Carmina non dant panem. Ad alcuni possono dare il caviale, ad altri fichi secchi. In mezzo c'è quella terra estrema, ormai iperurbanizzata, percorsa da asfalto, acciaio, processori e microchip: "hic sunt leones". Qui tutto è possibile. Agli eremiti del deserto, agli stiliti arroccati sopra corrosi capitelli corinzi, si sono sostituiti solitari eremiti del web e stiliti della condivisione, martiri della privacy, impenitenti compulsatori di rosari in rete, cliccatori di "mi piace" e santi taggatori compulsivi. La maggior parte sogna di essere il Barnum del web e, "scommettendo sul cattivo gusto del pubblico", irrora cazzeggio postante e commentario nonché mirabolanti fancazzismi video, con i quali spera d'attirare l'attenzione, decuplicare i contatti, sbancare i counter, pubblicare con grosse case editrici e/o essere risucchiato da un vorticoso turbine televisivo nazionale che gli dia fama e denaro.
Tra questi ci sono, a onor del vacuo vero, i samaritani, gli impegnati, a salvare cani, gatti, drozofile melanogatte in estinzione, tribù aborigene insonni, vogliono anche tappare il buco dell'ozono a forza di clic o far cadere governi mitragliando video satirici che ormai fanno piangere per la disperazione, ma adoperano lo spamming con la stessa veemenza dei monaci che brandivano la croce e convertivano con la spada nel medioevo, non uccidono, ma alla lunga disintegrano le gonadi e provocano insane voglie, tipo andare in un ristorante cinese e ordinare gatto in agrodolce o in trattoria per mangiare carpaccio d'aborigeno o salire in terrazzo e spruzzare in aria quarantasette bombolette spray a base di propano.
Ci sono simpatici, ma non ci interessano, o per lo meno, noi non siamo portati, non abbiamo la vocazione, né l'ambizione che li anima.
Facciamo parte di quella sobria fetta di "camminantes" che attraversano l'affollatissimo deserto webbico, facendo incontri, vivendo esperienze, confrontando e scambiando contenuti, idee, idealità, e persino cultura, arte, letteratura, poesia, anche leggerezza e ironia, naturalmente, ma evitando sghignazzi isterici. Non siamo gli eletti, non abbiamo presunzioni tali, non spocchiamo, siamo semplicemente "altro".
E dunque, questa iniziativa degli ebook di Mirkal, nasce così, da una webzine di sobrio understatement, come un naturale sviluppo di condivisione di contenuti culturali e letterari, attraverso la terra di tutti e di nessuno del world wide web, che democraticamente offre a tutti possibilità e diffusione, alternative ai sistemi tradizionali di comunicazione ed editoriali, oltre che sociali e d'impegno civile e politico. Il costo economico è zero, il ritorno sarà sempre più alto, anche 1 lettore fa il 100% in più. E poi c'è sembrato un gesto pratico e concreto quello d'invitare chi ci leggerà a fare qualcosa di pratico e concreto, aiutando con un piccolo (o grande) contributo ad associazioni onlus di ricerca scientifica o assistenza sociale. Senza che questo diventi un veicolo di pubblicità. Ogni autore indica un'associazione, senza che questa lo sappia, senza farsi forza di un gesto benefico che faccia scattare benevolenza trasformabile in pubblicità. Se fai del bene, fallo e taci, vale doppio, vale e basta. Siamo così i mirkaliani, gente che non si vanta ma lentamente, con convizione, tenta di costruire azioni e provocare reazioni, non eclatanti ma significative.

All'idea di partenza di Francesco Randazzo, si sono uniti poeti e scrittori come Marco Palladini, Simone Consorti, Mauro Mirci, Regina Franceschini, Walter Da Pozzo, Gualberto Alvino, Alessandra Terni, Girolamo Grammatico ed altri ancora. Ognuno lascerà un libro per Mirkal, un invito per un aiuto a qualcuno, un dono di lettura e di piacevole incontro.

Hic sunt leones. Noi siamo qui.
Andiamo.