Il signore del mare
parte III
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“L’ostrica”
Il generale non sa darsi pace. E' come se lei lo stesse sfidando, punendo,
scegliendo di vivere in un altro posto, fuori dalla sua casa e lontano da lui.
Eppure a quella anziana signora con lo sguardo fermo, limpido non è riuscito a
dire di no. Gli ricorda sua madre, gli ricorda la sua sesta figlia, e senza
battere ciglio ha dato il suo permesso per quell'idiozia maledicendosi e
sentendosi debole e stupido. Pensa di averla persa lui che la sente così vicina
in fondo al suo cuore, ma sarà un'altra vita quella che lei vivrà. La sua. Non
sa se esserne fiero o piangere in silenzio, per quel tempo malefico che gli
porta via le cose più care, quella ragazza così bella, la gioia di vederla
diventare una donna.
Mai, nemmeno per un secondo ha pensato male di lei o di loro. Di Cleo si fida e
sa che veglierà sulla sua bambina come se fosse carne della sua carne. E poi
quel ragazzo non è per lei, lei può avere molto di più e quanto di meglio si
possa avere non sarà mai abbastanza perché lei è sua figlia. Si laureerà e sarà
un brillante avvocato, e ci penserà lui a trovare qualcuno che sia degno di
starle al fianco, un uomo che la faccia brillare come una pietra preziosa.
Sì, ci penserà lui a sua figlia... alla sua bellissima Oscar.
Lei non si accorge di niente mentre allegra impacchetta i suoi libri di cui si
preoccupa ben più dei vestiti. Un giorno è stata con André a vedere la casa di
nonna Cleo e se n'è innamorata, ha trovato simpatica persino la vecchia portiera
curiosa, il gatto della vicina le ha fatto le fusa. Senza parlare ha osservato
André impadronirsi avido di tracce e particolari di una vita che non ha mai
conosciuto, cercare in vecchie foto il viso di sua madre bambina, in quelle
stanze in cui i progetti crescevano insieme a lei. E si è domandata com'era, lei
che in quella camera piena di sole ha nutrito sogni e speranze senza sapere che
la vita si sarebbe presa gioco di lei troppo presto. Chissà se pensava
all'amore...
E' come guardare un vecchio film, ci sono i vecchi servizi da the della nonna,
uno per ogni paese straniero che ha visitato, il suo vecchio grammofono, una
stupenda abat jour fatta di prismi di vetro che tintinnano ad ogni tocco, i
dischi di Edith Piaf, e nell'armadio ancora qualche vestito.
André si è sentito in dovere di farle piacere la casa, preoccupato dall'idea che
lei potesse trovarla troppo piccola, con troppo sole al mattino e troppo poco al
pomeriggio... così le ha mostrato le stanze una per una usando iperboli da
imbonitore consumato e facendola ridere, quando ha fatto notare che la camera
che sarà sua ha un balcone che porta dritti in cucina... "Mia madre aveva un
rapporto speciale con la scatola dei biscotti e la cioccolata" Ha detto
strizzandole l'occhio, per quel poco che ricorda riesce a nascondere bene il
dolore dietro le piccole cose preziose che nonna Cleo ha raccontato e a farle
bastare... "Io sono cresciuto altrove, ma ho sempre considerato questa la mia
casa perché qui è cresciuta mia madre, qui hanno abitato i miei genitori appena
dopo sposati... in fondo io sono nato qui..."
Oscar ha annuito pensierosa, la stanza è bellissima ma è sicura che la cosa
migliore sarà avere uno spazio suo da chiudere in una sola occhiata, nel
cuore... All'improvviso si è sentita in debito nei confronti della vita per aver
conosciuto Cleo e André, e in debito per quello che le stanno regalando, la
libertà e una vita nuova, tutta sua.
"Potremmo farle una sorpresa, ripulire tutto e ridipingere... pensa come sarebbe
felice la nonna!" Ha detto ad André che impazzisce di gioia quando la sente
chiamarla così, e non ha potuto far altro che darle ragione. Senza protestare e
senza prenderla in giro, anche se non sa come diavolo faranno visto che né lui
né lei sanno esattamente da dove iniziare. Ma sarà bellissimo, almeno per lui.
"Lo fate davvero? Dio come vorrei vedervi all'opera..." Alain sì che li ha presi
in giro, mascherando l'invidia per il suo migliore amico con una dose di sana
ironia. Li ha motteggiati senza pietà, a dire che lei che gli starà addosso come
una vecchia zia acida, che lui le impedirà di uscire e le controllerà la posta.
Ma non rideva quando ha detto ad entrambi che sono fortunati, perché hanno Cleo
e qualcuno che pensa a loro. E quando ha pensato senza dirlo che lo sono perché
si vogliono bene, e se non combineranno guai staranno insieme tutta la vita. E'
sufficiente che lei guardi bene in fondo al suo cuore e lui trovi il coraggio
che da un po' gli manca, e gli fa abbassare lo sguardo qualche volta di troppo.
Come se dovesse nascondere una colpa.
Sono ridicoli insieme, due imbranati pieni di buone intenzioni e molte energie.
In fondo non è poi così difficile, André ha detto che l'ha visto far tante volte
a suo padre e che verrà benissimo. Pazienza se non sono d'accordo nemmeno sul
colore, giallo pallido, bianco, forse un tocco di un vago color salmone che alla
nonna potrebbe piacere... è bellissimo discutere come una volta!
Era tanto che non litigavano e lei si è accorta che con gli anni lui ha perso il
mordente... non è più come quando studiavano e la rimbeccava su ogni cosa senza
pietà... ora spesso sta in silenzio a contemplarla mentre propugna le sue tesi,
non la interrompe né la contraddice, e quasi le manca un pochino il vecchio
André testardo e brillante oratore, sostituito da quel ragazzo con lo sguardo
intenso che a volte la attraversa come una scossa e le toglie il fiato meglio di
mille parole. E' difficile argomentare quando lui tace e con un'occhiata e il
suo silenzio la schiaccia e intanto la fa sentire importante, la proietta al
centro del mondo, la inchioda al muro. Il cuore batte così forte che le sembra
di stare sospesa nel vuoto, come quando nuotano insieme. Schegge di paura che la
trafiggono per istanti brevissimi e poi scompaiono come i lampi d'estate.
Non è possibile, è assurdo avere paura di André. Avere paura di come la fa
sentire a volte il suo migliore amico.
Ma sono attimi e lei scrolla le spalle allegramente, quando tutto è passato,
finito. E André torna lo stesso di sempre perché la sgrida e ha minacciato di
legarla per impedirle di fare danni, soltanto perché per impadronirsi del
contenuto di quelle vecchie scatole di biscotti ammonticchiate in cima
all'armadio non ha esitato ad usare una qualunque scala arrugginita rischiando
di cadere e facendolo andare su tutte le furie.
"In fondo non sono proprio caduta, c'eri tu a prendermi!" E' stato il commento
svagato e diplomatico con cui l'incidente è stato chiuso anche se ad André sono
tremate le mani per un po', poi... a domandarsi cosa le sarebbe successo se non
fosse arrivato in tempo ad afferrarla. A domandarsi se lei si è accorta che l'ha
tenuta stretta per qualche secondo, prima di arrabbiarsi moltissimo.
Il segreto è davvero al sicuro ora che anche la portiera ha promesso che non
dirà nulla... faranno in tempo, prima che nonna Cleo decida di traslocare la
casa sarà come nuova, pulita e in ordine, non mancheranno nemmeno i fiori sul
piccolo terrazzo e le tendine nuove alle finestre.
"Siamo una bella squadra!" Ha commentato lei entusiasta, guardandosi attorno e
pensando che presto ricominceranno a studiare. Insieme.
Che stupido, poteva anche dirle che aveva deciso di fare diritto con lei, invece
l'ha lasciata a bruciare a fuoco lento fino al giorno in cui come un vecchio
attore le ha detto che la accompagnava ad iscriversi, le ha tenuto compagnia e
si è sorbito senza proteste una coda interminabile allo sportello. L'ha
osservata firmare la sua condanna, poi senza dire niente ha tirato fuori un
fascio di documenti e li ha consegnati al medesimo sportello, lasciandola a
bocca aperta e con una gran voglia di picchiarlo. Ma è stata troppo contenta e
la guerra gliel'ha fatta a casa battendolo a scacchi tre volte di fila.
