Negazionismo e democrazia (24.01.2007).

Ci sono bambini che sognano di fare gli astronomi, mentre altri bambini sognano di fare gli astronauti. Allo stesso modo, e per lo stesso motivo, c’è sempre qualcuno che la storia la scrive e qualcun altro che la storia la fa. La storia racconta le vicende umane, la storia è fatta dagli uomini ed è scritta da altri uomini per l’insegnamento di tutti gli uomini ma, come ogni cosa che riguarda gli uomini, è purtroppo soggetta a distorsioni. Troppo spesso la storia è stata asservita al calcolo politico, ne abbiamo continuamente degli esempi, come la recente corrente revisionista dell’Olocausto. La storia dovrebbe parlare con la forza dei fatti, e quando parla con la forza dei fatti volerla confutare è già di per se una menzogna che ha il solo fine di ottenebrare le menti, ciò che è il primo vero passo verso il totalitarismo. In effetti ogni forma di totalitarismo ha dato adito a profonde revisioni storiche, per giustificarsi e per nascondere le proprie nefandezze. Dare in mano ai ragazzi dei libri di storia pieni di menzogne è a mio avviso un crimine, perché uccide le coscienze. In questi giorni è nata una polemica, a mio avviso non del tutto speculativa, di cui di seguito riporto alcuni brani di un articolo. “Il ministro della Giustizia Clemente Mastella, in occasione della Giornata della Memoria, porterà in Consiglio dei Ministri un disegno di legge che punisce, anche con la reclusione, chi nega, a parole o con uno scritto, l’esistenza dell’Olocausto”… “E’ una norma liberticida, con la quale uno Stato Liberale, democratico e di diritto rinnega i suoi fondamenti, la sua cultura e la sua storia”… Una democrazia, se vuole essere tale, deve accettare anche le opinioni che le sono più ostiche e che le paiono più aberranti. E’ il prezzo che paga a se stessa”… Da “Niente manette per chi nega l’Olocausto” di Massimo Fini – Il Resto del Carlino – 24/01/2007. Belle parole, splendidi concetti, ma che sono palesemente del tutto lontani ed avulsi dalla realtà. Il fatto è però che qui non stiamo parlando del tentativo di revisione di una idea politica o filosofica sui massimi sistemi. Non stiamo parlando di rivedere un evento storico alla luce di nuovi documenti o reperti archeologici. Qui si parla di voler ridimensionare l’Olocausto, il tentativo di genocidio perpetrato dalla più sanguinaria delle ideologie politiche: il Nazismo. Tentare di screditare l’Olocausto può avere solamente due scopi: rivedere la storia del Nazismo e/o indebolire le ragioni che motivarono la nascita del moderno Stato di Israele. Alcuni dei revisionisti di cui stiamo parlando, probabilmente hanno solo intenzione di minare le fondamenta dello Stato ebraico, ma stoltamente non si rendono conto che il loro operato ridarebbe al contempo nuovo lustro al Nazismo. Il Nazismo però è nemico mortale della democrazia, il Nazismo è anzi una aberrazione della democrazia. Il Partito Nazionalsocialista, coagulò attorno a se il risentimento popolare verso il “vergognoso” Trattato di Versailles imposto dai vincitori dopo il primo conflitto mondiale, si avventurò in vaneggiamenti storici, ideologici e razzisti, fece leva sul mai sopito orgoglio germanico per risollevare gli animi piegati dalla sconfitta e con queste tre armi iniziò la sua scalata al potere. Storicamente naque nella Germania democratica della Repubblica di Weimar, sfruttò ogni debolezza del sistema democratico, fu democraticamente tollerato, crebbe e si è insinuò tra le pieghe della democrazia. Infine Hitler si impose democraticamente (quasi), ma una volta al potere cancellò la democrazia stessa. E' bene ricordare che Adolf Hitler prese il potere nel 1932 e morì nel 1945. Si, la Seconda Guerra Mondiale, i milioni di morti, l'Olocausto di ebrei, zingari, gay e handicappati, e in definitiva persino le bombe atomiche sul Giappone, tutto ciò avvenne nel breve lasso di tempo di soli tredici anni. Ecco cosa succede a non saper difendere la democrazia dagli attacchi ideologici e dalle revisioni storiche. La democrazia è un bene comune, per perpetuarla essa va difesa e deve potersi difendere, soprattutto da chi sfrutta proprio la libertà democratica per attaccare la democrazia stessa. A questo scopo la democrazia ha il dovere di mettere in atto ogni tipo di difesa legale, giudiziaria e militare contro chi la attacca e la vorrebbe distruggere. Il Nazismo e l’antisemitismo sono un cancro, e il cancro è una malattia che non scompare semplicemente ignorandola, come vorrebbe invece l’autore dell’articolo. Massimo Fini scrive: “Uno Stato di Diritto non punisce le idee. Le idee più aberranti si squalificano da sole”. Sarebbe bello se fosse vero, ed in fondo è vero, ma la squalifica dell’ideologia Nazista è passata per tredici anni di terrore in Europa e milioni di vittime in tutto il mondo. Dovremmo forse attendere ogni volta l’epilogo della storia senza mai intervenire in anticipo per evitarne gli effetti ? Dovremmo forse pilatescamente ritirarci ancora sull’Aventino ? La storia stessa dimostra che i concetti espressi da Fini non sono altro che splendide utopie e che l’autore è innamorato di un tipo masochistico di democrazia che non accetta insegnamenti dalla storia. Le ideologie aberranti negano la storia, si costruiscono una storia di comodo, uccidono la verità e se lasciate libere di diffondersi fanno proseliti tra le parti più deboli ed ignoranti della comunità, quelle parti più disposte ad ascoltare menzogne. Poi si espandono come malattie, si impongono e in seguito a pagarne le conseguenze è sempre l’intera comunità. E’ pertanto ora che l’uomo cominci a trarre più insegnamento dalla storia.