riccardo.jpg (52939 byte)

Riccardo Marasco è ritenuto la voce più significativa della musica tradizionale toscana. Uscito dalla schiera dei folk-singers dei primi anni Sessanta è in seguito approdato ad un più vasto repertorio, divenendo un vero e proprio cultore dell'antico patrimonio vocale italiano ed interprete di grande fascino. Lo stile interpretativo e la prassi di accompagnamento con chitarre d'epoca lo avvicinano alla figura di un moderno menestrello.
Dotato di non comuni mezzi vocali è interprete poliedrico che sconfina con padronanza dal genere sentimentale al comico, dal religioso al politico, dal narrativo storico all'allusivo, dal popolare al colto, con un ricercato gusto della parola cantata (dall'immediatezza della vocalità popolare a quella più studiata della canzone all'italiana, della romanza da salotto, dell'aria antica).

Gli spettacoli di Riccardo Marasco nascono dalla sua instancabile tenacia di ricercatore (uno dei più profondi conoscitori della canzone italiana nella sua tradizione secolare) e dalla sua grande carica artistica, prepotentemente dirompente tramite le sue non comuni doti musicali ed i suoi eccezionali mezzi vocali.

ViolaEE.jpg (12132 byte) ViolaEE.jpg (12132 byte)

RICCARDO MARASCO E' RITENUTO LA VOCE PIU SIGNIFICATIVA DELLA MUSICA TOSCANA
Il suo repertorio, dovuto in gran parte alle sue ricerche o alla sua creatività è unico soprattutto per la forma con cui viene riproposto. I concerti di Marasco aprono nuovi spazi alla cultura. Dai dimenticatoi degli accademismi Marasco riporta alla cultura viva inimmaginabili tesori di un'arte ritenuta fino ad oggi, ingiustamente, minore. Anche quando nel suo "cabaret musicale" sembra abbandonarsi al puro "divertissement" egli ci rivela la sua appartenenza alla lunga, arcana ed arcaica, catena degli "Orfei".

Grande interprete: cantante ed attore, autore e musicista, poeta e chitarrista. I suoi spettacoli, vero teatro musicale, sono un esempio virtuosistico della parola cantata e vanno oltre la dimensione regionale, perchè in una chiave internazionalmente valida, ripropongono l'intramontabile patrimonio canoro della cultura italiana, in gran parte sconosciuto ai più o già dimenticato da troppi. Grazie alla sua infinita gamma di espressioni vocali, incommensurabili come l'imprevedibile caleidoscopio di sentimenti cui si sottendono, Marasco ci ridà fiducia nella voce umana.

Marasco inizia i suoi studi musicali con otto anni di pianoforte sotto la guida della Prof.ssa Bruna Venturini, poi passa alla chitarra con il Prof. Giulio Giannini e il Maestro Otello Mori, allievi del suo bisnonno Amerigo Parrini, capostipite della moderna scuola chitarristica fiorentina. Intraprende in seguito gli studi di armonia con la Prof.ssa Dina Giani Paoli, altra allieva del Parrini, completandoli successivamente con il Prof. Piero Adorno. Da solo affronta lo studio delle antiche partiture e prende parte ai Seminari di Musica Antica di Andrea Von Ramm. Laureato in Ingegneria Elettronica (indirizzo Calcolatori) presso l'Università di Bologna nel 1972, inizia alcuni anni prima la sua attività artistica, mentre frequenta ancora, oltre ai corsi della suddetta Facoltà, i corsi di Teologia per Laici, presso lo Studio Teologico dei Padri Domenicani in Bologna


