Glossario

 

Arizal.
Nome abbreviato di Rabbi Isacco Luria Ashkenazi, vissuto nel 1500, in Egitto prima, e a Tzfat, in Galilea, dopo. Nonostante la sua breve vita (mancò a 38 anni), è considerato il più importante cabalista di tutto il millennio. Grazie a lui, gli insegnamenti dello Zohar (il libro dello Splendore) hanno ricevuto una sistematizzazione ed una chiarificazione insuperate. Uomo molto pio e misericordioso, possedeva miracolose capacità di guarire e di consigliare gli altri. La sua tomba, a Tzfat, è uno dei luoghi più santi d’Israele, un luogo dove si avverte che la propria preghiera sale diretta al cielo.

Binà = Intelligenza.
È il prendere forma dell'idea o del concetto concepito da Chokhmà. Si tratta della sede del pensiero logico, razionale, matematico, sia nella sua forma astratta e speculativa che in quella concreta e applicata. È quella forma di pensiero che si appoggia alle parole, è può venire scambiato e condiviso tramite il linguaggio. Binà è la capacità di integrare nella propria personalità concetti e idee diverse, assimilandole e ponendole in comunicazione. Se Binà funziona a dovere, il pensiero diventa in grado di influenzare positivamente le proprie emozioni, in virtù delle verità comprese e integrate nella propria personalità. Nel corpo umano Binà corrisponde all'emisfero cerebrale sinistro. Ai suoi livelli più evoluti, Binà convoglia l'esperienza della Felicità, il trasformarsi delle giuste conoscenze intellettuali nella gioia di chi sente di avere trovato le risposte.

Birur Niztotzot. Selezione delle scintille cadute.
Nella Cabalà dell'Arizal, dopo la distruzione dei Recipienti, un certo numero di scintille di luce è caduto in basso, mescolandosi ed alimentando le forze del male. Uno dei più alti scopi della vita umana, forse il più alto, è quello di ricercare questi frammenti di bellezza e verità divini, sparsi nei mondi inferiori, e ricondurli alla loro radice di santità e purezza.

Cabala
Cabala o Qabbalah (Ebraico, "tradizione, ricezione"), in generale, la mistica ebraica in tutte le sue forme; specificamente, la forma esoterica di teosofia manifestatasi nel XIII secolo in Spagna e Provenza attorno al Sefer ha-zohar o più semplicemente Zohar (Libro dello Splendore), da cui hanno tratto origine successivi movimenti mistici ebraici.
La Qabbalah spagnola medievale, la forma più importante di mistica ebraica, era un sistema teosofico che, influenzato da neoplatonismo e gnosticismo, si articolava in un linguaggio simbolico che spiegava la natura del mondo divino e le sue connessioni occulte con il creato. Il sistema era pienamente espresso nello Zohar, scritto tra il 1280 e il 1286 dal cabalista spagnolo Mosé de León, ma attribuito al rabbino del II secolo Simeon bar Yohai. Oltre ogni contemplazione umana esiste Dio quale è in sé, ovvero un efflusso dinamico di forza inconoscibile: l'immutabile En Sof (Infinito). Gli aspetti o attributi conoscibili attraverso la relazione di Dio col mondo creato sono le emanazioni dell'EEn Sof, configurate in dieci sefiroth (regni o piani) e considerate archetipi del creato la cui comprensione dischiude le dinamiche occulte dei cosmi e della storia. Lo Zohar fornisce un'interpretazione cosmico-simbolica dell'ebraismo: fatti e personaggi della storia di Israele divengono simboli di eventi e processi della vita interiore di Dio. Così interpretata, l'osservazione corretta dei dieci comandamenti assume un significato cosmico. L'aspetto cosmico dello Zohar viene portato alle estreme conseguenze e reso tuttavia più coerente nella Qabbalah luriana (dal nome del suo formulatore, Isaac ben Solomon Luria). In questo sistema l'En Sof si contrae in sé al momento della creazione, lasciando spazio per il mondo, ma anche per il male: compito dell'uomo diventa quindi la redenzione (tiqqun) del mondo e il ricongiungimento con la divinità. Fondamentali sono, a questo scopo, la preghiera e l'osservanza dei comandamenti. La Qabbalah si trasformò in tal modo in un movimento messianico popolare, che generò poi il messianismo sabbaziano e il chassidismo polacco del XVIII secolo.


