E per il secondo anno consecutivo il vostro bravo cronista vi scrive per condurvi per mano in quella che tutti conoscono come la settimana JOYCUP del CSI. Quest’anno si è svolta in quel di Roma, la Capitale, l’Eterna, la Pontificia; città di gladiatori e di coatti, di contemplazione e di caoticità. Giorno 1 Siamo partiti in treno con il Pendolino ( qui a Milano il treno Milano-Roma si chiama così in onore di Marcos Cafù, spettacolare terzino d’attacco dei campioni d’italia 2004 ). Non tutta la comitiva ha utilizzato questo comodo e aggregante mezzo di trasporto, ma in ogni caso una decina di noi si è trovata nella regimentale Stazione Centrale. Tra valige, sacchetti, borse e roba da mangiare comprata allo shop di fronte siamo saliti sulla carrozza 9, in 9, alle 19, fate voi le opportune elucubrazioni matematiche. Faccio subito notare ai cari lettori che ci apprestavamo a fare questo viaggio proprio in concomitanza con l’importantissima partita Italia-Bulgaria valida per i campionati Europei 2004 in Portogallo. E ci apprestavamo altresì a trepidare per la ormai famosa partita-biscotto Svezia-Danimarca. I problemi principali per noi sfegatati tifosi erano : primo il microtelevisore portatile che qualcuno di noi si era portato dietro e secondo le buie, sinistre e soprattutto radio-imperforabili gallerie degli appennini. Un rapido calcolo temporale ci proiettava tra le cime giusto nelle fasi calde dei match. L’amico Telloli era tesissimo per questa congiunzione astrale. Comunque l’ETR decolla dalla stazione e ci proietta verso la nostra avventura. Tra biscottini, aranciate, crackers, cioccolatini e quante più schifezze un essere umano possa comprare in stazione arriviamo finalmente al fischio d’inizio. E’ un delirio di batticuori, mille occhi scrutano un microschermo appoggiato al finestrino, duemila orecchie ascoltano la radio gracchiante. Ogni volta che il treno curva, le figure degli azzurri si piegano, si spezzano, si deformano, fino a scomparire. Almeno segnassero, invece nulla. Gol, uno a zero per la Danimarca ( magari non c’è pastetta ). I nostri arrancano, giochicchiano ma non convincono e poi c’è la mazzata del rigore : 0-1 per i bulgari con tanti ringraziamenti a macellaio Materazzi. Secondo tempo e subito l’italia pareggia, ma si vede che gli azzurri non ne hanno più. La carrozza è in fermento, tanto più che cominciano a verificarsi i temuti blackout elettronici. Silenzio radio per minuti che sembrano ore. Niente neanche dai cellulari. L’attesa è spasmodica fino a che dopo Firenze si aprono finestre elettroniche che ci portano la dura verità : l’italia vince ma i nordici ci infinocchiano con il tanto temuto 2-2 che ci condanna. Intanto che ci lecchiamo le ferite giungono dai corrispondenti romani una serie di notizie choc che riguardano il nostro torneo : prima partita con i campioni romani, gente temibile : un tribuno, un centurione, due ultras della Roma e due della Lazio incazzati con i milanesi. Oltretutto sta partita si dovrà giocare alle NOVE di mattina !!!! Sconforto e costernazione passano nelle menti dei precottiani oltre che una buona dose di parolacce all’indirizzo dell’organizzazione. In ogni caso arriviamo in Capitale, nella mitica Stazione Termini dopo un viaggio tutto sommato piacevole. Ci aspettano la nostra capitana, Federico e la di lui ragazza/futura moglie Marzia. Problema : 2 macchine per 12 persone. Soluzione : un taxi Carichiamo le macchine con tonnellate di materiale tecnico e di cianfrusaglie varie. Tre di noi si infilano nel taxi e le altre due macchine seguono la macchina pubblica verso l’hotel TIRRENO, via Aurelia 480. Vi tralascio le 6000 violazioni del codice stradale che abbiamo commesso nell’arco di 15 km. Una su tutte la percorrenza da parte di Federico ( avvocato ) della sede stradale riservata ai Bus davanti