Andreuccio da Perugia

(Decamerone, II giornata, V novella)

Gruppo di lavoro: (3F)Cecchetti Matteo, Ramanitra Hasina H.; (3D) Bottai Michele, Parri Giulia.

 

Il racconto dell'episodio di "Andreuccio da Perugia" è inserito nella seconda giornata, riservata a "chi da diverse cose infestato sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine". Come tutte le novelle del Decameron "Andreuccio da Perugia" è presentato da un'introduzione che è a contempo sintesi estrema della novella stessa:

"Andreuccio da Perugia, venuto a Napoli a comperar cavalli, in una notte da tre gravi accidenti sorpreso, da tutti scampato con un rubino si torna a casa sua."

SEQUENZE:

La divisione in sequenze della novella può essere effettuata principalmente secondo due distinti criteri:

Seguendo questo criterio, è possibile dividere la novella in tre macrosequenze che narrano ciascuna una vicenda compiuta:

1. Incontro con la ciciliana e perdita del denaro.

Andreuccio, un giovane mercante di Perugia, si reca a Napoli, con 500 fiorini d'oro, per comprare dei cavalli. Ingenuamente, mentre è al mercato, egli mostra la borsa con i fiorini per dimostrare che era intenzionato a comprare nonostante la sua indecisione sull'oggetto dell'acquisto. Vedendo questo, una giovane prostituta siciliana decide di sottrargli i fiorini. Informatasi su Andreuccio per mezzo di una vecchia serva conoscente del giovane, la donna invita lo sprovveduto a casa propria e, fingendosi abilmente sua sorella, lo intrattiene per tutta la serata. Andreuccio viene convinto a restare anche per la notte, ma giunto il momento di andare "a deporre il superfluo peso del ventre", dopo essersi spogliato per il caldo, a causa di una tavola schiodata, egli cade nella "bruttura" in un chiassetto. La donna approfitta del momento per rubare gli averi di Andreuccio che non avrà più modo di riaverli né di farsi riaprire per rientrare in casa (almeno per recuperare gli indumenti).

2. Patto con i ladri.

Dopo le vicende che lo hanno visto protagonista e vittima nel quartiere di Malpertugio (il quartiere dove era situata la casa della giovane prostituta), Andreuccio si dirige verso il mare per lavarsi. Viste due figure procedere verso di lui, Andreuccio si rifugia in un casolare dove però la puzza che lo avvolgeva lo tradisce, facendolo scoprire dai due ladri (le due figure viste prima da Andreuccio). Sentita la storia della vicenda di Andreuccio, i due ladri propongono al giovane di unirsi a loro a "fare alcuna cosa la quale a fare" andavano promettendogli un guadagno (il progetto dei due ladri era quello di spogliare la salma dell'arcivescovo Minutolo). Andreuccio accetta e si incammina con i due. Andando verso la chiesa i tre trovano un pozzo dove Andreuccio viene calato (in assenza di un secchio per prendere l'acqua) affinché si lavi. Giungono al pozzo per bere alcuni gendarmi. Il loro arrivo provoca la fuga dei due ladri. Credendo essere il secchio appeso alla corda, i gendarmi tirano su quest'ultima e, trovatisi di fronte Andreuccio, scappano. Andreuccio riesce ad uscire dal pozzo e si incammina per la strada dove incontra i due ladri che erano tornati per tirarlo fuori dal pozzo. Giunti alla chiesa maggiore, i tre scoperchiano la tomba dell'arcivescovo. Costretto e pur se dubbioso, Andreuccio entra nell'arca e finge di non trovare il prezioso anello dell'arcivescovo. Improvvisamente i due ladri, rimasti all'esterno dell'arca, scappano chiudendo Andreuccio nella tomba.

3. Furto del rubino.

Lasciato chiuso nell'arca, Andreuccio si dispera e crede di non uscire mai più. Sentendo il rumore di altre persone nella chiesa (persone venute per lo stesso motivo che aveva spinto lì Andreuccio e i due ladri),la sua paura aumenta. I nuovi venuti aprono l'arca e, dopo una lunga discussione, fanno entrare all'interno della tomba un prete. Vista l'occasione di salvezza, Andreuccio afferra le gambe del prete scatenando la fuga dei ladri. Andreuccio può così uscire dall'arca con il "suo" anello. Il giovane mercante torna quindi all'albergo dove l'oste, sentito tutto il racconto di Andreuccio, gli consiglia di lasciare subito Napoli. Andreuccio torna così a casa con l'anello.

Anche secondo questo criterio la novella può essere divisa in tre macrosequenze costruite con un climax progressivo del significato allegorico: Andreuccio è un giovane mercante inesperto e sprovveduto, Andreuccio è più consapevole e pronto, Andreuccio è pronto di spirito e d'ingegno e capace di dimostrare le proprie doti.