Chasidismo.
Movimento di rinnovamento della vita spirituale ebraica, iniziato dal Baal Shem Tov in Europa orientale, nel 1700. Ebbe l’enorme merito di aprire i segreti della spiritualità e della mistica alle classi d’ebrei meno colti e più poveri. Il Chasidismo faceva e fa uso di tecniche meditative molto potenti, ma anche di canto e danza, per arricchire la preghiera e la vita religiosa quotidiana. Tutt’oggi conta centinaia di migliaia d’aderenti, sebbene si sia suddiviso in molte scuole diverse. Tra i suoi filoni più importanti: Chabad Lubavitch, una scuola centrata soprattutto sullo studio dei più profondi dei segreti esoterici; Breslov, dove l’enfasi sulla preghiera è molto più sentita.

Chesed = Amore.
Si esprime tramite benevolenza e generosità, assolute e senza limiti. È l'amore che tutto perdona e giustifica. La creazione è motivata dal Chesed di Dio, che ne costituisce la base sulla quale poggia, come dice il verso: "Olam chesed ibanè" = "Il mondo viene costruito sull'amore". Si tratta della capacità di attrarre a sé, di perdonare, di nutrire i meritevoli come i non meritevoli. È attaccamento e devozione, è la mano destra, che vuole chiamare a sé, avvicinare gli altri.

Chokhmà = Sapienza
È il lampo dell'intuizione che illumina l'intelletto, è il punto in cui il super-conscio tocca il cosciente. È il seme dell'idea, il pensiero interiore, i cui dettagli non sono ancora differenziati. È la capacità di sopportare il paradosso, di pensare non in modo lineare ma simultaneo. Si tratta di uno stato raggiungibile solo a tratti, e comunque richiede una grande maturità ed esperienza. È lo stato del "non giudizio", in quanto con la sapienza si percepisce come la verità abbia sempre aspetti. Nel corpo umano corrisponde all'emisfero cerebrale destro. Nel servizio dell'anima corrisponde allo stato di Bitul = Nullificazione del sé. In altri termini, è possibile raggiungere la sapienza solo tramite l'annullamento dell'ego separato e separatore.

Da'at = Conoscenza unificante.
Poiché Keter è troppo elevata e sublime per venire conosciuta e contata, il suo posto viene preso da un'undicesima Sefirà, posta più in basso, tra il livello di Chokhmà - Binà e quello di Tiferet. Essa permette l'unificazione dei due modi di pensare tipici degli emisferi cerebrali destro e sinistro: intuizione e logica. Da'at è l'origine della capacità di unificare ogni coppia di opposti. Spiritualmente parlando, essa è la produttrice del seme umano che viene trasmesso durante il rapporto sessuale. Nel corpo umano corrisponde alla parte centrale del cervello e al cervelletto. Nel Chasidismo essa diventa la facoltà dello Yichud, Unione.

Ghematria.
Il calcolo del valore numerico di una parola, ottenuta sommando i valori di ogni singola lettera. Secondo la Cabalà, termini che possiedono un identico valore numerico, sono collegati da una corrispondenza, anche se i concetti espressi da tali termini sono del tutto diversi. Si possono calcolare le ghematrie di interi versi, semplicemente sommando tutte le parole. Vi sono diversi modi di calcolare la ghematri di una parola o di una frase, e alcuni di essi sono molto complessi.

Ghevurà = Forza.
Il fulgore di Chesed è troppo intenso per le creature finite e limitate, e se esse lo ricevessero in pieno ne sarebbero soffocate. Ghevurà si incarica di restringere, diminuire, controllare e indirizzare tale discesa di luce e abbondanza. È la mano sinistra, estesa per respingere, è ogni tipo di forza atta a porre limite e termine all'esistenza. Pur avendo delle connotazioni negative, senza Ghevurà l'amore non potrebbe realizzarsi, in quanto non troverebbe un recipiente atto a contenerlo. Inoltre, è quel calore eccitato e entusiasta che accompagna l'amore. Senza Ghevurà, l'Amore non sarebbe altro che un sentimento pio e meritevole, ma privo di dinamismo e forza attiva. Nell'anima illuminata Ghevurà si trasforma nella virtù del Timor di Dio.

