Pensieri   -     I nostri Amici    
19 Maggio 2019  - Un Pensiero per Alvaro
Da -  Grassi Gianni- Presidente dei QDR alla Su e giù per le Fontane - Vo di Brendola (Vi) Km. 7-12
Ciao Alvaro, mai avrei pensato di venire dalle tue parti per una corsa senza di te ... però ti devo fare un piccolo appunto: da lassù, magari in collaborazione con Enrico24, avresti potuto far smettere la pioggia almeno al mattino della marcia, solo per qualche ora; già non bastava la durezza dei percorsi ed il fango in cui ci siamo sguazzati per chilometri e chilometri, ci mancava anche la pioggia fitta. Mi veniva in mente una passione che ci accomunava, Frankenstein jr., e la battuta di Marty Feldman-Igor "... poteva andare peggio ... poteva anche piovere ...". Però complimenti: mi piace pensare che abbia ispirato tu la perfetta organizzazione della marcia che, nonostante e soprattutto per il maltempo, non ha lasciato niente al caso. Devo scusarmi con te, perchè non ho potuto mantenere la promessa che ti avevo fatto, i 20 km. sono stati troppo per le mie forze: d'altronde dopo un'ora di fango e salite (strepitosa una serie di tornanti fangosi, senza nulla a cui aggrapparsi) ero arrivato solo al ristoro del 4° km e quindi non avrei potuto proseguire per la lunga distanza, come mi sarebbe piaciuto; certo che comunque, a prescindere dalla pioggia, 20 km su quei percorsi sono una bella impresa, superiore alle mie forze. Allora, come molti altri QDR, ho optato per i 12, facendo un po' l'elastico per recuperare Oriana, Gianna e Stefania che arrancavano anche loro nel fango in salita e così alla fine ne ho fatti 14. Amichevole il ristoro dell'agriturismo al 4° km., dove mi aspettano Renato, Lamberto, Manu, Sara, Maria, ma li lascio andare, li avrei troppo rallentati e poi volevo sincerarmi se le tre donne dietro di me non avessero avuto bisogno. Tra una salitina, uno scroscio di pioggia, una foto (mi ero portato la macchina fotografica grossa a tracolla, non potevo perdere l'occasione di scattare foto in mezzo al fango o ai panorami che ogni tanto apparivano tra le nebbie) e una discesina nel bosco, si arriva al secondo ristoro, alla Cappelletta che era un tuo punto di riferimento, vicino a casa tua (ci passiamo poco dopo), dove ci sono i tuoi amici con le magliette rosse "Alvaro sei con noi", insieme con Ivana e Gaia, e le tue foto delle maratone di Venezia e della Barchi-Fano ... mi fermo a parlare con loro, mi fermo un po' di più perchè so che potresti arrivare anche tu fra poco....intanto io vado, casomai mi prendi più avanti, tanto tu conosci il percorso...però comunque è come se tu fossi lì con me, perchè ti sto parlando, ricordando tutte le cose che abbiamo fatto insieme: dalle "lotte" calcistiche a quelle politiche, dal baccalà alla musica pop, a tutte le cose che ci dividevano e mi domando ancora come mai, nonostante tante diversità, alla fine si stava bene insieme o si aveva piacere di sentirti, come quando ti telefonavamo per scambiare quattro parole o per programmare di vederci da qualche parte. Scusa per la divagazione: ora finalmente un po' di asfalto (cioè un fiume di acqua sopra la strada), e poi si rientra nel bosco per ritrovare un bel sentiero fangoso dove c'erano i cartelli di taglio della legna, discesa scivolosa con sassi e roccette, prima di ricongiungerci con il percorso dei 20 km, in un passaggio in discesa abbastanza pericoloso, da affrontare con prudenza, prima di risbucare sull'asfalto per arrivare al terzo ristoro; avviso le tre donne dietro di me di evitare questo ultimo tratto di bosco e di proseguire sulla strada, che le avrebbe portate a ritrovarmi prima del terzo ristoro e così avviene. A quel punto ricomponiamo il quartetto, ma di chilometri da fare ce ne sono ancora, la pioggia si attenua e sembra che la giornata si apra un po': arriviamo finalmente in un bel tratto piano, vicino a uno stagno con aironi e garzette, prima di arrivare a Vo' dove ci attendono preoccupati Renato e Lamberto (che noi pensavamo avessero fatto la 20), mentre tutti avevano optato per il percorso breve, che a me comunque è sembrato non finisse mai. Però la tua compagnia mi ha piacevolmente scortato per tutto il tempo, anche se mi hai fatto lo scherzo di "fregarmi" la