alla stazione ma…CONTROMANO !! Sani e salvi arriviamo all’albergo. Ci dividiamo le stanze e andiamo a nanna con in testa la partita d’esordio Giorno 2 Sveglia alle 6:40 manco fosse giorno lavorativo !! Chi c…o me lo ha fatto fare?!?! Il gigio in piena trans da prestazione si alza e si pittura le unghie dei piedi. Colore blu? Non ricordo.. Ci si trova alla spicciolata in sala mensa, delle simpatiche brioches ( ops..cornetti a Roma ) ci attendono. Facce zombiane si aggirano spaesate tra i tavoli rotondi Poi martellatine, fette biscottate e delle inquietanti macchinette distributrici di acqua calda, caffè e succhi vari. Rimaniamo subito scottati.. sia dalla temperatura del caffè, sia dalla sua bontà. UNA BRODAGLIA DISUMANA !! Centinaia di tazze piene si accumulano sui tavoli, sostituite da ben più abbordabili tazze di te o spremute… Da quel giorno nessun essere umano si è più azzardato a bere del caffè alla mattina… Dopo queste simpatiche sorprese, ci prepariamo religiosamente alla partita. Le borse si riempiono, i respiri si regolarizzano, le membra si sciolgono. Il pullman che ci porta alla palestra romba sul piazzale. Saliamo solo noi, ovviamente la squadra romana utilizza mezzi privati, dorme anche in letti privati, fa colazioni private, docce private… Il viaggio verso la destinazione è tranquillo e ci permette di assaporare la simpatica laboriosità dei romani. Poche macchine, traffico discreto ma scorrevole, infrazioni a valanga. Per essere l’inizio di un giorno lavorativo ci pare buono : nessuno si accalca stressato per raggiungere il posto di lavoro. I romani si che sanno vivere !! Sbarchiamo in palestra : un vecchissimo tugurio nelle catacombe di una chiesa. Devono averci giocato a pallacorda gli antichi romani…buia, lugubre, stretta e…caldissima. Gli spogliatoi sono quelli classicamente spogli e inospitali che noi tutti abbiamo incontrato almeno una volta nella nostra decennale attività. Panche di legno, appendini rotti, piastrelle rosse sul pavimento, porta di legno scricchiolante. Facciamo anche la conoscenza dei nostri avversari : Montmartre .. un po’ boriosi ( ma in quanto romani penso sia normale e anche accettato ), molto sicuri di se quasi fossero campioni d’europa. Uno ha anche il bandana e le gomitiere da supertecnologico. Noi zitti, anche perché abbastanza assonnati. Comunque si parte !!! comincia la nostra seconda JoyCup. I contenuti tecnici della partita sono pochi, ma ci sono un paio di chicche da ricordare. La prima è l’atterraggio su entrambe le caviglie di Roberto che rischia la doppia lesione; colpa dello zompo in lungo dell’attaccante avversario che ha pure la pretesa di aver ragione. La seconda è l’attacco di tachicardia della Marzia che dopo uno schiaccione in veloce chiede di essere sostituita. I nostri avversari si lamentano ad ogni azione, l’arbitro gestisce bene i piagnistei e chiude la gara sul 3-0 per noi. Alla fine il buon Luca distribuisce magliette commemorative ad ognuno dei precottiani : inquietanti magliette rossoblu con maniche stracciate e con una lettera ( A,B,T… ) sul cuore. Che cosa nascondono? Qualcuno messaggia il risultato via SMS la Francesca e la Cecilia che sono in treno e stanno per arrivare. Ri-tutti sul pullman e rientriamo alla base orgogliosi del nostro lavoro… Alle 11:30 prendiamo una decisione : tutti in Piscina, quella dell’albergo. Discreto luogo di relax e refrigerio dall’afa romana, è gestito da un ragazzo dal cui fisico si intuisce faccia i 100 metri stile libero nello stesso tempo in cui io mi soffio il naso. Qui si raggruppano tutti i partecipanti alla Joycup, tra i quali gli amici/nemici del Biella. Sue-Ellen e BigJim ci accolgono con pacche sulle spalle… i pizzetti ossigenati degli uomini sono l’unica differenza rispetto ai giorni siciliani del 2003. Ci occhieggiano anche quelli di