Riccardo Marasco è ritenuto la voce più significativa della
musica tradizionale toscana. Uscito dalla schiera dei folk-singers dei primi anni Sessanta
è in seguito approdato ad un più vasto repertorio, divenendo un vero e proprio cultore
dell'antico patrimonio vocale italiano ed interprete di grande fascino. Lo stile
interpretativo e la prassi di accompagnamento con chitarre d'epoca lo avvicinano alla
figura di un moderno menestrello. Dotato di non comuni mezzi vocali è interprete
poliedrico che sconfina con padronanza dal genere sentimentale al comico, dal religioso al
politico, dal narrativo storico all'allusivo, dal popolare al colto, con un ricercato
gusto della parola cantata (dall'immediatezza della vocalità popolare a quella più
studiata della canzone all'italiana, della romanza da salotto, dell'aria antica).
Gli spettacoli di Riccardo Marasco nascono dalla sua
instancabile tenacia di ricercatore (uno dei più profondi conoscitori della canzone
italiana nella sua tradizione secolare) e dalla sua grande carica artistica,
prepotentemente dirompente tramite le sue non comuni doti musicali ed i suoi eccezionali
mezzi vocali.
Il suo repertorio, dovuto in gran parte alle sue ricerche
o alla sua creatività è unico soprattutto per la forma con cui viene riproposto. I
concerti di Marasco aprono nuovi spazi alla cultura. Dai dimenticatoi degli accademismi
Marasco riporta alla cultura viva inimmaginabili tesori di un'arte ritenuta fino ad oggi,
ingiustamente, minore. Anche quando nel suo "cabaret musicale" sembra
abbandonarsi al puro "divertissement" egli ci rivela la sua appartenenza alla
lunga, arcana ed arcaica, catena degli "Orfei".
Grande interprete: cantante ed attore, autore e
musicista, poeta e chitarrista. I suoi spettacoli, vero teatro musicale, sono un esempio
virtuosistico della parola cantata e vanno oltre la dimensione regionale, perchè in una
chiave internazionalmente valida, ripropongono l'intramontabile patrimonio canoro della
cultura italiana, in gran parte sconosciuto ai più o già dimenticato da troppi. Grazie
alla sua infinita gamma di espressioni vocali, incommensurabili come l'imprevedibile
caleidoscopio di sentimenti cui si sottendono, Marasco ci ridà fiducia nella voce umana.
Marasco inizia i suoi studi musicali con otto anni di
pianoforte sotto la guida della Prof.ssa Bruna Venturini, poi passa alla chitarra con il
Prof. Giulio Giannini e il Maestro Otello Mori, allievi del suo bisnonno Amerigo Parrini,
capostipite della moderna scuola chitarristica fiorentina. Intraprende in seguito gli
studi di armonia con la Prof.ssa Dina Giani Paoli, altra allieva del Parrini,
completandoli successivamente con il Prof. Piero Adorno. Da solo affronta lo studio delle
antiche partiture e prende parte ai Seminari di Musica Antica di Andrea Von Ramm. Laureato
in Ingegneria Elettronica (indirizzo Calcolatori) presso l'Università di Bologna nel
1972, inizia alcuni anni prima la sua attività artistica, mentre frequenta ancora, oltre
ai corsi della suddetta Facoltà, i corsi di Teologia per Laici, presso lo Studio
Teologico dei Padri Domenicani in Bologna
L'antica chitarra ad ala, la voce duttile
da grande interprete, la sorprendente vena creativa, le doti da affabulatore e
leccellente capacità di coinvolgere il pubblico che ne fanno un grande artista da
palcoscenico. Tutto questo è Riccardo Marasco, attualmente il più grande cantore della
terra e della gente di Toscana. Ma Riccardo, per Toscana Oggi, è anche e soprattutto un
amico. Ricordiamo ancora con gratitudine il grande concerto natalizio del 2 gennaio 2005
nella basilica di San Lorenzo a Firenze, ma anche la sua presenza a Montepulciano,
nellottobre dello stesso anno, per celebrare il centenario de «LAraldo
Poliziano», divenuto da qualche tempo la nostra sedicesima edizione locale. E ripensiamo
ancora volentieri alle due occasioni in cui lo abbiamo avuto presso la nostra redazione
per gli ormai tradizionali appuntamenti dei «Thè».
Logico quindi che, per festeggiare degnamente i venticinque anni del settimanale, la
scelta sia ancora una volta caduta su lui. Ma stavolta, nonostante il periodo, non gli
abbiamo chiesto un concerto natalizio, incentrato soprattutto come quattro anni fa
in San Lorenzo sulle bellissime melodie del suo cd «Pace non più guerra».
Dovendo celebrare il settimanale e la sua scommessa regionale lanciata 25 anni fa, gli
abbiamo chiesto di cantare proprio la Toscana. O meglio, «La Toscana dieri per
Toscana Oggi», come recita il titolo. Perché 25 anni di vita, se possono essere
sufficienti a dar lustro e maggiore autorevolezza a un giornale, sono un niente nella
storia e nella cultura di una regione, e a maggior ragione di una regione come la nostra.
Così Riccardo, assieme al sempre più inseparabile Silvio Trotta, virtuosista di liuti e
chitarre battenti di cui abbiamo scritto allinizio dellanno su queste stesse
pagine, venerdì 9 gennaio condurrà per mano il
pubblico presente alla riscoperta delle proprie radici. Il concerto, offerto anzitutto ai
nostri lettori e abbonati ma aperto a tutti (nella speranza che nostri lettori vogliano
poi diventarlo!), è in programma alle ore 21,15 presso il
Politeama pratese. Marasco spazierà attraverso i canti della tradizione, molti dei
quali recuperati grazie al suo appassionato lavoro di ricerca, e quelli più divertenti
della propria produzione, dimostrando che, al di là dei campanili e dei limitati
repertori canori locali che caratterizzano la nostra regione, esiste ununitarietà
di fondo legata soprattutto alla campagna e alla vita reale, al fuori di quegli stereotipi
da cartolina che hanno caratterizzato alcune delle canzoni fiorentine più conosciute,
come «Firenze sogna» e «Mattinata fiorentina».
«La tradizione canora toscana spiega infatti Riccardo può forse apparire
più povera rispetto a quella di altre regioni, anche se non bisogna dimenticare che la
musicalità della nostra parlata, da cui ha avuto origine la lingua italiana, ha dato vita
a una forma colta come il melodramma, e daltra parte a una molteplicità di
espressioni popolari come la canzone stessa nelle sue varie forme ma anche i maggi, le
befanate o luso di poetare in ottava rima. E ci sono zone, come il Senese, dove il
gusto del canto popolare si è maggiormente conservato, magari grazie alla stessa vita di
contrada, salvaguardando e sviluppando una tradizione considerata a torto semplicemente
locale e che invece, se si torna indietro nel tempo, si ritrova in gran parte della
regione».
Per questo il concerto di venerdì 9, a ingresso libero, si annuncia anzitutto come evento
culturale di primordine, anche se naturalmente, trattandosi di Riccardo Marasco,
divertimento e risate sono assicurati. E non mancherà neppure, sicuramente, qualcosa su
Prato e soprattutto sui nuovi volti che lhanno popolata negli ultimi tempi. Volti
dagli occhi... a mandorla, proprio come quelle dei famosi biscotti.