Col tempo riuscirà anche a convincerlo a fare l'avvocato con lei anche se lui
afferma che non gli interessa diventare il nuovo Robespierre e finire i suoi
giorni in tribunale. Sarà così e non dovranno separarsi mai, nemmeno per un
istante.
Alain ha scelto a caso una facoltà che non lo obbligasse ad alzarsi all'alba, e
di loro ha detto che in fondo è un modo come un altro per continuare a
litigare... Rosalie che vagheggia una cotta per Bernard lo ha seguito a scienze
politiche, Victor naturalmente non ha potuto scegliere, suo padre avvocato non
ha ammesso repliche e d'ufficio lo ha nominato suo successore. Ha lo sguardo di
un cane bastonato e a Oscar fa pena, perché nonostante tutto ha molto meno di
lei per cui essere felice. Nicole l'ha stupita, ha detto addio a Jeanne e alle
sue cattive influenze e si è iscritta a pedagogia. Ha detto che tre settimane ad
Arras con gli studenti più giovani l'hanno convinta a tentare la strada
dell'insegnamento, ed era una ragazza diversa quella che Oscar ha incontrato un
giorno alle prime lezioni, seria e vestita con gusto e semplicità. Bellissima,
come può essere una giovane donna che ha trovato da sola la sua strada e le
energie per percorrerla. Oscar le ha augurato buona fortuna domandandosi se
anche gli altri notano come è cambiata in così poco tempo. Se lo ha notato anche
André.
Ora davvero non manca più nulla, solo nonna Cleo. Raggirandola con scuse
ridicole sono riusciti a rimandare il suo arrivo perché fosse tutto perfetto, ma
ormai le grandi manovre sono finite e fanno a gara a chi è più emozionato. Il
suo arrivo l'hanno immaginato mille volte congratulandosi per quanto sono
scaltri, e ad Alain che è stato un buon complice coprendo i loro segreti hanno
concesso l'onore di aiutarla a portare le ultime cose ed accompagnarla.
Non volevano farla piangere, però...
A vederla commuovere non erano pronti, lei che è sempre così forte e abile a
prenderli in giro... è sembrata più piccola e indifesa, mentre incredula si
guardava intorno, ammirando appese al muro le stampe ritrovate frugando in mezzo
ai cimeli di famiglia, le vecchie foto ingrandite ed incorniciate di fresco, la
vita di prima che torna prepotente a farsi sotto. Li ha accusati con gli occhi
prima di stringerli forte, i suoi ragazzi che la fanno sentire giovane,
indispensabile. Che la aiutano a dimenticare le parole amare che Giselle ha
avuto per lei, Giselle che non capisce e non si rassegna...
"Allora mamma hai proprio deciso di fare la ruffiana per quella, eh?" Le ha
detto con il viso livido, lei che in tutta questa storia guadagna solo la
promessa di essere sola... ”Ha stregato anche te, vi ha stregati tutti con i
suoi modi da generale... ma non ti rendi conto che così fai del male ad Andrè?
Lo illudi e per lui non c'è niente, io le persone come quella le conosco, sono
incapaci di amare...”
Cleo non ha replicato, sarebbe inutile. Giselle non è sempre stata così buia e
certo ha i suoi buoni motivi se dentro di sé trova solo amarezza; lei ha provato
sulla sua pelle l'amore cattivo, e il dolore dell'abbandono l'ha passata da
parte a parte il giorno che l'uomo della sua vita la lasciò sola per preferirle
la carriera. Da allora ha reagito scegliendo di non essere una donna ma solo un
medico, e per il bene che vuole ad André vorrebbe proteggerlo sempre, che non
dovesse mai soffrire, sentirsi solo e rifiutato perché lei sa bene come cosa
vuol dire. Eppure Cleo vorrebbe dirle che l'unica persona che teme di ferire è
proprio Oscar. Che l'esame di coscienza lei se l'è fatto, e più di una volta. Si
è chiesta senza pietà se sta agendo bene, se non sta cercando di forzare gli
eventi per egoismo giocando a dadi con il destino. Perché non c'è nulla che lei
desideri di più che sapere André felice e lui può esserlo solo con Oscar.
Ma Oscar?
L'ha osservata a lungo studiandole anche i respiri per cogliere ogni minimo
sintomo, e gli occhi non mentono... c'è qualcosa nel suo sguardo che si accende
di luce viva quando lei parla di André, che l'ha fatta sperare. Per Oscar come
per André da soli o insieme non è la stessa cosa. E così alla fine si è
assolta... André ha visto bene, André si merita una possibilità e non sarà certo
lei a negargliela. Giselle si farà una ragione oppure no, ma nessuno può
ipotecare il futuro a due giovani che forse potrebbero dirsi "Ti amo" un
giorno... Vivrà per quello anche lei, aspetterà con loro. Gioirà con lei, o
piangerà assieme a lui.
E' un po' come un duello all'ultimo sangue... Dieci passi voltandosi la schiena
con un solo colpo in canna e poi vince chi spara per primo. Se manchi il
bersaglio non c'è rimedio, se scappi l'ignominia ti seguirà come un'ombra
dannandoti per l'eternità.
Questo è un esame universitario, per lei. La stessa cosa di una passeggiata nel
buio per lui...
E' una vita nuova per tutti, e tutta da costruire. E' alzarsi al mattino e
confrontare il bicchiere, se mezzo vuoto o mezzo pieno, l'umore e il tempo a
disposizione. Da perdere o da sprecare, che non passa mai o anche troppo in
fretta. Tra poco è sera, è notte di nuovo e sicuramente di tutte le cose che
aveva pensato di poter fare non ne avrà fatte che un decimo... sbufferà che è
troppo lenta, che non riuscirà mai a finire quello che ha iniziato, che non è
abbastanza brava o intelligente. E poi col viso scuro se ne andrà nella sua
camera a prendersela con se stessa, ma senza chiudere bene la porta. Perché lui
sappia che può entrare se vuole, per rassicurarla, e dirle che andrà tutto
bene... per farle da cavia e ascoltarla mentre ripete da capo nozioni e
sentenze, articoli e casi di scuola per il passaggio al quarto anno... passeggia
nervosa su e giù per la stanza e ogni tanto gli chiede con voce affannosa e
preoccupata "Ma almeno fila il discorso, ha un senso?"
André lo sa che ognuno in casa ha un compito ben preciso, quello è il suo... lei
che non sa misurare le forze, convinta com'è che quanto di meglio saprà fare non
sarà mai abbastanza, che ad aspettare che passi da sola non ce la farebbe... lo
cerca con gli occhi, a volte è soltanto un sospiro un pochino più desolato che
gli fa alzare lo sguardo dal libro, e chiederle "Ti va se studiamo insieme gli
ultimi due capitoli, mi sono stufato...”
Non vede da sola com'è brava, non ascolta la sua voce che vibra mentre mostra al
mondo che ha scelto bene, che quella è la strada giusta, la passione accorata
con cui difende le sue idee, alza la guardia, scarta i tranelli, attacca e si
difende fino a sferrare rapida l'ultimo decisivo fendente? Il professore di
turno inarca le sopracciglia davanti a quella giovane combattente con il fuoco
negli occhi che solo qualche minuto prima si era accomodata al suo cospetto
timida, le labbra serrate ma che alle prime domande si è trasformata... è sicura
e determinata, difende tesi e propugna teorie... se solo non avesse quell'espressione
altera con cui si congeda, alla fine, e quello sguardo ghiacciato che ti fa
venire il dubbio che in fondo lei non ha mai avuto paura...
E poi c'è quel ragazzo che la segue, come un'ombra... lui è più tranquillo, e la
incoraggia fino all'ultimo anche se tra poco tocca anche a lui, è il suo turno.
Si scambiano il posto e lei rimane in piedi ad osservarlo, nervosa come se le
toccasse rifare tutto da capo, ascolta le domande e risponde a fior di labbra
per aiutarlo a finire più in fretta possibile. Esulta e annuisce vigorosamente
perché lui è proprio bravo, è così fiera... se si sbriga tornano a casa prima di
pranzo e raccontano a nonna Cleo per filo e per segno che anche stavolta hanno
vinto loro.