Reggio Emilia che hanno strappato il visto per la JoyCup agli amici barbaiocchi. Ci osservano, gonfiano il petto, camminano molleggiando. Siamo gia in clima pre-gara !! Tra sole, cloro e giornali arriviamo al tempo della pappa !!! Come lupi famelici entriamo correndo in sala mensa…e….non c’è il tavolo per noi !! “scusi, ma il tavolo per noi?”, “Voi chi siete?”, “Milano”, “Milano?!?!, Milano chi?” EHI !! RISPETTO PER I CAMPIONI D’ITALIA !! Il maitre si genuflette rispettoso e sposta i cartellini segnaposto per farci spazio tra i tavoli. Mangiamo pasta e carne e coca cola ( il leit-motif dell’albergo sia a pranzo che a cena ). Se soggiornassimo qui per lungo tempo diverremmo delle botti !!! La frugalità non è di casa, vassoi enormi girano tra i commensali, intingoli traboccanti olio e burro si insinuano fra le pieghe della nostra adipe ( che visione.. scusate la licenza poetica ). Dopo questa apoteosi di cibo ci meritiamo la giusta ricompensa : la pennica !! Intanto arrivano la Francy e la Ceci, una delle due toccherà ai due marpioni Roby e Gigio. La Francy acconsente ad essere “usata” dai due nella stessa camera. La Ceci opta più pudicamente per la camera “femminile” con Gabri e Marcy. Salta la pennica di Roberto perché con la Francy si accende una discussione sul narcisismo maschile e sulle azioni da intraprendere per il meglio vivere : diete, palestre, cosmesi ( Rollo apri un forum ). Ora è tempo di un po’ di turismo culturale. Tutti in centro con la metro. Dalla stazione a noi più vicina ( Corneglia ) arriviamo a Repubblica. Visitiamo in sequenza : Fontana di Trevi con foto, Pantheon e Piazza Navona. Dove ci facciamo fare una simpatica caricatura di gruppo che allego e che vi esorto a osservare bene per riconoscere i vostri eroi. Tra scontenti e no, andiamo a Campo dei Fiori per farci un’aperitivo come si deve. Attendiamo con impazienza che venga l’ora alla quale ( da bravi milanesi gestori attenti del proprio tempo e delle proprie azioni ) abbiamo prenotato il ristorante “Da Oio a casa mia”. A tempo debito il gruppo si divide : i nati stanchi prendono il metro mentre gli uomini veri si incamminano per il luogo di ristoro. Nati stanchi : TegoAnnaGabriAlbeshLaura Gli eroi : RobyGigioCeciGioFrancyMikiMarcyMarzia Si mangia in maniera tutto sommato decente, anche se il luogo trabocca di “romanità” il cibo non risulta allo stesso livello. Ma ci si alimenta con la nostra compagnia ed è gia moltissimo !! A fine cena ognuno per i fatti suoi : Gigio da un’amica…Marcy da un’amico, AnnaTegoGioMiki a fare ore piccole in giro per Roma. Gli altri, gli eroi, a nanna domani si combatte ancora. Giorno 3 Finalmente una mattina nella quale si può dormire !! Ci svegliamo verso le 8, ci stiracchiamo, qualcuno si lava la faccia, chi le ascelle e scendiamo a fare colazione tutti con la maglietta d’ordinanza blu e rossa tanto per fare vedere che siamo un TEAM !! Ma le notizie non sono tutte belle : Enrico ha perso il treno !! Prenderà il treno successivo..forse. Facciamo un rapido calcolo : se tutto va bene arriverà giusto giusto per l’inizio della partita che ci vedrà opposti alle ore 17 ai temibili emiliani del Matrix ( il nome incute paura ). Ma per adesso è meglio stare sereni e godersi i pochi momenti di riposo. Marcella intanto litiga con il personale che nel rifare le camere le ha “asportato” gli asciugamani personali scambiandoli per quelli dell’albergo. La nostra eroina deve impegnarsi a trovarli nella montagna di roba da lavare che gli inservienti si portano dietro. Ci svacchiamo nel dopo colazione, molti di noi si rifugiano in piscina per cercare refrigerio. Incontriamo i biellesi che hanno appena perso contro Fano per 3-2, incazzati neri !! C’è un simpatico intermezzo con delle matrone romane che fanno aquagym, spettacolari. Con i loro salvagenti colorati