bandana rossa QDR, quando mi sono fermato a fare la foto alla bella chiesetta del '600 che c'era poco prima di ridiscendere sulla pista ciclabile, quando ero fermo con Oriana: me l'ero appoggiata sulla spalla, e quando sono ripartito non c'era più; mi piace pensare che tu l'abbia presa in prestito, da tenere insieme col tuo bandierone, che ti fa compagnia e ti fa sentire sempre con noi. Poi siamo venuti tutti a trovarti nel pomeriggio, dove ora riposi a Grancona: ho visto la tua foto della sera a cena prima della tua prima maratona, Treviso 29 marzo 2009 e mi sono andato a rileggere quello che avevi scritto nel sito QDR: Al tredicesimo passiamo per Conegliano, molta gente ai lati ci applaude, questi sono i momenti in cui devo fare attenzione per non farmi prendere la mano, anzi i piedi, il solito Gianni mi fa tornare sulla terra. Ad un certo punto sento una musica è il can-can e anche questo mette le ali ai piedi, poi ci si mettono gli alpini con il prosecco e figuriamoci se manca la grappa. Ai 20 Km. mi fermo e decido di camminare per potermi rifocillare almeno con qualcosa di caldo, di mangiare non se ne parla, non riuscirei. Al 21 Km. nonostante un ottima andatura per i miei standard lascio andare Gianni, voglio rimanere solo e concentrarmi bene per dosare i miei sforzi. Ecco Alvaro, ora davvero vorrei farti tornare sulla terra. So che non è possibile, ma, credi, ogni giorno un pensierino è per te. Da parte di tutti noi QDR. E vorrei dedicarti questa poesia, la famosa "Ed è subito sera", del nostro Premio Nobel Salvatore Quasimodo: con Oriana abbiamo voluto metterla sulla lapide di Enrico24: " Ognuno sta solo, sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera " Un abbraccio. Gianni QDR

Commento di Renato QDR
Questo 19 Maggio ci ha portato a Vo di Brendola paesino in provincia di Vicenza alla “Su e Giù per le Fontane” una manifestazione sportiva organizzata dai compaesani, dagli amici e dai parenti di Alvaro che ci ha lasciato da qualche mese. Per questo questa 4ª edizione, gli organizzatori, hanno voluto ritagliare un angolino, dove porre la bandiera rossa QDR, in sua memoria e nel suo ricordo del nostro amico, ed è per questo che in questa domenica di metà maggio un buon numero noi atleti in rosso hanno voluto essere presenti a questa corsa. Un’occasione per onorare Alvaro e nella maniere che lui avrebbe voluto, l’essere tutti uniti, correndo e sorridendo certi che lui, diventato ora una stella, ci osservi dal cielo, nascosto dal luce uggiosa di questo giorno piovoso. Infatti in questo weekend il meteo è stato inclemente in tutta la parte settentrionale della nostra bella Italia.
Segnali uggiosi li avevamo visti già alla partenza da casa, sabato mattina, grandi nuvoloni colmi di pioggia ci aspettavano e ci hanno accompagnato fino a Brendola, nuvole che ben presto si sono trasformate in forti temporali con tanta pioggia ed un vento fastidioso, un brutto presagio per la corsa del giorno dopo. Ma chi ci ferma noi? Nessuno, noi siamo “veri atleti”, siamo i QDR e tutto questo non ci spaventa. Oltretutto oggi siamo più forti certi della presenza, tra di noi, di Alvaro.
Eccoci alla domenica mattina e questo clima non è cambiato, anzi la pioggia è aumentata ed il vento pure. Ma come dicevo prima “chi ci spaventa”? Dopo un’ottima colazione eccoci tutti alla partenza in compagnia della gente di Alvaro, tra di loro Matteo suo grande amico che ci accompagna in tutte le formalità delle iscrizione fino alla tradizionale foto di gruppo. A questo punto, con le nostre divise da subacquei si inizia a correre, il nostro intento è di correre 20 km ma la vedo molto dura.
Incominciano le salite ed il nostro gruppo si divide, i più veloci Alessio, Emilio, Fabio, Livio, Simona e Piero, se ne vanno. Io rimango con Lamberto ed Antonio e si fatica tantissimo colpa del clima e delle salite. Dopo una curva ecco la prima difficoltà, una salita difficilissima, dove il fango la fa da padrone. Si scivola e non si sale, il rischio di una caduta è in agguato occorre molta prudenza e li capisco che i 20 km con queste brutte condizioni climatiche non si potevano correre e questo ci viene confermato anche dal primo gruppo di Emilio e compagni che incontriamo al primo ristoro.