"Ma scusa perché ogni volta ti agiti tanto, è un civile scambio di idee, non è
mica un combattimento" Le ha domandato una volta per rasserenarla dopo un
confronto poco ortodosso con un giovane assistente pieno di boria...”Peggio, è
una guerra", lei l'ha incenerito, pronta a litigarci e a rifarsi di quello che
ha dovuto ingoiare per non finire sull'elenco degli ostracizzati di quella
materia. Com'è che lui è sempre così tranquillo, per lui non esistono notti
insonni passate con gli occhi sbarrati a scacciare i fantasmi ma soltanto la
consapevolezza del dovere compiuto, del compito portato a termine, di una bella
avventura che lui dice sempre finirà anche troppo presto, e allora non avranno
più scuse davvero, saranno adulti.
Oscar lo guarda dal sotto in su, il suo mare quieto... e pensa che per quanto lo
ammira si lascerà consolare ancora un pochino, e poi potrebbe anche proporgli di
andare a nuotare. Ma solo per fargli piacere, certo...
La convivenza funziona, persino il generale ha dovuto ricredersi. E' stato a
trovarli più di una volta, ogni volta accampando scuse ridicole per non
ammettere che gli manca sua figlia, subito smontate da Cleo che l'ha persino
invitato a pranzo senza dargli scampo. E poi c'è sempre qualcosa da fare,
qualche piccola commissione per cui André certo vorrà accompagnarla... la casa
rimarrà vuota e il generale avrà Oscar tutta per sé.
E' un bene che se ne stiano soli ogni tanto padre e figlia, a parlare. Quello è
territorio neutro, non è palazzo Jarjayes e lì Oscar si sente meno costretta al
vecchio ruolo di figlia proscritta. Non c'è nulla di strano o di male se a suo
padre dimostra soltanto di voler bene, se chiede notizie di sua madre e accoglie
orgogliosa i suoi incoraggiamenti, e poi arrossendo lo sta ad ascoltare mentre
le dice che è tanto fiero di lei.
"Sai Oscar, l'avvocato Girodel è venuto a cena l'altra sera, mi ha detto che
Victor ha già scelto il suo argomento di tesi... è un ragazzo brillante, non
studiate mai insieme?"
Un vero mastino il generale... Oscar sorride tra sé, ogni volta lascia cadere
qualche innocente allusione che lei non manca mai di lasciar galleggiare nella
più cupa indifferenza... prima o poi arriverà il turbine che ingoierà tutto,
fino alla prossima volta. Victor è un caro ragazzo, gentile e impeccabile, ma
non ha mai preso in considerazione l'idea di farsi torchiare da qualcuno che non
sia André. Che ormai ha imparato ad essere davvero spietato e alquanto subdolo,
a volte le tende trappole per poi attenderla al varco e congratularsi con lei
per aver fatto centro al primo colpo. Come al solito.
La loro è una squadra in cui non c'è posto per nessun altro, anche se suo padre
considera André una sorta di appendice da mettere alla porta al momento
opportuno come un ospite indesiderato, e si stupisce se presentandosi senza
avvertire magari li trova soli in casa, così intenti a discutere da non sentire
nemmeno lo scampanellio imperioso con cui non manca di farsi annunciare.
Madame Jarjayes invece adora quella piccola casa, anche lei qualche volta è
stata a trovarli sospirando che da giovane le sarebbe piaciuto vivere da sola o
con qualche amica...”O amico, ne avessi avuti...” Ha aggiunto imbarazzata mentre
André rideva di gusto, pensando che forse anche sua madre direbbe così. Ha
osservato il ligio rigore di sua figlia trasformato in una sorta di anarchia
creativa, libri aperti sulla scrivania e una camera che ora somiglia a quella di
una ragazza, come se vent'anni di vita indugiata a lungo fossero esplosi in
quell'angolo di mondo chiuso da quattro mura e uno spicchio di cielo. Il
generale ha sentenziato che la camera è piccola e illuminata male, mentre lei
pensa ai sogni che popolano la mente di sua figlia che finalmente ha qualcosa di
suo, un regno da non dividere con nessuno, dove il fantasma ingombrante di suo
fratello non fa capolino da ogni angolo e può diventare solo un ricordo.
Ha approvato tutto senza riserve la madre di Oscar, approva André e l'effetto
che ha su sua figlia. La rassicura la sua presenza, specialmente dopo che un
giorno mentre faceva i bagagli Oscar le ha raccontato tutto di lui, di loro...
Così, all'improvviso mentre parlavano di cose futili e senza importanza, "André
mi ha salvato la vita un giorno... io stavo affogando e lui è venuto a
riprendermi sul fondo del mare, se non fosse stato pronto io non sarei qui
ora..." L'ha detto con lo sguardo fermo, per tacitare il suo mondo che di quell'amicizia
chiede conto sempre più spesso... Madame ha annuito, è come se avesse sempre
saputo che da tempo sua figlia appartiene a quel ragazzo e ai suoi occhi, verdi
come il mare trafitto dai raggi del sole. Si chiude la porta alle spalle
sollevata ma con un pizzico di malinconia nel cuore, per il tempo che passa...
Gli anni passano...
André non ha mai fatto cenno dei sentimenti che prova, anche se il suo amore è
andato aumentando ogni giorno; alle altre nemmeno ci pensa, e dire che
l'università è piena di belle ragazze, alcune sarebbero più che felici di
iniziarlo a certe pratiche... E' solo che a lui ne interessa una sola, tutto
qui, anche se esce volentieri con gli amici, chiacchiera e scherza, basta che ci
sia anche lei. E per tacito accordo nessuno osa prendere posto accanto ad Oscar,
e nessuna si accomoda vicino a lui... leggi non scritte, regole del branco,
oltre alla domanda insinuata ogni tanto, a lei come a lui...”Ma state insieme o
no?" A volte capita, l'ultima arrivata o il buontempone di turno, eppure lo
sanno tutti che sono solo amici, anche amici, tanto amici e niente di più,
"Scemo chi non ci crede", ha bofonchiato Alain facendo ridere tutti.
A volte mentire a se stessi è molto peggio che mentire ad un gruppo di amici
curiosi, ma André in fondo è felice di quello che ha costruito con lei, è felice
perché non ha mai permesso al suo ardore di andare oltre, di farla sentire
prevaricata e violata. Vivere insieme all'inizio è stata la prova più dura e lui
l'ha saputa affrontare senza mai nascondersi, ma lasciando che fosse l'amore a
mostrargli la strada e ad avere la meglio, ogni volta. Ora è un uomo e sa che
per la donna che ama può attendere, che la passione e il desiderio non sono
nulla al cospetto di un suo sorriso, di vederla appena sveglia la mattina con
l'aria di una che odia tutto il creato ma non lui. E poi in questa atmosfera
irreale si riesce persino a litigare in santa pace come una volta... Alain che
li ha osservati darsi battaglia ha commentato che sembrano due pugili pronti ad
uccidersi, senza esclusione di colpi... con uno sguardo malizioso si è corretto,
sembrano due amanti che non hanno bisogno di nulla e nessuno, solo di un posto
buio, e lei è diventata paonazza e per una volta non ha saputo come
rispondergli... ha atteso che André gli dicesse il fatto suo, ma non ha avuto
fortuna perché lui è arrossito più di lei. E sono rimasti lì imbarazzati, fino a
quando Alain non ha deciso di graziarli trovando la strada per andarsene al
diavolo e lasciarli soli a cercare il coraggio per guardarsi negli occhi.
Guardarla mentre diventa una donna che combattendo fa la pace con il mondo non
ha prezzo, soltanto quel dolorino sordo che prova ogni tanto quando la sera la
vede sparire dietro una porta e vorrebbe poterla tenere con sé ancora qualche
minuto, posare la testa sul suo seno e che lei gli parlasse con voce sommessa
cullandolo come si fa con un bimbo impaurito.
A volte ha paura André... lui lo sa bene che nulla è scontato e di notte negli
incubi pensa a qualcosa o qualcuno che potrebbe rubargliela, portarla via e
farsi beffe di lui e dei suoi occhi verdi. Perché tutto l'amore del mondo non
può nulla, non ha potere se non trova approdo in un porto sicuro.
La nonna non dice mai niente, li osserva vivere... vorrebbe parlare a lui, e
chiedere a lei, ma ha giurato di non intromettersi mai, ha deciso di essere solo
la loro coscienza... non entra in camera senza bussare, non chiede prima né dopo
gli esami ma attende che siano loro o i loro occhi a parlare. E consola lei,
ride con lui, ha insistito perché imparassero a ballare, "Vi capiterà pure
qualche volta, no?", suonando la sua adorata Edith Piaf e osservandoli critica
mentre si muovono imbarazzati con il dubbio di dove vadano messe le mani...
