~Guardo solo te~

by Ayako

 

 

Capitolo 9: La convalescenza

Un paio di giorni dopo, Kogure fu in grado di ricevere visite. Tutta la squadra di basket più Haruko ed Hiroko [uuups! Solo ora mi accorgo che "Hiroko" è terribilmente somigliante ad "Haruko"! Sorry, mi sembrava un bel nome… N.D. Ay].

Akagi, in testa al gruppo, bussò alla porta della stanza. Da dentro, qualcuno disse "Avanti". Akagi aprì, tutti salutarono e videro che la voce era dell’infermiera, che disse poi:"Ok, Kiminobu. Ci sono i tuoi amici, io vado." "Arrivederci" disse Kogure. Stava sotto le coperte, fino a sotto le braccia, ed aveva una benda sugli occhi. "Ciao, ragazzi!" capì che erano loro [e bravo! Gliel’ ha detto l’infermiera! N.D. Ay] e con una mano andò a tentoni sullo schienale del letto, fino a che trovò un pulsante, che schiacciò. La parte del busto del letto si inclinò, e ad un certo punto Kogure levò la mano. Si mise comodo, e disse:"Sono contento che siate venuti a trovarmi!" "Ti aspettavi non lo facessimo, per caso?" disse Ryota. "Come stai?" chiese Hiroko. "Bene, e quando mi levano queste bende starò ancora meglio!" "Siamo sollevati di vederti così in forma!" disse Ayako. "Anche io!" ridacchiò Kogure. Cercò a tentoni sul comodino, fino a che trovò una scatola marrone. La prese in mano e la aprì, porgendola agli altri:"Pasticcino? Prendete pure!" "Ah, grazie Kogure!" esclamò Hanamichi, allungando immediatamente la mano. Rukawa mugugnò un "Compermesso" e ne prese uno anche lui. "I soliti maleducati!" disse Akagi. "Perché, Akagi? Glieli ho offerti, loro hanno accettato!" disse gioviale Kogure. –non sai quanto mi renda felice vederti così bene… come mi sei mancato in questi giorni…- pensava Hiroko, guardando Kogure persa nei suoi pensieri.

Nei giorni seguenti, la squadra non andò a trovare Kogure ogni giorno, ma Hiroko si. Appena finite le lezioni, usciva, comprava qualcosa da mangiare e stava con lui fino allora di cena.

Un pomeriggio, entrò nella camera di Kogure, come al solito, e guardò se dormiva. Anche si! Kogure era sempre lì che ascoltava, non l’aveva mai visto dormire. "Sei tu, vero Hiroko?" chiese il ragazzo, sorridendo. "Come al solito, Kogure!" disse lei allegra, si sedette sulla sedia accanto al letto e disse:"Tieni, ti ho portato una casetta nuova da ascoltare col walkman! Spero ti piaccia, l’ ho appena comprata!" "Grazie!" "Prendo un pasticcino, posso?" "Serviti pure! Ogni volta che tento di mangiarne qualcuno devo sempre organizzare spedizioni polari per rintracciare la scatola!" Hiroko rise. "Scusa, ma…potresti dirmi che ore sono e che giorno è oggi? Sai, non vedendo niente e stando sempre qui fermo, si perde la cognizione del tempo…" disse Kogure, ed Hiroko sorrise:"Comprensibile! Oggi è martedì 7 dicembre, e sono le cinque e un quarto." "Grazie". Hiroko si alzò ed andò davanti alla finestra. "Ti sei alzata? Sei alla finestra vero?" Kogure ci era abituato: Hiroko andava sempre a guardare dalla finestra. "Dimmi, che tempo fa?" chiese Kogure, voltandosi di lato verso la ragazza. "Ehm… fuori fa molto freddo, e c’è abbastanza vento, ma c’è una bella atmosfera, ed hanno addobbato qui fuori dall’ospedale!" "Ah, bello!" "Si, manca solo la neve!" "Come quella di quella volta…il giorno prima dell’…incidente! Era bella quella nevicata, vero?" "Si!" confermò Hiroko, quando si ricordò di cosa era successo sotto quella neve, cioè che lei e Kogure si erano tenuti per mano tutto il tempo, si sentì arrossire. –ma Hiroko, perché ti emozioni così? Non è niente dopotutto!- pensò poi, sorridendo. "Bè, ma guarda che non devi sempre venire qui! Viviti la tua vita, non stare sempre appresso ad un mezzo oro come me! Non è bello stare chiusi in ospedale senza motivo!" disse all’improvviso Kogure. Hiroko si arrabbiò sul serio. Si voltò furibonda verso di lui, quasi offesa perché lui sembrava la mandasse via! "Io sto qui quanto mi pare e piace, capito? E poi, un motivo per venire qui ce l’ ho! Vengo a trovare te! Ti disturba che venga qui?" "No, ci mancherebbe…" "E allora non farti problemi inutili!" concluse lei. –come mai ci tiene così tanto…?- si chiese Kogure. [ehi, tesoro, ma sei proprio ottuso! N.D. Ay]

Ogni tre o quattro giorni venivano anche gli altri:un giorno vennero Hanamichi ed Haruko, un giorno venne Akagi, un altro vennero Mitsui, Miyagi ed Ayako, ed Hiroko c’era sempre. Questo insospettì non poco la squadra.

Un giorno, durante l’allenamento, prima di iniziare, Mitsui disse:"Ma non trovate strano che quella ragazza… Hiroko… vada sempre dico sempre a trovare Kogure dopo scuola? Ma non ha altro da fare?" me venne zittito da una gomitata di Ayako, che sibilò:"Possibile che non ci arrivi da solo?" Hanamichi sobbalzò:"Eh? Vuoi dire che Kogure ed Hiroko…non ci credo…" "Perché? E poi scusa, non si vedeva?" disse Ryota, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Ah, ecco quindi come stanno le cose…infatti c’era qualcosa che non mi quadrava…" disse Haruko (ormai era diventata una specie di seconda manager!). "Basta con i vostri stupidi pettegolezzi da pollaio! Siamo qui per allenarci!" abbaiò Akagi perdendo la pazienza. Dette uno scappellotto ad Hanamichi, che piagnucolò:"Ma perché te la prendi sempre con me?" ed Akagi rispose:"Perché è colpa tua. Ed ora andiamo!" e fece segno agli altri di iniziare a correre. Hanamichi esclamò:"Ma se è stato Mitsui a tirare fuori il discorso!" Mitsui, che gli passò davanti correndo, sussurrò:"Dai, Rosso! Non essere così pignolo!" "Io un giorno ti ammazzerò, contaci!"abbaiò Hanamichi. "Ti aspetto"fu la risposta di Mitsui

Alla fine degli allenamenti, mentre tutti erano seduti a terra a bere e riposarsi prima di entrare in spogliatoio, Ayako disse dal suo banchetto:"Bè, ma non possiamo esserne sicuri… di Hiroko e Kogure, intendo!" non voleva fare la pettegola, Hiroko era sua amica! "Ancora con questa storia? Non sono comunque affari nostri, no?" disse Akagi. "Si, hai ragione." confermò Ryota, bevendo [avete presente quando gli atleti fighi devono la bevanda ristoratrice –Gatorade o che altro- ma non si può definire che la bevano, anzi se ne buttano una secchiata in faccia, un po’ arriva in bocca e il resto va per terra! Ecco, così accade dopo ‘sti allenamenti! N.D. ay]. "Attento Ryota! Hi fatto un lago per terra! Lo rimproverò Ayako, sorridendo. Lui, felice per quel sorriso che le aveva strappato, disse:"Mi perdoni, capo!" con tono scherzosamente umile. Hanamichi pensò soddisfatto –sono contento per te, Ryochan! Con Ayako sta andando tutto benone, specialmente dopo la rissa. Non è stata così disgraziata allora… ma cosa vado a pensare! Kogure ci è quasi rimasto orbo! No, non sono cose da scherzare..- [ehe, Hana-chan, finalmente un po’ di buon senso! N.D. Ay]

Il giorno dopo, Hiroko andò come al solito a trovare il ragazzo. "Buongiorno!" esclamò, entrando. Kogure dormiva, e lei fece un urlaccio silenzioso [quando si apre la bocca per gridare, ma dalla bocca non si fa uscire niente N.D. Ay] e si mise le mani davanti alla bocca. Kogure si svegliò, sbadigliando. "Uh…chi è…" chiese con la bocca impastata dal sonno. "Ehm…scusa per averti svegliato, Kogure…" "…chi…" evidentemente non era ancora lucido. "Sono Hiroko!" "…Hiro…?" –dio mio ma sei sempre così rimbambito quando ti svegli?- pensò divertita Hiroko. Andò ai piedi del letto, si chinò su di lui e gli picchiettò garbatamente sulla testa con le nocche. "Terra chiama Kogure! Roger" "…Houston…" rispose Kogure, mezzo addormentato. "Ah, allora guardi i film di astronauti? Santo cielo, Kogure! Svegliati, sii partecipe alla vita!" "…sei tu Hiroko?" "Ah! Un segno di vita! Gli alieni non ti hanno ciucciato la memoria! Bene!" "Ma che dici?" "Dico solo che è stata una fortuna che non ti abbia mai trovato dormiente! Sennò avrei perso metà della mia vita a cercare di farti comunicare!"

Qualche minuto dopo, erano già in conversazione. Kogure disse:"Uhm…quanti giorni sono che mi vieni sempre a trovare?" "Bè…sei stato ricoverato il 2 dicembre…oggi è il 9…sono sette giorni" "sei mai andata a vedere l’allenamento?" "E come facevo se ero sempre qui?" "Appunto. Mi faresti un favore?" "Dimmi" "Domani invece di venire qui, vai a vedere l’allenamento! Voglio sapere che combinano quelle teste calde lasciate allo sbaraglio! Eh, eh…Allora? Ci vai?" "Lasciandoti solo?" "Ah, me la caverò! Dai, per favore!" "Se proprio ci tieni…ci andrò."

CONTINUA…

 

Capitolo 10: un disastroso pomeriggio

Quando finirono le lezioni del giorno dopo, Hiroko fece per andare in palestra, ma a metà strada si pietrificò: -avevo promesso a mamma di andare a comprare la cena per stasera! Dannazione! …ok, anche se farò tardi di mezz’ora non cambia tanto…dopotutto si allenano per due ore e passa al giorno!". Fuori, saltò sulla bici ed andò veloce verso il centro della città.

Entrò in un supermercato e prese due cose a casaccio, pagò e corse fuori, al cosa però richiese più tempo del previsto dato che c’era una coda infinita alla cassa. Uscita, si diresse verso il parcheggio che stava dietro al supermercato, un posto deserto tranne che per due persone, e appena capì che tipo di persone erano le cadde la borsa dallo shock: la sua bici, attaccata al lampione con un lucchetto, era accerchiata da due ragazzi dall’aria poco gentile, che stavano armeggiando col lucchetto. –oh, dio! E ora che faccio…- e senza rispondersi, e senza accorgersene, gridò:"Ehi, voi due!". I due tizi sussultarono, si girarono allarmati, capendo che chi aveva parlato era il padrone del mezzo. Ma quando videro che il suddetto padrone era una ragazzina nemmeno tanto grande (Hiroko era alta un metro e sessantatre ed era anche piuttosto esile), sbuffarono e si rimisero al lavoro. Hiroko si sentì uscire il fumo dalle orecchie, riacchiappò la borsa con la spesa, e corse verso quei due ladri. "Giù le zampe, sapete? Quella è la mia bicicletta, nel caso non l’abbiate capito!" uno dei due, senza nemmeno girarsi, disse:"Oh, scusa! Che sbadati…". "Se ve ne siete accorti siete pregati di spostare i vostri corpi puzzolenti dai pressi della mia bici!" l’altro si girò, e bofonchiò:"ma come parli, mocciosa? Se cerchi rogne, dillo subito!" "IO NON CERCO ROGNE! CERCO LA MIA BICI! E si da il caso che sia sotto le tue mani! Va via! O chiamo la polizia!" iniziava però a preoccuparsi: loro erano due omoni grandi e cattivi [*o* N.D. Ay],e lei dopotutto era davvero solo una ragazzina! "Ehm…" uno dei due si alzò, e si diresse verso Hiroko. "Ascolta, tu ci cedi la bici e noi non ti facciamo niente. Dopotutto, siamo anche gentili visto che non ti picchiamo, dato che potremo farlo! Tu non puoi reagire, quindi sei indifesa!" "Sicuro?" disse una voce dal nulla. All’improvviso da dietro spuntò una figura semi-imbizzarrita che iniziò a tempestare di calci e pugni il "pover’uomo". Finito con lui, si diresse al galoppo verso l’altro, che non fece nemmeno in tempo ad accorgersi di quello che succedeva,. Che era già tramortito qualche metro più in là. Allora, la furia si fermò permettendo ad Hiroko di capire la sua identità. "Mitsui! Che ci fai qui? Non dovresti essere ad allenarti?" Mitsui, infatti, era il salvatore di Hiroko. Eh, eh. Non te l’aspettavi, vero? Stavo andando a trovare Kogure, l’ospedale è di strada, ed ho sentito tu che strillavi. Sono venuto a vedere cosa succedeva, e ho visto quel pazzo che ti minacciava. Sono un supereroe!" aggiunse ridendo. "Sei molto tempestivo!" esclamò meravigliata Hiroko. "Tu, piuttosto, non dovresti essere da Kogure? Che ci fai ancora per strada?" Hiroko, allarmata perché sembrava che Mitsui avesse capito tutto, disse piccata:"Oggi vado a vedere gli allenamenti, prima dovevo sbrigare delle commissioni." "Ah, allora ciao! Ci vediamo, Hiroko!" disse Mitsui,salutando con la mano e sorridendo, tornando sui suoi passi. "Ciao, Mitsui! E grazie!"

La sfortuna oggi era operosamente dalla parte di Hiroko: c’era traffico, e ci mise un’eternità ad attraversare ogni strada. Poi, in una strada secondaria che aveva preso per tagliare e guadagnare tempo, scivolò su un liscissimo lastrone di ghiaccio, finendo in un fosso secco. "AAAAURGH! OGGI LA SFIGA MI STA ADDOSSO! Mi devo sfogare" e prese a correre e saltare istericamente, gridando come una sciroccata. Infatti fu presa da una "crisi isterica" causata dalla giornata no che le impediva di andare in palestra. Ma si fermò, pensando -se sto qui a fare la cretina, arriverò ancora più tardi in palestra!- montò in sella alla bici e riprese la strada. ^___^’’’