Che fare? Nulla, si continua ed al posto dei 20 km ne correremo o cammineremo 12 km, e nel modo che piace a noi, correndo, camminando, scherzando e ridendo, e così abbiamo fatto. Al ristori ci raggiungono Emanuela, Maria e Sara ed in compagnia di Matteo abbiamo formato un bel gruppo di amici. Corriamo e camminiamo e tutti insieme affrontiamo le difficoltà che incontriamo in questi boschi umidi di pioggia e dai sentieri fangosi, il tutto ridendo e scherzando in modo da stemperare le tensioni di questi momenti. Le salite sono scivolose e difficili, ma per noi, ora, non sono nulla. E in questo modo spensierato, chiacchierando e correndo raggiungiamo il secondo ristoro e con sorpresa vediamo che è completamente dedicato ad Alvaro. Siamo vicinissimi a casa sua e incontriamo volentieri i suoi parenti, con loro Ivana e Gaia, sua sorella e sua figlia. Molto belle le loro magliette fatte di un rosso intenso e con la scritta “Alvaro sei con noi” certi che lo sarà per sempre. Ecco questi sono stati momenti di vera emozione.
Riprendiamo la corsa ed i chilometri passano, ma pioggia ed il vento no, sono sempre tra di noi. Altre salite, altro fango, altre difficoltà, le cadute si susseguono ed il fango colora i nostri abiti inzuppati. Mi guardo le scarpe e non le riconosco più, per fortuna l’acqua non manca tra pozzanghere e ruscelli improvvisati e ne approfitto per pulirle. Per fortuna eccoci in paese e poi l’Arrivo. E’ fatta, siamo bagnati ma felici. Il nostro gruppo, dopo poco, si compatta. Il responsabile della gara ci consegna un cesto enorme, un ringraziamento per la nostra presenza. Si ritorna in albergo, ci aspetta una bella e rigenerante doccia calda. Poi un altro ritrovo, al Ristorante, noi QDR e tutti i parenti di Alvaro. Formiamo due belle tavolate e si pranza tutti insieme in allegria. In quell’occasione i ricordi volano a lui, il nostro amico, che è l’argomento principale.
Ora viene la parte più difficile della giornata, la visita alla sua tomba con noi tutti, amici e parenti. Ora siamo chini in una preghiera per il nostro amico che riposa vicino ai suoi boschi, in quella terra vicentina dove era nato e che lui amava tantissimo, una preghiera che porteremo sempre con noi.
<Riposa in Pace amico mio e ricordati che tu sarai per sempre nel mio e nei nostri cuori. Ciao Alvaro da parte mia un abbraccio forte, forte. >

Commento di Emilio QDR
Week end per Alvaro. Tutti insieme per lui, perchè lui è e sarà sempre tra noi. Corsa organizzata dalle sue parti, dai suoi amici e parenti, in memoria del nostro Alvaro. Un bel gruppetto di QDR è riuscito a partecipare a questa trasferta vicentina dove abbiamo fatto tutto quello che a lui piaceva fare: stare insieme, ridere, bere, mangiare e anche correre ... anche se purtroppo il brutto tempo ha un po' penalizzato la trasferta puramente sportiva, infatti un percorso reso difficile e insidioso per il fango non ci ha permesso di percorrere i 20 km, ma abbiamo dovuto accontentarci dei 12 km ... anche se il gruppo e la compagnia hanno reso piacevole anche l'impossibile sotto la pioggia! Accoglienza favolosa da parte degli organizzatori, amici e parenti di Alvaro, siamo stati coccolati in tutti i modi e di questo ne siamo veramente grati. Molto bello pranzare poi tutti insieme, loro dopo il lavoro organizzativo e noi dopo la corsa. La parte più triste della giornata è stata quando siamo andati a fare visita al nostro amico che riposa in un piccolo cimitero vicino ai boschi ... bei ricordi e ora tanta tristezza ma come tutti sappiamo ... lui sarà sempre tra noi! Emilio QDR


Commento di Matteo amico di Alvaro
Che dire????? Un anno fa ci eravamo promessi di farla insieme ma purtroppo un male bastardo ti ha portato via da noi. Quindi, visto che la parola arrendersi non fa parte del mio vocabolario, ho deciso di chiamare la tua stupenda compagna Emanuela e i tuoi amici del QDR e di dedicarti questa gara. È stata durissima, ma non potevamo mollare e penso che ognuno di noi ti abbia sentito al suo fianco. Io ho ritrovato il piacere di correre e di condividere le difficoltà, oltre ad aver conosciuto delle persone davvero speciali. A tuo modo, ancora una volta hai mantenuto le promesse fatte. GRAZIE ALVARO. Matteo B.