Attende con il fiato sospeso gli esami insieme a loro, prepara pranzi leggeri
prima, cene speziate dopo... ogni successo va festeggiato, gli insuccessi
verranno accettati quando ce ne saranno. Ma sono così bravi i suoi ragazzi, la
rendono fiera e lei se ne vanta come un pavone con tutti, la vecchia portiera e
il droghiere sottocasa. Con Giselle quando trova il coraggio di telefonarle,
visto che per il suo vecchio rancore arrugginito non ha mai voluto tornare in
quella che fu anche casa sua... André va a trovarla ogni tanto, portando notizie
e offerte di pace, lui che vuole bene a tutti incondizionatamente e vorrebbe che
anche lei potesse essere solo felice per lui. Per loro, forse un giorno...
L'iscrizione all'ultimo anno ha il sapore agrodolce della meta che si staglia
netta all'orizzonte, che si avvicina e non sai dire se quello è davvero ciò che
volevi, il traguardo che desideravi. E ti domandi cosa c'è dopo, dietro, oltre,
se vorrai di più, se sarai insoddisfatta a chiederti se ne è valsa la pena, alla
fine.
Oscar è uscita dopo l'ennesima coda con il cuore in tumulto, senza sapere il
perché...sarà che per la prima volta André l'ha lasciata sola per aiutare Alain
che sta combattendo contro un esame di chimica, ha persino dormito da lui
scherzando "Mi raccomando, sii inflessibile, se ti chiamo di notte chiedendoti
di venirmi a riprendere tu rifiutati, il ragazzo deve passare la prova scritta o
io non mi chiamo più André...”
E' che si erano sempre iscritti insieme, e lei tutto sommato crede nei piccoli
riti alimentati dalla sua mai ammessa scaramanzia...
E' strano essere sola, si sente a disagio. Quando era più piccola era normale,
ma ora... L'università le ha aperto gli occhi, il guscio si è ammorbidito. André
una volta le aveva detto "Guarda che non sono geloso, puoi anche farti qualche
amica se vuoi!" Lei si era stupita perché in fondo non sentiva il bisogno di
nessun altro, se c'era lui. Con il tempo a poco a poco ancora una volta ha
seguito il consiglio, e ha imparato ad apprezzare il piacere della compagnia
reciproca delle altre ragazze, parlare ed ascoltarle mentre snocciolano i loro
mille problemi, piccoli e grandi... l'amore, il sesso e i suoi mille misteri, i
vestiti, i pettegolezzi... il futuro...
Si stupisce perché lei ha così poco da dire, a certe cose nemmeno ci pensa e
ringrazia il cielo... torna a casa la sera e strizza l'occhio a Cleo dicendole
allegramente "Nonna mi cambio e vengo a darti una mano, stasera la cena la
brucio io!" In salotto c'è quella rassicurante pila di libri che tengono ben
separati dagli altri, che cresce ogni giorno... Sono quelli che leggeranno
soltanto dopo aver terminato la tesi, non prima... ne comprano uno ogni tanto e
lo mettono in bella vista per farsi coraggio a vicenda. Poi sfilando in
corridoio sbircia con noncuranza nella camera di André che non chiude mai la
porta, e lui è sempre al suo posto, pronto a ricambiare le sue smorfie
soddisfatte con un sorriso. E' tutto a posto, tutto in ordine.
Invece oggi lui non c'è sente che odierà Alain per un po' per questa mancanza...
Forse poteva chiamare quella ragazza, l'ha conosciuta solo da qualche settimana
ma le piace. E' più malinconica di quanto era lei da ragazzina, e questo le ha
fatto impressione. Non pensava che ci potesse essere qualcuno più triste di
quanto è stata lei quando pensava che nessuno le avrebbe mai voluto bene.
Si sono conosciute nella maniera più assurda, litigando a distanza... E' strano,
cercando i libri per la sua tesi in biblioteca Oscar spesso trova al loro posto
solo le schede di consultazione e portano sempre lo stesso nome... un nome
curioso e importante, Marie Antoinette... e chi è questa ragazza a cui interessa
la pena di morte e che le contende il sapere, tutto d'un tratto? Alla fine si
sono incontrate mentre entrambe chiedevano in prestito lo stesso testo di
Beccaria, con la bibliotecaria pronta ad assistere all'ennesimo alterco... e
invece no.
Oscar si è stupita, finalmente dà un volto a quel nome, ed davvero è
bellissimo... appartiene ad una ragazza minuta, elegante, con due occhi chiari
luminosi e i capelli biondo cenere sapientemente raccolti in un'acconciatura
ricercata che incornicia il viso ovale... Si stupisce, ha davanti la copia
esatta di Nicole.
Per la prima volta involontariamente ha fatto l'inventario a se stessa e al suo
aspetto e si è sentita inadeguata... lei, con i capelli sempre uguali in ogni
giorno dell'anno, l'abbigliamento severo e consueto, comodo e senza nessuna
concessione alla moda. Istintivamente si sono sorrise, per fortuna. La "signora
dei libri" ha tirato un sospiro sollevato, loro hanno commentato la coincidenza,
e poi si sono presentate, ognuna con quel nome pesante e molto ingombrante...
"Ho il nome di un fratellino morto" Ha borbottato malvolentieri Oscar con gli
occhi bassi, avvampando...
"Beh, io francese di origine ho il nome di una regina austriaca morta due secoli
fa e pure decapitata, che vuoi di più?" Ha riso Marie con la sua voce sottile e
argentina prendendola sottobraccio con confidenza, come se la conoscesse da
tutta la vita... l'ha trascinata a bersi qualcosa di caldo incuriosita,
permettendole di prendere il libro per prima...”In fondo a me non serve subito -
ha detto ammiccando - vedi io sono sposata, ho persino due bimbi... la laurea è
un regalo che ho deciso di fare a me stessa dopo che ho avuto Joseph, il
maschietto... in casa mi annoio, mio marito è sempre in viaggio ma guadagna
abbastanza perché io mi possa concedere il lusso della cultura ed eccomi qui...”
"Ah, sei stata una sposina giovanissima...” Oscar imbarazzata non sa che altro
dire, quello per lei è un mondo sconosciuto...
"Sposa giovane, mamma giovane, una vita davvero avventurosa!" Ha risposto
ridendo, ed è stato come vedere le lacrime rigarle il volto bellissimo. Sta
mentendo con quel sorriso, probabilmente... eppure lo fa con dignità regale, da
par suo... non sembra cercare commiserazione ma solo rispetto ed amicizia, e
quella di sicuro da lei l'avrà.
Si sono scambiate indirizzi e numeri, e Marie Antoinette l'ha salutata
promettendo che le terrà da parte i libri prima di restituirli e la inviterà a
casa sua a bersi una cioccolata...”So farla benissimo - ha detto orgogliosa - e
non preoccuparti, solo quando i bimbi sono a scuola!"
Avrebbe potuto chiamarla, un po' di compagnia l'avrebbe gradita e Marie avrebbe
accettato di sicuro. E' un'adulta affamata d'amore come lo era lei da piccola, e
lo sa bene come ci si sente in quei casi. Troppo soli.
Sbuffa con un gesto a mezz'aria e la cartellina le sfugge di mano, moduli e
carte che si spargono come coriandoli sull'impiantito sporco dell'aula numero
sei... impreca tra i denti contro il diavolo e le sue pentole, si china con i
capelli che quasi toccano terra rimpiangendo di non averli più tagliati e il suo
caro fermaglio, quando una voce morbida le piove dall'alto insieme a due mani
affusolate che in fretta raccolgono tutto per lei... Alza gli occhi contro il
sole schermandosi con il piano di studi...
Ma è una persecuzione... Nicole?
"Come stai Oscar, sono secoli che non ci vediamo!"
Non sembra davvero la stessa ragazza, e diventa sempre più bella... quasi senza
accorgersene Oscar si scopre con nostalgia a ricordare un passato da studentessa
senza pensieri se non quello di far bene i compiti in cui ogni tanto c'era anche
lei, c'era Nicole...
"Ti va di prenderci un the insieme?"