Hod = Splendore.
Si incarica di rendere concrete le emozioni provenienti da Ghevurà. È la capacità dinamica dell'individuo, applicata al mutare delle circostanze esterne. È la velocità di cambiamento, l'adattarsi a nuove esigenze. È il saper perdere, cioè il non abbattersi per le sconfitte, ma l'imparare da esse ciò che va cambiato. È il senso degli affari e del vivere in società. Corrisponde alla qualità della Semplicità, che nella Cabalà viene spiegata come la capacità di non preoccuparsi troppo del futuro. Nel corpo essa occupa la gamba sinistra.

Keter = Corona.
Simile ad una corona, che è posta al di sopra del capo e lo circonda, Keter si trova al di sopra di tutte le altre Sefirot. Così come la corona non fa parte del capo ma è cosa distinta, Keter è fondamentalmente diversa dalle altre Sefirot. Essa è il trascendente, l'ineffabile, l'origine di tutte le luci che riempiono le altre Sefirot. Nel corpo umano essa non ha una corrispondenza specifica, in quanto lo avvolge tutto, ma a volte la si associa con la scatola cranica. Secondo la Cabalà, Keter contiene una struttura tripartita, che nell'anima corrisponde alle tre esperienze di Fede, Beatitudine, Volere. Quello della struttura tripartita di Keter è uno dei segreti più importanti di tutta la Cabalà. Keter è la radice dell'Albero, che quindi è capovolto, dato che possiede le radici in alto e i rami in basso.

Libro della Formazione (Sefer Yetzirà).
Forse il più antico dei testi di Cabalà. Si tratta di una serie di paragrafi molto concisi, riguardanti le corrispondenze tra le varieSefirot (non ancora menzionate coi loro nomi), le lettere dell'Alef Beit ebraico, e i vari settori della creazione, sia fisici che spirituali. Il suo studio è alla base degli insegnamenti forniti dalla nostra scuola.

Luce Infinita.
Lo stato di perfetta pienezza, energia, consapevolezza, beatitudine, non avente nè fine nè scopo, dal quale Dio ha tratto l'universo e le anime, oltre ad ogni cosa esistente, sia nei mondi spirituali che in quelli fisici.

Malkhut = Regno o Sovranità.
Pur essendo l'ultima Sefirà, essa ha un ruolo importantissimo. È la somma dei propri desideri, la percezione di ciò che ci manca. È la componente che motiva e indirizza l'operato di tutte le altre facoltà. In chi accumula abbastanza meriti, è il luogo ove la luce cambia direzione, passando dalla discesa alla salita. In chi non ha meriti, è il luogo ove si fa esperienza della caduta, della povertà e della morte. Al meglio, Malkhut è il femminile per eccellenza, la sposa desiderata, la Shekhinà, o la parte femminile di Dio. Nell'anima individuale è la qualità dell'Abbassamento, senza la quale ogni atto di governo e ogni espressione di potere sono fasulli, destinati prima o poi a crollare miseramente. Infatti, a livello fisico essa è la pianta dei piedi, o la terra stessa. Malkhut è l'origine di ogni recipiente, è il mondo fisico, il più vicino alle forze del male e quindi il più bisognoso di protezione, che le viene accordata grazie all'osservanza dei precetti e alla pratica delle buone azioni.

Midrash.
Tradizioni e commenti di tipo narrativo, riguardanti i molteplici episodi e personaggi della Bibbia. Fanno parte della "Torà orale", che in passato veniva tramandata solo bocca a bocca. Dopo la distruzione del secondo Tempio, i vari midrashim sono via via stati scritti tutti, e raccolti in molteplici libri. Il più famoso è cospicuo tra loro è forse il "Midrash Rabba", sul Pentateuco.