Commento di Emanuela QDR
Grazie Matteo B., Nonostante una pioggia incessante tutto è stato meraviglioso e ben riuscito. Una cordialità, accoglienza, partecipazione meravigliose. Le magliette alla sua memoria mi hanno lasciato senza parole. Momenti di grande commozione, Alvaro ha lasciato un grande vuoto, mi manca immensamente. Emanuela P. QDR

 
24 Giugno 2018  - I miei primi 25 Km
Da -  Franca Berbenni QDR alla 1ª STRAVAPRIO - Vaprio d'Adda (Mi)  
L'effetto QDR è l'orgoglio di indossare una canottiera rossa e di essere riconosciuta come parte del gruppo. Sembra una fesseria ma per un orso solitario come me è tanta roba.
L'effetto QDR è quella cosa che ti fa capire che è il momento di fare quello a cui stai pensando da un paio di anni: prendere la macchina e andare alla cavolo di tapasciata che vuoi tu, dove ci sono loro, anche se non ci va nessun altro che ti può dare un passaggio.
L'effetto QDR è qualcosa che ti fa partire tranquilla e convinta di fare il giro da 20 km, ridendo e scherzando in compagnia, e poi all'ottavo km prendere consapevolmente il bivio per il percorso dei 25 km: perchè è una bella giornata, perchè c'è bosco e ombra, perchè ti senti bene ma soprattutto perchè l'idea di aggiungere mezz'ora abbondante di corsa ai 20 km che fai di solito arrivando sui gomiti, improvvisamente non ti sembra proprio da buttare.
L'effetto QDR è un'onda rossa che quando inizi ad arrancare rallenta, ti si affianca, ti aspetta ai ristori per incitarti e non ha un dubbio che tu possa arrivare fino in fondo. Emilio nel frattempo continua a guardarti per cercare di capire dalle tue smorfie se stai in piedi o se stai per stramazzare.
L'effetto QDR è la loro soddisfazione che sembra addirittura più grande della tua, le pacche sulle spalle, i complimenti, la festa, quando loro i 25 km se li bevono a colazione e con tempi dignitosi.
L'effetto QDR mi ha regalato oggi una mattinata in luoghi splendidi, con una vittoria schiacciante sulla mia paura di guidare e il record per la distanza più lunga che io abbia mai corso.
Peccato che l'effetto QDR non possa essere d'aiuto per il mal di gambe che ho adesso e che mi fa camminare in modo da provocare amene prese per il culo familiari. Ma ho fatto 25 km, che diamine, mi possono prendere per il culo quanto vogliono.

Commenti in Facebook
Renato Clerici QDR
L'effetto QDR è anche il piacere di correre in tua compagnia, l'effetto QDR è essere TUTTI amici, esserti amico e per questo si corre in allegria e ci si aiuta sempre.
Un abbraccio forte forte da un piccolo QDR
Alessio Esposito QDR
La soddisfazione che si prova a raggiungere un traguardo che prima sembrava essere un limite è indescrivibile!!!
Ti sei meritata pienamente tutto il nostro supporto "in corsa" e i nostri complimenti per aver tracciato sull'Adda i tuoi primi 25 km.
Ho la sensazione che sei solo all'inizio di qualcosa di molto più interessante... ... ... ????
 
8 Aprile 2018  un amico alla sua 2ª Maratona, alla seconda  EA7 Emporio Armani Milano Marathon    
Da un AMICO- EA7 MILANO MARATHON - Milano
2° Maratona di Milano, e 2° Maratona in generale per quel che mi riguarda. Preparazione di quest’anno: ho calcolato che da Ottobre a domenica scorsa sono uscito circa 25 volte in 5 mesi, di cui il lungo di 21 KM alla mezza Scarpa D’oro. Diciamo che rispetto allo scorso anno dove mi allenavo con il Gruppo almeno 3 volte a settimana, quest’anno qualcosa è cambiato… in peggio naturalmente…causa qualche impegno piu’ del solito e qualche pensiero, le uscite sono state marginali ma in previsione di un Ultra Trail a Luglio ho voluto mettere alla prova il mio fisico e soprattutto la mia testa verso obiettivi sempre poco raggiungibili….
Quest’anno l’ho vissuta con meno ansia, a partire dal ritiro del pettorale dopo la School Marathon di sabato, dove con altri amici dei miei figli ci siamo riscaldati per 3 km, dalla preparazione degli indumenti, alla cena pre gara, e alla relativa notte.
Ma veniamo a noi: Domenica mattina sveglia alle 6:30, puntando di prendere il treno alle 7:29 da Locate. Appena mi sveglio vedo un messaggio di XXXXXX che mi avverte che anticipa visto che ha il timore di arrivare lungo con i controlli del metal detector a Porta Venezia. Vabbe, partiro’ da solo, non ho voglia di mettermi fretta e poi sarebbe tecnicamente impossibile prendere il suo stesso treno.
Colazione con un the e una barretta, un massaggio con del gel sulle gambe, un po di gel sui capelli per venire bene nelle foto, e poi mi incammino solo soletto verso la stazione. Vedo davanti alla farmacia i miei amici runner pronti anche loro per un’ altra avventura e mi caricano ulteriormente.
All’arrivo in Porta Venezia già si avverte l’emozione della gara, partendo dalla musica, dagli altri runner, dalle relative famiglie, dalla confusione, etc
Faccio tutto con calma, controlli all’ingresso (direi che noi italiani vogliamo imitare chi i controlli li fa sul serio, ma allo stato di fatto i ns controlli sono sommari e a mio avviso inutili) mi avvio al GATE 1 che è lontano almeno 2 km da dove sono uscito con il Metro, faccio tappa obbligata alla toilette chimica(doppia visita dopo minuti interminabili in coda e relativi aromi appena si apre la porta…).
Verso le 8:40 lascio la borsa dopo aver deciso di correre in canotta e pantaloncini, porto con me me il cellulare, 5 euro, 1 biglietto dell’ATM in caso di rientro anticipato, e la spugna da usare per gli spugnaggi, visto che si preannuncia una giornata calda.
Mi metto in griglia verso le 8:50 cosi da non aspettare troppo, faccio qualche selfie al pubblico, e alle 9, dopo il conto alla rovescia, si parte. Sarà la musica, sarà la gente che ti incita ma a me già scendono le lacrime.
Quest’anno, a differenza dello scorso anno, non ho portato volutamente il GPS, non ho portato gel (che il mio stomaco comunque mal sopporta), non ci sono i miei figli e mia moglie a fare il tifo, per cui ho deciso di gestire la gara in maniera blanda, mettendomi dietro ai PACE delle 3 ore e 50, che sono veramente SUPER. Ogni occasione è buona per distrarsi, il pubblico ti incita pur non conoscendoti, i bambini aspettano che gli batti in continuazione il 5, le macchine che suonano il clacson in maniera poco civile, la gente che attraversa in mezzo ai runner rischiando di essere linciata o calpestata, ma ti godi comunque una Milano che difficilmente vedrai muovendoti in macchina o anche solo camminando. Mi godo il percorso, quasi tutte le vie le ho già percorse in moto/macchina o l’anno scorso di corsa, il mio fisico risponde discretamente bene, tra alti e bassi, fino al 30 esimo km, zona Lampugnano se non erro, dove mi piacerebbe abbandonare e prendere la metro’, ma visto che sono in culo ai lupi e mi sarebbe piu’ scomodo trovare un mezzo per rientrare al campo base (Porta Venezia area ritirati) ma decido di proseguire.
Mi succede spesso in gare lunghe di voler abbandonare, ma basta superare quel momento e tutto passa (a volte piu’ di qualche minuto, hihihi)
Naturalmente perdo il pace delle 350 ma non è un problema (peccato perché era un super personaggio, divertentissimo e gran trascinatore). L’obiettivo è finirla senza ulteriori intoppi.
Proseguo alternando spugnaggi e qualche sorso di sali, qualche pezzo di banana (porto l’apparecchio e quindi è l’unico alimento che posso mangiare senza doverlo togliere). All’altezza della scalata Levissima, mi sembra Portello, aiuto in salita una ragazza diversamente abile in carrozzella che sta faticando (forse l’ho fatto solo per appoggiarmi a qualcosa ed essere sorretto, non ricordo se devo dirla tutta).
Persone del genere mi danno una carica pazzesca e in quei momenti capisci veramente che la forza di volontà è tutto (ho fatto i primi 3 km con una persona che correva a 5.30 con 1 gamba sola e una stampella, e il “driver” gli indicava le buche, i sassi, le rotaie, etc). ECCEZIONALE A DIR POCO
Verso il 38 esimo km, sento lo stomaco un po’ in subbuglio (non che fino a questo punto fosse completamente a posto), rallento ma non funziona per cui al 39 esimo, all’altezza dell’Arena Civica/Moscova, mi fermo al parchetto, mi siedo su una bella panchina verde in legno e..digerisco la banana nei giardinetti…
Un attimo per riprendermi, e ricomincio a corricchiare, mancano oramai pochi km, all’altezza di Repubblica/Ospedale Fatebenefratelli mi sembra incomincio ad avere dei leggeri crampi, piu’ all’altezza dell’inguine, rallento un attimo, poi quando un “vecchietto” sconosciuto mi chiama e mi incita per nome avendolo letto sul pettorale trovo la forza per accelerare e ridere come un cretino per la situazione.
Vedo i primi cartelli, la musica incomincia a sentirsi di piu, tanta gente sui lati, – 350 metri.. - 300…- 200 metri…incomincio ad avere gli occhi lucidi, curvo a destra in Porta Venezia e rettilineo dell’arrivo…prendo il cellulare e mi filmo negli ultimi metri…per lasciare un ricordo alla mia famiglia che non è purtroppo presente.
Taglio il traguardo e come sempre mi commuovo come un bambino, per aver anche questa volta raggiunto il mio obiettivo contro ogni piu’ rosea mia aspettativa.
Non mi reputo un maratoneta, sono piu’ un corridore part time, mi alleno quando ho voglia, senza un programma predefinito, non mi sono mai infortunato (incrociamo le dita) , ma mi piace vivere la corsa in questa dimensione, senza prendermi mai troppo sul serio.
All’arrivo mi sento bene, sono in piedi, non ho fiatone o mal di gambe, sono sereno e ora molto piu’ rilassato, anche se allo stesso tempo scarico ed euforico. Mi bevo un the caldo, mi faccio dare una coperta di emergenza visto che tira un leggero vento, ritiro la sacca, prendo una bici a noleggio per “smollare un po le gambe” e raggiungo Dateo per prendere il passante e tornare a casa. Sul treno leggo i messaggi degli altri runner, guardo qualche foto e qualche tempo della gara e mi rilasso. Penso alla ambulanze che ho incontrato sul percorso, ai runner che ho visto a terra, agli occhi degli altri corridori che come te non ce la fanno piu’, e mi ritengo fortunato di aver concluso sano e salvo anche questa volta.
Il pomeriggio, dopo una doccia calda, lo passo al parco della Pace a giocare con i miei bimbi, ma questa è un’altra storia.

NOTTATA TRA DOMENICA E LUNEDI: stanotte penso di non aver dormito neanche 1 ora, mi succede spesso quando sono troppo stanco. Le gambe vanno benissimo (lo scorso anno a fatica riuscivo a scendere le scale del Metro’), domani magari avro’ qualche doloretto in piu, ma nulla di che. Almeno spero. Parlo con qualche collega che chiede dettagli, e si stupisce di persone come me che corrono per cosi tante ore. Io sorrido e un po’ ne vado orgoglioso.
UPDATE: Ora che sto uscendo dall’ufficio, ho qualche leggero dolore alle ginocchia, ma passerà.
Correre una gara del genere per me è un’esperienza divina. Solo chi l’ha corsa puo’ capire le sensazioni che si provano. Alla prossima sfida.
That’s all
Un Amico

La mia Risposta
Grande "Amico".....sei riuscito a farmi emozionare......io ero presente, come spettatore in quei 250 m finali, ero sulla curva e non ti ho visto, questo mi dispiace. Il tuo e un racconto splendido e pieno di emozioni. Quelle sensazioni le ho provate tante volte e non me le scorderò mai......me le sono fatte mie e mi resteranno e ci resteranno sempre nel nostro cuore...
Bravo "Amico" super MARATONETA......vedrai che la prossima sarà ancora più bella, non uguale. Infatti ogni 42 km è una storia a parte.
Se tu me lo consenti......questo tuo pensiero lo inserisco sul mio sito (Noiamici52)....in forma anonima, naturalmente, per non crearti dei problemi.
E per finire un ringraziamento per il solo fatto che hai voluto condividere con me la tua bella maratona.
Un abbraccio