trotterellano nell’acqua di un metro cercando di rassodare ciò che è ancora rassodabile. Il Gigio arriva con il solito pacco di giornali sportivi e non. Luca e Albesh fanno la gara sui 10 metri a chi arriva primo camminando nell’acqua…sforzo terribile !!! I restanti si trichechizzano sulle sdraio fino all’ora di pranzo. Indovinate che si mangia….pasta, carne e cocacola. Alla faccia degli sportivi !! Con la panza piena ci dedichiamo al nostro sport preferito : la pennica. “Ognuno come gli va” come direbbe Lucio Dalla. Passano le ore, noi sdraiati sui letti, Enrico seduto sul treno, i nostri avversari chissà dove. Il momento della battaglia si avvicina, è il tempo degli eroi. E gli eroi si ritrovano alle 15:45 sul piazzale ad attendere la carrozza..pardon il pullman che li porterà all’arena. Con loro gli acerrimi nemici, gia dagli sguardi di fuoco le due fazioni si studiano e si temono. Un silenzio carico di tensione accompagna il tragitto del pullman alla palestra, le fazioni sono rigorosamente divise. Anche negli spogliatoi la distanza è abissale, non ci si parla tra opposti schieramenti. Tensione a mille. Ma una visione ci allieta : dalle scale scende il bravo Enry con le sue valige e il suo completo da bravo pallavolista. Ora siamo al completo, diamo il via alle danze. E le danze promettono male, la partenza è in salita, gli errori del Precotto si sommano copiosi. L’antipatia degli avversari ( il numero 4 su tutti ) non facilita le cose. Una donna avversaria si produce in una battuta velenosissima in salto che ci mette in crisi. Lottiamo contro noi stessi e i nostri avversari ma la spuntiamo al primo set a 26 dopo un paio di setball per loro. Stesso cliche nel secondo, non si cambia di una virgola e infatti ci troviamo 24 pari CHE TENSCION !!! Battuta nostra, Francy palla in mano, il braccio si alza, la palla colpita sibila nel campo avversario : PUNTO !! 25-24 per noi. Bene, rifacciamo. Sempre Francy che batte, gli avversari non riescono a ricostruire in maniera decente ed Enry dimostra che non è stata fatica sprecata farsi 5 ore in treno e chiude con uno schiaccione nel metro col botto. 2-0 per noi, siamo più sereni e i nostri avversari più nervosi. Il 4 avversario urla in faccia al Gigio ed Enry paladino corre in suo aiuto. Animi in fiamme sotto rete, l’arbitro fa fatica a placare la tensione ( Enry viso d’angelo osserva divertito e ironico le faccia tiratissima del 4 emiliano ). L’altro uomo soprannominato da noi Buffon per la spiccata somiglianza con il noto portiere bianconero comincia a fare l’amicone.. è il segnale che la partita è finita. Infatti chiudiamo a 22 anche il terzo set. 3-0 per noi ma che sudata, gli avversari sono di livello anche se un po’ troppo boriosi. Li abbiamo spenti, ma alla fine si dimostreranno comunque amichevoli, come è giusto che sia in queste manifestazioni. Niente rancore. Il rientro in pullman è un trauma. Un ora e mezza in mezzo ai romani che non si capisce se rientrano dal lavoro o vanno al concerto di Renato Zero ( tutti sorcini? ). Un simpatico intermezzo è regalato dalla Marcella che, dovendo prendere l’aereo a Fiumicino, fibrilla seduta sul pullman : “Non arriverò mai”. Ma le doti del nostro conduttore sono infinite. Nel mezzo della fila si affianca ad un taxi, scende, lo ferma e gli chiede se è libero. E’ Libero !!! La Marcy scatta dal sedile e infila la porta aperta del pullman. L’autista lesto come pochi apre di scatto il vano-bagagli e attende la nostra amica che fruga concitata tra i bagagli alla ricerca dei suoi. Il tassametro gia conta gli euro, qualche automobilista comincia a spazientirsi, noi urliamo tutto il nostro tifo, la coda di macchine comincia a muoversi. Attimi di ansia da prestazione, finalmente Marcy trova i bagagli, il taxista apre il baule della macchina e li sbatte dentro. Ok, tutto a