L'ha invitata così, senza pensare... Le chiacchiere futili si esauriscono in due
sorsi di quell'orribile bevanda al bergamotto che puzza di detersivi, ma che le
è venuto in mente, non hanno mai avuto niente da dirsi, nulla e nessuno in
comune tranne forse André...
In effetti a Nicole non sfugge il particolare, "Non sono abituata a vederti sola
senza André, devo pensare che l'abbiano rapito gli alieni?" Lo dice ridendo e
pare sincera, tanto da scusarsi subito dopo...
"Scusami, sono imperdonabile - mormora imbarazzata - sempre villana, eh?"
"No, non preoccuparti, e poi hai ragione, in effetti di solito queste cose le
facciamo insieme...” Oscar si sente bendisposta nei suoi confronti, e poi vuole
poter raccontare tutto alla nonna e non può farlo se si comporta da
maleducata...
"Già... ora che ci penso non mi sono mai scusata nemmeno per il mio
comportamento inqualificabile quella volta ad Arras...” Nicole sfoglia a caso
l'elenco dei dolci della pasticceria, gli occhi inquieti "Mi vergogno di molte
cose che ho fatto in quel periodo, quella in particolare non mi rende molto
fiera di me... scusami, avrai pensato che io fossi davvero una poco di buono a
parlare così proprio di André...”
Oscar è attonita... è una vecchia storia a cui non ha più pensato, e ora lei che
ne parla come se fosse un affare di stato...
"Nicole, è acqua passata, davvero! Tu non sei più la stessa persona di allora,
hai molto di cui essere fiera direi... E poi - prova a sdrammatizzare - volendo
essere onesti, al massimo avresti dovuto farle ad André le tue scuse... Anche io
per come lo tratto sempre in realtà...”
Ora è Nicole a stupirsi...
"Ma io parlai con André allora... non te l'ha mai detto?"
Le manca il fiato... no che non me l'ha detto, non mi ha mai detto niente...
Il cuore che balza in petto, ha paura che scoppi... batte, batte fortissimo...
Nicole osserva il volto di Oscar sbiadire il poco colore e corre ai ripari
"Perdonami, forse non te l'ha detto per non farti arrabbiare perché sapeva che
non correva buon sangue tra noi, e non so dargli torto... In realtà - continua
con un pizzico di nostalgia e gli occhi socchiusi - lo incastrai un giorno
mentre stava giocando con i bambini più piccoli, in modo che non potesse
sfuggirmi e gli dissi... beh, più o meno quello che avevo detto a te e puoi
immaginare come... E lui invece di mandarmi al diavolo fu gentilissimo, mi parlò
come se fossi una sorella minore, una persona di cui gli importava davvero. Mi
disse che ero troppo carina e intelligente - e arrossisce al ricordo - per
comportarmi così, che valevo di più e non dovevo farmi trascinare dalle cattive
amicizie, ma cercare da sola la mia strada, costruirmi un futuro di cui andare
fiera... Puoi credermi oppure no ma ti giuro che tornai in camera e per fortuna
tu non c'eri... cominciai a piangere, piansi per due ore vergognandomi di quello
che ero... decisi che valevo di più di un paio di tacchi e di un lucidalabbra.
Il resto è venuto col tempo, la comprensione dei miei genitori e un po' di buona
sorte... ma ad André devo moltissimo...”
Oscar è immobile, ha ascoltato la miglior arringa della sua vita ed è pronta a
sottoscrivere ogni parola... le conosce bene lei certe doti di André. Ma che
avesse dei segreti per lei non lo immaginava...
"In realtà devo molto anche a te, perché non mi hai uccisa quella sera...”
Nicole scoppia a ridere e spazza via un po' di imbarazzo... Oscar giochicchia
con le briciole della fetta di torta che non ha avuto il coraggio nemmeno di
assaggiare.
Si salutano da persone adulte che se avessero avuto un altro inizio sarebbero
amiche, ora.
Non mi dà fastidio che abbia dei segreti, in fondo ne abbiamo tutti...
Non è vero.
Io non ne ho.
Quando è arrivata in quella casa, Cleo ha inventato il "Il libro delle
regole"... Davanti ai ragazzi perplessi e curiosi ha tirato fuori un vecchio
registro di scuola mai usato, e ridendo ha spiegato che quello sarebbe stato la
bibbia della convivenza, un angolo pubblico in cui confrontarsi a fronte alta,
occhi negli occhi...
"Vedete ragazzi - ha detto loro - convivere non è facile, bisogna capirsi, avere
pazienza, smussare gli angoli e ogni tanto cedere... un po' come nel
matrimonio... questo sarà il vostro modo di confrontarvi, se qualcosa dell'altro
vi dà fastidio, vi impensierisce, vi fa star male o vi fa soffrire non pensate
che l'altro lo capirà da solo, che ci arriverà con il tempo... parlate,
parlatevi sempre... e vedrete che sarà semplice, e divertente".
Mmh... entrambi hanno pensato che fosse da maleducati dire alla nonna che quel
coso è inutile per due amici come loro. Hanno fatto un bel sorriso e l'hanno
sistemato sul mobile del salotto, pensando di lasciarlo ad impolverare per
almeno dieci anni.
Ma Cleo non è mica nata ieri...
Il registro si è riempito così in fretta che probabilmente diventerà una vera
enciclopedia... E' zeppo di frasi buttate giù a caso e di interi discorsi...
cose del genere "Oscar non ha finito la carne oggi, in compenso si è mangiata
tutti i biscotti" "Non è vero, ne sono rimasti due!"oppure "André non schizzare
lo specchio ogni volta che ti lavi le mani" "Cosa posso farci se sono più alto
dello specchio e anche di te?", frasi a due voci come "nonna ti vogliamo bene!",
ad una voce sola "André ti odio!" subito seguito da "No che non mi odi", ai più
classici strali "Strega che sei!", "Salame ridammi gli appunti che ti ho
prestato!" "E tu ridammi il maglione!"... La grafia nervosa di Oscar, quella
ordinata di André, e poi frasi svagate sul tempo, sul cielo e sul sole... "Che
bella giornata oggi, non mi va di far nulla!" "E invece ora chini il naso sul
libro e ti metti a studiare!"
"Sei stata brava oggi, sono orgoglioso di te!" "Anche tu sei stato bravo, più di
me!"
"Mi dispiace, non volevo urlare stamattina... pace?"
"Pace, pace... mi fai vincere a scacchi?"
"Scordatelo!"
"Ore sei e trenta del mattino, smettila di passeggiare avanti e indietro, il
pavimento scricchiola e io voglio dormire!"
"Placa o mia diva la tua ira funesta... per caso sei desta?"
La nonna ogni tanto requisisce gli annali e ride di gusto, interviene con
sagacia e umorismo, si commuove per le frasi gentili in cui trova nascosti
l'affetto, la stima, la gioia di stare insieme... lei è spettatrice privilegiata
da sempre dei loro confronti verbali, le toccano i ruoli di giudice imparziale,
di consolatrice, e tante altre cose... in casi estremi se occorre estrae dal
cilindro il piglio da insegnante che piace tanto ad André e riesce a sedare sul
nascere l'ira inquieta di Oscar che come faceva da ragazzina a volte posata la
penna passa alle vie di fatto senza tanti complimenti. L'ultima volta l'ha
inseguito brandendo un cuscino e si è fermata solo davanti a lei che rideva
senza misericordia.
Ma stavolta no, non è così semplice.
Il cibo avanzato nei piatti è aumentato un po' troppo...
Nonna Cleo ha fatto gli occhi scuri a tutti e due, poche cose la fanno
arrabbiare come gli sprechi... ma gli sguardi abbassati di entrambi, e il
silenzio che da qualche giorno la assorda più del normale l'ha fatta
ricredere... forse qualcosa non va.
Che abbiano litigato davvero no, ma potrebbe esserci dell'altro, forse anche
peggio... André è irrequieto più del solito, ha persino risposto con stizza ad
un paio di domande su Alain e le sue intemperanze da studente modello, salvo
scusarsi subito dopo con una parvenza di lacrime agli occhi. Oscar è
pallidissima, parla malvolentieri e ogni tanto l'ha colta mentre fissava André
come se volesse passarlo da parte a parte...
Dov'è finita la vie en rose?
