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Canzoni a manovella - V.Capossela di Lloyd

 

     

 

 

 

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Si ringrazia vivamente  "L'isola che non c'è" dell' amico Lloyd

Testi

 Canzoni a Manovella

Bardamù

Polka di Warsava

Decervellamento

Marajà

Canzone a manovella

I Pagliacci

Marcia del Camposanto

I pianoforti di Lubecca

Suona Rosamunda

Intermezzo

Contratto per Karelias

Solo mia

Corre il soldato

Signora Luna

Con una rosa

Nella pioggia

Resto qua

 


  1. Bardamù


    Per quanto scura
    la notte è passata
    e non lascia che schiuma
    di birra slavata
    e una spiaggia
    e una linea di sabbia
    è il fronte di un addio
    gli altri si cambino l'anima
    per meglio tradire
    per meglio scordare

    Bum Bum
    Bardamù
    Bum Bum Bum
    Bardamù

    Carrozieri! Trapanati!
    All'armi in fila! Agli aerostati!
    Dirigibili all'idrogeno
    nell'aria si involano
    e le ballerine in fila
    danzano
    danzano
    leggere, leggere in tutù
    leggere, leggere di più
    della mia porcheria

    Sparato tra gli astri in pallone
    rigonfio di musica
    solo al richiamo più lontano
    voglio la notte
    e la voglio senza luna..

    Ma niente canzoni d'amor
    mai più mi prendano il cuor
    la notte è passata e le nuvole
    gonfiano schiuma di Baltico e cenere
    e cenere avrò...

    Bum Bum
    Bardamù
    Bum Bum Bum
    Bardamù

    leggere, leggere in tutù
    leggere, leggere di più
    della mia porcheria

    Se è circo che vogliono
    circo daremo
    e cariole di occhi e rimpianti
    e fosforo e zolfo
    e profumo di niente
    e di Nord
    e ancora si cambino l'anima
    per meglio tradire
    per meglio scordare...

    Ma niente canzoni d'amor
    mai più mi prendano il cuor
    la notte è passata e le nuvole
    gonfiano schiuma di Baltico e cenere
    e cenere avrò...

    (l'emozione è tutto nella vita, quando siete morti è finita... l'emozione è tutto nella vita, quando siete morti è finita...)


  2. Polka di Warsava


    Il cielo è fosforo
    La terra è cenere
    Il treno e va
    Sui bastimenti
    Va la fanfara
    La terra implora
    Un altro brindisi


  3. Decervellamento


    Per molto tempo fui ebanista
    operaio in borgo d'Ognissanti
    mia moglie lì faceva la modista
    e in questo modo tiravamo avanti

    Quando la domenica era bella
    ci vestivamo a festa per andar
    in via dell'Euchadé tanto per fare
    contenti di veder decervellare

    I nostri due marmocchi impiastricciati
    brandendo lieti i miseri balocchi
    salivan su con noi nella vettura
    felici correvamo in via Euchadé

    Strozzati tutti quanti allo steccato
    menando colpi per meglio veder
    cercando sotto i piedi un asse o un sasso
    per non sporcar di sangue gli scarpon

    Venite, vedete, macchina girar
    Dal ricco ammirate la testa via volar


    Eccoci bianchicci di cervella
    i pargoli ne mangiano e noi pure
    il palotino affetta con livore
    e le ferite e i piombi ci godiamo

    Poi vedo sulla macchina spaurito
    un brutto ceffo che mi torna poco
    ti riconosco in faccia bel tomino
    ci hai derubati e non mi fai pietà

    A un tratto per la manica mi tira
    La sposa mia che avanza con premura
    Ma sbattigli sul muso un bel piastrone
    Che il palotino si è girato in là

    Sentendo il suo superbo ragionare
    Mi gonfio di coraggio e da insolente

    Di merdra al ricco tiro una gran piastra
    Che in faccia al palotino si spatacca

    Di colpo oltre il recinto son menato
    Dalla folla inferocita strapazzato
    E son caduto dritto a testa in giù
    Nel ortice da cui non torni più

