Padre Pio

Curiosità

Padre Pio e ... il calcio

Al di là dell’esteriorità dei pellegrinaggi pallonari, sempre annunciati a mezzo stampa, c’è un giocatore, Beppe Signori (Foggia, Lazio, Bologna) che si ritiene miracolato: “Nel settembre del 1991, viaggiavo in auto su una statale in provincia di Foggia, quando sono incappato in un terribile incidente. La macchina è andata completamente distrutta. Io non mi sono procurato nemmeno in graffio. Se sono ancora qui a raccontarlo, è solo per puro miracolo. In quell’auto c’era un’immagine di Padre Pio. Ho sentito dentro di me la necessità di andarlo a ringraziare a San Giovanni Rotondo. Mi ha salvato la vita, mi ha permesso di costruire una famiglia”. Per la storia, adesso Signori gioca sempre con una medaglietta su cui è inciso il faccione buono del Frate di Pietrelcina.    

Andando indietro nel tempo, c’è un episodio da letteratura. Protagonista Oronzo Pugliese, il mago di Turi, il mago dei poveri. Un allenatore ruspante. Che usava dire ai suoi giocatori proletari :”Undici sono loro, undici siamo noi. Pensate che loro siano austriaci e noi italiani. Voglio la guerra”. Il 31 gennaio 1965 si gioca Foggia-Inter. Pugliese don Oronzo, mago dei poveri, contro Helenio Herrera, H.H., il mago vero, quello dei ricchi. I dirigenti foggiani, Pugliese, i giocatori, il massaggiatore, prima vanno da Padre Pio. Che non mastica calcio, ma segue tutto. Il frate di Pietrelcina chiede, si informa, si sbilancia, dà qualche pacca sulle spalle. E parla, rincuorando i predestinati, mentalmente, alla sconfitta: “Il Foggia, vince, uaglio’”.
Foggia, domenica. Si gioca. Foggia in vantaggio con Lazzotti, raddoppio di Nocera, Peirò e Luisito Suarez per l’Inter. Pareggio? Macché. Ancora Nocera, con una giravolta, manda in angolo e batte Di Vincenzo, entrato al posto di Giuliano Sarti. Miracolo di Padre Pio? Ma, no. Soltanto una previsione azzeccata.

da www.ilnuovo.it del 17/6/2002

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Anche sulla Gazzetta dello Sport del 20 maggio 2003 si parla di questo argomento.

Negli anni novanta il Foggia celebrava le salvezze con escursioni ciclistiche a San Giovanni Rotondo, nei luoghi sacri di Padre Pio, a 40 km dalla città. Nel 97 a retrocessione evitata e tappa onorato  : a tagliare il traguardo, sulla tomba del frate di Pietrelcina,  per primo fu Melchiorre. Luciano Moggi, direttore generale della Juventus ha detto " Nel mondo del pallone non c'è pace. Ci sono stress, chiacchiere e veleni. Cosi quando posso, fuggo e mi ritiro a Pietrelcina, il paese natale di Padre Pio o al Santuario del Divino Amore a Roma ...... In quei frangenti sto bene, faccio i conti con me stesso".

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ceccarelli, preghiere d'oro a Padre Pio
 
La mamma di Daniela svela: "Ha vinto grazie all'aiuto del frate di Pietralcina, noi gli siamo sempre stati devoti e ci ha regalato questa gioia immensa". E Rocca Priora gli conferirà la cittadinanza onoraria.

