Padre Pio


"Era presente alla mia nascita"

Di uno dei fenomeni di bilocazione più complessi di padre Pio fu testimone e insieme protagonista la marchesa Giovanna Rizzani Boschi, abitante a Trevi Umbro, vicino a Foligno.

La marchesa era suocera dell'attrice Giovanna Ralli, che suo figlio, Ettore, notissimo avvocato, ha sposato nel 1977.

Aveva conosciuto il Padre nel 1923, ed era diventata subito una sua figlia spirituale. Da allora gli era sempre stata molto vicina e aveva collaborato con lui durante la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza.

"La mia vita è stata legata a quella di padre Pio fin da quando venni al mondo" racconta la marchesa. "Naturalmente non ho testimonianze dirette, perché non ricordo nulla di quel giorno, ma esiste un misterioso documento scritto dallo stesso padre Pio, da cui si ricava che egli era presente alla mia nascita.

"Il 18 gennaio 1905, mio padre, Giovanni Battista Rizzani, era a letto, moribondo, nel suo palazzo di Udine. Mia madre, Leonilde Serrao, gli era accanto e lo assisteva. Era una donna forte e molto religiosa. Era in stato di avanzata gravidanza, ma si preoccupava solo della sorte del marito.

"Quando si fece buio, i cani, forse sentendo la fine prossima del loro padrone, si misero a ululare e a un certo momento, mia madre scese per calmarli. Quando fu in cortile, venne presa dalle doglie. Aiutata dal castaldo, l'amministratore della famiglia, partorì dove si trovava. Poi ebbe la forza di prendermi in braccio, di salire le scale e tornare nella camera del marito, che poco dopo mori.

"Fin da quando ero piccola, mia madre, ricordando questo fatto, diceva sempre che nel cortile, mentre io venivo al mondo, aveva visto un giovane frate Cappuccino. Non riuscì mai a capire se si era trattato di una visione, di una allucinazione o della realtà, anche perché in famiglia nessuno aveva mai conosciuto frati Cappuccini.

"Molti anni più tardi, quando ero già figlia spirituale di padre Pio, venni a conoscenza di alcuni particolari che gettarono una sconcertante luce su quell'episodio.

"Il confessore di padre Pio, padre Agostino da San Marco in Lamis, dopo avermi conosciuta, mi regalò un foglio di quaderno che aveva ricevuto dal suo discepolo nel 1905.

"Allora padre Pio non era ancora sacerdote. Frequentava il corso di filosofia e viveva nel convento di Sant'Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso. Aveva 18 anni ed era entrato nell'ordine dei Cappuccini soltanto da due. Nella sua vita, però, si manifestavano già fatti misteriosi che egli descriveva in lunghe lettere al suo confessore.

"Nel febbraio del 1905, tra le altre cose, aveva scritto a padre Agostino anche quel foglio, che il confessore aveva conservato insieme a tutti gli altri".

La marchesa Giovanna Rizzani Boschi prese da uno scrittoio un foglio di quaderno e me lo fece vedere. "Che questa sia la calligrafia di padre Pio non ci sono dubbi" disse. "Sono state fatte delle perizie e non avrei motivo di dubitare perché viene dal confessore del Padre."

Presi il foglio dalle mani della nobildonna e cominciai a leggere ciò che padre Pio aveva scritto nel lontano 1905:

"Giorni fa mi è accaduto un fatto insolito. Mentre mi trovavo in coro con fra Anastasio, erano circa le 23 del 18 del mese scorso, all'improvviso mi ritrovai lontano, in una casa signorile, dove il padre moriva mentre una bambina nasceva. Mi apparve allora Maria Santissima che mi disse: "Affido a te questa creatura. È una pietra preziosa, allo stato grezzo: lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile perché un giorno voglio adornarmene. Non dubitare, sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai in San Pietro". Dopo di ciò mi sono ritrovato nuovamente in coro".

"È difficile dare una spiegazione a questo scritto" disse la marchesa riprendendosi il foglio. "Forse padre Pio si riferisce a un sogno, a una visione, oppure esperimentò un vera e propria bilocazione.

Restano inspiegabili le coincidenze con la mia vita personale: il 18 gennaio 1905, giorno della mia nascita; il luogo: "una casa signorile", e la circostanza assolutamente insolita contenuta nella frase "un padre moriva mentre una bimba nasceva ."

