LAVORI E RESTAURI eseguiti in Duomo dal 1981

Nell'archivio parrocchiale, all'infuori dei Registri di Battesimi (dal 1568) Matrimoni e Morti, non si conservano documenti di rilievo.E di questa mancanza non si sa dare una motivazione plausibile. Nulla vi si trova, per l'argomento che riguarda questa pub­blicazione, circa la costruzione del Duomo attuale, né del precedente, né di altre chiese di San Vito.

Già si è detto che non si conosce in quale anno del 1800 è stata fatta la decorazione pittorica al1' interno del Duomo. Dei notevoli lavori eseguiti nel 1952, ho riportato la testimonianza diretta di Mons. Corazza che ne fu l'animatore instancabile.

Ritengo opportuno indicare qui, perché se ne abbia un riferimento certo, gli interventi che sono stati fatti in Duomo dal 1981 ad oggi, giugno 1995.

Maggio 1981 - Viene installato un nuovo impianto di amplificazione (microfoni, casse acustiche e amplificatore), fornito dalla ditta Orion GT di Milano.

Anno 1982 - Viene portata in Duomo l'acqua corrente e viene costruito un sert~izio igienico sotto la scala che sale alla sagrestia superiore (spesa lire 5.102.000).

Anno 1984 - La pavimentazione del sagrato antistante la facciata del Duomo è stata rifatta nel 1974.

Sul lato verso via Bellunello il sagrato era rimasto sterrato. Le fondamenta del Duomo erano in più punti, soprattutto agli angoli e nelle rientranze del presbiterio, corrose dall' umidità e dagli arbusti che vi crescevano.

La pavimentazione in pietra, con la posa delle querce al posto dei ligustri ormai rinsec­chiti e marcescenti, è stata eseguita nel luglio-agosto 1984 (spesa lire 49.000.000), in modo da completare la pavimentazione dell'ingresso. Altre piante sono state messe a dimora sul lato nord ed è stato costruito il marciapiedi lungo il muro del Duomo fino alla centrale termica.

Le pietre e i gradini (pietra di Torreano bocciardata, gradini in pietra d'Istria Ossera le­vigati e modanati) sono stati forniti dalla ditta Alvise Trevisan di Vigonovo di Fontana­fredda, e i lavori sono stati eseguiti dall'Impresa Sergio Francescutti di San Giovanni di Casarsa. Ritte le piante, messe a dimora ormai grandi, sono state fornite dalla Ditta Daniele Nevio di Cordovado (spesa di lire 8.000.000).

 

Maggio 1984 - Nuovo altare ligneo per la celebrazione della S.Messa. La mensa è sostenuta da 8 colonnine a spirale che poggiano (4+4) su due piedistalli con cornici a base unica, completate da capitelli scolpiti in perfetta armonia con i banchi laterali del presbiterio e con quelli dell'altare maggiore. Il tutto in legno di noce, leggermente scuro e patinato all'antica.

Il lavoro è stato eseguito dall'artigiano Franco Sclippa (laboratorio al Ponte Rosso), con la collaborazione artistica del Prof. Virgilio Tramontin.

Ottobre 1985 - Il Duomo si arricchisce del nuovo Ambone per la proclamazione della Parola di Dio. In legno di noce e ferro battuto, che lo unisce all'altare per la celebrazio­ne della S.Messa, è anch'esso opera di Franco Sclippa.

Dicembre 1985 - Vengono ricollocati in Duomo i dipinti restaurati da GianCarlo Magri presso i1 laboratorio del Museo Civico di Pordenone con l'autorizzazione della Soprin­tendenza del Friuli-Venezia Giulia. La spesa (lire 25.000.000) è sostenuta dalla Comu­nità parrocchiale.

Le opere restaurate costituiscono un patrimonio artistico di prim'ordine e sono le se­guenti:

- n. 3 dipinti ad olio su tela raffiguranti Gesù lava l 'piedi degli Apostoli, La Samarita­na al pozzo e Cena in casa di Simonefan'seo , opere di Pomponio Amalteo;

- n. 5 tavole raffiguranti Scene della passione dei Ss. Vito. Modesto e Crescenzrà, opere di Pomponio Amalteo;

- n. 1 tela raffigurante la Deposr'zróne del Cristo morto, opera di Pomponio Amalteo-

- n. 1 tela raffigurante la Madonna di Loreto con i Ss. Giovanni Battista e Nicolò, opera di Alessandro Varotari;

- n. 1 dipinto settecentesco, olio su tela di autore ignoto, raffigurante l'Estasi di S. Francesco.

