stimmate autoinflitte con metodi artificiali. Ad esempio, una mistica del trecento di nome Elisabetta di Herkenrode venne sorpresa in diverse occasioni mentre si feriva volontariamente per procurarsi i segni della Passione.

Un caso analogo è quello della coeva Lukardis di Oberweimar che si feriva mani e piedi volontariamente. Non mancano veri e propri giochi di prestigio. Ad esempio nel 1928, il tedesco Paolo Diebel riusciva a lacrimare sangue procurandosi preventivamente minuscoli fori invisibili nella congiuntiva. Inoltre riusciva a far apparire false stimmate sulle mani attingendo il sangue da una ferita alla gamba appositamente realizzata e tenuta adeguatamente nascosta l'apparizione delle stimmate non è mai sta osservata su soggetti sottoposti a controlli

Come abbiamo già avuto modo di chiarire, la scienza non può dichiarare inspiegabili questi eventi adducendo gratuiti interventi soprannaturali e ha il preciso dovere di indagare il fenomeno e di trovare una interpretazione naturalistica. Un utile contributo può derivare dalla psichiatria, dalla psicologia e dalla medicina psicosomatica. I casi più studiati e per i quali l'ipotesi della frode volontaria appare meno probabile sono quelli di Teresa Neumann (1898-1962) e di padre Pio (1887-1968). La biografia di entrambi questi personaggi mette in evidenza numerosi episodi di problemi di tipo psicosomatico e di autolesionismo, che hanno preceduto il manifestarsi delle stimmate.

Gli psicologi parlano di nevrosi isterica per indicare un grave stato psicopatologico che produrrebbe una vasta sintomatologia sia psichica che fisica. In particolare essa determinerebbe fenomeni di conversione, ovvero la manifestazione fisica di conflitti psicologici. Se le tipiche conversioni si manifestano con cecità, sordità e paralisi, sembra comunque plausibile ipotizzare che esse determinino pure fenomeni di vasocongestioni che possono dar luogo a piaghe epidermiche localizzate in vari punti del corpo.

Alcuni studi sembrerebbero aver dimostrato che alcuni soggetti in stati alterati di coscienza (ad esempio ipnosi) possono effettivamente somatizzare alcune convinzioni (ad esempio, un soggetto al quale sotto ipnosi era stata applicata su un braccio una moneta a temperatura ambiente, facendogli però credere che fosse incandescente, mostrò una piaga tipica da bruciatura). Se l'origine di queste piaghe può essere spontanea è tuttavia anche vero che i soggetti che le posseggono possono in qualche modo contribuire al loro mantenimento anche con mezzi puramente fisici. Ad esempio, sembra abbastanza plausibile che padre Pio [sulla vita e l'opera di padre Pio si veda l'opera critica: M. Guarino, Beato impostore. Controstoria di padre Pio, Kaos, Milano 1999] usasse tintura di iodio per impedire la rimarginazione delle sue ferite (questo non significa necessariamente che fosse in mala fede: potrebbe averlo fatto per prolungare la sofferenza che, secondo lui, il Signore gli aveva inflitto).

Dalla parte dei laici si espresse, infine, il patologo Giorgio Bignami, che definì le stigmate del frate una necrosi dell'epidermide di origine nevrotica dovuta a suggestione e mantenuta aperta, probabilmente, dall'utilizzo di iodio.

Le sue visioni, le sue stigmate e le sue estasi possono trovare una naturale via di spiegazione in termini prettamente psicopatologici. Infatti, di recente, uno psichiatra dell'Università la Sapienza di Roma, Luigi Cancrini, sulla base di un'attenta analisi della biografia di Padre Pio, ha effettuato una lettura psichiatrica su quest'ultimo. In essa si conclude che il frate cappuccino soffriva, secondo il DSM IV (edizione aggiornata del manuale internazionale dei disturbi mentali), di un disturbo istrionico di personalità associato al disturbo di trance dissociativa, mentre le sue stigmate sono particolari sintomi di conversione somatica.



