Calvizzano è un paese le cui origini risalgono con molta probabilità all' epoca romana: non esistono dati certi sulla sua fondazione, ma numerose testimonianze archeologiche reperite sul territorio, come i resti di antiche ville romane rinvenute in località Chiavettieri e in via San Giacomo, consentono di ipotizzare la presenza di insediamenti nati in un periodo di tempo compreso tra gli ultimi tre secoli della repubblica e il primo secolo dell' impero romano. Ritrovamenti Tombali Del resto il territorio dell' odierna Calvizzano era collegato alla via Campana che da Pozzuoli portava a Capua e da qui, per la via Appia, a Roma. Anche il nome soltolinea l'ascendenza romana del paese: presumibilmente la denominazione deriva da Calvisius o Calvicius, forse un proprietario terriero appartenente a una gens molto nota a Roma. Ritrovamenti Tombali A causa della sua collocazione nell'agro napoletano, il paese subì in epoca altomediovale il riflesso delle travagliate vicende del Ducato di Napoli. Divenne casale solo nel 1269, il casale di Calvizzano, che faceva parte del Regio Demanio, fu concesso in feudo prima ai Caracciolo di Napoli poi a Francesco D'Allegro e Antonio De Rabo. Tomba Romana Nel 1669 Don Francesco Camero acquistò il casale di Calvizzano e ne divenne Barone, nel 1681 la Baronessa Margherita Carnero portò in dote il casale sposando il Duca Diego Pescara che divenne Duca di Calvizzanno, governando la zona fino all'abolizione del feudalesimo. Alla fine di tutti i privilegi feudali e l'inizio dell' Amministrazione Comunale, il paese segui le sorti del Regno delle due Sicilie e poi dell'italia. Iscrizione Latina Il corso principale, la strada provinciale giugliano-marano, che congiunge Calvizzano con Napoli, si chiamava fino al 1858 via S. Jacono; a seguito dell' aumento demografico, la suddetta, comunciò ad essere stretta, e nel 1858, venne compiuta l' attuale strada provinciale Giugliano - Villaricca - Calvizzano - Marano. La strada S. Maria a Cubito fu progettata ed ultimata per interessamento dei borboni. Venne inaugurata nel 1861, quando ormai era già ststa proclamata l' Unità d' Italia, misurava 30 Km, ed aveva 40 ponti, iniziava dal Garittone e terminava a Sessa Aurunca. Tutta la storia di questa strada è riportata, in latino, sul marmo che tutt'ora si trova affisso al muro di fronte al deposito dell' A.N.M. (ex A.T.A.N.) del Garittone; secondo lo studioso D. Chianese : << I Casali antichi di Napoli>> , la denominazione della strada sarebbe derivata per la presenza di <<... una chiesuola campestre a cui fu dato il nome di S. Maria a Cubito, perchè si vuole che trovandosi a caccia nel 1297 Carlo II, re di Napoli, essendogli stata annunziata la canonizzazione di suo zio, Ludovico, meglio conosciuto come Luigi IX, re di Francia, morto trent' anni prima, CUBAVIT SE (si inginocchiò, o si prostrò) e baciò la terra ...>>.
Difficile è stabilire, con precisione, la data a cui risale lo stemma del Comune di Calvizzano, che certamente è anteriore al 1596, percè lo stemma è già raffigurato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, la cui costruzione fu iniziata nel 1580. Lo stemma è raffigurato sul marmo posto sul muro del pozzo che si trova nella piazza Umberto I; su di esso c'è la data del 1783, anno di costruzione del pozzo stesso. Nella suddetta piazza esistevano due bocche del pozzo; quella principale, pregevole opera muraria e ferrea, eseguita dall' artigiano calvizzanese Michele Ciccarelli, venne ostruita nell' ottobre del 1933 per permettere la costruzione del monumento ai Caduti. Ritornando al perchè della testa calva presente nello stemma, possiamo considerare due congetture:
EDIFICIO SCOLASTICO ELEMENTARE Il Consiglio Comunale, con a capo il Sindaco, cav. Alfredo Di Donato, fin dal 1910, s'interessò alla costruzione di un edificio scolastico per l'istruzione elementare. Dopo aver superato tante difficoltà, nel 1933, si dette inizio alla realizzazione dell'opera, grazie soprattutto alle incessanti pressioni del prof. Galiero. L'attuale Via A. Diaz, in quell'epoca, non esisteva ed il podestà, Avv. Domenico Mirabelli, con sua ordinanza, fece abbattere alcune case che erano sulla Via Conte Mirabelli, ed in fondo al viale, fece costruire l'attuale edificio scolastico. Il nuovo complesso fu intitolato ad " A. Diaz ".' L'inaugurazione dell'edificio avvenne la domenica 31 maggio 1934, alla presenza di molte personalità: il podestà Avv. Domenico Mira-belli; l'ispettore Capo Gallucci, il parroco Antonio Di Sabato; la direttrice didattica Maria Sternaiolo. Come già detto, il plesso scolastico " A. Diaz " dipende dal 3° Circolo didattico di Marano. La struttura edilizia, anche se non può essere considerata moderna, certamente risponde alle esigenze della popolazione scolastica. Con l'aumento demografico, dovuto principalmente alla occupazione dei nuovi stabili costruiti dalle cooperative nella Località Fiorillo, ci si è trovati di fronte anche ad un aumento della popolazione scolastica, per cui da 27 classi si è passato a 29. Gli amministratori comunali, continuamente sollecitati dai genitori, dai presidenti di Circolo, dal direttore didattico, dagli insegnanti, hanno provveduto: - all'installazione dell'impianto di riscaldamento; - alla modifica della disposizione di alcune aule che erano fredde e buie; - alla predisposizione di una cucina scolastica, con annesso refettorio, nell'eventùalità di una scuola a tempo pieno o prolungato, sia per le classi elementari e sia per quelle materne; Il plesso A. Diaz funziona con orario di lezione dalle ore 9 alle ore 13 ed è frequentato da circa 620 alunni. (1960)
(Iscrizione sulla lapide, che guarda Piazza Umberto I)
Il monumento venne inaugurato il 6 giugno 1934 alla presenza di molte personalità: conte Avv. Domenico Mirabelli, podestà di Calvizzano; S.E. Card. Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli; S.A.R. (Sua Altezza Reale) Umberto di Savoia, principe del Piemonte (futuro re d'Italia, -Umberto II di - Savoia); il parroco Don Antonio Di Sabato; l'Avv. Stalj, presidente dei Combattenti di Napoli, che pronunziò il discorso ufficiale; i cittadini. A porgere l'omaggio floreale al principe Umberto fu scelta l'alunna di V elementare Vallefuoco Concetta, che divenne, poi, insigne e stimata insegnante nella scuola elementare di Calvizzario. La commozione toccò le intime corde di tutti i presenti quando la banda musicale intonò le note dell'inno del Piave. Dopo la cerimonia, tutte le personalità visitarono la vicina chiesadi S. Maria delle Grazie. Il principe di Savoia si soffermò entusiasta davanti all'artistico altare maggiore marmoreo il, cui stupendo bassorilievo raffigura la Madonna delle Grazie.
Il Maresciallo d'Italia, Armando Diaz, vincitore degli Austriaci nella I guerra mondiale (1915-18), aveva sposato la nobildonna Sarak De Rosa-Mirabelli, nipote del conte Giuseppe Mirabelli. I coniugi Diaz, durante l'estate, preferivano spesso Calvizzano per riposarsi. Il podestà, Avv. Domenico Mirabelli, profittando anche della parentela con la Signora Diaz, chiese ed ottenne dal generale, quando questi era Ministro della guerra (1922-24), un cannone, tolto agli Austriaci durante la I guerra mondiale. Il cannone fino al 1934 fu tenuto in un locale della vecchia Casa Comunale. Poi, costruito il monumento ai Caduti, fu sistemato nell'angusto spazio interno del monumento stesso, ove trovasi tuttora.
Nella Via Oliva, oggi Via Molino, (chiamata così perché una volta c'era il mulino), già nel 1684 sorgeva il vecchio campanile. Però, nel 1713 esso venne abbattuto ed i lavori per la costruzione del nuovo campanile iniziarono proprio nel 1713; si sa che nel 1746 esso non era ancora terminato. Dati essenziali del campanile: base quadrata coi lato di m. 7; altezza m. 45; cuspide poggiante su un globo di rame rivestita con mattonelle maiolicate, ormai distrutte. Sulla facciata che guarda Piazza Umberto I c'è un orologio, al quale nel 1760 venne messa una campana per il suono delle ore e poi, nel 1833 una seconda campana per i rintocchi dei quarti d'ora. La torre campanaria subì gravi danni sia per gli eventi bellici del 1943 e sia per la caduta dei fulmini nel 1962 e nel 1967. In seguito, la torre venne adeguatamente riparata e si provvide ad installare un parafulmine alla sommità di essa. |