Marzo 1986 - Sui banchi del Duomo viene opportunamente inserita una tavola per posare i sussidi liturgici. L'intervento è della Ditta Luciano Trevisan di Rosa

 

Dicembre 1987 - Vengono portati a termine i lavori per il prolungamento del presbiterio. La riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano 11 aveva messo in evidenza la già nota ristrettezza del presbiterio (profondità m 3.50). Fin dal 1984 era stata costruita una pedana in legno davanti alle balaustre (che delimitavano il coro sulla linea dell'ar­co trionfale) ed erano stati collocati fuori del presbiterio l'altare per la S.Messa e l'am­bone: sistemazione evidentemente provvisoria, ma che aveva confermato la necessità di un intervento più adeguato e funzionale.

Ottenuta l'autorizzazione della Commissione diocesana per l'Arte Sacra (adunanza 5.6.1987) e della Soprintendenza del Friuli-Venezia Giulia (lettera 3.4.1987), è stato realizzato il seguente progetto (Studio ing. Angelo Chiarot) :

- il presbiterio è stato prolungato di circa m 1.50 (corrispondente a mezza balaustra);

- le due balaustre, divise ciascuna a metà, sono state ricollocate ad angolo retto in modo da delimitare opportunamente lo spazio presbiteriale;

- sul davanti del coro, rifatti i tre gradini in pietra;

- il pavimento esistente nel coro è stato demolito (era composto di una graniglia molto deteriorata) e completamente rifatto su tutta l'area presbiteriale, identico al precedente nel disegno e nei colori ma in lastre di pietra levigate;

- i gradini e la pedana dell'altare maggiore hanno richiesto un restauro e in parte un rifacimento, considerato il grave degrado in cui si trovavano;

- sono state sostituite le lastre di pietra, ormai deteriorate, alla base dei pilastri che sostengono le statue dei Santi Patroni;

- sotto il nuovo pavimento sono state collocate le linee per l'impianto di amplificazione ed è stato costruita una trave armata che attraversa il presbiterio e lega alla base i pila­stri dell'arco trionfale.

I lavori di restauro delle balaustre, della pedana e dei gradini dell'altare maggiore, la posa in opera del pavimento sono stati eseguiti dal sig. Eugenio Nonis di San Giovanni di Casarsa. I tre gradini del coro precedente sono rimasti sotto il nuovo presbiterio, secondo la volontà espressa dai tecnici della Soprintendenza.

Anni 1988-1989 - Lavori di ripristino e di restauro del Duomo. Il Ministero dei Lavori Pubblici, mediante convenzione con la Curia Vescovile, in base alla Legge 29.5.1976 n. 336 e successive modifiche, ha concesso un finanziamento per riparare i danni pro­vocati dal terremoto del 1976.

I lavori hanno riguardato principalmente:

- la posa di un cordolo armato sulla sommità dei muri perimetrali, sia del Duomo che della sagristia, con tiranti liberi sostenuti dalle catene delle capriate;

- i ritti che reggono l'arco trionfale sono stati opportunamente legati nelle fondazioni, come già si c detto;

- il tetto è stato ripassato totalmente ponendo sotto il manto di copertura un ondulato plastico in modo da rinforzare la tenuta dell'acqua;

- è stato realizzato un nuovo accesso esterno al sottotetto con nuova passerella in ferro sulle capriate;

- il portale d'ingresso è stato rafforzato (il finanziamento non prevedeva di più, mentre sarebbe necessario un intervento radicale) ;

- il muro di facciata del Duomo è stato legato da una trave armata per tutta la lunghez­za;

- all'interno del Duomo, sono state ricucite le fenditure esistenti sulla parete d'ingresso, sull'arco trionfale, sulla parete di fondo e su tutti i finestroni; rifatte diverse parti di intonaco corroso dall'umidità.

0_uesti interventi sono stati coperti dal contributo ministeriale. Ma sono stati necessari altri notevoli lavori di completamento e integrazione, e questi sono rimasti a carico della Comunità: le grondaie in rame, l'impianto antifulmine nuovo secondo le norme vigenti, i1 restauro parziale dei finestroni, il nuovo impianto per l'illuminazione e per le campane con il rifacimento di tutte le linee compreso il quadro comandi e, su tutto, il ripristino-restauro della decorazione interna che, con parere unanime, si è voluta con­servare.