Cleo sfoga le sue ansie sul ricamo che non le vuole obbedire, forse le mani e la
sua vista non sono più quelle di una volta. Forse è troppo vecchia e loro troppo
giovani, forse ha sbagliato lei, creando dal nulla una vita anomala, una mina
vagante che prima o poi esploderà e saranno loro a soffrirne. Potesse risolvere
tutto come quando erano le sue bambine a litigare, le costringeva a sedersi
l'una di fronte all'altra e le sfidava...”Vediamo, chi ride per prima ha
perso...”
Con loro funzionava, bastavano cinque minuti e la casa risuonava delle loro
risate allegre. Ma né Oscar né André sono bambini, ormai...
E' difficile invecchiare...
Odia litigare con Alain, eppure è successo... non ricorda una cosa simile da
quando lo conosce, e di tempo ormai ne è passato tanto, a contarli sono otto
anni... un terzo di vita passata con uno spaccone.
André si rigira nel letto, la voglia di mettergli le mani addosso non gli è
ancora passata... sono amici certo, ma ha passato il limite e le scuse tardive
non sono servite. Erano false, puzzavano di parole scelte a caso nell'acqua
torbida... come la sua coscienza...
"Come mai la bionda ti lascia dormire fuori casa?" E' stato Alain a cominciare,
in una delle pause tra una formula e l'altra... l'idea di studiare insieme è
stata sua, gli mancano solo tre esami e questo gli sta dando parecchi
grattacapi... certo, gli importasse almeno un pochino sarebbe più facile. Ma è
difficile motivare un ragazzo che troverà posto nell'azienda di papà che guarda
caso produce medicinali, e che certo non andrà alla catena di montaggio ma in
qualche ufficio di direzione...
"Oscar, la bionda come la chiami tu non è mica mia madre... piuttosto mi
dispiace lasciarle sole in casa, quello sì... quindi ricordati di essermi molto
grato, caro mio...” In fondo è vero, una anziana signora e una ragazza per
quanto agguerrite sono sempre due donne sole...
”Magari poi le chiamo per vedere se va tutto bene...”
Alain ha sollevato le sopracciglia, incredulo... passandosi il pollice sul
mento, ha cominciato a giragli attorno come un leone affamato e poi avvicinando
il viso al suo ha ruggito piano piano "Le hai mai detto chiaro e tondo che la
ami?"
Detto così sembra facile... a tutti gli altri sembra facile...”Vivi con lei, che
ci vuole? La prendi di petto, la sbatti contro il muro e glielo dici, poi le
infili la lingua in bocca ed è fatta... oppure se vuoi fare il romantico le
afferri le mani, ti inginocchi davanti a lei e le giuri amore eterno... e poi la
lingua, certo..."
Già...
Invece no. Non è facile. Non con la sua Oscar e con nessuna donna, se vuoi che
ti ami anche lei. Se la conosci come lui la conosce e vuoi farla sentire
importante e rispettata oltre che amata e desiderata. Ma che ne sanno tutti gli
altri, che ne sa Alain?
"Che ne sai tu?"
"André, mi hai preso per un idiota? Ti conosco da una vita, non ti ho mai
sentito parlare di qualcuno o con qualcuno appartenente al genere umano
femminile che non fosse Oscar... allora o le donne non ti interessano o te ne
interessa una sola... sbaglio?"
Mentirgli sarebbe chiedere troppo... e così tanto vale ammettere, e lui ha
ammesso guardingo perché Alain sembrava disposto a tutto...
"Sono innamorato di Oscar, ma il fatto che viviamo insieme non mi dà nessun
diritto di forzarle la mano... verrà il momento buono, ma fino ad allora non
voglio metterla a disagio e non voglio guai. E comunque non sono affari tuoi".
Guardandolo significativo è tornato a sedersi davanti al libro, sperando che
fosse finita lì... Alain non la pensa così, e dandogli le spalle ha affondato il
colpo...
"Lo sai che penso?"
"No e non mi interessa!"
"Penso che sia una causa persa...” Alain ha gli occhi come fessure, e la voce
cattiva... con un colpo secco ha chiuso il libro afferrando rumorosamente una
sedia e piantandosi di fronte a lui per farsi ascoltare...”Conosco lei da una
vita e conosco te, e sai cosa ti dico? Lei non si merita tanta dedizione, lei
non ti merita perché non ti amerà mai, non come pensi tu... ti vuole bene certo,
ma ti dà per scontato... lei alza gli occhi e tu corri, lei chiama e tu ci
sei... è abituata ad averti per sé, ti considera suo senza sforzo. Tu sei
l'amico, il fratello, il confidente e non ti darà mai ciò che chiedi, perché
dovrebbe cambiare tutto tra te e lei, e non lo farà. Lo sai che lei odia i
cambiamenti, le fanno paura. Che considera l'amore un fastidio e una debolezza e
lei odia sentirsi debole... Lei non farà mai un passo in quella direzione,
quindi tocca a te! Parlale, chiarisciti e dille come stanno le cose oppure
lasciala perdere André. Trovati una brava ragazza e vivi la tua vita, o ne
uscirai con le ossa rotte... e un giorno lei crollerà tra le braccia del primo
fesso che le farà due smorfie e a te non rimarranno che le briciole..."
L'ha lasciato finire a stento, André... se dovesse misurare il suo amore per
lei, basterebbe la furia che gli ha invaso gli occhi, la rabbia che gli ha
armato le mani che come due morse hanno afferrato le spalle di Alain, e lo
avrebbe ucciso anche subito... ma lo sguardo fermo di Alain suona come un'accusa
che lo ha paralizzato, non sarà che la sua coscienza chiede vendetta?
"Ascoltami, dammi retta André!" Alain non ha mosso un dito per difendersi,
eppure anni di arti marziali l'hanno forgiato a combattere...”Lo dico per il tuo
bene, voi avete fatto per me più di quanto avrebbero fatto un fratello e una
sorella. Io vi guardo da fuori e impazzisco all'idea di quello che potrebbe
succedervi, non voglio vedervi soffrire. Faccio il tifo per te ma voglio bene
anche a lei perché in fondo è ancora quella ragazzina che per anni ha camminato
su un filo, pensando di essere un rimpiazzo... Dio sa quanto le farebbe bene
innamorarsi di te... Ma non tirare troppo la corda, amico, lei potrebbe anche
non aspettarti..."
La rabbia di André scivola via e lo lascia spento, vuoto... da quelle parole
stilla una verità che conosce bene anche lui, e propinata a piccole dosi o tutta
d'un fiato come ha fatto Alain è come una medicina cattiva, lascia solo le
labbra amare.
Poi ha chiesto scusa, Alain... lo ha fatto più volte col viso contrito, diceva
il vero... ma ormai il paravento è andato in pezzi e nel cuore di André c'è un
dolore di troppo, stanotte.
C'era ieri, e domani mattina sarà anche peggio... e così da un paio di giorni
parla poco e mangia controvoglia, ha persino risposto con maleducazione a nonna
Cleo per ritrovarsi a chiedere scusa subito dopo con la voglia matta di piangere
un po' sulle sue ginocchia come quando era piccolo. Chiederle se andrà tutto
bene come una volta, se lei capirà... e guarda Oscar, la studia come non aveva
mai fatto, domandandosi cosa le frulli in testa quando gli sembra diversa...
Se avesse ragione Alain? Potrebbe accadere... lei è bellissima, gli sguardi
ammirati di tutti la seguono e sono tanto più insistenti quanto lei sembra non
accorgersi di quello che le accade attorno... Lei e i suoi capelli lunghissimi
che danzano sulle sue spalle, lei e i suoi occhi chiari, lei e il suo corpo da
sirena... Lei nemmeno lo sa quanto è bella e desiderabile, lei non immagina
niente.
Certe notti come questa André si addormenta pensando che vorrebbe essere a mille
chilometri lontano da lì, lontano dalla tentazione di alzarsi nel buio, andare
in camera sua e chiudere fuori il mondo. E prendersi tutto ciò che pensa sia
suo...
Per amore, solo per amore.
"André, sei sveglio? Possiamo parlare?"
Ti prego, ti prego, non adesso...
Da quando ha parlato con Nicole gli sembra diverso... lo spia quando lui non se
ne accorge, per cogliere sul suo viso i segni delle cose che non le dice, dei
segreti che sedimentano nel suo cuore.
Vorrebbe chiedergli cosa, e perché... Pensava che si sarebbero sempre detti
tutto, come quando passeggiavano al buio ed era come guardarsi negli occhi, e
poi fin giù in fondo all'anima. E invece...