    Venite, vedete, macchina girar
    Dal ricco ammirate la testa via volar

    Ecco che cosa capita a chi ignaro
    Passeggia per veder decervellar
    In via dell'euchadé da malaccorti
    Si parte vivi e si ritorna morti


  4. Marajà


    É arrivato sul pallone con il botto del cannone
    É arrivato sul treruote con la gotta sulle gote
    É arrivato in aerostato, coi forzuti del Caucaso
    sul Mercedes cabinato è arrivato il Marajà

    Col monocolo e il ciclofono
    va in rivista il Marajà
    s'alza l'asta del ginnasta
    quando passa il Marajà
    si sollevano i manubri
    dei sollevatori bulgari
    si spara l'uomo cannone
    quando passa il faraone
    apre il mazzo anche il pavone
    se lo chiede il Marajà

    si scompiscia si sganascia
    si oscureggia il Marajà
    raglia tutta la marmaglia
    quando raglia il Marajà
    sguaian forte i commensali
    versan gli otri ed i boccali
    il pascialato si stravacca
    se stramazza il Marajà

    ma zittiscono e squittiscono
    se sternuta il Marajà
    si stupiscono e svanisono
    se si acciglia il marajà
    i giannizzeri ottomani
    fanno guardia ai suoi divani
    col ventaglio e col serraglio
    danno lustro al Marajà

    la circassa su una stola
    di ermellino si consola
    gli occhi viola si ristora
    sui coscini di taftà
    alle corse degli struzzi
    fa la mostra dei suoi vizi
    sognan tutti i suoi topazi
    e diventare Marajà

    Marajà! Marajà!

    Astanblanfemininkutan
    Melingheli stik e stuk
    Malingut!

    Con l'Uncino e la Phinanza
    si rimpinza il Marajà
    tutti accoglie tutti abbaglia
    tutti ammalia il Marajà
    fa da padre e da padrino
    alza tutti al suo destino
    non bisogna più pensare
    pensa a tutto il marajà

    ma t'attacca con riguardo
    tutto il marcio del suo sguardo
    se non credi più a nessuno
    niente crede neanche a te

    i miei sogni se li è presi
    l'uomo nero e non li ha resi
    l'uomo nero che li tiene
    e ti trattiene un anno intero
    m'han coperto tutto d'oro
    e poi mi han lasciato solo
    solo, solo qui a pensare
    a diventare marajà

    Marajà! Marajà!

    Astanblanfemininkutan
    Melingheli stik e stuk
    Malingut!



  5. Canzone a manovella


    Siamo una barca chiusa
    nella bottiglia del bettoliere
    fermi nel bagnasciuga
    non ci spostano da sedere
    il tempo è un alambicco
    che piano piano ci cola a picco
    nel ghiaccio in mezzo al mare
    senza un messaggio da riportare

    15 uomini sono andati
    se li è resi la morte secca
    dietro il molo della Giudecca
    la marina s'affoga alla spina
    sul manometro del timone
    brilla il calibro del cannone
    la corvetta sta di vedetta
    che non si stappi quel collo in fretta

    sottocoperta la ciurma canta
    sopracoperta la ciurma crepa
    savoiardi nella congrega
    inzuppati dentro la strega
    sulla poppa sta il commodoro
    sulla rotta rolla la botte
    il pappagallo sta sulla spalla
    e la bottiglia ci tiene a galla

    ma un giorno sotto sale
    una sorpresa venne dal mare
    dal fondo di uno scoglio
    nero di seppia come il petrolio
    un lampo brillò a squame
    nell'abisso di verderame
    un eco scosse la chiglia
    della ciurma nella bottiglia

    si butta il palombaro
    con la sua tuta da calamaro
    calato per il paranco
    chiuso nel piombo dello
    scafandro
    va a spasso sul fondale
    soffia nel mantice col pedale
    appeso per il boccaglio
    suona l'armonica a
    quell'abbaglio