Questa è l'umanità del santo

Ad una donna che gli chiedeva di intercedere per guarirla dal cancro, con tutto il suo charme disse "è meglio che Gesù ti volti e ti rivolti come gli pare e piace, perché Gesù si compiace del tuo soffrire".



Un resoconto storico (perlanera@iol.it per ulteriori info)

Nel 1920 anche Padre Gemelli visitò il frate, e dopo aver dichiarato che le stimmate erano di origine isterica cercò di farlo internare

Nel frattempo, alle manifestazioni trascendenti se ne erano affiancate di decisamente immanenti. Il frate si era schierato politicamente a favore dei fascisti. Il giro di denaro delle offerte minava il voto di povertà dei cappuccini, e la spartizione del bottino spesso degenerava in rissa. Il culto dei devoti, alimentato da un simoniaco commercio di panni sporchi del sangue delle stimmate, sconfinava nell'idolatria pagana. Il flusso dei pellegrini interferiva con la supposta clausura dell'eremo. Le visite notturne al convento di sedicenti e isteriche ``figlie spirituali'' davano adito a pettegolezzi poco edificanti.

Dopo che l'arcivescovo di Manfredonia dichiarò che Padre Pio era un indemoniato, e i frati di San Giovanni Rotondo una banda di truffatori, il Santo Uffizio dovette correre ai ripari. Nel 1922 ordinò al frate di indossare guanti senza dita per nascondere le stimmate. Nel 1923 decretò che non si era in presenza di alcun fatto soprannaturale. Nel 1924 ammonì i fedeli ad astenersi dal mantenere qualunque rapporto, anche epistolare, con Padre Pio. Nel 1931 privò il frate di tutte le facoltà religiose, salvo quella della messa, che però poteva celebrare solo privatamente.

Le cose cambiarono con Giovanni XXIII, che non credeva affatto alla sua santità. Nel 1960 un'ispezione della Santa Sede a San Giovanni Rotondo stabilì che moltissimi frati possedevano automobili private e gestivano personalmente grandi somme di denaro, nonostante il voto di povertà. Le donne continuavano a pernottare al convento, e il (letteralmente) beato ``bis in hebdomada copulabat cum muliere'' [CORSIVO], ``scopava un paio di volte la settimana''. Il commercio delle reliquie, con ``tutto quel sangue di gallina'', non si era mai fermato. Nel 1961 il Santo Uffizio tornò a segregare Padre Pio, trasferì molti religiosi e avocò a sé il controllo del convento.

Con l'elezione di Paolo VI, di nuovo di bocca buona, Padre Pio poté tornare a svolgere le sue attività. In cambio, la Santa Sede pretese e ottenne di essere nominata erede universale nel suo testamento. Alla sua morte, avvenuta il 23 settembre 1968, Padre Pio effettuò un ultimo miracolo: le stimmate sparirono senza lasciare traccia, e lasciando invece ovvi sospetti sulla loro esistenza. Naturalmente, Poiché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, la scomparsa delle stimmate fu considerata dai fedeli un prodigio ancora maggiore della loro comparsa.

Quanto al Santo Uffizio, i suoi decreti di condanna non erano mai stati revocati. Formalmente, dunque, Padre Pio era morto condannato come impostore dal supremo tribunale ecclesiastico. Questo avrebbe reso impossibile intentare qualunque processo di beatificazione, se non fosse intervenuto personalmente Giovanni Paolo II, di bocca ottima e noto devoto del frate. D'altronde, chi crede che la Madonna di Fatima possa scomodarsi per modificare le traiettorie dei proiettili (cose turche, possiamo ben dire), può anche credere che Padre Pio abbia avuto le stimmate. E infatti, ci crede. E fa bene, perché l'operazione della beatificazione, orchestrata in modo da confluire nel gran business del Giubileo, ha costituito un ottimo affare anche per lui. D'altronde, come diceva (più o meno) la copertina di un disco di Elvis, ``sette milioni di fedeli all'anno non possono sbagliare''. E se anche sbagliassero, non verrebbe certo a dircelo il Papa. O almeno, non questo.



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