La spesa per quest'ultimo lavoro è stata particolarmente rilevante (preventivo lire 130 milioni), e sono stati necessari nove mesi di ininterrotto lavoro, con le funzioni liturgi­che trasferite nella chiesa di S. Lorenzo. Il Duomo è stato riaperto i124 dicembre 1989, quarta domenica di Avvento, con la S.Messa delle ore 9 celebrata dal Vescovo S.E. Mons. Sennen Corrà.

Il ripristino della decorazione è opera del restauratore Enzo Bortali da Clauzetto-Vene­zia, costantemente seguito dai tecnici della Soprintendenza dott. Paolo Casadio e arch. Jilberto Iacuzzi, che hanno approvato anche la modifica apportata alla decorazione della facciata dell'organo, dietro l'altare maggiore.

Il progetto dei lavori approvati dal Ministero LL.PP. è dello studio tecnico ing. Angelo Chiarot; direttore dei lavori ing. Luciano Bubba. La relativa gara di appalto è stata vinta dall'impresa Dino Spagnol da Praturlone.

 

L'integrazione di materiali per impalcatura e di manodopera è stata fornita dalle imprese S. Francescutto, A. Durigon, Gnesutta & Nadalin; l'impianto elettrico di illuminazione, di diffusione e delle campane è stato curato dalla ditta W. Rigoli; l'impianto di parafulmini è stato realizzato dalla ditta G. Bombardella; la porta delle Reliquie (di fronte alla sagrestia) e il nuovo portone dell'ingresso principale (identi­co a1 precedente nel disegno, e con recupero di tutte le parti in ferro del precedente portone) sono opera della ditta L. Trevisan di Rosa; interventi parziali sull'altar maggiore (sostituita la base su cui poggiano i candelieri) sono del restauratore E. Nonis di San Giovanni di Casarsa; il restauro delle cornici lignee della Via Crucis è della ditta P. Panizzo

 

Ottobre 1990 - Vengono costruite 6 panchine e due piccoli tavolini per il coro del Duomo dal falegname Giarduz Luigi Angelo di Madonna di Rosa.

 

Dicembre 1990 - La centrale termica del Duomo, installata nel 1967, pur con ripetute riparazioni aveva svolto la sua indispensabile funzione di riscaldamento nei mesi invernali. Ad una accurata ispezione compiuta nei primi giorni di novembre, si è rive­lata inutilizzabile e non più riparabile. Con la massima sollecitudine si sono chiesti pre­ventivi per una nuova centrale termica e la ditta W. Rigoli ne ha curato la non facile installazione a tempo di record.

La spesa è stata di lire 15.000.000, totalmente a carico della Parrocchia, cui ha dato un validissimo contributo un generoso benefattore.

Maggio 1991 - Restauro dell'altare della Madonna di Loreto. 'rutta la parte bassa (la mensa, il bellissimo paliotto a pietre rare incastonate, i due fianchi con tarsie di identi­ca fattura, i gradini e la predella) era in uno stato di crescente degrado a motivo della rimonta di umidità per capillarità, che aveva polverizzato i1 marmo in vaste zone e fatto cadere e perdere anche alcune parti in pietra dell'intarsio.

Il restauratore Eugenio Nonis, da San Giovanni di Casarsa, ha rimosso i due gradi­ni, la predella, il paliotto e laterali, la mensa. Sono stati rifatti i due gradini, integra­ta la predella con marmi a motivo esagonale identici a quelli recuperati. II paliotto e le due formelle con i motivi floreali sono stati restaurati e integrati nelle parti man­canti seguendo il tratteggio sul grafico: fori da uno o due millimetri, dove si presta­vano le fughe fra un motivo ornamentale e l'altro, pulizia ad aria compressa, inie­zione di resina liquida, stuccatura delle fughe con stucco colorato. Identico inter­vento sugli innesti dei marmi della mensa. Sono state stuccate le due colonne late­rali rivestite in verde Alpi. I vari elementi dell'altare sono stati infine ricomposti su una guaina di piombo alla base.