    canzone a manovella
    ...
    canzone a manovella
    per la coda della mia bella
    serenata marinata
    per la notte che se n'è
    andata
    serenata di capodoglio
    per il mio cuore chiuso
    sott'olio

    nel vapore del mattino
    s'è dipinto un arcobaleno
    sull'ottone della panchina
    la sardina s'asciuga il seno
    per il canto che lí rovina
    per la grazia che li avvicina
    tutt'intorno si fan la scrima
    con le foche da brillantina

    beccheggia bagnarola
    solo la rotta ormai ci consola
    a spasso in mezzo al mare
    senza un messaggio da riportare
    stregati sotto vetro
    niente più ci riporta indietro
    solo gli occhi di una sirena
    con la coda di una balena

    canzone a manovella....
    ...
    canzone a manovella....
    per la coda della mia bella
    serenata marinata.......
    per la notte che se n'è
    andata
    serenata di capodoglio..
    per il mio cuore chiuso sott'olio
    a spasso in mezzo al mare
    senza un messaggio da riportare
    solo per gli occhi di una sirena
    con la coda di una balena


  6. I Pagliacci


    Un tempo ridevo soltanto
    a veder l'incanto di noi
    vestiti di piume e balocchi
    con bocche a soffietto
    e rossetto negli occhi

    scimmie, vecchiette obbedienti
    e cavalli sapienti
    sul dorso giocar
    ridere era come amr

    poi ripetendo il mestiere
    s'impara il dover recitar
    e pompa il salone il suo fiato
    e il riso è sfiatato dal troppo soffiar
    di creta mi pare il cerone
    s'appiccica al volto
    il mal del buffone
    ridere vorrei stasera
    ridere vorrei per me

    Un Due Tre!
    all'erta gli elefanti in piedi
    saltino le pulci avanti
    attenti passa il domatore!!
    L'anima che ride
    ride e sempre riderà;..
    come una preghiera

    i trapezi ronzavano elettrici
    uccelli di piuma di un mondo di luna
    legati i compagni per mano
    libravan da pesci
    vicini e lontano
    si sfioran d'un tratto i due bracci
    appesi nell'aria
    come due stracci
    sul sangue buttano rena
    ed entran di corsa i pagliacci.

    E sempre ridere per compiacere
    la sala piena da mantenere
    che bello udire
    l'applauso ilare
    gonfiar la sala
    scacciare il male
    e sempre cedere con batticuore
    a sogni e parole
    da far scoppiare!!

    Il padrone ha la tuba allungata
    ed ha baffi arditi
    e in fondo già sa
    che restiamo alla frusta qui uguali
    felici e incapaci di esser normali
    e allora ridano gli altri di noi
    e allora ridano gli altri stasera
    ridano gli altri per noi.


  7. Marcia del Camposanto


    E lo portaron al Camposanto
    gonfio di birra
    senza rimpianto
    se lo portaron
    seduto in trono
    quattro becchini
    al passo lento del perdono
    due passi avanti
    tre passi indietro
    sotto la luna livida dello spineto
    la cinciallegra
    rimase affranta
    il gallo dorme
    e la civetta canta

    nelle pannocchie
    tra il frumentone
    passò il bastone curvo della processione
    la cornacchia
    gracchia alla macchia
    la gazza luccica
    sul becco del trombone
    e per la lagna
    della malogna
    che non portasse un'altra volta la scalogna
    l'arciprete
    non volle messe
    e solo un tocco al sacrestano gli concesse
    e la buonanima
    di Materdomina
    soffia nel mantice della fisarmonica
    la marescialla
    zoppa di guerra
    balla la polka
    della stampella
    nel tabernacolo
    del camposanto
    la mammanonna lo depose come un
    guanto
    dentro la cassa
    porta il tesoro
    e sopra gli occhi
    due zecchini d'oro

    e per la Grazia
    del suo Mistero
    e per la cantica e la tremola del cero
    dalle stelle
    sparte in cielo
    la luna venne
    col suo manto nero

    gli tolse gli occhi
    gli tolse il pianto
    che non portasse l'amarezza dentro il campo
    si prese in cambio
    l'or zecchino
    e lo brillò nell'oro in bocca del mattino

    e per la Grazia
    dello zecchino
    brillò più forte l'oro in bocca a quel mattino


