RIEPILOGO KETER - TIPHARETH

 

Quanto abbiamo studiato finora ci ha portato, al centro del macrocosmo e del microcosmo. Con Tiphareth siamo arrivati appunto al centro dell’Albero della Vita, che, come sappiamo, rappresenta l’Universo creato, e siamo arrivati anche al cuore dell’essere umano che rappresenta il microcosmo. In noi ci sono tutti i piani esistenti nel cosmo e le forze, le luci, le energie di tutte le Sephiroth. Tiphareth infatti è logisticamente al centro dell’Albero della Vita e al centro del mondo Yetziratico o della Formazione che ci riguarda direttamente.
La funzione di Tiphareth è proprio quella della centralità che organizza, che trasforma e che sintetizza armoniosamente le energie di tutto l’Albero della Vita: organizza, sintetizza e trasforma sia le energie delle quattro Sephiroth Superiori: Chokmah, Binah, Chesed, Geburah, perché possano scendere per rivitalizzare le energie meno pure, sia quelle delle quattro inferiori: Netzach, Hod, Yesod, Malkuth, perché assorbano dalle energie superiori e si armonizzino con esse sacrificando parte di se stesse, cioè quella parte della materia considerata più densa di scorie. Le quattro Sephiroth Superiori più le quattro inferiori, di cui abbiamo parlato, unite a Kether, il Padre e a Tiphareth, il Figlio diventano appunto le Dieci Sante Sephiroth. Sappiamo pure che rispetto al macrocosmo, Tiphareth viene considerato un “Bambino”, infatti si trova nella colonna centrale e occupa il posto immediatamente sotto Kether, tanto che la sua energia viene considerata quella del figlio diretto di Dio che, crescendo, ci indica la Via per risalire al Padre, e ci dimostra come la vita, arrivati a quel punto, cioè raggiunta la capacità di sintetizzare, di trasformare e di armonizzare le energie di tutto l’universo, divenga quella di un Dio disposto al sacrificio. Colui che è in Tiphareth è disposto a sacrificarsi pur di affermare l’armonia e il vero Amore; rispetto al microcosmo questa energia è infatti considerata quella di un “Re Maestoso” e di un “Dio sacrificato”.
Anche per il microcosmo, Tiphereth è al centro; infatti è al centro delle sei Sephiroth che riguardano il mondo della formazione, il mondo “Ietziratico” che viene diviso in due triangoli e Tiphareth è posto proprio al centro dei due. La divisione in triangoli, la cui conoscenza è molto importante per lo studioso che vuole comprendere le difficoltà di una risalita e vuole superarle, è diversa da quella fatta sulla divisione basata sui quattro mondi che ha le sue origini nelle quattro lettere del Nome di Dio “YEVE’”. Il Primo Triangolo è quello detto “Triangolo Superno”, che già conosciamo, quello con la punta rivolta verso l’alto, formato da Chokmah e Binah come base e da Kether collocata sulla punta massima dell’Albero. Esso è il Triangolo Delle Energie Primarie, cioè di quelle che danno energia al mondo, che danno vita agli Archetipi dell’Universo e che noi chiamiamo, il “Sé”. Noi conosciamo il mondo nella misura in cui conosciamo noi stessi. Questa conoscenza dei piani che sono in noi e di quelli del macrocosmo ci deriva dai molteplici studi che si fanno in tutte le discipline; non solo ci serviamo degli studi esoterici, ma ricerchiamo prove scientifiche, facciamo deduzioni, analogie e ci basiamo soprattutto sulla nostra esperienza personale e crescita spirituale. Questo “Superno” è il Triangolo con il quale gli alchimisti usano definire la “Grande Opera”. La Grande Opera consiste, nel trovare la “Pietra Filosofale” o “Crisopea” dalla quale il mondo deriva e che viene posta all’apice della “Tetractis Ermetica”, alla punta estrema del Triangolo Superiore (Kether); nel trovare “L’Oro dei Saggi” o “l’Oro Filosofico” (Chokmah); “L’Argento dei Saggi” o “L’Argento Filosofico” (Binah), e, nel trovare, il loro Figlio, “Il Sale della Terra”, L’Uomo Archetipale, Tiphareth. (vedere diagramma Tetractis Ermetica e quella Spirituale).
Questo primo triangolo è separato dal resto dell’Albero da un “Abisso”, insormontabile per l’essere umano che si deve ancora reincarnare; In questo Abisso risiede “Daath”, Sephirah che, se anche non considerata fra le dieci Sefiroth, perché ritenuta una ripetizione di Kether, permette al mondo Ietziratico, al mondo della manifestazione di essere in collegamento con il Triangolo Superno. Il Secondo Triangolo è con la punta rivolta verso il basso, appunto verso la manifestazione perché con esso le energie superiori divengono gli archetipi umani. Questo triangolo è chiamato “Il Triangolo Etico”, esso ha per base Chesed, l’Amore con la “A” maiuscola di cui l’uomo, nella manifestazione, può cominciare a parlare nella speranza di realizzarlo in sé e intorno a sé, quell’Amore che deve passare per Tiphareth dove, come abbiamo detto, saremo disposti a donare tutti noi stessi, a perdonare i nostri nemici, a vederli con gli occhi di un Dio che capisce le umane debolezze e che sa quanto sia facile per l’essere umano essere coinvolto da esse. Quell’Amore per il quale diveniamo tanto forti da riuscire ad aiutare chi ci fa del male perché lo vediamo lontano dalla sorgente “dell’Acqua della Vita”, e desideriamo aiutarlo. Per arrivare però a questo Amore Puro bisogna far proprie anche le energie di Geburah che dà forza. Geburah è “la Severità”, severità contro il male e, solo con le sue energie potremo agire, senza timori, per il meglio e aiutare l’essere umano ancora lontano dalla “Grazia”. Chi poi armonizza in sé anche le energie di Chesed è talmente forte da sembrare debole agli occhi di chi deve ancora iniziare la scalata e questi lo sa, ma non se ne adonta e non cerca di cambiare il suo modo di fare per essere stimato dalle persone confitte nel mondo, egli lotta per vincere il male, non per avere riconoscenza, e spesso, chi viene aiutato, gli si rivolta contro perché ancora inconsapevole, ma lui, nonostante tutto ama queste persone sempre con la stessa intensità. (“Signore perdona loro perché non sanno quello che fanno”).
Anche dopo questo Secondo Triangolo abbiamo un solco pesante da superare, che è rappresentato dal “Velo del Tempio”. Questa stessa denominazione ci fa capire che l’energia dei nostri archetipi è al di là di un velo. Ecco perché si dice che questo mondo è apparenza, che è il riflesso della realtà che è dietro i veli. Veli che noi da soli dobbiamo squarciare imparando a conoscere (sapere) per prima cosa le leggi della natura, osservandole con attenzione, imparando ad osare (osare) e a desiderare (volere) di servircene e imparando a tacere (tacere) nell’operare perché le energie non si disperdano. Questi sono i verbi propri del mago perché riescono a trasformare le energie e portarle al di là del velo o dei veli. Anche gli scienziati agiscono, senza saperlo, secondo i verbi del mago. Essi osservano la natura, ne studiano le leggi, quindi le conoscono e le applicano, cioè osano. In parte, questi veli oggi sono già stati squarciati dalla scienza: per quanto riguarda i cinque sensi, la scienza ha scoperto che essi sono insufficienti a captare i raggi che sono in natura e tutto ciò che da essi deriva e che su altri piani abbiamo altri strumenti di percezione: telepatia, telecinesi, chiaroveggenza, chiarudienzaecc. ; per quanto riguarda l’essenza della materia, la scienza ha scoperto essere pura energia; per quanto riguarda il mondo eterico (foto Kirlian), ha scoperto che tramite le vibrazioni dell’aura siamo collegati all’aura del mondo esterno, che siamo in correlazione con il mondo esterno e che tramite esso riceviamo la vita; con la psicologia ufficiale che afferma l’ipotesi di un mondo psichico anche fuori di noi, ha scoperto che il mondo delle stelle comunica soprattutto con la nostra psiche o mondo astrale. Di conseguenza si comincia a prendere in considerazione anche l’ipotesi di un mondo mentale in relazione con quello universale dei “Valori Reali”, mentre il mondo causale, conosciuto per ora solo dagli studiosi di esoterismo, e dai filosofi, cioè quello delle “Cause Prime” è messo in relazione con il nostro Sé o mondo spirituale di cui non si può negare l’esistenza in noi, anche se scientificamente sembra non essere riscontrabile. Per risalire dobbiamo quindi squarciare il Velo delle illusioni detto anche mondo di Maja (dea dell’illusione) e lavorare per conoscere il “Mondo delle Cause Prime”
