Patagonia, memorie di viaggio
di Giuseppe De Micheli
Tratto da una conversazione su FISA (free.it.scienza.archeologia) del Novembre 2007
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In novembre mi sono fatto un bel viaggetto in Patagonia e Terra del Fuoco, durante il quale ho raccolto notizie antropologiche e archeologiche su quelle terre. Nei piccoli musei locali non sono in vendita pubblicazioni tecniche. Però le librerie sono in genere ben fornite, sia in inglese che in spagnolo. Prevalgono però le opere di antropologia rispetto a quelle archeologiche.

Comincio con l'antropologia. La maggior parte dei dati è desunta dal classico lavoro di Samuel Kirkland Lohtrop del 1928, tuttora valido perchè dopo di allora non sono più state fatte osservazioni antropologiche avendo mutato quei popoli le loro abitudini e poi essendosi estinti.

Gli europei, primo fra tutti Magellano, entrarono in contatto con cinque popolazioni colà residenti, tre di cacciatori-raccoglitori terricoli ("foot indians" o "pedestrian hunters" in inglese) e due di nomadi naviganti ("canoe indians" o "canoe people").

Tutte queste popolazioni si sono estinte nel secolo scorso e ora esistono solo pochi meticci Yamana sull'isola di Navarino (Cile) a Ukika, che hanno abbandonato completamente lo stile di vita degli avi e vivono vendendo prodotti di artigianato ai turisti.

I foot indians erano:
- Aonikenk (Tehuelche) - Abitavano la patagonia continentale. Sono i "patagoni" di Magellano. Lasciavano impronte pedestri gigantesche per via dei mocassini di corteccia avvolti in pelli. Erano effettivamente di alta statura.
- Selk'nam (Ona) - I più alti di tutti: 175,44 cm +- 0,64 i maschi adulti, 159,24 +- 0,58 le femmine adulte. Abitavano l'isola grande della terra del Fuoco. Erano circa 3.600 ai tempi di Darwin, 60-70 quando li studiò Lohtrop. Cacciatori-raccoglitori avevano organizzazione sociale paleolitica. Vivevano in piccoli nuclei famigliari che si alternavano ruotando sui vasti territori. Si riunivano in gruppo solo per banchettare con carcasse di balena arenate e per particolari feste religiose. Non conoscevano ruoli sociali specializzati, (né politici né religiosi, la stessa esistenza di sciamani 'permanenti' é controversa) al di fuori dei costruttori di archi, individui specialmente abili in questa manifattura, che però la svolgevano in più delle altre normali attività di caccia/raccolta/produzione di attrezzi e venivano compensati con cibo per loro e tutta la famiglia, durante la costruzione del manufatto. Le frecce, invece, erano prodotte da ciascun cacciatore.
Manekenk (Haush) - Abitavano l'estrema punta sud-est dell'isola grande della Terra del Fuoco, probabilmente respinti lì dagli Ona, e già in via di estinzione nell'800. Tipo fisico intermedio fra Ona e Yamana tanto che alcuni pensano siano invece navigatori terricolizzati. Pochissimo conosciuti dagli auropei. Erano già solo 300 ai tempi di Darwin e 2 (due!) nel 1928.
Per tutti questi tre popoli manufatti e vita sociale erano analoghi.
Manufatti:
- punte di freccia in pietra scheggiata e ritoccata molto finemente. Quelle che gli europei hanno visto in uso erano più fini e lavorate di quelle ritrovate negli accampamenti e nei siti, per cui si ritiene che queste ultime siano dei semilavorati da rifinire, o dei prodotti finiti di scarto, da recuperare con ulteriore lavorazione.
- coltelli, raschiatoi in pietra (come sopra)
- Immanicature in legno e legacci di tendini animali.
- raschiatoi e spellatoi in legno
- punteruoli, arpioni, punte di lancia in osso
- bolas in pietre arrotondate, usate anche come mole per estrarre succhi dalle radici, macinare colori ecc.

 

Indumenti:


- assenza di abiti cuciti, anche se qualche cucitura è praticata per mocassini, gambali invernali, otri in pelle e faretre. Si limitano a indossare una toga di pelle di guanaco gettata sulle spalle e avvolta attorno al corpo nudo, col pelo all'interno e la pelle esterna dipinta. Gli Ahonikenk usano decorazioni elaborate e policromatiche, mentre i Selk'nam usano "solid colors", cioè danno una tinta uniforme al tutto. Anche le loro decorazioni corporali sono compatte e omogenee. Il tutto sembra avere un fine di difesa dal freddo più che motivazioni artistiche o religiose.
Abitazioni:
- semplici ripari di tralicci di rami talvolta guarniti da pelli, o pelli stese su telai in legno
- usano culle, simili a slitte, per i bambini. Il loro uso come slitte non é documentato.
Arte:
- fra gli Aonikenk sviluppate le decorazioni di mani (in positivo e negativo), piccole figure umane o animali molto stilizzate, simboli del sole, della luna e altri di significato sconosciuto. I simboli del sole sono cerchi o ellissi radianti, o spirali. Manca la svastica.
- pressochè sconosciuta la pittura rupestre fra i Selk'nam.
Miti e religione
- Notevolmente sviluppate. Il loro dio è estremamente astratto, lontano e inconoscibile. In pratica l'unico appellativo possibile per lui è 'creatore'. Ho acquistato un volume, in spagnolo, "Cuentos, mitos y leyendas patagonicos" - seleccion y prologo de Nahuel Montes - quarta edizione 2005, ma non l'ho ancora letto.

 

I Canoe Indians.

Costituiscono due popolazioni molto simili:
- Yàmana (Yahganes) - vivevano nei canali delle isole della Terra del fuoco, fino a Capo Horn
- Kaweskar (Alacaluf) - vivevano nei canali delle isole cilene a nord-ovest della Terra del Fuoco.

Totalmente adattati alla vita acquatica vivevano in canoa e sui litorali delle isole, praticando il nomadismo. Vivevano praticamente nudi cospargendosi di grasso di mammiferi marini e usando solo una mantellina di pelle gettata sulle spalle. Le donne usavano un triangolo pubico penzolante, gli uomini neanche quello. Scarsissimo l'uso di mocassini, di adozione piuttosto recente. La donna stava a poppa, remando, l'uomo a prua, pronto con le fiocine. Al centro stavano i bambini e il fuoco (brace di sterco in un cratere di terra, coperto da cenere, con a fianco una borsa di pelle contenente dell'altro combustibile, le pietre focaie in selce o pirite e muschio secco o funghi secchi come esca. La perdita del fuoco, per loro, costituiva la morte. I manufatti non differivano molto da quelli dei pedestrian hunters, ovviamente avendo più sviluppati quelli da pesca (in osso di balena) che da caccia. Secondo Fitzroy usavano archi e frecce per abbattere uccelli e cacciare il guanaco, ma sul finire del XIX secolo questo uso sembra abbandonato a favore dell'impiego della lancia con
arpione. L'arco è molto piu' rozzo di quello Selk'nam, più corto e curvo.Quasi sconosciuto l'uso di bolas. Per gli uccellii usavano anche trappole costruite con fibre vegetali. Erano piuttosto abili nell'intrecciare fibre e costruivano canestri resistenti. Si decoravano il corpo in maniera più simile a quella degli Aonikenk continentali (decorazioni geometriche e policrome), che a quella dei Selk'nam (colore compatto).
Gli arpioni da pesca erano di molti tipi, specializzati per le varie forme della vita marina che incontravano: molto più lunghi quelli degli Yamana rispetto a quelli kaweskar. Ve ne erano a dente singolo, a dentatura multipla, su un solo lato e anche su entrambi, perfino con due arpioni immanicati sullo stesso manico, con traverse di legno per frenare la fuga del pesce. Usavano raccogliere le patelle con un bastone di osso, o legno, con fenditura in testa, e i granchi (quelli di quei posti sono molto grossi, e buonissimi, anche) con fiocine a quattro punte legate in modo da divaricavrsi attorno al carapace del granchio stringendolo e permettendo di sollevarlo e recuperarlo.
Ma il loro capolavoro rimangono le canoe. Costruite in corteccia sagomata a fuoco, con costole di irrigidimento e bagli in osso di balena, se disponibile, o altrimenti con rami. Erano calafate con argilla mescolata a muschio. Adattissime per la manovra fra i canali, un po' meno per la navigazione in alto mare. Una canoa completametente equipaggata conteneva: da due a quattro pagaie, tre tipi di canestri, due pinze da fuoco, quattro arpioni (per pesce, foche, granchi, patelle), una rete da pesca, un bastone, corda in fibre o pelle per ancoraggio, un secchio in corteccia, una lenza con ami.
L'analisi comparata delle loro canoe non evidenzia similitudini né con le canore deghli indiani del nord-america, né con quelle amazzoniche.

In archeologia le cose sono un po' po più confuse che nell'etnologia. Qui la data delle pubblicazioni è fondamentale. Le più recenti sono, ovviamente, le più aggiornate.

Purtroppo ho trovato solo notizie un po' sommarie. Per la descrizione accurata dei siti occorre ricorrere a pubblicazioni specialistiche. Qualcosa si trova in internet on-line, dove sono in vendita libri recenti.