  8. I pianoforti di Lubecca


    Una notte sul canale di Lubecca
    in una vecchia fabbrica di polvere
    da sparo
    lì giacciono nella polvere accatastati
    i vecchi pianoforti
    dalla guerra abbandonati,
    cani senza più padroni
    sull'attenti come vecchi
    maggiordomi,
    e in quelle casse sorde e impolverate
    giace lì il silenzio
    di milioni di canzoni

    Ma una sera come in un incanto
    un vecchio Duysen disse al suo piano di fianco..
    i piedi ad altri piedi
    più torniti avvicinò
    e a mezzavoce dolcmente sussurrò...

    "Signora Blutner
    non stia a pensare
    quello che è stato
    non tornerà
    se ci hanno dati
    tutti all'incanto
    ora all'incanto
    ceda il suo cuor..

    se le caviglie sono allenate
    e quei notturni non suona più
    sfiori i miei tasti
    prenda i miei baci
    ed all'incanto
    ceda il suo cuor.."


    Se le cordiere si sono allentate
    e il tempo non mantiene
    più una nota insieme
    scordiamoci anche noi di quel che è stato
    scordiamoci d'un colpo del passato

    ci suoni mister Kaps una 'berceousa"
    sul fortepiano a rulli
    il principe Steinway
    gli inglesi a baionetta!
    cinguetti la spinetta!
    la balalaika russa dell'ussaro Petrof!
    (strum.)

    "Se le caviglie sono allenate
    e quei notturni non suona più
    sfiori i miei tasti
    prenda quei baci
    che mi fa sognar

    Signora Blutner
    ma che le pare...
    Quello che è stato
    non tornerà
    se ci hanno dati
    tutti all'incanto
    ora all'incanto
    ceda il suo cuor.."


    ed all'incanto cedo il mio cuor


  9. Suona Rosamunda


    Suona la bnda prigioniera
    suona per me o per te
    eppure è dolce nella sera
    il suono aguzzo sul n
    ostro cuor
    cade la neve senza rumore
    sulle parole cadute già

    fino nel fondo della notte
    che qui ci inghiotte e non tornerà
    il passo d'oca che mai riposa
    spinge la giostra, spinge la ruota
    con i bottoni e coi maniconi
    marciano i suoni vengon per noi

    suona Rosamunda
    suona che mi piaci
    suonano i tuoi baci
    nella cenere ancor
    suona Rosamunda
    suona che mi piaci
    brucino i tuoi baci
    nella cenere allor
    si bruci il circo si bruci il ballo
    e le divise ubriache d'amor
    che ritorni più a luce ili sole
    che ritorni più luce per noi
    le marionette marciano strette
    dentro la notte tornan per noi

    suona Rosamunda
    suona che mi piaci
    suonano i tuoi baci
    come fuoco d'amor
    brucia Rosamunda
    brucia che mi piaci
    brucino i tuoi baci
    nella cenere ancor


  10. Intermezzo


    (Tradizionale)
    Nicolae Kostantin - Fisarmonica


  11. Contratto per Karelias


    Sulla pe - lle - ti ho - ta - tua - ta
    come un cro - ta - lo - per - farmi ricordar
    dell'a - spi - de - nel - cuo - re
    che mi succhia - succhia - le tua - cru - deltà
    orà non - sen - to - più - do - lo - re
    non c'è - niente - niente - c'è - più da - succhia - r

    gli anni buo - ni - che - ti ho - da - to
    niente ormai - me - li - può - fare - ritornar
    oltre agli o - cchi - ti ho - la - scia - to
    una casa - di tre piani - e il mio divano
    ma non impo - r - ta - che ho per - du - to
    ora vado - più leggero - e senza aiuto