Così è nervosa, di giorno non mangia e non studia, la notte non dorme, vorrebbe
litigarci ma lui è così silenzioso, la evita e non le offre nemmeno un pretesto
qualsiasi. Anche Alain da qualche giorno non si fa vedere, e poi dicono che sono
le donne ad avere le fasi lunari...
Nemmeno suonare la aiuta... i suoi genitori per Natale le hanno fatto trovare un
bel regalo di compleanno, l'ultimo modello di pianoforte high tech con tanto di
cuffie per non disturbare e per quanto è brava potrebbe muovere le mani sulla
tastiera anche ora nel buio, e sfogarsi... la sveglia segna le due e un quarto,
chissà se lui dorme...
Forse se facesse rumore... potrebbe far cadere qualcosa sul pavimento, lui
verrebbe a controllare che non sia morta e potrebbe interrogarlo.
"L'imputato Grandier alla sbarra, presentiamo la prova a carico numero uno...
dica signor Grandier, dove si trovava in quel giorno in cui mademoiselle Nicole
ha attentato alla sua virtù? Imputato, giura di dire tutta la verità? Quanti
segreti nasconde sotto il cuscino, signor Grandier?"
Già... ma si sveglierebbe anche la nonna, e poi?
Due passi nel buio nel corridoio... in fondo non serve per forza camminare per
chilometri. Quasi senza accorgersene si ritrova nella camera di André, cercando
di respirare e guardarlo abbastanza rumorosamente da svegliarlo... lui non si
muove, dorme sempre col viso affondato nel cuscino e il respiro è appena
percettibile... Oscar comincia a sentirsi un po' stupida, è disposta a
concedergli altri dieci secondi prima di dargli un pizzicotto.
Svegliati, svegliati accidenti...
E' una sensazione strana, come un brezza leggera che ti percorre, si sofferma
sul tuo viso e ti accarezza... dolce come il bacio della buonanotte, affettuoso
come la mamma che ti accoglie al mattino e coccolandoti ti incita "Svegliati,
svegliati... hai tutta una giornata davanti a te!" Un profumo inconfondibile,
impertinente e insistente che ti scuote dentro anche se non vorresti...
Svegliati...
Non ci voleva stasera... André scatta a sedersi sul letto, non la vede ma lo sa
perfettamente che lei è lì da qualche parte, gli occhi azzurri spalancati su di
lui come un faro accecante sparato in faccia...
"Oscar che c'è, stai male?" In quel momento gli sembra la cosa più intelligente
da dire, ma lo sa benissimo che se stesse male andrebbe dritta filata dalla
nonna...
"André, sei sveglio?" Anche a lei è sembrata la cosa più intelligente da
chiedere...
"Beh... ora sono sveglissimo...”
Per fortuna a lui viene da ridere... quanto le è mancato sentirlo ridere, se ne
accorge solo adesso... nel buio si sente al sicuro e visto che non deve fare
alcun sforzo per mascherare i tumulti del cuore, si sente invadere da un
coraggio inusitato... è temeraria Oscar nella notte, non è la ragazza altera e
compassata che misura a grandi passi la luce del giorno, ma una creatura fatua,
un folletto dispettoso cui André sente dire incredulo "Mi lasci qui come un
baccalà? Fammi posto, ho freddo!" Rapida si infila sotto le coperte
costringendolo a spostarsi...
Lui trattiene il fiato... se è una prova di forza è disposto a dichiararsi
sconfitto anche subito purché quel supplizio di Tantalo finisca. La notte scura
non lo proteggerà a lungo, tra poco gli occhi usi al buio scopriranno che
accanto a lui si è accoccolato l'oggetto dei suoi desideri, il centro dei suoi
pensieri, l'immagine delle sue brame... una preda da ghermire di notte. Lei si
accomoda meglio, sembra sveglissima e predisposta alle chiacchiere; si gira sul
fianco appoggiandosi al gomito e strizza gli occhi per metterlo a fuoco.
Trattenendo il respiro scaglia la prima pietra, la più piccola...
"Ho visto Nicole qualche giorno fa... è davvero bella, ogni volta di più...”
Per quanto la conosce André sa benissimo che se ha iniziato così vuol dire che
quello che la preoccupa sta da tutt'altra parte... i discorsi di Oscar
somigliano spesso a delle sciarade, a vere e proprie partite a scacchi... e
quindi in un caso come questo forse non gli conviene confessare che a Nicole non
fa caso da tempo... oppone un dignitoso silenzio in attesa che lei lanci altre
esche, o un fulmine li incenerisca all'istante.
Oscar vorrebbe che tergiversasse per tirare la pietra più grossa, ma lui non
l'aiuta a giocare d'astuzia stanotte... sbuffa, cosa darebbe per vedere il suo
viso ora...
"Lo sai che mi ha raccontato che sei stato tu a convincerla a cambiare vita?
Quando le parlasti quella volta, ad Arras... non ne sapevo nulla e la cosa mi ha
stupito, certo che dovevi piacerle molto per spingerla a tanto solo con qualche
parolina...”
La voce che trema un pochino e il tono un po' lamentoso sfumano in un gorgo
appena percettibile quella che ha tutta l'aria di una protesta... André
rabbrividisce al ricordo, all'imbarazzo provato di fronte alla sfrontatezza di
quella ragazzina che parlava di cose più grandi di lei con una famigliarità che
l'aveva rattristato, all'inizio... aveva provato a mostrarle come in uno
specchio quello che vedeva, a farle capire com'era e come avrebbe potuto essere
solo vivendo un giorno per volta, un istante per volta... Non voleva certo
atteggiarsi a salvatore quanto levarsi dai guai, perché il suo pensiero era
corso ad Oscar e a quanto si sarebbe arrabbiata... e aveva scelto di non
raccontarle niente per non soffiare sui tizzoni ardenti...
Il passato che ritorna e le bugie con le gambe corte... ma lei non sembra
alterata, solo molto curiosa...
"Ma lei non ti piaceva nemmeno un pochino?"
Oddio... André sente la voce di Alain che lo assorda, quale occasione
migliore...
"No Oscar, non mi piaceva... non mi piace". Diplomatico corregge il tiro, per
non lasciare indizi in vista... Lei lo alza il tiro, e colpisce il bersaglio
grosso.
"Ti piace qualcun'altra allora? André ti sei mai innamorato?"
Ragazzina impertinente e curiosa, ora sì che la soffocherebbe ma con il
cuscino... perché non lo lascia in pace stanotte, il gioco non gli piace più...
ma sa che non mollerà la presa finché non la avrà accontentata.
La verità per la verità, allora...
"Sì che mi sono innamorato...”
Dall'altra parte del cielo arriva un miagolio sordo, a metà tra la sorpresa e la
delusione... a costo di rovinarsi la reputazione lui coglie la guardia abbassata
e afferra il coltello per il manico, forse è arrivato il suo turno di giocare
agli indovinelli...
"La prima volta avevo cinque anni e lei tre, era la figlia del panettiere
sottocasa... le facevo le boccacce schiacciando il naso sul vetro del bancone
fino a quando mia madre non cambiò panettiere...”
Oscar che è rimasta in religioso silenzio gli rifila una gomitata dritta nelle
costole, tanto per fargli capire chi comanda...”Dico sul serio salame!"
Rispolverando quel soprannome che le ricorda il mare, il sole e i privilegi che
non dividerebbe mai con nessun'altra.
La verità, solo la verità... con gli occhi chiusi e poche parole…
"Sono innamorato, sì... Mi sono innamorato una volta sola e ho paura che sarà
anche l'ultima, ci sono dentro fino al collo...”
André è innamorato?
Lui si volta a guardarla “Sei contenta ora strega?"
Il tono della voce... E' diverso, è morbido e caldo, timido al punto giusto. Ha
accarezzato quelle parole, indugiando mentre le pronunciava quasi a sentirne il
sapore tra le labbra, come deve essere quello di un bacio che lei non conosce...
Ne è sicura, sta dicendo la verità, al buio non si mente...
Oscar deglutisce a fatica, si sente percorrere da mille brividi gelati, come se
tante dita frugassero tra i suoi pensieri.
Non me l'avevi mai detto...
Che sensazione strana, André innamorato... è come se fosse su un altro pianeta.
E il modo famigliare con cui l'ha confessato senza vergognarsene, come se fosse
normale. Come se l'amore fosse normale.