posto, la Marcella è sulla strada per Fiumicino. Dai finestrini del pullman agitiamo fazzoletti bianchi e riversiamo copiose lacrime. Qualcuno passa la lingua tra le labbra eroticamente guardandola allontanarsi col taxi, così, tanto per fare qualcosa di diverso dal solito saluto. Albergo, cena ( pasta, carne..ecc.ecc ) e giusto riposo. Alcuni di noi decidono che non è finita qui : tutti a Piazza di Spagna a fare la DolceVita. Ma che dolce vita, sulla gradinata c’è il mondo !! non c’è un pezzettino di marmo libero per poggiarci il sedere. Perseveriamo e alla fine possiamo goderci il momento : con le nostre bottigliette d’acqua e i gelati ci accomodiamo sui gradini e ci atteggiamo a giovani anni 60. Gli uomini si divertono a guardare le tette delle turiste ( e che tette !!! ) dedicando loro voti da 1 a 10. Rientro assonnato dopo un paio d’ore, ci meritiamo il riposo, le preoccupazioni le lasciamo a domani. Giorno 4 Altro giorno che inizia malissimo !! nuova sveglia alle 7 !! Cacchio di organizzazione, ma si può giocare alle 9 di mattina!?!?!? Vabbè, che dobbiamo fa? Famo a’colazione, ce preparamo a’bborsa, ce sciaquamo a’faccia, famo er bidè e ce presentamo ar piazzale ad aspettà er purman checcedeve da portà in palestra. Sorge subito un problema : le magliette che la Marzia si era presa in carico di lavare sono ZUPPE !!! Non hanno avuto il tempo di asciugare durante la notte. La maglietta di riserva non tutti l’hanno portata nonostante la nostra capitana ci avesse esortato a farlo. Cartellino rosso ai precottiani e all’organizzazione ( Luca ) che aveva detto “Maglietta di riserva? Ma nooo lasciamola a casa, tanto non serve” Non vi dico la sensazione di mettere una maglietta bagnata e pesantissima alle 9 della mattina. Un’oretta prima stavo comodo comodo sotto le coperte e adesso mi ritrovo qui, in questo buio scantinato, indossando uno straccio zuppo, in attesa di giocare contro Catania. Per chi c’era l’anno scorso in Sicilia si può azzardare il paragone tra Catania e Napoli. Bravi volonterosi e simpatici terroncelli. Tralasciamo i commenti tecnici diciamo soltanto che il buon Roberto gioca palleggiatore l’ultimo set…3-0 per noi. Ma anche questi avversari si dimostrano comunque simpatici, allegri e amichevoli. Bene, meno male, lo spirito deve rimanere quello. Dopo la solita doccia che diventa calda dopo 20 minuti ci imbarchiamo sul pullman che ci riporta per l’ennesima volta all’albergo. Niente code paurose questa volta. Allora, ricapitoliamo le nostre vicissitudini pallavolistiche : 3 vittorie in 3 partite, primi nel girone. L’organizzazione non prevede ( come l’anno scorso ) semifinali, la prima di un girone contro la prima dell’altro girone. Grande cazzata ma è così, gli amici biellesi si devono giocare la finalina con Reggio Emilia per aver sbagliato solo un set…c’è da mangiarsi le mani. Comunque noi siamo in finali contro, tanto per cambiare, Fano. Domenica mattina alle 10:30, quindi abbiamo un bel giorno e mezzo per fare i turisti. Ne approfittiamo subito e dopo pranzo ( nel quale si litiga con la direzione per poter mangiare a tempo debito, cioè prima dell’orario “romano” dell’una ) scatta la gita culturale !! Alcuni di noi organizzano la visita alla Domus Aurea, mitica residenza diplomatica dell’imperatore Nerone, altri più “religiosi” vanno alla Cappella Sistina. Ci nutriamo di cultura, di sensazioni romaniche e cattoliche, soffriamo il gran caldo ma ne vale la pena. Roma sa essere una mamma generosa con i figli che desiderano abbandonarsi alle sue braccia. Siamo o non siamo tutti figli della Lupa? I nostri antenati vengono da qui, sono stati i più potenti dominatori dell’europa e del mondo antico conosciuto. Se ci pensate è stato l’unico momento storico in cui l’Italia ha contato qualcosa. Divagazioni storiche a parte, passiamo un gran