    da Saloni - cco - a Ka - la - ma - ta
    da dieci gio - rni - mi - di - vora la ferrata
    nella spe - zia - de - lla - se - ra
    dal Bosforo - d'argento - fino a Izmir
    bevo ra - kja - rakja - vie - ni
    a consolarmi - dalla pena - e dal dolor

    prenderò - ques - ta - di - sce - sa
    senza piùfer - mar - mi an - cora - dietro a te
    se consuma - vo - come - ce - ra
    ora è la - brace che - consuma - anche per me
    ho un contra - tto - per - Ka - relias
    e fuma fuma - l'illusio - ne e fumo anch'io..

    cala la lu - na - e io - non - spero
    l'illusione è - lusso - della gioventù
    cala la lu - na - e io - non - spero
    l'illusione è - lusso - della gioventù


  12. Solo mia


    Guardo il cielo che risplende
    e mi chiedo dove sei, cerco te
    ma dove sei
    dove sei, dove sei

    e anche il cielo che risplende
    non mi dice dove sei
    cerco te ma tu chi sei
    tu chi sei, tu chi sei

    pioggia vento, triste gioia
    anche in cielo vedo
    cerco te ma tu chi sei
    di chi sei, di chi sei

    di chiunque tu ora sia
    di chiunque tu ora sia
    di chiunque tu ora sia
    solo mia non sei
    ah ah ah.......
    di chiunque tu ora sia
    di chiunque tu ora sia
    di chiunque tu ora sia
    solo mia non sei


  13. Corre il soldato


    Chiamami ora
    che la tua pelle non mi consola
    né la tua pelle,
    né il tuo viso diviso
    e un'ombra scura è scesa
    lunga su di noi

    un treno è passato
    un treno nero e pieno
    corre il soldato
    corre la strada
    sulla terra bruciata
    corre la notte e dice che
    non tornerà per me

    brancola la sposa
    brancola il suo velo di rosa
    si strappa a pezzi
    dorme e non riposa
    e un treno ancora
    non la porta più per me

    casa su casa
    dov'era casa ora che il cielo è caduto
    e cade a pezzi giù dal cielo
    perduto
    e l'alba ancora
    non ritorna più per me
    sognami qui com'ero
    sognami
    com'eri tu
    non ritorna il tempo per noi
    ora sai com'era vero
    ora sai com'eri tu

    sognami qui com'ero
    sogna di
    com'eri tu
    non ritorna il tempo per noi
    ora sai com'era vero
    ora sai com'eri tu


  14. Signora Luna


    Perse nel cielo
    lungo la notte del mio cammino
    sono due luci
    che mi accompagnan
    dovunque sto
    una nel sole
    per quando il sole
    mi copre d'oro
    una nel nero
    per quando il gelo
    mi vuole a sé
    signora luna che mi accompagni
    per tutto il mondo
    puoi tu spiegarmi
    dov'è la strada che porta a me
    forse nel sole
    forse nell'ombra
    così par esser
    ombra nel sole
    luce nell'ombra
    sempre per me
    perse nel cielo
    lungo la notte
    del mio cammino
    sono due luci che brillan sempre
    dovunque sto
    brillano alte
    brillano intense
    finchè par essere
    che siano gli occhi
    di chi ho già perduto
    che veglian per me
    signora luna che mi accompagni
    per tutto il mondo
    puoi tu spiegarmi dov'è la strada
    che porta a lei
    non se ne adombri
    signora luna se non ho amato
    diglielo a ella
    che solo ella
    veglia per me
    non se ne adombri signora luna
    se non ho amato
    solo negli occhi
    di chi è già stato
    .. veglia per me