Le tre sequenze sono qui individuate in realtà dall'elemento (movimento discendente) che determina il passaggio da uno stato all'altro del carattere di Andreuccio:

1. Caduta nel chiassetto

2. Caduta nel pozzo

3. Discesa nell'arca

Le prime due sequenze (in ciascuna suddivisione) sono caratterizzate dall'ingenuità di Andreuccio e dal prevalere della sorte, del caso (in questo caso della "cattiva sorte"). A sottolineare il dominio del Caso nelle vicende di Andreuccio, Boccaccio utilizza l'espressione "per ventura". Pur non essendoci la presenza di questa espressione, anche l'inizio del terzo momento narrativo è segnato da un evento casuale: "E in così fatti pensieri e doloroso molto stando, sentì per la chiesa andar genti e parlar molte persone, le quali, sì come egli avvisava, quello andavano a fare che esso co' suoi compagni avean già fatto: di che la paura gli crebbe forte".

Gradualmente Andreuccio si scaltrisce fino ad avere una sorta di dominio sugli eventi, a trovare quell'astuzia e prontezza nell'affrontare le complesse e sempre imprevedibili situazioni della vita.

Ogni sequenza ha il suo centro narrativo nella caduta (fisica e simbolica) del protagonista che, analogamente a quanto accade nel romanzo cavalleresco, deve affrontare delle "prove" per raggiungere una situazione migliore rispetto a quella iniziale. L'elemento narrativo della caduta rappresenta da un lato un danno che in realtà salva Andreuccio da pericoli assai più gravi e, dall'altro, il degrado da cui il protagonista risalirà verso la "salvezza".

Nel corso dei tre episodi che compongono la novella, le "discese" rendono il protagonista ogni volta sempre più consapevole e consentono ad Andreuccio di mostrare, gradualmente, le proprie doti di ingegno e di prontezza.

SCANSIONE TEMPORALE:

La narrazione copre un arco di tempo poco più lungo di un giorno (dall'arrivo di Andreuccio a Napoli, sul far della sera, alla notte successiva). Inizialmente la narrazione è lenta, prevalgono, infatti, la descrizione (scena del mercato, e dell'ingresso nella casa della ciciliana) e il dialogo (dialogo tra Andreuccio e la ciciliana); il tempo della narrazione coincide quindi con quello della storia. La prevalenza dei discorsi diretti è comune a tutta la novella; a questi si alternano narrazioni sommarie degli eventi, dove il tempo della storia è evidentemente molto più lungo rispetto al tempo del racconto (ciò che accade all'interno della casa della ciciliana tra Andreuccio e la donna dopo cena, per esempio, è riassunto nella frase "furono adunque dopo cena i ragionamenti molti e lunghi…".

Vi sono punti in cui la costruzione del periodo imita il ritmo e l'andamento del tempo della storia: nel tratto che narra la caduta di Andreuccio nel chiassetto, ad esempio, la costruzione del periodo è sconnessa e contorta, quasi a sottolineare il susseguirsi di fatti rapidi e tutti imprevisti e che si svolgono affannosamente nell'oscurità della notte. Interessante anche notare come ogni singolo momento della giornata simboleggi una condizione spirituale di Andreuccio:

la vicenda inizia al mattino, alla luce del sole ------------>è sereno e ignaro di tutto ______________________________- in serata, con il giungere del buio------------------> Andreuccio comincia la sua avventura con la ciciliana è inconsapevole nella notte si susseguono tutte le disavventure di Andreuccio-------------> è più consapevole, ma ancora in grande difficoltà con il sorgere del nuovo giorno terminano le vicende di Andreuccio------------> ha raggiunto maturità e piena coscienza.

Comunemente infatti la notte, il buio, simboleggiano lo smarrimento, il turbamento della persona (ad esempio Dante nella Divina Commedia utilizza l'immagine di notte, scuro, buio per rappresentare l'inferno), il male, la morte. Il sorgere del sole rappresenta, contrariamente, il bene, una rinascita, il ritrovamento di un equilibrio.

COLLOCAZIONE SPAZIALE:

Tutta la vicenda di Andreuccio si svolge a Napoli, ma della città coglie soprattutto la componente tenebrosa, riferibile ai quartieri malfamati. Vi sono riferimenti a luoghi reali: Mercato, quartiere di Malpertugio e la Ruga Catalana.

Si possono distinguere quattro luoghi distinti di Napoli:

mercato (esterno)  
  casa ciciliana (interno)
quartiere Malpertugio strada (esterno)
   
Ruga Catalana (esterno) casolare (interno)
   
Chiesa Maggiore (interno)  

L'ambientazione alterna quindi spazi aperti e spazi chiusi.