Lo studio dell’ultimo dei triangoli, che faremo con dovizia di particolari più avanti, cioè di quello che ci riguarda più da vicino, ci aiuterà a capire meglio come squarciare questo “Velo” che ci separa dal “Tempio” dal “Sancta Santorum” e dalla “Vita Vera” e a capire che, seguendo la via segnata da Thiphareth che è al centro fra le forze dell’illusione e quelle della Verità, possiamo aiutarci a superare la nostra personalità. Ora diremo brevemente che l’ultimo dei triangoli, che, come abbiamo detto, è quello più vicino a noi e quindi prima del “Velo del Tempio” rispetto alla scala evolutiva, è chiamato il “Triangolo Astrale” ed ha per base Netzach e Hod e per vertice Yesod; naturalmente anch’esso è con la punta verso il basso. E diremo, per completare il quadro, che Malkuth, l’ultima Sephirah, viene chiamata la sposa di Thiphareth, ed essendo questi considerato “Re Maestoso” dal punto di vista microcosmico, Malkuth viene considerata, la Regina. Questi due ultimi triangoli, che hanno per centro Tiphareth, che rappresentano il mondo Yetziratico, L’Uomo Archetipale, e lo Zodiaco con al centro il sole, trovano un giusto collocamento anche nella anatomia esoterica dell’uomo. Secondo l’anatomia esoterica, Tiphareth occupa tutto il petto dell’essere umano: i polmoni, il cuore, e il plesso solare dal quale Tiphareth prende il nome; il plesso solare consiste nella più grande rete di nervi del nostro organismo ed è stata chiamata così, in modo veramente appropriato dagli antichi anatomisti. Questa rete di nervi, collocata al di sotto dei polmoni e del cuore, è quella che unisce, appunto, la funzione dei polmoni e quella del cuore alle funzioni di tutti gli organi che sono al di sotto del plesso solare. I polmoni e il cuore sono come Chesed e Geburah. I polmoni ci mettono continuamente in contatto con il Macrocosmo perché determinano un moto continuo e inarrestabile. Il nostro respiro si alimenta direttamente dalla energia universale e le nostre scorie, con la espirazione, vanno al di là dei mondi conosciuti dove si trasformano e si rinnovano. Il cuore determina la circolazione del sangue e la medicina moderna sa bene cosa significa la luce solare per la circolazione del sangue: essa infatti influisce sulla pressione del nostro sangue tramite l’azione clorofilliana delle piante. Tipharet, determina, quindi, la centralità sia del nostro sistema solare, macrocosmo, che dell’io personale e individuale, microcosmo. Anche R . Assagioli, fondatore della psicosintesi, pone al centro del suo glifo, la stella a sei punte, che rappresenta le energie dell’uomo, l’io personale e individuale, e, nelle tre punte in basso della stella troviamo: 1°) le sensazioni (punta del triangolo inferiore); 2°) gli impulsi e i desideri; 3°) le emozioni e i sentimenti, dove possiamo riconoscere appunto il “Triangolo Astrale”; nelle tre punte in alto troviamo: 4°) l’immaginazione; 5°)l’intelligenza e 6°) l ‘Intuizione, triangolo dove possiamo riconoscere il “Triangolo Etico”. L’io centrale, anche in questo caso, funge da coordinatore di tutte queste funzioni indicate dalle punte della stella e funge da maggiordomo che armonizza tutte queste forze e/o energie per sublimarle e convogliarle verso il Sé. R . Assagioli consiglia, per riuscire a coordinare e armonizzare tutte le funzioni che sono in noi, di fissarsi uno scopo da perseguire. E, se questo scopo è a lungo termine, cioè che può sembrare quasi irraggiungibile, consiglia di avere scopi a breve termine, cioè facili e raggiungibili, che però, conducano a realizzare quello che sembrava troppo lontano (vedere diagramma della stella a sei punte).
Tornando al discorso della divisione dell’Albero della Vita in triangoli diremo che il Triangolo Superno comprende i due mondi Superiori quello di Atziluth e quello di Briah, mentre il Triangolo Etico comprende metà del mondo Yetziratico. Infatti fra il Triangolo Etico, che rappresenta l’individualità dell’essere umano e quello Astrale, c’è di mezzo la personalità. Il Velo che ci copre la vista della Realtà. Mentre il Mondo di Assiah è rappresentato da Malkuth, La Regina
Dopo quanto detto, molto importante per capire come migliorare noi stessi e come raggiungere, il nostro Sé o meglio le nostre radici delle quali sentiamo tutti la nostalgia, chi più, chi meno, ricordiamoci sempre che per comunicare con il “Padre Nostro” esiste una via diretta, indicata appunto dalla “Colonna Centrale” dell’Albero della Vita e che con questa via possiamo risalire a Lui più rapidi che se procedessimo alla velocità della luce. Questa via la possiamo percorrere non solo con i Riti, ma in modo ancora più semplice, con un mezzo che tutti possediamo, mezzo con il quale non possiamo mai sbagliare perché ci rivolgiamo, attraverso il cuore, cioè attraverso Tipheret, direttamente a nostro Padre. Questo mezzo direttissimo è la “Preghiera fatta con il Cuore”.

P. S.

Il Rito è uno status dove l’Assoluto si offre come possibilità per una esperienza spirituale e la persona che vive questo status accoglie l’Assoluto che si manifesta e si offre come possibilità di esperienza. È un’opportunità offerta dall’Assoluto all’uomo per poter squarciare tutti i veli e andare al di là del tempo e dello spazio. Si tratta di accogliere il divino che si manifesta e invocarlo chiedendo che operi negli altri per quanto ha operato in noi.
-TORNA-