SIMONE® LE COLLINE DI FIESOLE

Castel di Poggio



Il primitivo insediamento, presumibilmente duecentesco, era stato edificato inglobando la sommità del poggio, dal quale aveva derivato il nome e su di esso si era innestata la residenza di campagna dei Del Manzecca che fu demolita nel 1348 per decreto della Repubblica fiorentina. Niccolaio degli Alessandri, imparentato con i Medici, nella seconda metà del XV secolo fece ricostruire l'intero complesso caratterizzato dalle mura merlate, l'alta e robusta torre, la dimora signorile e la cappella. Nel secolo XIX il Castello subì alcune modificazioni come l'ampliamento della zona occidentale e il rinnovamento dell'edificio religioso. Negli anni 1921-22 la famiglia Zamberletti, ultima proprietaria, affidò all'architetto Castellucci il rinnovamento in stile neo-gotico del complesso archtettonico, la realizzazione della "sala d'armi" e le decorazioni in pietra degli interni. Questi elementi, assieme ai pregevoli arredi mobili, raccolti dagli Zamberletti e recuperati nella loro collocazione originaria, caratterizzano ancora oggi gli ambienti monumentali,

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Castello di Vincigliata


Antica rocca medioevale degli Alessandri, fu acquistata nel 1855 da John Temple Leader e, ampliata e restaurata, divenne il centro ideale di una sorta di rinascita neogotica nei dintorni di Firenze oltre ad ospitare importanti personaggi provenienti dalle corti di tutta Europa. Il restauro-ricostruzione compiuto a mezzo di maestranze locali costituisce un documento esemplare di un gusto e di una cultura che ebbe grande influenza nell'ambiente fiorentino di fine ottocento e del primo novecento. All'interno Temple Leader accumulò opere di pittura e scultura tali da costituire un museo privato orientato al revival del Medioevo. Da qualche anno la Vincigliata s.r.l. ha curato l'attuale trasformazione del castello da dimora privata a importante centro internazionale che ospita prestigiosi eventi quali mostre d'arte, concerti, sfilate di moda, cene di gala, serate a tema.

Museo delle Avanguardie Storiche "Primo Conti"

Il Museo e la Fondazione Primo Conti hanno sede a Fiesole a Villa Le Coste, una residenza Quattrocentesca situata vicino al Teatro Romano, sul versante della collina che guarda il Mugello, in mezzo a vigne ed ulivi. La villa, in cui Primo Conti ha abitato per molti anni, fu acquistata dall'artista nel 1945. Lunghi e pazienti restauri hanno riportato alla luce l'antica struttura; in una sala del museo, al piano terra, sono visibili frammenti di affreschi. Il Museo viene aperto al pubblico nel 1987, contiene oltre sessanta olii e più di centocinquanta disegni dal 1911 al 1985 di Primo Conti e rappresenta "il frutto ormai consolidato dell'incontro tra una vicenda individuale e la storia di un'avanguardia, l'emblema vivente del rispecchiarsi del destino di un singolo in una dimensione collettiva" (G.Dalla Chiesa). Lo stesso Primo Conti ha curato la presentazione del percorso pittorico nelle diverse sale dall'Autoritratto del 19.., un lavoro di intensa ricerca psicologica, svolto secondo gli schemi di un realismo sottilmente emotivo, alle prime prove legate all'esperienza fauve (Autoritratto con accappatoio al mare del 1915) , alla svolta futurista del '17, dopo l'incontro di Conti con Balla e Marinetti, (La cocomeraia, Vicolo notturno, Antignano dall'alto, Simultaneità di ambienti...del '17), lavori nei quali la lezione strutturale di scuola toscana è pur sempre viva, fino alla dinamica avvolgente di opere come Saltimbanco, del 1918 (che dimostra anche la sua attenzione nei confronti del Cubismo), per stemperarsi poi nelle prove metafisiche, di rara intensità pittorica, come Demetrio felice, del 1919. Farà seguito una adesione, ricca di contenuti umani e personali, al Novecento italiano, che culminerà in lavori di rara felicità come Bambina con coniglio di gomma, del 1933 (un esempio fra i molti dell'artista in questo periodo). Da questa prima raccolta nel museo, si passa a qualche esempio di lavori del secondo dopoguerra, ancora di carattere realistico, alle opere dell'ultimo periodo, quasi tutte impostate su una riconsiderazione dei motivi del Futurismo, filtrati attraverso le esperienze delle avanguardie del secondo dopoguerra, dall'informale, al recupero di un denso postinformale materico, ad una riproposta di una strutturalità geometrica lucida e sintetica. Una sezione a parte del museo raccoglie una gustosa e vivacissima scelta di disegni e di grafica dagli inizi del lavoro di Conti fino a qualche esempio recente.
Aperto dal lunedì a sabato dalle 9 alle 13

Tempio Etrusco Romano


Il tempio Etrusco di Fiesole, di cui resta una buona parte dei muri dell'alzato (a causa del rialzamento di livello di età romana) costituisce una fortunata eccezione, che permette di conoscere con certezza la pianta effettiva dell'edificio di forma rettangolare costituita di una sola cella centrale e di due alae laterali. La costruzione del tempio etrusco viene fatta risalire tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Il complesso era dedicato a una divinità salutare, gli oggetti rinvenuti durante lo scavo, "teste, gambe, piedi sono certo gli ex voto per guarigioni ottenute o la consacrazione simbolica di parti malate onde ottenere la guarigione " (G.Maetzke).
Accanto al tempio si individuano i resti di costruzioni che servivano per la ricezione e la terapia dei viandanti e dei pellegrini. La ricostruzione del tempio quasi contemporanea al teatro e alle Terme segna l'inizio della completa romanizzazione della città di Fiesole. La tipologia del tempio romano, pur derivando da quello etrusco, assolve ad una differente funzione. Per le autorità dello stato romano il rito religioso Ë anche una celebrazione pubblica che si svolge all'esterno, alla presenza della popolazione. Abbattuto per cause sconosciute nel I secolo a.C. il Tempio etrusco di Fiesole, viene riedificato, poco tempo dopo, dai romani nello stesso luogo ripetendone le caratteristiche di pianta e di alzato, con solo una leggera variazione nelle proporzioni. Nella ricostruzione viene inserito sulla parte frontale un podio colonnato al quale si accede a mezzo di una monumentale scalinata; nel nuovo fabbricato si usano blocchi di ampie dimensioni, più grandi di quelli adoperati nella edificazione del tempio etrusco.

Fontana di Baccio Bandinelli

Restaurata a cura dello scultore Baccio Bandinelli nel 1556. una vasca in pietra serena è sormontata da una tettoia sorretta da due colonne tuscaniche. Una testa leonina in marmo bianco è addossata al muro. Luogo caro al gusto romantico specialmente se messo in relazione con gli elementi medievali ricostruiti della villa "il Riposo dei vescovi" sul lato opposto.

 

 

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