Community
 
Aggiungi lista preferiti Aggiungi lista nera Invia ad un amico
------------------
Crea
Profilo
Blog
Video
Sito
Foto
Amici
   
 
 

+

Warning!!! The authors are aware and have agreed to their fanfics or translations being posted on this site. So, before downloading  these files, remember public use or posting them on other's sites is not allowed, least of all without permission! Just think of the hard work authors and webmasters do, and, please, for common courtesy and respect towards them, remember not to steal from them.

Attenzione!!! Gli autori sono consapevoli ed hanno acconsentito a che le proprie fanfic o traduzioni fossero pubblicate su questo sito. Dunque, prima di scaricare questi file, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli su di un altro sito, tanto più senza permesso! Pensate al lavoro che gli autori ed i webmaster fanno e, quindi, per cortesia e rispetto verso di loro, non rubate.

 

«Se io avessi saputo che donna siete...».

 

Che cazzo stai dicendo?

Che cazzo stai dicendo Fersen?

Non lo sapevi? Allora cos’ero?

 

«Vi prego, non aggiungete altro...».

(diplomatica Oscar)

 

Fersen si allontana. Oscar lo guarda. Stronzo. Lo sbaglio che ha fatto la investe con una violenza furiosa. Potrebbe spezzarla.

Ma come ho fatto?

Oscar raccoglie a sé tutta la sua determinazione. Ritorna a palazzo. Nella saletta.

Che casino che ho combinato.

E si china a raccogliere i pezzi di vetro.

 

Sente i suoi passi. Non ora André. Per favore.

«Posso aiutarti Oscar?».

«No».

No, vai via. Lasciami in pace. Non ti voglio intorno. Non voglio nessuno.

 

Che ore saranno? Non riesce a dormire. La rabbia glielo impedisce. Si è sbagliata per tutto questo tempo. Ma come ho fatto? La testa pulsa e gli occhi bruciano. Le mani piene di tensione che deve sfogare. Be’ André, ti tocca. Se non dormo io non dormi neppure tu. Prende la spada. Sale nella sua stanza. Vuota.

 

«Non c’è...». Non se l’aspettava. La sua assenza provoca un’incrinatura nella corazza e la tristezza che era nascosta dalla rabbia fuoriesce in lacrime silenziose da quella crepa. E insieme alle lacrime arriva anche il sonno.

 

La vede, sdraiata sul suo letto. Si sdraia anche lui e l’abbraccia da dietro. Lei lo sente e lo lascia fare.

«Hai bevuto».

«Già...».

Gli prende le mani e se le porta alla bocca.

«Fammi dormire».

Sarà lui a non dormire questa notte.

 

Lei si sveglia ancora, lui è immobile dietro di lei. Oscar si volta.

Lo guarda negli occhi. Poi lui li chiude e si volta.

Lei non è capace di consolarlo.

 

Arriva l’alba. Non hanno chiuso le tende.

«Vai Oscar».

«Ho deciso di lasciare la Guardia reale».

«Lo so».

Oscar si alza. Gli occhi segnati dalla notte insonne. Va. verso la finestra.

Si ferma nella luce celeste. Sente arrivare André alle sue spalle. Si volta.

 

È nudo. Fermo dietro di lei. Si guardano. Lui le si avvicina e le toglie la camicia da notte. Ancora si guardano e non parlano. Il tempo si dilata.

 

«Sono solo Oscar. Oscar e basta».

«Sei la donna più bella del mondo».

«Sono una donna», un sussurro.

«Voglio essere il tuo uomo».

«No».

«Esci».

«No».

«Esci per favore».

Oscar si china a raccogliere la camicia da notte e la indossa.

«Ti aspetto tra un’ora per andare a Versailles».

 

Si incamminano che il sole è già alto. Ognuno chino sul proprio cavallo. Poi André lancia la sfida.

«Chi arriva ultimo alla reggia mangia brodo per una settimana!».

Non sia mai che Oscar perda una sfida.

«Ehi, non vale!Sei partito prima!».

«Brodo e acqua, Oscar!».

 

Ottiene le dimissioni e qualche giorno di licenza. Andranno in Normandia. Comunica la propria decisione a Girodel e non gli lascia il tempo di rispondere.

 

La casa in Normandia ha i muri molto spessi, i muri umidi di sale. Dalla parete della cucina si sente battere il mare.

 

È in quella stanza che si incontrano, nudi. La prima volta André la volta contro il muro, le allarga le braccia e aderisce al suo corpo. I due corpi restano così, crocifissi l’uno all’altro. Immobili, se non fosse per i loro respiri che gonfiano lievemente il ventre e il petto e per il pulsare delle vene sopra le mani e le caviglie.

Sentono il mare battere contro la parete e i passi di qualcuno che smuovono la sabbia.

 

«Dove vai?».

«A prendere qualcosa da mangiare, per noi e per i cavalli».

 

Oscar va alla spiaggia. Si chiede se quella figura ferma sulla riva sia la stessa che sentono camminare dalla loro cucina. Lo sa che la ama. Solo lei. Sa che è per sempre. Solo lei. Una breve risata amara... e l’altro che non aveva neanche capito che lei era una donna.

 

André arriva portando pane e formaggio. Grasso formaggio puzzone. Così Oscar magari riesce a prendere un pelo di peso. Gli sorride. E vede che lui la ama ancora di più. Ma come fai?

«Guarda cos’ho trovato: arriva dal sud dell’Italia».

