Charles Schulz è morto
insieme ai suoi Peanuts

Il disegnatore era da tempo malato di cancro
Il messaggio di Clinton: "Non lo dimenticheremo"


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LOS ANGELES - Se ne è andato nel giorno della sua ultima striscia il papà dei Peanuts. Proprio ieri su moltissimi giornali americani era apparso il fumetto d'addio di Charles Schulz che annuncia il suo rititro: il bracchetto Snoopy alla macchina per scrivere, con gli altri della banda al suo fianco, mentre comincia una lettera "Dear friends...", "Cari amici...", una lettera in cui l'autore indirettamente saluta i lettori e li ringrazia per quell'appoggio che in tanti anni non è mai mancato alla sua opera. E proprio la notte tra sabato e domenica, Schulz, intorno alle 21,45 è morto nel sonno, all'età di 77 anni.

Il disegnatore era da tempo malato di cancro, e aveva sofferto per una serie di complicazioni cardiache durante il lungo intervento cui era stato sottoposto nel novembre dello scorso anno. E dopo l'operazione, Schulz aveva annunciato il suo "ritiro". Le sue striscie disegnate dei Peanuts che lo hanno reso popolare nel mondo, avevano debuttato il 2 ottobre del 1950. Le sue storie, di un mondo visto da bambini e da animali filosofi erano pubblicate da oltre 2400 giornali in 68 paesi diversi, raggiungendo milioni di lettori in tutto il mondo. Durante gli anni i Peanuts erano divenuti parte della cultura di diverse generazioni, con il loro sottile umorismo, con il loro guardare con occhio disincantato e un pò ingenuo le umane fobie del vivere quotidiano.

Tra i tanti messaggi, anche quello del presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton: "Per 50 anni il suo occhio acuto, il suo cuore buono e generoso, e la sua attivissima matita hanno dato vita al più memorabile assortimento di personaggi che abbia mai vivacizzato i nostri giornali. Oggi, nella sua ultima striscia, Charles Schulz, ha scritto che non potrà mai dimenticare i suoi personaggi. Possiamo dire anche noi che certamente non dimenticheremo né loro, né il loro creatore, né i molti doni che egli ha dato a noi tutti".

I personaggi di Schulz, in parte autobiografici, oltre che sulla carta stampata (domani "Repubblica" dedicherà loro uno speciale di 12 pagine), sono comparsi in cartoni animati, e sui più disparati oggetti di uso comune. Hanno reclamizzato prodotti, sono stati usati in campagne sociali, hanno dato voce alla protesta e alle richieste della gente, sono stati cantati da musicisti famosi. I Peanuts hanno anche generato un immenso volume di affari in tutto il mondo, rendendo plurimiliardario il loro creatore che, nato in un piccolo centro, St.Paul, Minnesota, aveva cominciato a studiare arte dopo aver letto su un giornale l'annuncio "Vi piace disegnare?".

Ma nonostante la ricchezza e la sua immensa popolarità, Charles Schulz era rimasto una persona schiva. Viaggiava di rado e giustificava questa sua resistenza a spostarsi dicendo: "Non esco volentieri di casa quando so di non poter tornare per cena". Disegnare ogni giorno, per tanti anni, con una qualità costante e senza stancare - il tratto, con il passare del tempo, era divenuto tremolante ma più maturo - costava a Schulz una grande fatica. Fatica che mai aveva accettato di dividere con altri. "Perchè i musicisti compongono sinfonie e i poeti scrivono poesie?", disse una volta. "Lo fanno perchè la vita non avrebbe senso per loro se non lo facessero. Questo è il motivo per cui io disegno cartoons... E' la mia vita".

 

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