 

L'aiuto è arrivato dal cielo, per l'esattezza "da Padre Pio". Non solo allenamenti e duro lavoro. E' questo l'ingrediente che ha permesso a Daniela Ceccarelli la scalata alla medaglia d'oro nel Super-G. A svelarlo è stata proprio sua mamma, la signora Maria Teresa, da sempre devota al frate di Pietrelcina. Una devozione nata "proprio da un episodio di due anni fa collegato alla carriera di Daniela: nel corso di una gara a Orion, in Svezia, mia figlia cadde e si fratturò una vertebra lombare, questo era emerso dalla Tac. Ma da una seconda risonanza magnetica fatta in un altro ospedale improvvisamente risultò che la frattura si era ricomposta. Da quel giorno fui sempre devota a Padre Pio". Mentre Daniela si apprestava a sfidare la neve di Salt Lake City, quella neve che - aveva confidato - non le piaceva, mamma Maria Teresa e papà Roberto. Nella loro casa a Rocca Priora pregavano e speravano. "Abbiamo pregato per tutta la giornata prima della gara - ha detto papà Roberto, artefice "terreno" del successo di Daniela - e forse la vicinanza di Padre Pio ci ha ricompensato con questa grande gioia. Le nostre preghiere hanno esaudito il nostro desiderio". Così dunque si sono presentati in conferenza stampa a giornalisti e fotografi. A fare gli onori di casa il sindaco della cittadina, Adriano Coletta. "Conferiremo a Daniela la cittadinanza onoraria - ha detto il sindaco - e per l'occasione convocheremo un consiglio comunale straordinario". Presenti all'incontro anche una ventina di allievi della scuola di sci di Rocca Priora, bimbi di belle speranze proprio come Daniela venti anni fa, quando ancora non aveva abbandonato il suo paese natale per le montagne del nord e sperava un giorno di vincere l'oro.

da www.ilnuovo.it del 18/2/2002

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Padre Pio e ...  Montanelli

di Padre Pio ha parlato anche Indro Montanelli, ne ha parlato nel suo libro " ISTANTANEE", e ne parla a pagina 223.

Padre Pio ( Francesco Forgione )

(1887-1968)

1960

Io non conosco Padre Pio, e non azzardo giudizi su di lui. Ma credo che la sua onestà, la sua buona fede, il suo slancio, il suo disinteresse siano fuori discussione anche agli occhi del Vaticano e di Monsignor Maccari. Probabilmente nelle cose pratiche è un grosso pasticcione,  come è giusto che sia un uomo che tiene lo sguardo fisso al Cielo invece che sulla terra, la sua colpa sarà  caso mai di non rendersene conto e di pretendere di fare da se ciò che non gli riesce. Ma il motivo vero e profondo dei guai in cui è incappato è consustanziale alla sua vocazione e al posto che ha scelto per esercitarla. Fare il santo,  in Italia è più difficile che dovunque altrove. Ce ne sono stati tanti, è vero, ma era un'altra Italia. In quella di oggi mancano tutte le premesse, perfino il paesaggio.

[...]

Padre Pio non sa, non può sapere, fino a che punto i suoi figli spirituali lo secondano per guadagnarsi il Paradiso, o per far crescere il prezzo dei terreni fabbricabili intorno alla Casa Sollievo della Sofferenza, per il semplice motivo ch'essi stessi lo ignorano. E'un povero di settantaquattro anni ormai, malato di una pleurite essudativa cronica, e viene da una vita di rinunzie in cui, più che le letture e la meditazione, ha contato il rapimento. Egli si muove a disagio fra le passioni e le debolezze umane perché non ne partecipa e quindi non le conosce. Non è mai caduto in peccato d'orgoglio attribuendosi miracoli e spesso ha maltrattato chi gliene sollecitava. Il suo candore e la sua buona fede sono fuori discussione. Un po' meno lo sono, credo, quelli dei suoi seguaci, sebbene commetterebbe un grande sbaglio chi credesse che costoro siano ammirati soltanto dall'interesse. Eh no, le cose sono molto più complicate, per disgrazia nostra. Nemmeno Giuffrè - ne sono sicuro - era animato soltanto dall'interesse. Gl'italiani, gran maestri di "accomodamenti", hanno reso accomodante il buon Dio e spesso riescono a fargli mettere la firma anche sugli assegni a vuoto.