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Breve storia di Pula
Riguardo alla storia più
antica della città di Pula si hanno poche notizie. Tutte le informazioni
provenienti dal mondo antico fanno riferimento all'antica Città di Nora che
si trova sul promontorio di Capo di Pula. Si può supporre comunque che Pula
sia nata come centro urbano erede naturale di Nora, senza pur avere
continuità storico - culturali con l'antico insediamento punico - romano.
Questa eredità urbana può essere confermata dalla presenza, in alcuni
edifici di Pula, di materiali prelevati dalle rovine di Nora durante la
ricostruzione avvenuta nel 17° secolo dopo la cessazione delle incursioni
arabe, durante le quali, la città fu teatro di continue battaglie contro i
turchi che nel 1520 subirono una pesante sconfitta.
Il nome Pula deriva
dalla parola greca pùle che vuol dire passaggio. In epoca medievale il
territorio di Pula veniva chiamato Padulis de Nura perché occupato da vaste
zone paludose. Villa di Pula, questo è il nome che prese nel periodo
aragonese, fu data in feudo a nobili e funzionari.
Entrò a far parte della contea di Quirra e a partire dal 17° secolo iniziò
la sua rinascita con le bonifiche e lo sviluppo dell'attività agricola
promossa dai religiosi cristiani che a Pula costruirono alcuni loro
insediamenti. Nei primi anni del 1800, anche grazie agli incentivi dello
stato, il territorio di Pula vide intensificare le bonifiche e lo sviluppo
dell'olivicoltura.
Personaggi come il Conte Nieddu, che piantò solo a Pula
oltre 4000 ulivi, furono protagonisti di questo sviluppo economico. Con
l'arrivo delle riforme di Carlo Alberto si diffuse la frutticoltura. Ancora
oggi l'agricoltura è la principale risorsa economica insieme a turismo e
commercio. I monumenti storici più importanti di Pula sono la Villa Santa
Maria costruzione in stile neoclassico, la parrocchia, la chiesetta di Sant'Efisio
e naturalmente la zona archeologica di Nora.
Nora
Molto probabilmente il sito di Nora fu abitato anticamente da popolazioni
nuragiche: alcuni resti di ceramiche appartenenti alla civiltà nuragica sono
stati ritrovati sulla Punta di Coltellazzo. Inoltre nell’angolo Sud-Est
delle terme a mare c’è un pozzo nuragico (che ancora non è stato scavato)
con una serie di gradini che scendono verso l’acqua. Attualmente non ci sono
nell’area della città resti di costruzioni nuragiche, ma è probabile che
esistesse una torre nuragica dove ora sorge la torre di Coltellazzo. Le
costruzioni nuragiche nel retroterra sono invece assai dense: sul rilievo di
Sa Guardia Mongiasa, abbastanza vicino alla città, ci sono i resti di un
piccolo nuraghe.
Sulla colonizzazione fenicia abbiamo notizie più sicure. Lo storico greco
Pausania racconta che gli Iberi, guidati dal condottiero Norax, sbarcarono
in Sardegna e vi fondarono la prima città: Nora. Dal momento che i Fenici
controllavano il commercio nella penisola iberica, gli storici ritengono che
gli Iberi fondatori di Nora fossero appunto i Fenici.
Alcune epigrafi (iscrizioni su pietra) fenicie dell’VIII secolo a. C.
ritrovate a Nora indicano questa città come la prima della Sardegna.
I naviganti fenici giunsero dal mare, non come invasori, ma per commerciare;
si stanziarono dapprima in insediamenti temporanei che dovevano servire come
magazzini di raccolta di materie prime. Certamente la tipologia del luogo
corrispondeva alle esigenze dei Fenici, poiché Nora presenta un ottimo
riparo per le navi in caso di tempesta. L’altura di Coltellazzo ha ospitato
probabilmente il primo centro urbano (750 a.C. circa). I Fenici avevano
certamente relazioni commerciali pacifiche con gli abitanti del luogo. Con
l’ampliarsi dei traffici la città crebbe di dimensioni ed iniziò ad
estendersi oltre la zona del promontorio sino ad occupare probabilmente la
parte bassa della penisola.