Oscar vorrebbe non averlo mai fatto... è come aver scoperchiato il vaso di
Pandora, ora mille fuochi fatui danzano impazziti e incontrollabili davanti ai
suoi occhi. E vorrebbe chiedergli chi è, se la conosce. Quando è successo,
come... Dov'era lei mentre l'amore prendeva albergo nel suo cuore? Vorrebbe non
averlo mai saputo, non saperne più niente. Si domanda come farà a guardarlo
negli occhi, domani, dopodomani?
All'improvviso le viene da piangere e non sa perché, così si nasconde nel buio
di una bugia...
"Non hai l'aria di una persona innamorata...”
Lei non lo sa come ci si sente, ma può sempre immaginarselo!
"E come dovrebbe essere una persona innamorata?" Chiede lui divertito,
fissandola dritta negli occhi, anche nell'oscurità sa bene dove sono e che sono
un po' spaventati, ora...
"Secondo me dovresti avere l'aria afflitta e svagata, dimenticarti le cose,
sospirare spesso - chiude gli occhi per concentrarsi - e poi dovresti essere
molto più pallido e patito, e...” Inanella con foga, cercando di fare appello
all'immaginazione più fervida e al ricordo delle sue sorelle alle prese con
Cupido...
"E magari ululare alla luna? Oscar, ma che dici... l'amore non è una malattia, è
una cosa bellissima... la cosa migliore che ti può capitare, se è corrisposto!"
Si costringe ad ammetterlo anche se il particolare stona nel quadro idilliaco
che ha appena dipinto... e spera, prega che la sua curiosità non si spenga
proprio ora, forse con un pizzico di fortuna...
Lei invece sembra catturata dal particolare... "Dimmi qualcosa di lei... Ti ama
anche lei, voglio dire...”
Rimane sospesa, vorrebbe chiedergli che tipo è, se è carina, dove vive, quanti
anni ha...
Sei felice? Vorrebbe chiedergli, per capire fino a che punto lo ha perso...
inorridisce pensando che da qualche parte c'è una "lei" che forse non
esulterebbe vedendola appropriarsi di un quarto del letto di André come se fosse
normale...
Alain armerebbe le bocche di fuoco ora e colpirebbe senza pietà.
Se lei mi ama dimmelo tu, io te l'avrei chiesto tante volte ma tu sfuggi come le
lucciole d'estate... Tu, mi ami o no?
Se fosse un'altra penserebbe che si sta divertendo a farlo soffrire un po', ma
lei non è un'altra, e Oscar non sa usare le armi della civetteria. Non sa
nemmeno di averle, può sembrare finta per quanto è trasparente... senza pensare
le prende la mano, fredda come sempre... la chiude nelle sue e ancora una volta,
la verità...
"Lei non lo sa... non credo lo sappia, e quindi non ti posso dire se mi ama
anche lei...”
La mano rimane inerte...”E non vorresti che lo sapesse, non glielo dirai?"
"Forse, al momento giusto...”
"E quando accadrà me lo dirai, voglio dire... lo dirai anche a me?" Se il cuore
in gola non glielo impedisse vorrebbe sembrare credibile, ma non ci riesce... ha
appena detto un'altra bugia e il cuore accelera, lui sente il polso tremare...
Ti batte forte il cuore amore...
Giura di dire la verità e soltanto la verità imputata de Jarjayes... di' che mi
ami, perché tu mi ami, che tu lo creda o no...
"Sarai la prima a saperlo, te lo prometto...” E questa è davvero tutta la
verità, André si congratula in segreto con la sua faccia tosta. Alain sarebbe
fiero di lui!
Ma lei non sa se vorrà sentirglielo dire... ora che gli ha rubato un po' di
calore si riprende la mano... come fa a parlare tranquillamente di quelle cose,
con quell'aria da saputello...
"Gli uomini sono strani...”
"Gli esseri umani sono strani, vorrai dire...”
"NO - si rende conto di aver gridato - volevo dire che gli uomini sono strani...
voi non soffrite per amore, per voi è una cosa normale, come parlare o dormire!"
Aggiunge sottovoce per rimediare... chissà se la nonna ha sentito, accidenti!
Questa poi...”E chi ti dice che noi non soffriamo scusa? Tu che ne sai?" André è
perplesso ma non intende dargliela vinta, Alain lo ha definito il campione del
masochismo e ha ragione...
"Beh, mi limito ai fatti... tu sei innamorato, non sai se lei ti ama, ma mangi e
dormi senza problemi, io le mie sorelle me le ricordo quando si innamoravano,
era un piagnisteo continuo e la balia nemmeno cucinava più... voi al massimo vi
fate una doccia fredda o fate a pugni e tutto si risolve...”
Rimane nel dubbio se mandarla al diavolo e litigarci come merita o opporre il
silenzio a tante idiozie...”Quindi saremmo dei bruti insensibili secondo te?"
"Esatto!" Proclama lei soddisfatta, "Avete solo la forza fisica che vi
distingue, e quella si raggira facilmente...”
Forse è il momento di ricordarle che è nella tana del lupo. André insorge, la
ragione non fa in tempo ad intervenire freddata da un lampo di "forza bruta".
Senza dire niente si gira rapido sopra di lei, senza pesarle addosso le blocca
le gambe con le ginocchia e afferra le sue mani sbarrandogliele sopra la testa.
Non vuole farle paura, eppure non sta scherzando... avvicina le labbra al suo
collo e mormora indifferente con la voce di uno sconosciuto "Allora liberati, se
ci riesci...”
Lei rimane a pensare un attimo... sta scherzando, ora si metterà a ridere e al
massimo la prenderà in giro... prova ad attendere ma lui rimane fermo, le mani
che premono un po' troppo sui polsi... allora con uno strattone prova a
divincolarsi, ma si trova esattamente nella stessa posizione. Il cuore salta un
battito e le manca il fiato, lui per un attimo la stringe più forte...
Sarebbe così facile, ora... chiudere gli occhi ed affondare dentro di lei,
schiudere le sue labbra e rubarle tutti i segreti sfiorandola piano con le
dita... come l'acqua del mare...
Ma cosa sarebbe di lui poi, di loro due? Non è così che la vuole, non è così che
l'avrà...
All'improvviso lascia la presa... abbassa il viso, ora è vicino al suo, nel buio
ne sente il profumo...”Credimi Oscar, soffriamo tutti allo stesso modo, non c'è
nessuna differenza. Non saresti stata al sicuro nemmeno se tu fossi stata un
maschio...”
"Però ti avrei picchiato...” Borbotta massaggiandosi il polso...
Lui accende la luce, preoccupato...”Ti ho fatto male? Non volevo, stavo
scherzando e...”
Ma lei, incredibilmente socchiude gli occhi e sorride... spegne la luce, "No,
non mi hai fatto niente, non sono mica di cristallo...”
Soddisfatta striscia fuori dal letto e si china a rimboccargli le coperte sfatte
da quel duello strambo che crede di aver vinto ai punti...
"Grazie André!"
"E di che?" Mormora lui contrito, questo ad Alain non lo racconterà...
"Di aver detto la verità... sono contenta, ora sono sicura che saremo sempre
amici, anche con "lei" fra i piedi"... Tanto vale essere onesti, e loro lo
sono...”Non parliamone più di queste cose, ti va?" Propone speranzosa, il
sigillo del silenzio.
Ma io voglio parlarne...
"Va' a dormire strega o giuro che chiamo mia nonna...”
Lei socchiude la porta ridendo, e si rifugia nel suo letto a tirare le somme...
André è innamorato, André ha una donna nel cuore... ma intanto è lì con lei, in
fondo non cambia poi molto...
Facendo le fusa decide che per un po' può anche permettergli di innamorarsi,
basta che "quella" non si intrometta troppo...
Forse ora riuscirà a dormire.
André ha il cuore impazzito, non riesce a credere a quello che ha fatto, e
soprattutto a quello che non ha fatto! Alain certo non sarebbe fiero di lui, ma
per quel che ne sa, almeno per stanotte vorrebbe stringere l'idea che lei lo ama
davvero.
Ormai il sonno è un ricordo...
Affranto si domanda se non sarebbe il caso per una volta di anticipare la
colazione...
In fondo basta poco, sono solo due passi verso un bicchiere di latte e la
scatola dei biscotti.
pubblicazione sul sito Little Corner del luglio 2006
mail to: luly_thelilacat@yahoo.it