In sintesi:

Fondamentalmente le datazioni sono su basi stratigrafiche e geologiche: i rapporti con i loess lasciati dal ritiro del ghiaccio, la successione dei vari strati alluvionali e il variare dei depositi costieri con il livello dei mari, ecc..
Le datazioni al radiocarbonio sono ad alto rischio di inquinamento. Il suolo è costituito da uno spesso strato di alberi caduti e decomposti, il legno antico, cresciuto in cento o duecento anni, si mescola al sottobosco recente e a muschi, funghi e licheni abbondantissimi che ricoprono tutto. L'impiego del legname può avvenire molto dopo la morte dell'albero, ecc. Le ossa possono essere completamente mineralizzate o contenere così poco collagene da essere inutilizzabili per la datazione C14.
Quanto sopra non é per demonizzare le datazioni a C14, ma per capire perché sono complessivamente sottoutilizzate nell'archeologia fuegina.
Palificazione di ricoveri immerse nel muschio, pelli marcite nel sottobosco, ecc. lasciano più dubbi che certezze

I siti più antichi, datati circa 11.000 anni B.P. (before present), sono quelli di Fell Cave e di Pali Aike, situati sulle sponde settentrionali dello stretto di Magellano (lato atlantico). Poichè allora gli stretti non esistevano e l'isola grande della terra del Fuoco non era altro che l'estrema appendice del continente, possono ritenersi indicatori dei primi insediamenti umani nell'estremo lembo del continente sudamericano. Le datazioni geologiche e quelle al C14 (effettuate su resti carboniosi di fuochi) coincidono. I manufatti litici rinvenuti sono caratterizzati dalle punte a coda di pesce, da strani dischi in pietra levigata e dall'associazione con fauna estinta (milodonte, cavallo australe e un camelide simile all'alpaca). Il sito delle Tres Arroyos, all'interno dell'isola grande della terra del Fuoco (10 km sud-ocest di S. Sebastiano) é datato 10.500-11.000 anni B.P. e evidenzia una dieta a base di guanaco (camelide tuttora esistente), volpe, uccelli, cavallo australe (estinto), e molluschi provenienti da una costa distante 20 km.
Altro sito datato 9.590 anni B.P. è quello del Marazzi site, situato a sud-est della Bahia Inutil.
Attorno al 9.000 B.P. una catastrofe ecologica di natura non del tutto definita portò all'estinzione di molta fauna e, secondo alcuni, anche a quella dell'umanità a quelle latitudini.
Risalgono al 7.000 B.P. i più antichi insediamenti ritrovati sulle rive del canale di Beagle, all'estremità meridionale della Terra del Fuoco (sito Tunel I) dove l'alimentazione base è costituita da guanaco e molluschi.
Fino a poco tempo fa si riteneva che i primi abitatori delle rive del canale di Beagle fossero stati i canoe indians, ma questo ritrovamento conferisce la primogenitura ai Selk'nam.
Gli Yamana arrivarono fra 6.500 e 6.000 anni B.P. già pienamente adattati alla vita marittima, secondo Anne Chapman. I loro siti più interessanti e completi sono sui litorali dell'isola di Navarino, ma sono più recenti.
Le separazione dell'isola grande della Terra del Fuoco dal Continente risale al 6.000/5.000 B.P. ed é dovuta all'innalzamento del livello del mare che ha
formato i bassi fondali delle due strettorie di Magellano (attualmente meno di 100 metri di profondità) e definitivamente allagato le paludi intermedie.
Da allora i Selk'nam sono rimasti divisi dagli Aoniken e se ne sono progressivamente differenziati.
La tecnologia litica ha subito una evoluzione difficile da ricostruire.
Scomparse le punte di freccia a coda di pesce sono apparse punte triangolari con scanalature per legare le punte ai supporti, poi è riapparso il peduncolo, ma rettangolare. Le punte si sono affinate, divenenedo più sottili e più finemente ritoccate.

Infine i Selk'nam (e anche gli Yamana) hanno imparato a scheggiare e levigare il vetro producendo punte di freccia sottili e taglientissime, nonchè a utilizzare attrezzi di carpenteria in ferro, ricevute (o rubate) dagli (agli) europei. Con queste gli Yamana hanno costruito canoe scavando tronchi, e cominciato a solcare il mare spingendosi, secondo alcuni, fino alle Falkland.

Il che dimostra la vivacità intellettuale di quelle genti (su cui tornerò, parlando dell'esperimento di acculturamento tentato da Fitzroy, e delle conclusioni che Darwin ne ha tratto), ingiustamente considerate poco più che scimmie cannibali.

 

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Archeoastronomia