Il restauro ha ridato all'altare il suo splendore originale. Costo dell'intervento lire 15.000.000 con contributo di lire 10.066.000 da parte della Direzione Regionale Istru­zione e Cultura sulla L.R. 18.11.1976, n. 60.

Maggio-agosto 1992 - Restauro dell'Altare Maggiore. La mensa dell'altare è stata completamente smontata per poter rifare la muratura interna di sostegno, restaurare in laboratorio il grande paliotto e gli specchi laterali, integrare le parti mancanti con ve~de Alpi, nero Belgio, Carrara "D". Sul retro dell'altare sono state fatte integrazioni con breccia Medicea.

Per volontà della Soprintendenza, non sono stati "rifatti" i due angeli in bassorilievo ai lati del paliotto (non si sa in quale epoca, è stato rovinato in particolare quello di sini­stra) per non creare falsi storici. Invece sono state ricostruite quattro ali dei piccoli angeli sopra l'altare, tre a quelli che reggono il turibolo, una a un angelo che sostiene la base dell'ostensorio.

Su tutto il complesso si è proceduto ad una accurata pulizia degli innesti e delle fughe con stuccature dove necessario.

Rimontato l'altare, si è potuto anche riempire il vuoto della cornice ovale sostenuta dalle colonne che affiancano il Tabernacolo. Secondo la testimonianza di P. Faustino Boem, confermata anche da altre persone, un tempo (fino a 40 anni fa?) in quella cor­nice si trovava il simbolo eucaristico del Pellicano. Rintracciato il piccolo dipinto nei locali sovrastanti la sagrestia e ripulito, è stato ricollocato al suo posto, e completa bene l'insieme dell'altare.

L'intero lavoro, curato dal restauratore Eugenio Nonis di San Giovanni di Casarsa, è costato lire 23.000.000, come da preventivo, spesa coperta in parte da un contributo di lire 13.000.000 della Direzione Regionale istruzione e Cultura sulla legge 18.11.1976 n. 60.

Gennaio 1993 - A cura dell'Amministrazione Comunale, sono stati eseguiti notevoli lavori di arredo urbano sulle strade dell'area del Castello e del centro storico. Era dun­que il momento anche per sistemare la stradina che passa dietro il Duomo e il piccolo spiazzo che s'allarga dietro la sagrestia. E' stata realizzata la pavimentazione in cubetti di porfido, come in via Bellunello, per una spesa di lire 15.000.000, totalmente soste­nuta dalla Parrocchia.

Ottobre 1994 - Anche l'organo ha bisogno di una completa revisione. La Ditta Zanin di Codroipo ha presentato una relazione sulle condizioni dello strumento ed un preven­tivo di spesa (poi aumentata) indicata in lire 92.700.000, IVA esclusa.

L'organo è opera di Beniamino Zanin, costruito nel 1912. E' collocato in presbiterio, dietro l'altare maggiore, in alto, dove esisteva anticamente una cantoria, entro un vano in muratura. Era uno strumento a trasmissione meccanica, elettrificato nel 1952 in occasione dello smantellamento della cantoria. Nel 1977 venne rinnovata la consol­le. Le tastiere originali contavano 58 note e la pedaliera 27 (attualmente portate a 61 e 32). Dispone di due somieri a tiro, in noce, per i manuali e due in larice per i pedali. Il mantice è a lanterna, le canne di facciata sono in stagno, quelle interne parte in tigra­to, parte in lega ricca di piombo.

A seguito del terremoto del 1976 e dei lavori per il ripristino del Duomo (1988-89), molta polvere e piccole parti di intonaco sono cadute sulle canne, scordando lo stru­mento e rendendo difficile il movimento delle stecche dei registri. 'Ilitte le parti pneu­matiche (manticetti dei registri, mantici, ecc.) necessitano di riparazione con almeno parziale sostituzione delle impellature.

L'ipotesi di restauro prevede: smontaggio di tutte le canne dai somieri; smontaggio dei somieri; trasporto del materiale in laboratorio; trattamento antitarlo a tutte le parti lignee; rimessa in forma delle canne in metallo; restauro delle ance; completa apertura dei somieri con impermeabilizzazione dei canali, reimpellatura, ecc.; riparazione delle perdite d'aria ai mantici e alle condutture; restauro delle canne in legno con sostituzio­ne delle pelli di tenuta d'aria alle portine e ai tappi; revisione delle parti elettriche di funzionamento della consolle; revisione di tastiere e pedaliera con loro completa rifel­tratura ai movimenti; rimontaggio entro la cassa dell'organo; intonazione ed accorda­tura.