L'antica chitarra ad ala, la voce duttile da grande interprete, la sorprendente vena creativa, le doti da affabulatore e l’eccellente capacità di coinvolgere il pubblico che ne fanno un grande artista da palcoscenico. Tutto questo è Riccardo Marasco, attualmente il più grande cantore della terra e della gente di Toscana. Ma Riccardo, per Toscana Oggi, è anche e soprattutto un amico. Ricordiamo ancora con gratitudine il grande concerto natalizio del 2 gennaio 2005 nella basilica di San Lorenzo a Firenze, ma anche la sua presenza a Montepulciano, nell’ottobre dello stesso anno, per celebrare il centenario de «L’Araldo Poliziano», divenuto da qualche tempo la nostra sedicesima edizione locale. E ripensiamo ancora volentieri alle due occasioni in cui lo abbiamo avuto presso la nostra redazione per gli ormai tradizionali appuntamenti dei «Thè».
Logico quindi che, per festeggiare degnamente i venticinque anni del settimanale, la scelta sia ancora una volta caduta su lui. Ma stavolta, nonostante il periodo, non gli abbiamo chiesto un concerto natalizio, incentrato soprattutto – come quattro anni fa in San Lorenzo – sulle bellissime melodie del suo cd «Pace non più guerra». Dovendo celebrare il settimanale e la sua scommessa regionale lanciata 25 anni fa, gli abbiamo chiesto di cantare proprio la Toscana. O meglio, «La Toscana d’ieri per Toscana Oggi», come recita il titolo. Perché 25 anni di vita, se possono essere sufficienti a dar lustro e maggiore autorevolezza a un giornale, sono un niente nella storia e nella cultura di una regione, e a maggior ragione di una regione come la nostra.
Così Riccardo, assieme al sempre più inseparabile Silvio Trotta, virtuosista di liuti e chitarre battenti di cui abbiamo scritto all’inizio dell’anno su queste stesse pagine, venerdì 9 gennaio condurrà per mano il pubblico presente alla riscoperta delle proprie radici. Il concerto, offerto anzitutto ai nostri lettori e abbonati ma aperto a tutti (nella speranza che nostri lettori vogliano poi diventarlo!), è in programma alle ore 21,15 presso il Politeama pratese. Marasco spazierà attraverso i canti della tradizione, molti dei quali recuperati grazie al suo appassionato lavoro di ricerca, e quelli più divertenti della propria produzione, dimostrando che, al di là dei campanili e dei limitati repertori canori locali che caratterizzano la nostra regione, esiste un’unitarietà di fondo legata soprattutto alla campagna e alla vita reale, al fuori di quegli stereotipi da cartolina che hanno caratterizzato alcune delle canzoni fiorentine più conosciute, come «Firenze sogna» e «Mattinata fiorentina».
«La tradizione canora toscana – spiega infatti Riccardo – può forse apparire più povera rispetto a quella di altre regioni, anche se non bisogna dimenticare che la musicalità della nostra parlata, da cui ha avuto origine la lingua italiana, ha dato vita a una forma colta come il melodramma, e d’altra parte a una molteplicità di espressioni popolari come la canzone stessa nelle sue varie forme ma anche i maggi, le befanate o l’uso di poetare in ottava rima. E ci sono zone, come il Senese, dove il gusto del canto popolare si è maggiormente conservato, magari grazie alla stessa vita di contrada, salvaguardando e sviluppando una tradizione considerata a torto semplicemente locale e che invece, se si torna indietro nel tempo, si ritrova in gran parte della regione».
Per questo il concerto di venerdì 9, a ingresso libero, si annuncia anzitutto come evento culturale di prim’ordine, anche se naturalmente, trattandosi di Riccardo Marasco, divertimento e risate sono assicurati. E non mancherà neppure, sicuramente, qualcosa su Prato e soprattutto sui nuovi volti che l’hanno popolata negli ultimi tempi. Volti dagli occhi... a mandorla, proprio come quelle dei famosi biscotti.

Vecchia_Toscana.jpg (10717 byte)Marascobacionefirenze300.jpg (12173 byte)Ma_Firenze_la_cognoschi.jpg (14012 byte)L'ammucchiata.jpg (11639 byte)

CHIUDI