COME DIFENDERE I RISPARMI

Le ultime tempeste hanno affondato i risparmi di migliaia di italiani. Gli esempi Cirio e Parmalat sono due diverse facce della stessa medaglia: da una parte la Cirio, azienda di enormi dimensioni, ma con problemi economici, più o meno nascosti nei bilanci, in sostanza nessuna truffa, solo dissesto finanziario. Dall'altra la Parmalat, azienda multinazionale, dove invece il denaro dei risparmiatori è stato prima attirato con false comunicazioni societarie e poi utilizzato, sperperato e nascosto in spericolate operazioni finanziarire. Parmalat e Cirio erano all'apparenza solide ma hanno disatteso le loro promesse. I possessori di azioni ed obbligazioni di queste due aziende si sono trovati in mano carta straccia. Se non è più nemmeno possibile fidarsi di aziende delle dimensioni di Cirio e Parmalat, come e a chi affidare i nostri risparmi? Se tanti milioni di euro sono stati bruciati in fondo è anche un pò colpa nostra, siamo stati abituati per decenni ai rendimenti da capogiro dei nostri titoli di Stato e ancora ora noi, poveri BOT People, siamo alla ricerca di investimenti "sicuri" e dall'alto rendimento. Cominciamo allora a chiarire subito un concetto fondamentale: chiunque, fosse anche il Governatore della Banca d'Italia, garantisca la bontà di un investimento dall'alto rendimento, sta mentendo sapendo di mentire. Redditività e rischiosità sono sempre e comunque direttamente proporzionali, in altre parole: più guadagni, più rischi, non ci sono santi. Non facciamoci più portare in giro. Facciamo un esempio concreto: che bisogno avrebbe una grande azienda di finanziarsi sul mercato del risparmio emettendo obbligazioni ad un tasso superiore a quello che pagherebbe se gli stessi soldi li chiedesse sul mercato bancario ? Mi spiego meglio. Una azienda che emette obbligazioni, riceve dai risparmiatori delle somme di denaro, e promette di restituirle ad un dato termine aggiungendo ad esse una certa percentuale di interessi. Si tratta in sostanza di tanti piccoli prestiti, i risparmiatori prestano denaro all'azienda in cambio di un tasso di interesse. Adesso ipotizziamo contemporaneamente che le banche stiano prestando denaro ad un tasso medio del 5 %. Perché l'azienda dovrebbe emettere obbligazioni ad un tasso del 6 % ? Potrebbe benissimo approvvigionarsi sul mercato bancario pagando il tasso medio del 5 % e risparmiarebbe. Se non lo fa, vuol dire che qualcosa non va, ad esempio che le banche non sono più disposte a finanziare oltre l'azienda. E questo, se permettete, non è un semplice campanello di allarme, sono tutte le campane di S. Pietro che suonano in allarme. Una azienda sana si farebbe due conti, emetterebbe le sue obbligazioni ad un tasso inferiore al tasso medio bancario passivo, ma un tasso che al tempo stesso fosse leggermente superiore ai rendimenti dei titoli di Stato, tanto per renderle maggiormente appetibili. L'azienda risparmierebbe in interessi, gli investitori guadagnerebbero qualcosa in più dei sicurissimi BOT e tutti sarebbero contenti (meno le banche ma a voi che vi frega). Ecco, queste sono le caratteristiche salienti di un investimento tranquillo. Chi emette obbligazioni a tassi fuori mercato lo fa perché ha estremo bisogno di denaro. Pertanto, prima di investire i risparmi in titoli obbligazionari sarà consigliabile ricordarsi questi ragionamenti.

