UTILITA’ DELLO SCAVO ARCHEOLOGICO

Lo scavo archeologico conclude, di solito, una serie di ricerche sulle fonti che lasciano ipotizzare la presenza di un monumento o comunque di una struttura sacra, abitativa o con funzioni sociali in un determinato luogo. Altri motivi per iniziare uno scavo sono legati all'osservazione di anomalie del suolo, all'emergenza di materiale archeologico, ai risultati di prospezioni di superficie o ad altre circostanze.
Esso quindi fornisce a volte la conferma della validità (o della falsità) di un’ ipotesi scaturita da ricerche bibliografiche o storiche oppure apre nuovi orizzonti di ricerca. Spesso poi il medesimo scavo permette di aggiungere ulteriori informazioni atte a completare - o almeno a meglio definire - il quadro storico e le successive evoluzioni di un sito.
Il passato di un luogo è conservato nella profondità del terreno, sepolto da anni, secoli o millenni di depositi che si sono sovrapposti nel tempo per numerosi e differenti motivi. Poiché si tratta appunto di sovrapposizioni succedutesi nel tempo, ne consegue che (salvo situazioni particolari) a strati più profondi del suolo corrispondano epoche più antiche.

Il SEPPELLIMENTO è dovuto ad una serie di cause fra cui le più comuni sono di natura:
- geologica
- zoologica
- botanica
- antropica

I fattori GEOLOGICI possono essere:
1) erosivi, sedimenti trasportati dall’acqua e/o dal vento che possono presentarsi come depositi alluvionali, composti da frammenti rocciosi di varie dimensioni a seconda della forza di trascinamento esercitata dall’acqua
2) eolici, materiali molto fini trasportati dal vento e poi depositati su aree anche molto vaste.
3) catastrofici, fenomeni sismici (terremoti) e vulcanici (eruzioni con emissione di lava, lapilli, cenere, fango…) che possono ricoprire il suolo originario in modi diversi a seconda dell’entità del fenomeno stesso.
4) orogenetici, lente modificazioni del suolo dovute al sollevamento o alla subsidenza delle terre emerse (o, in qualche caso, sommerse) a causa dei movimenti tettonici che portano alla creazione di rilievi montuosi. Questi possono evolvere in piegamenti del terreno e smottamenti o frane, coprendo così il terreno originario.
Possono rientrare in questi casi anche i fenomeni di bradisismo in particolari aree.

I fattori ZOOLOGICI e BOTANICI.
Animali e piante giocano un ruolo importante nello sconvolgimento della situazione originale.
Alcuni piccoli animali abituati a vivere o a rifugiarsi in tane sottoterranee sono in grado di modificare il terreno e di spostare eventuali reperti archeologici.
Anche í vegetali dotati di grandii radici possono sconvolgere la stratígrafia e spostare il materiale archeologico. Gli uni e gli altri sono infine responsabili della creazione di quello strato superficiale chiamato "humus", ossia quel primo strato che ricopre la maggior parte dei suoli geologici e che è composto generalmente da materiale organico derivante dalla decomposizione e compressione di resti biologici.

I fattori ANTROPICI o umani.
Importantissimi sono i fattori umani; si tratta di quell'insieme di azioni umane come la costruzione di edifici sopra rovine più antiche, oppure l'abbattimento e lo spianamento di aree urbanizzate, e molti altri eventi tipicamente umani come gli incendi ed altre catastrofi, che fanno sì che i resti vengano sepolti e a volte sconvolti. Tutte queste modificazioni e le loro tracce, dal punto di vista archeologico, non fanno altro che accrescere la storia e l'interesse del nostro sito per coloro che vogliono capire e conoscere.

La STRATIGRAFIA
nasce in ambito inglese intorno agli anni Cinquanta ed è divenuta attiva in Italia dagli anni Ottanta. Frutto di una lunga evoluzione dello scavo archeologico, essa permette, a differenza dei precedenti tipi di scavo che miravano unicamente a portare alla luce i reperti, di estrarre i materiali secondo un preciso ordine cronologico e quindi di approfondire l'evoluzione del sito nelle fasi che hanno portato alla sua rovina e seppellimento. Essa trae i suoi concetti dai fondamenti di stratigrafia geologica, ossia quella branca della geologia che studia le formazioni dei suoli secondo quei fenomeni di accumulo di detriti che creano una serie di stratificazioni del terreno, le quali sono indice di un'evoluzione nel tempo secondo quei meccanismi che sono poi i medesimi della stratigrafia archeologica; ma mentre la geologia studia questi fenomeni per comprendere meglio l'evoluzione del suolo, la stratigrafia archeologica invece indirizza questo obiettivo entro il campo evolutivo dell'uomo e dei suoi insediamenti.
Per scavo stratigrafico si intende quell'attività per cui «i depositi archeologici vengono rimossi in senso inverso a quello in cui si sono formati, unitariamente, seguendo le loro forme individuali, i loro contorni, i loro rilievi» (Harris, 1979). Un procedimento, quindi, che mira a sfogliare il terreno procedendo verso strati sempre più antichi e suddividendo i reperti non più in base alla sola provenienza geografica, ma collegando la loro posizione topografica ad un determinato periodo storico.
Un deposito o strato, può innanzitutto avere due differenti origini; antropica, essere quindi generato da azione umana, oppure può avere origine naturale, cioè essere dovuto a processi indotti da fenomeni naturali. Tutte le forme di stratificazione, siano esse geologiche o archeologiche, sono il risultato di tre diversi processi:
1) erosione, distruzione;
2) movimento, trasporto;
3) deposito, accumulo;

