Epoca medioevale

  

Il casale Puczzillum

Altri riferimenti a Palese nel corso dell'epoca medioevale sono stati ipotizzati da Vito Lozito nel suo studio su Santo Spirito (Santo Spirito: storia di un centro costiero in terra di Bari, pag. 19). L'Autore ritiene di individuare in alcuni casali i futuri nuclei di Santo Spirito e Palese. In particolare fa riferimento alla riconferma della giurisdizione concessa dal vescovo di Giovinazzo nel 1131 dalla chiesa di Terlizzi su alcuni casali tra Bitonto, Giovinazzo e Bari. Tra questi vi erano Puzillum (identificato come Palese da Lozito) e Castello Saracino (Santo Spirito). Altra fonte citata dallo stesso Autore è L. Paglia che nelle Istorie della città de Giovenazzo (libro stampato nel XVIII secolo) a pag. 67 menziona di un privilegio concesso dall'arcivescovo di Bari Rainaldus al vescovo di Giovinazzo Berto. L'atto è datato 8 dicembre 1172 e nello stesso vengono ricordati alcuni casali tra cui uno chiamato Puczzillum. Non vi è alcuna certezza che tale casale fosse nel territorio di Palese, potrebbe essere lo stesso circondato dalla palizzata o un altro. Tuttavia fatto sta che a Palese esiste una strada, in direzione di Bari che da lungomare Massaro porta alla S.S. 16 bis, chiamata Pizzillo che dà il nome a tutta la zona, a cominciare dalla costa sino all'interno, un tempo (e in parte ancora oggi) molto ricca di terreni ad uso agricolo. Potrebbe essere stato localizzato in questa zona il casale cui fa riferimento Lozito, anche se non vi è alcuna prova concreta se non la similitudine dei nomi (Puczzillum, Pizzillo), la presenza di proprietà fondiarie e la collocazione geografica tra Bari e Giovinazzo.

 

I confini tra Bitonto e Bari

 

Seppure indirettamente il territorio di Palese, al confine tra l'agro di Bari e quello di Bitonto, si inserì nelle controversie tra queste due città circa il confine tra le stesse. La conflittualità tra Bari e Bitonto ha la sua origine nel XIII sec. e si protrarrà nei secoli successivi, come avremo modo di vedere, per concludersi definitivamente solo nel 1928 quando Santo Spirito fu sottratta a Bitonto e annessa a Bari. Oggetto principale della contesa era il porto di Santo Spirito il quale, trovandosi sulla via marittima tra Bari e Barletta e avendo una discreta cala, poteva tornare utile ad una città marinara e commerciale come Bari. D'altro canto Bitonto, città dell'interno, aveva in Santo Spirito un importante sbocco sul mare al quale non era affatto disposta a rinunciare. La prima delimitazione dei confini risale al 1265. Il 12 febbraio di quell'anno Riccardo, conte di Caserta e capitano generale del Regno di Sicilia, ordinò a Tafuro di Capua di recarsi a Bitonto e collocare i termini lapidei confinari (lapides finales) per delimitare l'ambito territoriale della città. Il primo termine di confine fu posto ne luogo detto "Arenarum" (sulla costa tra Palese e Santo Spirito ove oggi sorge il Titolo). Altri segnali di confine (chiamati di solito pietre fitte) furono posti nelle terre di Bisanzio di Corrado oltre il cluso appartenuto a Emanuele, nelle terre di Pinola appartenenti all'episcopio di Bitonto, in via Camarata, nel luogo detto "Planca", nelle terre dette di "Scaccavata" ,  sino all'ultimo termine a "Babuttellus et Babutta"  (lago di Bavotta). Riportiamo per maggiore chiarezza e completezza il testo latino del documento:

"Ex parte maris versus Barum in loco qui dicitur Arenarum circa litus maris fixus est lapis unus; item prope terras, que fuerunt Bisancii de Corrado, fixus est lapis unus; item ultra clusum, qui fuit Hemanuelis, fixus est lapis unus; item in terris, que dicuntur de Pignolis et tenet eas episcopatus Botonti fixus est lapis unus; item in via Camerate iuxta terras macchiosas pheudi notarii Marci de Castellaneto, quod feudum est de  tenimento Botonti fixus est lapis unus; item in loco, qui  dicitur Planca, fixus est lapis unus; item in capite terrarum, que dicuntur de Scaccavata. que est de demanio Curie de tenimento Botonti, iuxta viam Bari, fixus est lapis unus; item sicut vadit per directum usque ad curtes, que dicuntur de Neris, in ipsis curtibus fixus est lapis unus;  item sicut vadit ab ipsis curtibus in ante per macchias Curie, que sunt inter locum qui dicitur Babuttellus et Babutta, in capite ipsarum maclarum, propre lacum Babutte fixus est lapis unus;…".  (Libro Rosso dell'Università di Bitonto, documento I 1,3, pp. 67-72)

Le località menzionate nel documento: Pinola, Scaccavato, Camarata, Bavotta rimandano a zone del territorio attuale tra  Palese e  Santo Spirito. I confini non sempre furono rispettati e diedero luogo ad aspre lotte e scontri tra le due città. Durante tali lotte  nel XIV sec. fu distrutto il Casale Camerato che si estendeva nel territorio tra Modugno e Bitonto (nella località oggi denominata Arco Camerato). Tale casale era già stato distrutto una prima volta dai Saraceni nel 992 e fu un possedimento della famiglia barese Effrem fino al periodo svevo. In particolare, il principale motivo di contrasto fu il confine posto nell'Arenario che impediva a Bari di espandersi verso nord in direzione di Giovinazzo e Molfetta.