Ignazio
Silone (al secolo Ignazio
Tranquilli) è certamente uno dei
personaggi meno reclamizzato nel
panorama della letteratura
italiana del novecento (a chi
interessava concedere fama e
denaro ad un antifascista,
comunista dissidente e
apartitico?), basti pensare che il
libro “Fontamara” è uscito in
Italia quando in Europa era già
conosciuto da circa un ventennio.
Tutta l’opera di Silone è ricca
di una semplicità narrativa di
cui l’autore si serve per
portare avanti le sue critiche ai
mali della società contadina
dell’epoca quali l’ipocrisia,
l’ignoranza, l’ingiustizia,
l’oppressione,
l’emarginazione, ma soprattutto
l’atavica rassegnazione alla
sottomissione, come traspare
chiaramente da opere tipo “Vino
e Pane” e il saggio “Uscita di
Sicurezza”, entrambe
autobiografiche.
“Il segreto di Luca” si
innesta coerentemente su questo
filone: ambientato a Cisterna dei
Marsi, un paesino dell’Abruzzo,
narra le vicissitudini di Luca
Sabatini, un ex ergastolano che,
dopo aver scontato ingiustamente
molti anni di carcere per un
delitto non commesso, viene
riconosciuto innocente e
scarcerato. Luca fa ritorno al suo
paese
d’origine, ove è accolto
con diffidenza e disprezzo dai
suoi concittadini.Costoro non gli
perdonano d’essere stato la
causa della rovina di Cisterna.
Inoltre lo si biasima
di non essersi difeso in
tribunale dove Luca risultò non
avere un alibi per la sera
dell’omicidio, non volendo
confessare dove avesse trascorso
quella notte.
Toccherà ad Andrea Cipriani, un
esponente di partito in visita
temporanea a Cisterna, indagare
sulla vita di Luca e lottare
contro l’omertà e l’ostilità
dei cittadini, per riuscire a
carpire quel segreto che Luca
aveva preferito non rivelare anche
a costo della sua libertà.
Un romanzo che ha le sembianze di
un thriller, ma che poi si rivela
essere una toccante e struggente
storia d’amore. Una storia che
non può lasciare indifferenti. |