Oggi poi il mercato si è riempito di banche senza sportelli bancari, che attirano clienti attraverso internet e con l'uso di campagne pubblicitarie con le quali promettono tassi attivi incredibili. Anche in questo caso vale la pena approfondire l'argomento. Vi dico solo una cosa, per la mia professione e per il ruolo che rivesto, ogni giorno qualche cliente entra nel mio ufficio, per lamentarsi delle condizioni, per sottopormi un problema, fosse anche solamente per sbattere i pugni sulla mia scrivania e mandarmi a quel paese. Accettando di aprire un conto corrente in una di queste banche, con chi potreste prendervela? Nel caso aveste un problema potreste solamente attaccarvi al telefono, e se non vi rispondessero? Oppure se vi dicessero di richiamare, una, due, tre volte, sempre un operatore diverso, al quale dovreste sempre ripetere tutto dall'inizio. In un grande centro commerciale vicino al mio sportello, una di queste banche ha inserito un piccolo gazebo e da lì attira clienti e apre conti correnti. Tra poco quel gazebo non ci sarà più, queste campagne pubblicitarie sono temporanee, a chi potranno rivolgersi tutti quei clienti se il servizio non fosse quello promesso o semplicemente le condizioni cambiassero? Rifletteteci. Altro consiglio: prima di affidare i vostri risparmi a queste banche, controllate con attenzione a quanto ammonti il loro capitale, e scoprirete come ho scoperto io, che pur vantando paternità o partecipazioni di altri istituti molto illustri e famosi, queste banche dispongono di patrimoni limitati. Insomma potreste accorgervi che una banca che spende decine e decine di milioni di euro in pubblicità potrebbe avere lo stesso patrimonio della piccola banca cittadina, quella Banca di Credito cooperativo o quella Cassa di Risparmio presso la quale vi siete sempre serviti. Ricordatevi che nel caso di fallimento di una banca, i clienti diventano creditori, e i creditori possono soddisfarsi sulle attività e sul capitale. Le attività in caso di fallimento spariscono, o non ci sarebbe fallimento, allora su cosa potreste fare rivalsa voi se il capitale fosse limitato a poche decine di milioni di euro, magari a fronte di decine di migliaia, o persino di centinaia di migliaia di clienti?  

E per quanto riguarda il mercato azionario? Il mercato azionario è una brutta bestia, preso con le dovute cautele può riservare delle belle soddisfazioni, ma se lo affrontate con troppa sicurezza potrebbe farvi piangere lacrime amare. Anche qui vige una regola fondamentale: non si deve comprare se non si è in grado di vendere in quattro e quattr'otto. I titoli azionari sono quanto di più vicino esista alla Teoria del Caos: un farfalla batte le ali in Polonia, e le Fiat ordinarie perdono il 3 %. Non è una esagerazione, la maggior parte delle transazioni in titoli azionari passano ormai per computer che emettono ordini di acquisto o di vendita reagendo automaticamente alle informazioni che ricevono, con ciò determinando freddamente e inconsapevolmente le fortune o le sciagure di chi ha investito incautamente. Chi non ha la possibilità di reagire fulmineamente agli alti e bassi del mercato è meglio che lasci stare le azioni. Se siete investitori scaltri e smaliziati, se conoscete bene la consistenza dell'azienda sulla quale avete investito, se avete soldi in avanzo e quei 5.000 euro di ST Microlectronics proprio non vi servono, allora potete anche rimanere sull'investimento, nel senso di acquistare e restare a guardare che succede. Se invece ci avete solo provato, se quei soldini vi fanno proprio comodo, allora obbedite al vecchio adagio: "prendi i soldi e scappa". Al netto delle spese avete guadagnato lo 0,20 % in 2 ore ? VENDETE !!! O qualcun altro lo farà prima di voi e i titoli scenderanno di nuovo di prezzo. Se non siete esperti conoscitori del mercato azionario ma volete provare lo stesso il rischio del gioco in borsa potete farlo. Ma alla sera dovete andare a dormire coi vostri soldi in tasca, +0,20 % o -0,20 %, non importa. Se invece andate a dormire con le azioni in tasca alla mattina potreste accorgervi che un cane ha fatto pipì su una presa si corrente in California e le vostre STM non valgono più niente. In altre parole, capitalizzare una perdita minima permette comunque di reinvestire il capitale residuo in altre operazioni. Chi compra a 5 e vende a 4,80 in fondo non ha perso molto, chi compra a 5 e vende a 2 invece ... Ricordatevi dell'11 settembre, quel giorno chi riuscì a vendere in mezz'ora perse "appena" l'1,5 %, ma chi non riuscì a vendere prima di un'ora, a tutt'oggi deve ancora recuperare la perdita, e sono passati anni. Buona fortuna.