pomeriggio che termina in albergo dove ognuno attende cena un po’ come gli va. Ci aspetta un altro ristorante stasera : “Burro e Sugo” in Trastevere. La tavolata da 20 persone è spettacolare e fa bene al cuore. Questa volta il cibo è degno del mito romano e ci gratifica il ventre !! Altri amici intanto raggiungono la capitale per seguirci nel nostro cammino verso lo scudetto. Il vostro narratore nota con divertimento che il gruppo precotto che lentamente cresce somiglia sempre di più a quel supergruppone costituito dalla squadra napoletana l’anno prima in Sicilia. Ma non ditelo ai milanesi altrimenti si incavolano per l’accostamento. Una passeggiata in Trastevere permette una comoda digestione e un taxi riporta tutti all’albergo. Domani è una giornata dura…si va…AL MAREEEE !!! Giorno 5 Sveglia ore 8, ma stavolta non è per andare a giocare ma per stravaccarsi in spiaggia. Destinazione Santa Severa, ridente o quasi località alle porte di Civitavecchia, metà gentilmente offerta dalla nostra capitana Gabry, nata e cresciuta da quelle parti, prima di emigrare al nord con la sua valigia rotta e gli spaghi annodati. Ma attenzione : non tutti i precottiani rivolgono l’attenzione alla località marina !! Una folta delegazione opta per la visita con stretta di mano ed augurio del nostro pontefice Carol !! E’ qui che si scopre l’animo cattolico e il fervore mistico di alcuni. Vi assicuro che le facce di chi è stato all’incontro col papa sono di chi ha visto la luce, di chi è stato toccato dentro, nell’animo. Ma in ogni caso la maggior parte ( atei senza dio brucerete all’inferno ) vanno al mare. Un’allegra processione di macchine si incammina verso Civitavecchia. Vengono con noi anche gli amici biellesi con il loro pulmino 9 posti. Rapida e sicura la capitana ci recapita in spiaggia ( bagni…ehm..bagni…cavoli non mi ricordo più come si chiamava la stazione balneare ). Noleggiamo 4 ombrelloni, 8 sdraio ( o sdraie? ) e facciamo villaggio globale sulla sabbia. A questo punto c’è un’insieme di attività varie : chi dorme ( al sole..a sera sarà paonazzo e scottatissimo ), chi legge ( i solito 20 giornali del Gigio ), chi nuota, chi passeggia, chi mangia e chi….gioca a beach. Ebbene si, abbiamo piantato gli ombrelloni a 2 metri dal campo da beach della spiaggia, sarà un caso??! Noooooo, che caso? È stato assolutamente tutto pianificato !! Vorrete mica rimanere un giorno senza pallavolo?!?! E infatti c’è chi sfida la coppia principe della spiaggia, due fratelli romani di cui uno sembra uscito da Vogue con i suoi capelli biondi a caschetto, i suoi muscoli tirati, i suoi addominali a scacchiera. Sarà anche uno pseudomodello ma gioca bene, legna tutte le coppie che si cimentano sul campo. Gio fa coppia con uno del Biella ( 300 kg in due ) perdono ma fanno una gran bella figura, tranne quando devono profondere le loro energie per andare ad acchiappare il pallone finito sopra il tetto delle cabine…scena ridicola Altra scena da raccontare è il cerchio che viene a formarsi sul bagnasciuga ( 50 cm d’acqua ) di biello-precottiani che giocano al “dopo 7 palleggi si schiaccia sempre guai a chi la fa cadere”. Un apoteosi di tuffi e spruzzi di acqua salata e fredda ( dio che fredda !! ). Arrivano anche i ragazzi di Carol da Piazza SanPietro, loro non hanno problemi con la sabbia bollente perché non toccano letteralmente per terra !!! A pranzo tutti a tavola al bar dei bagni ( oh, ma se magna sempre?!?! ), pasta, fritti misti, birra, alla faccia degli sportivi. Alle 14 tutti davanti alla tele a vedere Valentino che le suona alle Honda, grande VALE !! Il pomeriggio si snoda sereno e a sera ci scrolliamo dai piedi la sabbia ( chi ha giocato a beach se la scrolla anche dalla testa ) e ci riaccomodiamo in macchina. Tutti in albergo a prepararci, stasera tanto per cambiare andiamo al ristorante !!! Tutti in vettura, si va in centro nella mitica Piazza Mercanti per mangiare alla Trattoria dei Mercanti. Il primo problema che incontriamo è il parcheggio : non c’è un buco libero. Riusciamo a parcheggiare in una piazza “consigliati” da un parcheggiatore abusivo. Quattro passi tra le viuzze di Trastevere ed eccoci in questa deliziosa piazza, piccola, attorniata da case del 1800 tutte ricoperte d’edera. In questa piazza ci sono solo due trattorie, caratteristiche con le travi di legno al soffitto, la pietra con i mattoni a vista, le botti di vino, i tavoli di legno, la tovaglia a scacchi bianchi e rossi..uno spettacolo insomma. Si mangia una gran grigliata di carne, vino antipasti e la tavolata di 22 persone è bellissima !! Alziamo anche un po’ il gomito, tanto potrebbe essere l’ultima sera da campioni d’italia, non ci preoccupiamo del futuro ma solo del presente. Un presente che ci tira una mazzata dietro la schiena veramente dura : torniamo e tutte le nostre macchine hanno una bella multa per divieto di sosta !! Il posteggiatore ce lo ha messo la dove non batte il sole, e lo abbiamo pure pagato 10 euri !! Qualcuno di noi corre dai vigili poco distanti per lamentarsi solo per sentirsi rispondere che la multa c’è, ce la teniamo e, siccome siamo milanesi, non dobbiamo rompere !! Sconforto e rabbia sono i sentimenti che accomunano tutti ( qualcuno ridacchia comunque sapendo bene che alla fine ce lo siamo meritato.. ). Come si fa a dare retta ad un romano che ti fa segno : parcheggia qui, parcheggia qui !! Vabbè, faremo ricorso tramite il nostro avvocato. Tutti a nanna, domani è il grande giorno, il giorno degli eroi. Giorno 6 E finalmente il giorno dell finale !!! Uno splendido sole accoglie il risveglio. Lentamente il precotto si alza. Con gesti studiati e pregni di tensione e consapevolezza del momento tutti svolgono le proprie abitudini mattutine. E’ anche l’ultimo giorno di permanenza nell’albergo, quindi vengono preparate le valigie. Lentamente e col pensiero alla gara si cominciano a piegare gli indumenti usati in questi lunghi e durissimi giorni. Come un film al rallentatore le magliette vengono piegate e riposte, i calzettoni racchiusi in sacchetti di plastica, gli articolo da toeletta chiusi e metodicamente inseriti negli ultimi interstizi della valigia. Nessuno fiata, nessuno parla, la concentrazione è massima, il vecchio sano animo professionistico ci riprende come ai tempi d’oro. L’abbigliamento da gioco è l’ultimo a sparire dentro la sacca, ha atteso silente sul letto sfatto della notte prima. La maglietta ti guarda, ti osserva, ti scruta alla ricerca dell’animo con la quale la porterai. Le scarpe sembrano adagiate dormienti sul pavimento, pronte a scattare come molle tra qualche ora. Espletate queste funzioni personali ci si trova a colazione: frugale come è d’uopo in questi casi. Un the, delle fette biscottate, marmellatine, qualche bicchiere d’acqua : non si lascia nulla al caso. Ok, pronti, andiamo !! Il precotto si muove a gruppi, 5 per ogni macchina. Alcuni prendono il taxi. Le strade romane si snodano in una mattinata pigra e afosa, sembra che il tempo si fermi, preoccupato per l’imminenza della battaglia. Le parole sono poche, il silenzio fa male alle orecchie come un urlo continuo e assordante. Eccoci, la palestra è un pallone dove ogni tonfo di palla è un eco interminabile, dove ogni sussurro riecheggia ovunque. Prima di noi c’è la finalina, i nostri amici biellesi lottano contro “simpatia” Matrix e perdono. Ma si vede dalle facce che è una partita senza sale, senza posta in palio. Noi la guardiamo distrattamente, assorti nei nostri pensieri. Arrivano gli avversari; salutano quasi a stento ma non è maleducazione, lo sappiamo. Devono riscattare l’anno scorso, vogliono vincere. Ci cambiamo, anche qui i gesti sono lenti e