Mikvè.
Un bagno purificatorio, da compiersi in acqua viva, naturale. Si chiama così anche una serie di vasche particolari, una delle quali contiene acqua piovana raccolta in modo naturale. Qui le donne ebree si recano per compiere l'immersione che le rende nuovamente permesse ai mariti, dopo l'interruzione dei rapporti osservata durante le mestruazioni e in tutta la settimana successiva. Anche gli uomini hanno i loro mikvè, dove compiono immersioni che, secondo la Cabalà, hanno un grande potere purificatore per l'anima.

Mondo del Caos.
Anche chiamato "olam ha tohu". Si tratta della prima creazione, un mondo in cui dominava la qualità del giudizio severo (Din). Questa creazione ha seguito un iter sotto molti aspetti simile a quanto spiegato dalla scienza. E' dunque un mondo vecchio. In esso vige la legge dell'entropia, è dunque un mondo isolato. A lungo andare ogni cosa in esso presente si esaurisce, e torna al caos iniziale. Tutto ha fine, sia le realtà fisiche, che le creature umane e le loro opere.

Mondo della Rettificazione
(Olam ha tikkun). E' la seconda creazione, quella iniziata 5760 anni fa (corrispondente al 2000 dell'era corrente). In essa vige l'anti-entropia, o negentropia. Ogni cosa ivi presente cresce e si evolve verso un grado di maggiore ordine. Crescono le informazioni ivi accumulate, è quindi un mondo di pura consapevolezza. Le realtà e le creature ivi presenti possono vivere in eterno. Infatti, grazie ad una sottile rete di canali misteriosi, chiamata "Albero della Vita", il mondo della rettificazione riceve in continuazione energia ed abbondanza dal serbatoio inesauribile della Luce Infinita. Ciò permette il rigenerarsi degli organismi, oltre al loro crescere ed evolversi.

Netzach = Eternità o Vittoria.
È la capacità di estendere e realizzare l'amore di Chesed nel mondo, dandogli durata e stabilità, e vincendo gli ostacoli che si frappongono alle buone intenzioni. È costanza e decisione, è il saper vincere, cioè il non inebriarsi eccessivamente della vittoria. È il senso di Sicurezza che pervade chi sa di appoggiarsi sul luogo giusto. Nel corpo corrisponde alla gamba destra.

Partzufim.
Personificazioni o "espressioni". La traduzione migliore di "partzuf", nel linguaggio teologico, sarebbe "ipostasi", una personificazione del Divino. Sono veri e propri ruoli, assunti dal Divino nel suo rapportarsi con la creazione. Nella Cabalà i partzufim sono sei. Tra essi: Padre, Madre, Figlio e Figlia. È come se Dio stesso assumesse tutti quei ruoli, nel suo intervenire nella nostra vita. Così facendo, li santifica e li divinizza. Eseguendo noi stessi quei ruoli secondo i modelli stabiliti da Dio, e rivelati nella Scrittura, specie se letta alla luce delle chiavi cabalistiche, abbiamo accesso al regno della Divinità, della perfezione, dell’immortalità.

Quattro universi.
Secondo la Cabalà la creazione contiene quattro distinti livelli di realtà, chiamati: Atzilut - Emanazione (il più alto e nobile, bene assoluto); Briah - Creazione (il secondo, il comparire di qualcosa dal nulla, la creazione ex-nihilo); Yetzirah - Formazione (il terzo, il mondo degli archetipi, dei simboli, degli angeli, dove male e bene sono presenti insieme); Assiah - azione (l'ultimo e più basso, dove ciò che conta è l'agire, i risultati, la materia, dove il male tende a prevalere).

Reshimo.
Rimanente. Lo Tzimtzum operato da Dio nella Luce Infinita non la elimina del tutto. Nello spazio vuoto così creato, rimane un residuo, reshimo, della perfezione presente nella Luce Infinita. Si fa di solito l'esempio di un vaso che aveva contenuto un preziosissimo olio profumato. Anche dopo che l'olio è finito, rimane il suo profumo. Secondo la Cabalà, il residuo di Luce Infinita del Reshimo è il materiale primo dal quale sono stati tratti gli universi.

Sephiroth.
Termine plurale (singolare Sephirah) della Qabbalah (v.) indicante delle forze che sono soltanto delle emanazioni e manifestazioni di Dio, oppure intermediarie tra Dio ed il Creato. Non rappresentano una gerarchia, come avviene per gli Angeli, ma ruotano intorno a Dio, e spesso si uniscono tra loro in connubi mistici, una specie di rapporti sessuali. Alcuni Qabbalisti sostengono che la natura delle S. sarebbe identica a quella di Dio, mentre altri la ritengono diversa da quella della Divinità (En-Sof: l’Infinito, l’Inconoscibile). Il processo di emanazione delle S. avviene al di fuori del tempo, quindi non genera alcun cambiamento nell’En-Sof, che resta identico a sé stesso. Il Male è generato dalla scarsezza di influsso delle S. nelle creature. Le S. sono dieci, e rappresentano i dieci attributi attraverso i quali il pensiero dell’En-Sof si trasforma in principio creatore: i dieci attributi attraverso i quali Dio rivela una parte della sua inaccessibile essenza. Essi sono: 1) Kether (La Corona); 2) Chokmah (la Saggezza); 3) Binah (l’Intelligenza); 4) Chesed (la Misericordia); 5) Eloah (la Giustizia); 6) Tipheret (la Bellezza); 7) Netzach (la Vittoria); 8) Hod (lo Splendore); 9) Yesod (il Fondamento del mondo; 10) Malkuth (il Regno). A ciascuna Sefira corrisponde un attributo divino: 1) Eheieh (Io sono o Yod o Esistenza); 2) Jehova (Egli è o Yah); 3) Jehova (Giuramento o Yoha); 4) El-Gebulah (Possente); 5) Din-Saday (Autosufficiente); 6) Eloha(via della Gloria); 7) Estré-Jehovah Tzabaoth (Esercito degli Angeli); 8) Elohim-Tzabaoth (Comando degli eserciti); 9) El Chai (Dio vivente); 10) Adonai (via del Regno). Sulle S. Jean Marquès Rivière osserva: "La teoria delle S. non sarà esposta in modo completo se non si conoscono le figure con le quali si è tentato di rappresentarle. Le figure principali sono due: una ci mostra le S. sotto forma di dieci cerchi concentrici, o meglio nove cerchi tracciati attorno ad un punto, centro comune; l’altra le raffigura come un corpo umano, dove. la Corona è il capo, la Saggezza il cervello, l’Intelligenza il cuore, il Tronco il petto, {insieme formano la linea o pilastro mediano, simbolo della Bellezza}; la Grazia e la Giustizia le braccia; infine le parti inferiori del corpo esprimono i restanti attributi. Su questi rapporti si basa principalmente la Qabbalah pratica, che ha l’intento di guarire attraverso i differenti nomi di Dio le malattie che possono colpire le diverse parti del corpo" (Storia delle dottrine esoteriche). Y (Massoneria) Secondo Oswald Wirth, "Dignitari ed Ufficiali di Loggia possono disegnare nel loro insieme l’albero delle S. cabalistici, un accostamento affatto dogmatico. L’Apprendista non ne viene istruito, ma i Numeri (S. in ebraico) si propongono comunque alla sua attenzione. Essi e le forme geometriche forniscono alla sua meditazione un tema inesauribile di scoperte; è bene pertanto ch’egli sia informato sulla schema che riassume la filosofia numerica dei cabalisti: 1) Kether, Corona, la super coscienza dominante la personalità (Maestro Venerabile); 2) C’hocmah, Saggezza, giudizio, ragione, (Oratore); 3) Binah, Intelligenza, discernimento comprensivo (Segretario); 4) C’hesed, Misericordia, generosità (Ospitaliere); 5) Geburah, Rigore, ritenzione, economia (Tesoriere); 6) Tipheret, Bellezza, amenità, sentimento (Maestro delle Cerimonie); 7) Netzah, Vittoria, Fermezza, forza, energia attiva (Primo Sorvegliante); 8) Hod, Splendore, Gloria, armonia coordinatrice (Secondo Sorvegliante); 9) Jesod, Fondamento, vitalità costruttiva (Esperto); 10) Malcuth, regno, corpo, materialità (Copritore)". (I Misteri dell’Arte Reale).

