Primo Maggio dal Dopoguerra ad  Oggi


All'indomani della Liberazione, il 1 maggio 1945, partigiani e lavoratori,
anziani militanti e giovani che non hanno memoria della festa del lavoro,
si ritrovano insieme nelle piazze d'Italia in un clima di entusiasmo.

Appena due anni dopo il 1 maggio è segnato dalla strage di Portella della Ginestra,
dove gli uomini del bandito Giuliano fanno fuoco contro i lavoratori che assistono al comizio.

Nel 1948 le piazze diventano lo scenario della profonda spaccatura che, di lì a poco,
porterà alla scissione sindacale. Bisognerà attendere il 1970 per vedere di nuovo
i lavoratori di ogni tendenza politica celebrare uniti la loro festa.

Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che al movimento
dei lavoratori si offrono altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato
al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio.

Oggi un'unica grande manifestazione unitaria unisce il momento politico, mentre il concerto
rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente
allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti:

"Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l'interruzione volontaria del
lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de'sensi; e un'accolta di gente, chiamata
ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell'avvenire,
naturalmente è portata a quell'esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire,
che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa".

"Archivio Storico "Manuela Mezzelani"

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