Nel VI secolo emerse nel Mediterraneo occidentale la potenza marittima di
Cartagine (situata sulle coste del Nord-Africa). Alla metà del secolo i
Cartaginesi invasero la parte occidentale della Sicilia, dove incontrarono
la resistenza delle città della Magna Grecia. In seguito si rivolsero contro
la Sardegna ed attaccarono le città fenicie. Una prima spedizione comandata
dal generale Malco venne sconfitta, ma alla fine del secolo una seconda
spedizione comandata dai generali Asdrubale ed Amilcare ottenne l’alleanza
di Tharros e di Karalis. I Cartaginesi riuscirono a conquistare Sulcis e
Nora, che si erano opposte all'invasione, pertanto dal 509 a.C. la Sardegna
passò sotto il dominio cartaginese.
Comunque i resti archeologici del periodo punico non sono numerosi a Nora:
risalgono a tale epoca le fondazioni del tempio di Tanit, le fortificazioni
sulla Punta di Coltellazzo ed alcuni resti di case e muri, poiché a tutte le
costruzioni cartaginesi si sono sovrapposti edifici più recenti di epoca
romana.
In epoca cartaginese Nora si avvantaggiò dei traffici marittimi nel bacino
del Mediterraneo, come dimostrano i ricchi corredi ritrovati nelle tombe
puniche: ceramiche, amuleti, gioielli provenienti dalla Grecia, dall’Africa,
dall’Italia. La città dunque doveva essere piuttosto ricca ed attiva.
Probabilmente la piazza del mercato cartaginese era situata dove ora sono
visibili i resti del foro romano. Essa doveva essere il centro di una fitta
rete di scambi: rame proveniente dalla Sardegna centrale, stoviglie
etrusche, ceramiche attiche, piombo ed argento del Sulcis, oro dal Sahara,
oggetti in rame provenienti da Cipro, manufatti in avorio africano. Poche
tracce sono rimaste delle città punica: tra esse il tophet e necropoli
distrutte dal mare.
Nel 238 a. C. la Sardegna fu conquistata dai Romani, quindi anche Nora passò
sotto la dominazione romana. All’inizio era la sede del governatorato ed era
considerata la principale città dell’isola, ma ben presto Karalis la
sostituì in tale ruolo.
Comunque anche in seguito Nora rimase una città importante: essa era caput
viae (città all’inizio di una strada importante, a partire dalla quale si
contavano le distanze). L’importanza della città è attestata dalla presenza
di ben quattro edifici termali, di un teatro e di un anfiteatro (non ancora
scavato) e di alcune ville signorili situate ad una certa distanza dal
centro urbano vero e proprio. Le case della gente comune erano invece di
piccole dimensioni, costituite per lo più di un solo ambiente al piano
inferiore e di un soppalco in legno al piano superiore utilizzato per
dormire.
I reperti archeologici conservati al Museo di Pula ci offrono un’idea della
vita quotidiana nella città di Nora: si tratta di oggetti di uso comune
fabbricati sul posto o provenienti da tutte le coste mediterranee.
La lenta decadenza di Nora cominciò nel IV secolo d.C., quando l’impero
romano iniziò a vacillare ed i mari diventarono insicuri. Con l’arrivo dei
Vandali (455 d.C.) la città concluse il suo ciclo vitale con il lento
abbandono da parte degli abitanti, che preferirono stabilirsi nell’interno,
in zone più sicure.
Nel VII secolo d.C. iniziarono le scorrerie dei pirati saraceni ed oramai
Nora veniva considerata più un praesidium (fortezza militare) che un centro
urbano.
Nell’VIII secolo d.C. ci sono tracce di un incendio nella zona delle terme a
mare. Poi l’area fu definitivamente abbandonata.
Dunque la storia di Nora si estende nell’arco di 1600 anni, dall’VIII secolo
a.C. all’VIII secolo d.C. |