In ogni caso fenomeno è sempre formato da due azioni principali: distruzione di un equilibrio e creazione di un equilibrio nuovo.
Il processo naturale si attua grazie ad un agente erosivo, come l'azione dell'acqua o del vento, in grado di sollevare o trasportare seco materiale e depositarlo in altre zone quando la forza dell'agente stesso diminuisce e perde quindi la capacità di trasporto. L'azione umana invece è principalmente un'azione di distruzione dell'equilibrio naturale, che è sempre presente sotto forma di stratigrafia naturale, per adattare il territorio alle esigenze dell'uomo; vi saranno perciò azioni di distruzione atta al ricavo di materie prime e per la costruzione stessa degli ambienti antropici.
La formazione di una stratificazione si attua per sequenze cicliche, cioè attraverso periodi di attività e di pausa.
I periodi di attività corrispondono al momento in cui l'agente di trasporto accumula materiale e sono rappresentati dal volume dello strato. Le pause invece sono momenti in cui lo strato non cresce. Esse sono rappresentate dalle separazioni tra una stratificazione e l'altra e risultano come superfici dette interfacce. Queste ultime possono anche essere descritte come i momenti di esposizione di uno strato e cioè il periodo di tempo trascorso fra uno strato formato e uno che comincia a formarsi al di sopra di esso.
L'azione di deposito/accumulo comporta sempre uno strato e la sua interfaccia. L’insieme rappresenta una stratificazione positiva a causa dell’apporto di materiale. Viceversa l’azione di erosione/distruzione comporta una mancanza parziale o totale di uno o più strati e da origine ad una stratificazione negativa.
In genere gli strati tendono ad accumularsi in depressioni naturali del terreno oppure in ambienti chiusi (costruzioni, grotte…) che sono detti “bacini di deposito”. Gli strati possono ovviamente avere spessori e forme diverse in funzione sia della forza (naturale o umana) esercitata nel trasporto del materiale sia dalla natura del materiale stesso.
La determinazione dell’origine (naturale o antropica) dello strato si ricava da:
1) la natura del materiale depositato
2) il modo in cui è stato eroso
3) la maniera in cui si è accumulato.

A loro volta gli strati presentano alcune caratteristiche principali che sono:
A ) la superficie: orizzontale, inclinata o verticale
B ) il contorno ed un rilievo, rappresentati da curve di livello quotate
C ) il volume
D ) la posizione topografica in tre dimensioni
(latitudine, longitudine e altezza/profondità)
E ) la posizione stratigrafica, indice di una cronologia relativa
F ) la cronologia assoluta che in genere viene riferita al reperto più antico ritrovato all’interno dello strato.

La scelta del reperto più antico evita il rischio che intrusioni successive possano alterare una corretta datazione. In altre parole, se seppellissi un cellulare del XXI secolo in una fossa scavata abbastanza in profondità da raggiungere uno strato romano-imperiale, sarebbe assai improbabile attribuire il cellulare medesimo alle proprietà dell’imperatore Nerva.

   
METALDETECTOR  
(tratto da: Renfrew e Bahn)  

Questi tipi di dispositivi elettromagnetici sono utili anche nella ricerca di resti sepolti, e non solo di quelli metallici. Facendo passare una corrente elettrica alternata in una bobina trasmittente, si genera un campo magnetico alternato; gli oggetti metallici sepolti provocano distorsioni di questo campo magnetico, le quali possono essere rivelate da una bobina ricevente e trasformate in segnali elettrici. Anche elementi quali buche, fossati, muri e fornaci per ceramica possono talvolta essere individuati con questo dispositivo grazie al fatto che la loro suscettività magnetica è diversa da quella del suolo e del sottosuolo circostante.

Moderni metaldetector
I metaldetector sono di grande aiuto per gli archeologi, particolarmente perché danno in poco tempo risultati di carattere generale e localizzano oggetti moderni che possono giacere appena sotto la superficie del suolo. Essi sono molto usati anche dai non-archeologi, nella maggior parte dei casi da dilettanti responsabili, ma talvolta anche da coloro che sciaguratamente danneggiano i siti antichi e che spesso scavano buche senza preoccuparsi minimamente di registrare e consegnare alle autorità i materiali rinvenuti.
   
 
Bibliografia specifica e letture consigliate:  
Colin Renfrew - Paul Bahn, Archeologia, Zanichelli  
Carandini, Teoria e pratica della ricerca archeologica, Torino 1986  
A. Guidi, I metodi della ricerca archeologica, Roma-Bari 1994  
I. Hodder, Leggere il passato, Torino 1992
Gruppi Archeologici d'Italia, Manuale del volontario in archeologia, Torino, 1996
   
Archeoastronomia
   
ultimo aggiornamento della pagina:
Domenica, 9 Maggio, 2010 12:15