  15. Con una rosa


    Con una rosa hai detto
    vienimi a cercare
    tutta la sera io resterò da sola
    ed io per te..
    muoio per te..
    con una rosa sono venuto a te

    bianca come le nuvole di lontano
    come una notte amara passata invano
    come la schiuma che sopra il mare spuma
    bianca non è la rosa che porto a te

    gialla come la febbre che mi consuma
    come il liquore che strega le parole
    come il veleno che stilla dal tuo seno
    gialla non è la rosa che porto a te

    sospirano le rose nell'aria spirano
    petalo a petalo mostrano il color
    ma il fiore che da solo cresce nel rovo
    rosso non è l'amore
    bianco non è il dolore
    il fiore è il solo dono che porto a te

    rosa come un romanzo di poca cosa
    come la resa che affiora sopra al viso
    come l'attesa che sulle labbra pesa
    rosa non è la rosa che porto a te

    come la porpora che infiamma il mattino
    come la lama che scalda il tuo cuscino
    come la spina che al cuore si avvicina
    rossa così è la rosa che porto a te

    lacrime di cristallo l'hanno bagnata
    lacrime e vino versate nel cammino
    goccia su goccia, perdute nella pioggia
    goccia su goccia le hanno asciugato il cuor

    portami allora portami il più bel fiore
    quello che duri più dell'amor per sé
    il fiore che da solo non specchia il rovo
    perfetto dal dolore
    perfetto dal suo cuore
    prefetto dal dono che fa di sè


  16. Nella pioggia


    sulla pe
    sulla pe
    sulla pelle e su noi
    cadono perle stasera
    le insegne dipingono amanti
    dai vetri rigati al vapore

    nella pio
    nella pio
    nella pioggia che c'è
    i cani non trovano padroni
    e suona l'orchestra a gettoni
    e i cinesi non chiudono mai

    nascosti nella sera
    partono treni a ogni ora
    partono ma
    non partiamo noi
    è un disco d'inchiostro e di cera
    la strada
    e i solchi li suonan le suola

    camminando, camminando
    cade la pioggia..
    la pianola, la pianola
    spazza la sera
    gli ombrelli sbocciano agli angoli..

    nella pio
    nella pio
    nella pioggia che c'è
    le rose non seguono i guanti
    ritornano a mazzi ambulanti
    dov'è che dormono i tram

    questa pio
    questa pio
    questa pioggia è per noi
    e brilla di ferro e binari
    ritaglian le stoffe e le ore
    le lancette dei grandi orologi

    nascosti nella sera
    partono treni a ogni ora
    partono ma
    non partiamo noi
    gli obrelli sbocciano agli angoli
    e appesi
    voliamo anche noi

    gira, gira
    gira la pioggia..
    la pianola, la pianola
    spazza la sera
    piccolo piccolo è il cielo
    e grande
    più per noi..


  17. Resto qua


    Resto q u a
    e la miseria sa cosè l'a m o r
    Natale è già pass a t o
    e non sono ritorn a t o
    lambrette e motore t t e
    spernacchino l'oscuri t à

    ecco q u a
    finito lo spettacolo e il mirac o l o
    la luna sul tuo vo l t o
    la luce sul mio n o m e
    scrosciano gli appla u s i
    la pioggia li riporta q u a

    ecco q u a
    e lo Smeraldo slende sem p r e
    anche per n o i
    sugli ombrelli e sui cappelli in f i l a
    sull'atrio e sui geme l l i
    il sipario re s t a
    e non ci se i t u
    e non ci son o i o

    resto q u a
    mi abbagliano le macchine e i fan a l i
    tre milioni d'an i m e
    non ne fanno u n a
    e quella che ora manca era la m i a

    ecco q u a
    e le finestre cambiano i padr o n i
    passano le macchine a mili o n i
    e i miei calz o n i
    adesso stanno in piedi anche da s o l i

    resto q u a
    se non hai dato tutto non hai dato an c o r
    la lama taglia sempre dov'è f i n e
    e dov'è fine è il cu o r e
    conosco la mia str a d a
    e la strada riconosce m e..

    ecco q u a
    regala perle il ve n t o
    e ne regalo anch' i o
    la luna sul tuo vo l t o
    la luce sul mio n o m e
    il sipario re s t a
    io me ne vado v i a

 

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