TOC ,TOC. Kogure sobbalzò: chi poteva essere? Hiroko sicuramente no, dato che era in palestra. "Avanti" e sentì la porta aprirsi. "Ciao, Kogure!" Kogure riconobbe subito quella voce. "Ciao, Mitsui! Che sorpresa!" "Ogni tanto devo venire a trovare un amico, no?" "Giusto. Allora? Come va?" "Bene! Hiroko non c’è oggi, a quanto vedo…!" "No, oggi l’ ho mandata in spedizione a tenervi d’occhio! Non oso pensare a cosa combinate senza la mia supervisione!" e rise. "Kogure! Per chi ci hai presi? Per delle piccole pesti?" "Proprio così!" "Ah, grazie!" rise Mitsui. Ma ricordandosi di Hiroko, disse:"Bè…ma Hiroko, non so se è in palestra ora…" "Perché?" "Bè…prima è andata a fare delle commissioni, credeva probabilmente di fare una cosa veloce, ma nel parcheggio del supermercato due ladri le stavano scassinando il lucchetto della bici! Lei ha tentato di mandarli via, ma loro… Passavo di là, stavo venendo qui, e l’ ho sentita gridare, sono andato a vedere che succedeva, e…" "…li hai distrutti di botte, dico bene?" chiese Kogure con un mezzo sorriso. "Si." "Meno male che sei passato tu! Non oso pensare a cosa le sarebbe potuto succedere se teneva duro ed insisteva a mandare via quei due…" "Kogure?" "Si?" "Dimmi una cosa!" "Cosa?" "Cosa c’è tra te ed Hiroko?" chiese Mitsui con un sorriso malizioso. "Oh…" Kogure arrossì, e si girò dall’altra parte. Mitsui rise, e si sporse oltre, e lo stuzzicò:"Aha! Ti freghi da solo! Sei insieme a Hiroko!" "No!" "Ma lei ti piace! "…gno…" "Sei sincero?" "Scì…" "Non è vero!" "Scì… che è vero!" "Sentiti! Sembri un bambino! Dai, con me puoi parlarne!" "Uhm…" "Fidati!" Kogure si voltò dalla parte di Mitsui, e disse:"E se ti dicessi che mi piace, tu cosa fai?" "Innanzitutto ti faccio i complimenti! Poi ti do uno scappellotto perché non ti fai avanti -e glielo diede-, e poi ti confido una cosa!" "Cosa?" "Che anche tu le piaci!" "Bugiardo" "Sarei bugiardo! E allora perché viene sempre a trovarti? Perché non ha niente di meglio da fare?" "Probabilmente" "No, non è tipo. Lei viene perché vuole starti accanto in questo momento difficile della tua vita! Così stanno le cose!" "Non ti credo!" "Fa come vuoi" "Certo!" "SEI UN TESTONE!" saltò su Mitsui, facendo sobbalzare Kogure, che era all’oscuro di quello che gli accadeva davanti agli occhi e sentiva solamente movimenti convulsi e grida isteriche, procurati dall’amico Mitchi. "Calmati…" "Ok, mi calmo, ma sappi che ci rimetti solo tu che soffri e ti struggi per niente!" "E chi è che si strugge? Sappi che io sono assolutamente sereno, e sapendo perfettamente che Hiroko non proverà mai niente per me, ho il cuore in pace e mi accontento. Tiè!" "Che caso clinico. Tu non dovresti essere ricoverato in oculistica ma in psichiatria!" "Ah, ah! Non farmi ridere, che mi fa male! Che problemi ti crea a te?" "A me nessuno, ma a te si! E non voglio che i miei amici stiano male per niente!" "Io non sto male!" "Ok, contento tu. Ora però devo andare…" "Ciao Mitchi! Ci vediamo e torna a trovarmi!" "Contaci, ciao!" ed uscì dalla stanza.

"Anf! Anf! È tardissimo! Kogure non me lo perdonerà mai!" Hiroko arrivò stremata alla porta della palestra, la aprì, e vide con orrore la squadra che si dirigeva, vestita e con borse in spalla (o nel caso di Ryota, in testa), verso la porta. Appena aprì la porta, si ritrovò davanti la mano di un Akagi sorpreso che la porta gli si sia aperta sotto le mani (la stava aprendo pure lui). Tutta la squadra la guardò, perplessa. "Hiroko?" disse Akagi, ancora sorpreso. "Ehm…sono in ritardo?"

CONTINUA…