misurati, come in ogni film d’azione che si rispetti quando arriva lo scontro finale. In campo. Noi siamo in 12 ma sembriamo 40. Loro sono in 8 e sembrano 4. Il tifo è tutto per noi ( anche perché ce lo siamo portato da casa.. ). Finalmente si comincia, qui qualcuno rischiava di lasciarci la pelle dalla tensione. Battuta alla Francy….puntopuntopuntopuntopunto….12-0. Da non crederci !! Abbiamo al di la della rete 6 mozzarelle. D’accordo cominciare col piede sbagliato, ma questo è esagerato !! Comunque loro rialzano la testa ma il Precotto è gia fuggito in questo set : bye bye Fano, 25-12 per noi. Il secondo set è tutta un’altra storia. Punto a punto lottiamo senza quartiere. Loro si sono registrati, gli uomini sono fisici e alti, ci murano spesso. In noi entra il nervosismo, errori banali ci negano alcuni vantaggi importanti. Sembriamo 6 amici al bar invece che una squadra e siamo giustamente puniti : 25-21 per Fano, tutto da rifare. Il problema è che adesso è cambiata la psicologia della partita, tutta a favore di Fano. Noi dobbiamo riprenderci, nei cuori, nella determinazione. Mettiamo da parte la paura. Si ricomincia ed è un set di fuoco. Si potrebbero vedere i solchi delle unghie sia nel pallone che sul terreno di gioco da tanto i contendenti sono determinati a primeggiare. Il precotto deve fare il punto due volte da tanto il Fano è grintoso. Ma anche il Fano fatica parecchio a fare i suoi, i vecchi lupi del parquet si sono risvegliati. Il precotto comincia a girare come un orologio. Battuta-muro-difesa-attacco-ricezione funzionano. Ma non basta a scavare un solco tra le due squadre : 20-20. Ora è il tempo dei senza paura. E i senza paura abitano a Milano. Fano è schiantato negli ultimi aliti del set. Chiudiamo in battuta ( mi pare.. ) il set a 21. Ora siamo noi in vantaggio. Ma a questo punto della partita subentra un avversario in più : il caldo. La fornace predisposta per fare da cornice alla partita comincia a mietere vittime. Magliette zuppe di sudore, bottiglie d’acqua prosciugate in un sorso e soprattutto stanchezza, stanchezza, stanchezza. Le due squadre boccheggiano. Comincia il quarto set. E’ una battaglia su due fronti : l’avversario e il caldo. Ogni azioni è un supplizio ma si va avanti. Siamo appaiati fino al 10-10 poi diamo l’accelerazione decisiva. Due difese, due muri due attacchi ci portano a 5/6 punti di distacco che riusciamo a gestire non senza difficoltà. Ma l’avversario è stanco, provato, si arrende. Una papera del Fano ci regala il 25imo punto, è l’apoteosi !! Bi-campioni d’Italia !!! Il solito mucchio di persone che saltella i mezzo al campo al grido di “Oh,Oh,Oh !!”. Onore agli avversari, e gli abbracci si sprecano anche con loro. I successivi 20 minuti sono paragonabili a quelli di Brad Pitt a Cannes : un turbinio di flash e foto e iinterviste ( fatte da nostri amici..che vi credevate.. ). Ci premiano direttamente sul campo, come gli americani alla seconda guerra mondiale. Si comincia dal Biellesi ( OLEEEEE !! ), poi Reggio Emilia ( olè… ), poi Fano ( Olèè.. ) e poi….PRECOTTOOOOOOLLEEEEEE !!!!! Coppa e coppetta fairplay ( ma ce la meritiamo?!?! ). Scopriamo di aver vinto anche un weekend in un ostello della gioventù in località a scelta….mah..chissà quando lo faremo. La fine è un po’ strappalacrime e un po’ gratificante. Salutiamo gli avversari e ci salutiamo tra noi. C’è chi ha il treno, chi vuole partire subito, chi parte dopo. Gli addii sono sempre difficili anche se ci si vede la settimana dopo. Ma l’aria romana, questi 6 giorni, le cose passate, fatte, vissute insieme lasciano sempre dentro qualcosa. Non solo la MEDAGLIA di CAMPIONI D’ITALIA !!! Cosa dire d’altro? Vi lascio una foto. Vi saluto caldamente e per quanto riguarda lo scudetto… VENITECELO A PRENDERE !!!
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