Shabbat.
Il Sabato ebraico. Inizia col tramonto del venerdì, e termina con l'apparire delle stelle, il sabato sera. Viene celebrato astenendosi da ogni attività lavorativa, e dedicando il proprio tempo allo studio, alla preghiera, al canto, alle gioie della vita famigliare. Parte dlla celebrazione è il Qiddush, la benedizione recitata sul vino e sul pane, all'inizio dei primi due dei tre pranzi festivi del Shabbat. Il partecipare attivamente al Shabbat, rispettandone le regole, è un'esperienza unica, molto gioiosa, di vero riposo e nutrimento dell'anima.

Shevirat ha kelim. La rottura dei Recipienti.
Uno dei più affascinanti ma anche misteriosi concetti della Cabalà lurianica. In una fase molto iniziale della creazione, i mondi sarebbero stati distrutti da un eccesso di Luci che non trovava Recipienti atti a contenerle. Pur nella sua drammaticità, grazie a questo evento Dio ha permesso il comparire delle individualità separate, e ha potuto creare il polo negativo, essenziale per una vera libertà di scelta, il più grande dono dell'essere umano. Secondo alcuni cabalisti, la Shevirat ha kelim conteneva già in se tutte le sofferenze e distruzioni che sarebbero poi venute dopo. Eppure il suo scopo finale è solo e soltanto quello di aumentare il bene disponibile ed esperimentabile dalle creature. Essa è la caratteristica più saliente del mondo del caos.

Shekhinà.
Letteralmente: "Presenza". È l’aspetto femminile di Dio, quello immanente, quello che, per così dire, si è legato al mondo, compreso i suoi aspetti più bassi. È la parte di Dio più vicina a ciascuno di noi, capace di condividere i nostri sentimenti, le gioie ma anche le sofferenze. Grazie alla Shekhinà, ogni cosa, che facciamo o viviamo, è santa e pregna di significato.

Tiferet = Bellezza.
È la Sefirà che si incarica di armonizzare i due opposti modi operativi di Chesed e Ghevurà. Tiferet è costituita da tanti colori riuniti insieme, cioè dal coesistere di tante tonalità e caratteri diversi, integrati in un'unica personalità. Si rivela nelle complesse emozioni provate contemplando il bello e l'armonia estetica. Corrisponde all'esperienza della Compassione, che è amore misurato, capace di premiare e di lodare, ma anche di rimproverare e di punire pacatamente, se necessario, affinché il bene si imponga sul male con forza sempre maggiore. Nel corpo umano si trova al centro del cuore.

Tzimtzum.
Restrizione. Dio crea il mondo a partire dalla Luce Infinita. La prima azione consiste nel creare in essa uno spazio vuoto capace di ospitarla. Ciò viene effettuato tramite lo Tzimtzum, un volontario restringimento dello spazio occupato dalla Santità divina. In realtà, la nascita dello spazio, come lo intendiamo noi, è il risultato dello Tzimtzum originario.

Yesod = Fondamento.
È il luogo ove si concentrano tutte le emozioni, è la base segreta della propria personalità, le aspirazioni nascoste, gli ideali, le attrazioni emotive. Governa anche il riuscire a fondere insieme tutto ciò che si ha da dare, e l'indirizzarlo verso la persona giusta nel momento giusto. La sua locazione nel corpo fisico è nella zona degli organi sessuali; Yesod controlla dunque la vita sessuale, la cui giusta espressione è il fondamento su cui basare la personalità. È la qualità della Verità, intesa come tratto indispensabile per realizzare felicemente le relazioni umane.

Zohar.
Splendore. È il nome del più importante testo di Cabalà. È un vasto commentario al Pentateuco, scritto in uno stile altamente poetico, immaginativo e metaforico. È la base di tutta la Cabalà, e in esso vi sono innumerevoli insegnamenti, la cui portata è ancora in gran parte sconosciuta. Pur provenendo da antiche tradizioni, risalenti a Rabbi Shimon bar Yochai (secondo secolo dell’era corrente), e ai suoi discepoli, lo Zohar è stato redatto e pubblicato soltanto nel 1300. Fino allora tali conoscenze erano tramandate in cerchi oltremodo ristretti e ben nascosti. Lo Zohar è scritto in aramaico. Ne esistono diverse traduzioni, sia in ebraico, che in inglese e in francese.
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