Tira fuori il coltello e taglia un melone. Il profumo è dolcissimo.

«Ma è buonissimo André!».

«Sì, chi se l’aspettava!».

Lo mangiano tutto e s’impiastricciano di succo, semi e sabbia. per terra hanno lasciato un pasticcio bestiale. È meglio pulire, ma lasciano qualcosina per i gabbiani.

Sarà meglio tornare a casa a darsi una lavata.

 

La sera André accende il fuoco nella loro cucina. E ancora una volta il  mondo si trasforma nel battere del mare contro la parete. Oscar è seduta per terra, la schiena poggiata su quella parete. Lo osserva e lui se ne accorge. Oscar prova a pensare: amore mio. Ma non le riesce.

Allora gli va accanto. Inginocchiato e continuando a guardare il fuoco André le tira giù una calza e accarezza il polpaccio. Dal basso verso l’alto. Poi giù, poi ancora su... Oscar si toglie le scarpe e lui le sfila le calze. che rimangono lì, tra i piedi di Oscar.

Torna l’immobilità: Oscar è piedi, André accucciato accanto a lei. Entrambi fissano il fuoco.

 

Poi André esce dalla cucina e Oscar sente un sottile senso di abbandono, lì, con i piedi nudi e le calze abbandonate per terra.

 

Si sente un gran armeggiare da altre parti della casa. Poi André si ripresenta spingendo un gran materasso di pagliericcio arrotolato.

«Per il momento dormiamo qui, il resto della casa è gelido».

«Vado a prendere delle coperte».

 

Il rumore delle onde potrebbe cullarli, invece li tiene svegli. Oscar torna a sedersi alla parete. E conta le onde, le sente quasi arrivare e infrangersi contro di lei. Ne segue il ritmo inarcando la schiena. Avanti e indietro, avanti e indietro. Poi si spoglia, continuando a seguire il movimento del mare.

André la guarda, sopraffatto dalla sua bellezza. Non è invitato alla danza. Stordito esce, ha bisogno di aria fredda, ma va a poggiare le mani contro il muro esterno, là dove sa esserci lei dall’altra parte.

 

Oscar si è addormentata, in una coltre arruffata di coperte. Si stende anche lui sul pagliericcio e le parla. Per tutto il resto della notte.

 

La mattina è limpidissima. Il mare lontano, per via della marea. Hanno voglia di caffè. Ma la loro dispensa è sprovvista dei beni basilari (fatta eccezione per il vino naturalmente). Vanno in paese insieme, André la guida per le botteghe. La luce rende il giorno quasi estate. Litigano anche un po’, perché lei vorrebbe mangiare pesce, ma secondo lui è troppo caro («Di’ piuttosto che non sai cucinarlo». «Perché tu?»). Dura però trovare il caffè. Pazienza.

 

Succede mentre lui pulisce il pesce. Oscar infila una mano dentro la manica rimboccata della sua camicia, e risale il braccio fino ad accarezzargli la spalla. E quasi a volerlo sfidare lo guarda negli occhi, beffarda.

Il movimento è rapidissimo.

Ploff!

Il branzino è finito fra la schiena e la camicia di Oscar.

«Toglimelo! Toglimelo! Toglimeloooooooooo!!!».

«Ecco, ora mi lasci cucinare?».

«Sgrunt».

 

Fuori c’è ancora il rumore di passi. Pensano entrambi all’uomo che ogni tanto vedono fermo davanti al mare. Le mani si stringono. Escono, la giornata è troppo bella per lasciarsi sfuggire anche un po’ di quell’aria. L’uomo non si vede. Seduti sulla spiaggia lui le pettina i capelli. A Oscar piace.

 

Sul pagliericcio André dorme prono. Lei gli tira su la camicia e gli accarezza la schiena, fino in fondo. André si sveglia, si sente quasi pugnalato, gli manca il fiato. Oscar non si ferma. Poi seguendo il ritmo lento delle mani comincia a cantargli una canzone. André è paralizzato, non riesce a muovere nessuna parte del corpo. Quando lei si allontana lui rimane a terra, stremato.

Sdraiata accanto a lui, Oscar pensa. Lui non ha più detto niente, la testa voltata contro il muro. Ripensa a Fersen, vorrebbe parlarne con André adesso, ma forse non è il momento. Ma lui si volta e si tira su sulle braccia. Poi la bacia. All’inizio lei si spaventa. Accenna a una fuga. Ma rimane. E quella che era paura diventa commozione. E ancora André le passa un dito sui denti e lei lo segue con la lingua, e quando lui lo allontana lei lo lascia con un bacio. E vorrebbe ancora parlargli, ma le parole sono bloccate dall’emozione.

Poi André la circonda con un braccio e la tiene come se fosse sua. Oscar riesce a sussurrargli qualcosa e finalmente le parole sgorgano in un pianissimo. André ascolta ogni cosa, per serbarla nel cuore.

Oscar dice del mare, dell’uomo sulla spiaggia, della loro cucina, del corpo di André. Parla di Fersen. È ancora una ferita.

Ma André ora le sorride, con tutto l’amore del mondo.

Oscar sorride.

E sente che questo è il suo sorriso.

Il sorriso di Oscar.

 

Tutta la sua vita per questo sorriso.

 

pubblicazione sul sito Little Corner del luglio 2005

Fine

Mail to

 

Back to the Mainpage

Back to the Fanfic's Mainpage