La virtual classroom come spazio sociale
Interazioni nella classe reale e in quella virtuale
Le difficoltà degli studenti in una classe virtuale
La curva dell'apprendimento nella classe virtuale
Omogeneità e eterogeneità in una classe virtuale
Le reti (Internet) influenzano sempre più le abitudini quotidiane, le forme della partecipazione sociale e politica, i modi della conoscenza, la nostra stessa identità. All’interno di questo processo più generale una particolare rilevanza acquista l’ambito che riguarda l’incontro di Internet con le problematiche della formazione. Si è ormai delineata una nuova area di ricerca teorica e di applicazione, designata nella letteratura internazionale con espressioni del tipo e-learning o online learning a cui possiamo far corrispondere in italiano le espressioni “didattica basata su Internet” o “formazione in rete”.
Metaforicamente si può definire come:
uno sportello per le informazioni (si tratta di predisporre pagine Web che illustrano in generale le caratteristiche dell’offerta formativa);
gli uffici dell’amministrazione (area riservata al contatto con gli amministratori);
una hall (catalogo completo dei corsi disponibili);
un centro di autoverifica (spazio in cui gli studenti risolvono test che mettono alla prova il loro livello di apprendimento);
un guardaroba (spazio in cui i vari attori coinvolti nell’esperienza formativa si presentano);
una biblioteca (l’insieme dei materiali didattici);
una sala conferenze (aree all’interno delle quali si svolge l’attività didattica, sottoforma,appunto, di conferenze guidate dai tutor o presenziate da esperti);
un laboratorio (spazio per eventuali simulazioni);
una galleria (spazio a disposizione degli studenti per esporre gli elaborati prodotti durante l’attività di studio).
Dalla metafora che identifica lo “spazio virtuale di apprendimento” discende l’idea della virtual classroom, che potrebbe essere quindi considerata uno degli ambienti del virtual learning space. Si può affermare, in tal senso, che una “classe virtuale” è in ogni caso un virtual learning space.
Cambia tuttavia la prospettiava d’insieme e l’attenzione si dovrà soffermare non tanto sull’architettura dello spazio quanto su altri elementi o fattori, che riguardano più da vicino la natura sociale dell’ambiente, il suo essere territorio di confronto tra attori e di mediazione tra istanze, obiettivi, modalità di comunicazione e di collaborazione. Una virtual classroom non può quindi essere semplicemente definita “un ambiente di rete dove una parte o la totalità delle interazioni in atto in una classe tradizionale sono simulate online”. Nel momento stesso in cui si parla di interazioni online, si configura una situazione nuova, con una sua specificità.
La rete appare prima di tutto come un territorio di mediazione, in cui si sviluppano, o più spesso s’incrociano, tre relazioni fondamentali:
L’idea che gli ambienti di apprendimento in rete siano così articolati trova riscontro in varie posizioni, che descrivono le classi virtuali evidenziando come in quel particolare spazio si confrontino solitamente tre componenti fondamentali:
people, ovvero la comunità che apprende nel suo complesso (docenti, facilitatori,organizzazioni coinvolte, ecc.) ma soprattutto le interazioni tra studenti o tra ruoli alla pari;
process, ovvero il controllo sul percorso formativo e sul processo di apprendimento, inevitabilmente centrato sul rapporto tra tutor e discenti;
product, il prodotto, ovvero il risultato dell’interazione tra studenti e risorse.
Ravitz (1995) suggerisce di integrare lo schema aggiungendo almeno un quarto elemento, la “partecipazione” attiva e consapevole dei componenti della comunità di apprendimento.