Chiesto un intervento regionale, la Direzione Regionale dell'istruzione e della Cultura ha disposto un finanziamento di lire 35.000.000 sulla L.R. 18.11.1976 n. 60 per un primo lotto di lavori.

Dicembre 1995 - Dal 1988, anno del ripristino dell'interno del Duomo, il Crocifisso ligneo che era posto sulla finestra di fondo (chiusa in epoca imprecisata) del presbite­rio, era custodito nei locali della sagrestia. Quando venne staccato, infatti, ci si rese conto non soltanto della necessità di un suo urgente restauro, ma anche del suo valore storico e artistico. Su insistenza dei tecnici della Soprintendenza Regionale, il compito è stato affidato alle restauratrici di opere d'arte Anna e Andreina Comoretto, che hanno laboratorio in Pordenone. La Parrocchia si è assunta completamente la spesa di £. 13.685.000, IVA compresa.

Il complesso è di discrete dimensioni: infatti la croce è alta cm. 260 ed il corpo misura cm. 140 di altezza per cm. 130 di apertura delle braccia. Non si tratta comunque di misure tali da far pensare ad un Crocifisso monumentale dell'iconostasi, posto cioé sulla trave di separazione tra coro e navata.

Si tratta di un bell'esempio di scultura lignea del 1500 inoltrato, sicuramente di produ­zione locale che vede ben compresa la lezione della scuola veneta.

Il corpo, realizzato a tutto tondo, presenta una lavorazione piuttosto raffinata tanto che lo fa pensare visibile da tutte le angolazioni; le proporzioni sono equilibrate, ed anche questo è un motivo per cui non doveva essere collocato tanto in alto. Esso è disposto frontalmente a colui che prega in modo perfettamente simmetrico, a parte il volto leggermente reclinato sulla destra. Interessante è la resa drammatica degli occhi semi­chiusi e della smorfia di dolore che apre la bocca facendo intravvedere la lingua.

L'intaglio, che non trascura particolari di efficace resa naturalistica, rivela un'ottima mano; tra tali particolari sono il realismo delle vene e i riccioli dei capelli. Un particola­re curioso è il perizoma che non è intagliato ma reso naturalisticamente da un drappo in tessuto di cotone leggero.

L'attuale collocazione del Crocifisso, che risulta leggermente rialzato rispetto all'assem­blea, dietro la balaustra, nel coro, è certamente la più indovinata nel contesto di questa Chiesa, e certamente si avvicina al senso originario per cui tale scultura è stata con­cepita.

La scultura intagliata a tutto tondo in legno probabilmente di tiglio, presentava un esteso attacco di tarlo, soprattutto sulle mani e sui piedi, che comprendeva anche la perdita di alcune porzioni del supporto nonché la frattura delle parti. L'insieme si pre­sentava grossolanamente ridipinto da una stesura ad olio di aspetto ocra brunastro, con un denso strato di sporco di deposito.

Diversi sollevamenti degli strati di colore e preparazione riguardavano tutta la su­perficie e diverse erano le cadute degli stessi che lasciavano intravvedere il legno. Ad un esame più approfondito, il colore presentava almeno tre strati di ridipinture di cui le due più recenti di scadente qualità; questi rifacimenti si sono presentati in modo discontinuo soprattutto sulla parte anteriore del busto.

Il nimbo posto sul capo è chiaramente una grossolana aggiunta; anche la croce e il cartiglio con l'iscrizione non sono originari ma di discreta fattura.

Dopo aver smontato la scultura dalla croce, l'intero complesso è stato disinfestato dagli attacchi dei tarli; quindi si è proceduto al consolidamento delle parti lignee erose dagli stessi, alla asportazione delle ridipinture e al fissaggio degli strati pittorici. L'eliminazione delle ridipinture ha messo in evidenza il confine del colore originario intorno al perizoma, dove è risultato evidente che fin dall'origine doveva esistere un drappo in tessuto.

Le mancanze del legno e del colore sono state stuccate e integrate col colore con la tec­nica del rigatino.

Il Cristo è stato rimontato sulla croce utilizzando gli stessi chiodi.

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