L'incontro in San Pietro

La marchesa restò un attimo in silenzio guardando il foglio di quaderno che aveva tra le mani. Nella casa il silenzio era assoluto.

Poi riprese: "Rimasta vedova, mia madre si trasferì a Roma, presso i suoi genitori, e io crebbi in quella città. Frequentai il ginnasio e il liceo. Ebbi una educazione religiosa, ma durante gli anni del liceo ero tormentata da dubbi sulla fede. Desideravo incontrare un sacerdote che mi aiutasse, ma non riuscivo a trovare quello giusto.

"Un pomeriggio dell'estate del 1922 andai con un'amica a visitare la basilica di San Pietro.

"Mentre camminavo sotto le grandi arcate, il desiderio di confidare i miei dubbi a un sacerdote si fece più forte.

"Mi rivolsi a un sacrista, ma questi mi rispose che oramai era tardi e i sacerdoti erano già andati via. "Manca mezz'ora alla chiusura della basilica" disse.

"Io e la mia amica continuammo a girare nella chiesa.

"Mentre osservavamo un monumento, vidi di fronte a me un frate cappuccino. Mi avvicinai e gli chiesi se poteva ascoltarmi. il padre rispose di sì ed entrò nel vicino confessionale.

"Gli dissi subito che non avevo intenzione di confessarmi, ma volevo solo chiedere delle spiegazioni. Rimasi a parlare a lungo. Le sue parole erano convincenti e precise. Mi sentii subito sollevata.

"Quando uscii, dissi alla mia amica: "Come è dotto questo religioso. Aspettiamolo. Voglio chiedergli dove risiede per tornare a parlare con lui".

"In quel momento arrivò il sacrista e ci pregò di uscire perché doveva chiudere.

""Aspettiamo il cappuccino che si trova in quel confessionale" dissi.

""Deve uscire anche lui, altrimenti rischia di passare la notte qui dentro" aggiunse il sacrista e si avvicinò al confessionale, alzò la tendina, ma non c'era nessuno.

""Se n e già andato" disse.

"Guardai la mia amica meravigliata e mormorai: "Chissà da dove è uscito".

"I miei dubbi sulla fede continuarono. Sacerdoti come il cappuccino incontrato in San Pietro, non ne trovai più.

"Nell'estate dell'anno successivo, per la prima volta sentii parlare di padre Pio e provai immediatamente il desiderio di andare da lui. Insieme a una zia e ad alcune amiche organizzai il viaggio.

"Al piccolo convento di San Giovanni Rotondo trovammo molta gente. C'erano anche diverse personalità.

"11 corridoio che dalla sacrestia portava alla clausura era gremito. Riuscii a trovare un posto in prima fila. Passando, padre Pio si fermò di fronte a me. Mi guardò negli occhi e sorridendo mi disse: "Giovanna, io ti conosco. Tu sei nata lo stesso giorno in cui morì tuo padre".

"11 mattino seguente andai a confessarmi. Appena mi avvicinai, padre Pio, dopo avermi benedetta, mi disse: "Figlia mia, finalmente sei venuta. Da tanti anni ti aspettavo".

""Padre, forse mi confonde con un'altra persona" risposi.

"No, non mi sbaglio; anche tu mi conosci" aggiunse.

"È la prima volta che vengo a San Giovanni Rotondo" ribattei. "Fino a pochi giorni fa non sapevo neppure che lei esistesse."

"L’anno scorso," disse il Padre "in un pomeriggio d'estate, ti sei recata con un'amica nella Basilica di San Pietro in cerca di un sacerdote che potesse illuminare i tuoi dubbi sulla fede. Hai incontrato un cappuccino e hai parlato a lungo con lui. Quel cappuccino ero io."

"Dopo una breve pausa, padre Pio continuò: "Quando tu stavi per nascere, la Madonna mi portò a lazzo. Mi fece assistere alla morte di tuo padre e poi mi disse di prendermi cura dite. Mi sei stata affidata dalla Vergine, e devo pensare alla tua anima".

"Sentendo quelle parole scoppiai a piangere e da quel momento padre Pio divenne il mio confessore, il mio direttore spirituale. Fu tutto per me".

Giovanna Rizzani Boschi si alzò e andò a riporre nello scrittoio il foglio di quaderno. I suoi gesti erano lenti, ma soavi. Dal viso traspariva una serenità luminosa.