La mia Miata è una 1.8 immatricolata nel 1996, dotata di condizionatore d'aria. Il nome MAKO SHARK con cui l'ho battezzata deriva dalla mia ammirazione per i due prototipi creati da Bill Mitchell per la General Motors negli anni Sessanta, che portavano questo nome.
E' con me dal 31 marzo 1998.
Da allora le ho apportato alcune modifiche per adattarla ai miei gusti personali, in modo da accentuare quelle caratteristiche "classiche" che rendono la MX-5 prima maniera così simile alle sue antenate italiane e britanniche di trent'anni prima.
Il suo colore è
passato dall'originale British Racing Green all'attuale Twilight Blue micalizzato;
le ruote di serie hanno lasciato il posto a dei Panasport
FS con pneumatici Pirelli
P Zero nella misura 205/45 - 16: questi cerchi replicano fedelmente
il design senza tempo dei Minilite inglesi che, reso celebre dai successi
sportivi delle Mini, ha impreziosito, dagli anni '60 ad oggi, innumerevoli
auto sportive in pista e su strada.
L'alloggiamento
della targa posteriore è cambiato, ripristinando il disegno della
coda originario in uso negli Stati Uniti ed in Giappone.
In aggiunta,
sono stati anche montati i due profili aerodinamici sotto ai paraurti, concepiti
già in sede di progetto della Miata. Anche la capote non è
più quella originale, sostituita da quella della versione lanciata
nel 1998, provvista di lunotto in cristallo: più semplice da ripiegare,
più leggera e con indubbi vantaggi in termini di visibilità.
All'interno sono cambiati i fondini della strumentazione, ora con una grafica più classica, e sia gli strumenti che le bocchette di ventilazione sono ora arricchiti da cornici cromate. E' presente anche un orologio digitale, mutuato ancora dalla versione '98, ed è stato modificato il posizionamento del comando di regolazione degli specchi.
Meccanicamente le uniche differenze rispetto alla versione di serie riguardano gli ammortizzatori, ora Koni Sport, e la diversa regolazione dell'anticipo di accensione portato a 14° BTDC.