Napoli è presentata in maniera realistica e al contempo ironica. ------------------------------------------------------------- - I dettagli locali sono precisi:

PERSONAGGI:

I personaggi principali della novella sono:

Personaggi secondari, di contorno, sono:

Andreuccio, con i suoi valori e comportamenti, rappresenta la classe mercantile alla quale appartiene Boccaccio stesso. La logica di Andreuccio ,ma anche della classe a cui appartiene, è espressa a pieno da Andreuccio nell'affermazione -"Oimè lasso, in come piccol tempo ho io perduti cinquecento fiorini e una sorella?"- quando Andreuccio, appena caduto nel chiassetto, non pensa alla sua persona e alla sua situazione fisica, ma al denaro perso. Andreuccio è inizialmente ingenuo, sprovveduto e inesperto. Durante il racconto egli subisce una trasformazione fino a raggiungere una spiccata maturità e capacità di critica nonché astuzia, consapevolezza e prontezza.

Fiordaliso è una popolana astuta, priva di scrupoli e scaltra. Essa agisce senza vincoli di moralità e la sua figura risulta totalmente negativa. Essa mostra però un acuto ingegno (per raggiungere i propri scopi è stata, infatti, capace di costruire una storia verosimile con argomenti convincenti).

I due ladri rappresentano a pieno la loro categoria. Le loro azioni non sono condizionati da nessun valore morale (tant'è vero che il loro obbiettivo era quello di profanare una tomba)e, pur mostratisi solidali con Andreuccio, si impongono con la forza (obbligano Andreuccio a scendere nell'arca).

Il secondo gruppo di ladri uniti al prete danno forse un'immagine ancora più negativa dei precedenti, soprattutto se pensiamo che tra le loro fila era presente appunto un prete.

L'oste, che consiglia ad Andreuccio di lasciare la città, fa parte anch'egli della categoria degli uomini di commercio e quindi è materiale.

Nella caratterizzazione dei personaggi è messa in rilievo la virtù dell'ingegno di ogni singolo personaggio anche se quest'ingegno è finalizzato spesso al male: l'abilità della ciciliana nell'inventare una parentela (oltretutto così stretta) con Andreuccio è ammirevole. Lo stesso protagonista mostra, nell'ultimo episodio, il suo ingegno decidendo di ingannare i suoi compagni ladri.

GIUDIZI DELL'AUTORE:

Boccaccio esprime la propria opinione sui personaggi (Andreuccio in modo particolare), inserendo nel racconto commenti del narratore (esterno e onnisciente) che giudica soprattutto l'ingenuità e gli errori del protagonista, cioè la sua caratteristica più evidente; in questo modo i suoi commenti diventano un dato di fatto, un elemento oggettivo. È possibile infatti ritrovare nel testo le espressioni "si come rozzo e poco cauto" (al momento che Andreuccio mostra la borsa con i fiorini al mercato), "niente di ciò sappiendo né suspicando" (nel dire che dire la fama del quartiere di Malpertugio), "ancor più credendo a quello che meno di creder bisognava", "da falsa credenza ingannato" (durante la conversazione con la ciciliana). Questi interventi del narratore fanno percepire il distacco tra l' "eroe" della novella e l'autore.

Boccaccio, in “veste di autore”, non esprime esplicitamente i giudizi più profondi e personali p riguardo aersonaggi, ma nella narrazione lascia ai fatti il compito di guidare il lettore verso il suo pensiero

. IDEOLOGIA:

la novella può essere interamente letta in chiave allegorica. In questa chiave, le vicende di Andreuccio sono un percorso di iniziazione del giovane che si fa man mano più adulto e scaltro e che è pronto così ad iniziare la propria vita in società.

La caduta nel chiassetto rappresenta il degrado morale di Andreuccio; la discesa nel pozzo è un pericolo per il protagonista, ma allo stesso tempo determina anche un inizio di purificazione (Andreuccio lavandosi purifica il corpo e anche lo spirito, rendendo così sempre più vivo e acuto il proprio spirito di iniziativa);la terza ed ultima discesa, nell'arca, rappresenta una sorta di morte simbolica. Uscendo dall'arca, Andreuccio "risorge" ed è un uomo pienamente consapevole di sé e di nuovo ricco.

I tre momenti chiavi del processo di iniziazione (le tre discese) sono condizionate dal ruolo attivo e dominante della Fortuna. La Fortuna è un'antagonista dell' "eroe" ed è l'elemento scatenante dell'intera vicenda. Su essa verte quindi la serie di trasformazioni che subisce Andreuccio.

Come Andreuccio, anche i prodighi e gli avari (Divina Commedia, Inferno VII) sono soggetti al volere della Fortuna anche se il concetto di Fortuna espresso da Dante differisce dal concetto di Fortuna inteso da Boccaccio: