RANCID 2000
Giusto per fare incazzare tutti comincerò la rubrica sui dischi hardcore che preferisco non con un disco dei bei tempi andati, ma con il 5° long playing della terza punk-band più famosa al mondo! Infatti non penso che questo sia il disco preferito dal tipico fan dei Rancid, mentre i punx duri e puri lo snobberanno come un prodotto commerciale.
Premetto subito che nella lunghissima tracklist ci sono parecchie canzoni che mi annoiano di brutto, inserite perchè anche questi 4 ex-alcolizzati devono guadagnarsi la pagnotta. Tuttavia i nostri affezionatissimi hanno pensato di dare un taglio al ragamuffin' e cimentarsi con qualche pezzo in stile hardcore anni '80. Inoltre al tempo dell'uscita del disco i Rancid avevano abbandonato i cappellini alla chitarrista dei Lunapòp per incattivire il loro look, rendendo Lars una specie di Wolverine... Reale conversione o operazione commerciale?
Già la copertina macabra e che sembra fotocopiata mi invoglia all'ascolto (Eh, peccato che la mia copia è masterizzata!!) Il disco inizia con due pugni nello stomaco: lo scanditissimo omaggio al Mozartiano natural born loser "Don Giovanni" e "Disgruntled", ode al cattivo umore dove Tim e Lars si danno il cambio alle urla e che culmina in uno sgangherato assolo iperdistorto. Dopo esservi fatti la potente intro di una canzone noiosa ("It's quite alright") saltate pure ad "I am forever" impreziosita da due break troppo cool di chitarra e gustatevi la più lenta title track "Poison" piccolo inno all'asocialità e ai tatuaggi che denuncia il pregiudizio della gente comune contro chi ascolta 'sta musica, nel caso non ve ne foste già accorti da soli. La brevissima "Loki" è però molto efficace e tutta uno stacco come piace ad un vero hardcore kid. Piccolo capolavoro di 'sto genere è "Corruption" che come hanno scritto i commentatori professionisti ha una progressione atonale degna dei Minor Threat (se qualcuno mi spiega cosa vuol dire gliene sarò grato...) In "Axiom" potete controllare di persona la perizia con cui Matt Freeman (già bassista riservista degli MDC) pigia le quattro corde. Il mio ascolto si conclude con la minimale "Dead Bodies" dove un'intro ska di basso prelude alle grida di Lars su una ritmica di palm-mute martellante che esplode in un triplo stacco finale. Se proprio volete prolungare l'ascolto, sentitevi come bonus la a-là-Motorhead "Rattlesnake" e "Blackhack down" dove il già citato Matt si prodiga in una ridicolissima linea di basso... Le altre, scritte per vendere il CD, cacciatele pure nel cesso!
Le canzoni che ho scelto più per me che per voi sono abbastanza veloci e tutte gridate dai due o più cantanti, ma non per questo sono noiose o uguali tra loro. Potrebbero essere state scritte negli anni '80, ma conservano la loro originalità; sono quasi una rilettura dei pezzi oldschool per le esigenze dell'homo sapiens moderno, prova che i musicisti non proprio hardcore possono fare 'sto genere anche meglio (lo stesso vale per i Bad Brains per esempio).
Il difetto di "Rancid 2000" è quello di non essere veramente essenziale e di rimanere isolato nella produzione del gruppo, se questa esperienza non dovesse avere un seguito nell'album che penso stiano registrando in questo periodo. Ma il nostro motto è "No Future", no?