Il signore del mare

parte XVI

 

Warning!!!

 

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L'approdo

 

Ho riaperto gli occhi dopo un tempo infinito, e ogni volta la sveglia segnava un’ora diversa. Le nove, le dieci... un quarto a mezzogiorno?

Oddio no…

Balzo sul letto e metto a fuoco il poco che riesco a vedere… non accendo la luce, mi basta il sole che fa capolino dalle imposte dipinte di verde. Mi guardo intorno confusa, e considero...

Come ci sono arrivata fin qui? Ho pianto così tanto da stordirmi, peggio che se mi fossi scolata tutta la cantina di papà... Ed ora non ricordo più nulla... Forse è stato André, mi ha messa a dormire con gli abiti addosso, rimboccandomi le coperte ed augurandomi la buona notte... Non ci posso credere, la prima sera tutta per noi dopo tanto tempo e io... rovino tutto e mi addormento! Ed ora sembro una pazza appena fuggita dal manicomio! Con falsa disinvoltura mi tolgo gli abiti sgualciti e drappeggio il lenzuolo come se fosse una veste nuziale, mi muovo impacciata cercando di ritrovare qualcosa, almeno una traccia che mi dica almeno che non ho sognato. Tendo l'orecchio e per la prima volta in tanti mesi non sento il mare e il suo continuo lamento... Allora è vero, sono a casa, sono a casa!

Considero che sono sola, e mi dispiace... invece no, sono contenta, ho tutto il tempo. Di capire chi sono e come ci si comporta, di mettermi tranquilla e fare le prove. Perché da oggi cambia tutto... Da oggi torna tutto com'era prima. 

Sbircio fuori dalla mia camera, via libera... camminando in punta di piedi con il mio strascico improvvisato sgattaiolo in bagno e mi chiudo dentro a doppia mandata.

Devo pensare... scongiuro il mondo intorno a me di non fare rumore, mi sembra che ogni cosa scricchioli mentre lascio scorrere l’acqua e mescolo tutte le essenze che nella fretta di scappare avevo dimenticato; profumano fino a stordirmi ma mi sta bene così, voglio tutti i ricordi possibili di questo momento bellissimo ed irripetibile, il momento in cui mi guardo allo specchio per la prima volta dopo tanto tempo senza odiarmi... Perché lui ha detto che mi ama ancora, non posso essere così male come credevo...

Anche se ho il naso rosso, gli occhi gonfi, i capelli impazziti, il viso tirato... Ho il nome di un maschio e sono nata quasi per sbaglio. No, non sono male. 

Mi immergo nell’acqua bollente e i brividi mi strappano un lamento… mi accomodo meglio che posso, e di nuovo considero... Ma dove sarà André, che starà facendo? Di sicuro è lì fuori da qualche parte, mi sta aspettando... E forse si aspetta che io sia finalmente diversa... Mi prende il panico, che dovrei fare ora, come mi comporterò?

Che fatica... l'ho sempre detto, ci vorrebbe un manuale per spiegare questi stupidi particolari! Una cosa è certa, non posso passare l’intera giornata qui dentro... tra poco si preoccuperà e verrà a cercarmi, l’ha sempre fatto... e poi ho una fame da lupi, e ho voglia di dolci...

Ho voglia di dargli un bacio, di scompigliargli i capelli... di dirgli che è bellissimo e mi piace da morire… Ho voglia di dirgli che lo amo. Se ami qualcuno glielo devi dire, sussurrerebbe Tess citando a memoria una di quelle stupide frasi rese immortali dalla carta dei cioccolatini al latte... Se lo ami diglielo, non lasciar passare il momento magico in cui il tuo cuore e le tue labbra si muovono all'unisono... Altrimenti il momento passa, non ce ne sarà un altro uguale...

Ti amo André, ti amo tantissimo...

In un attimo esco dall’acqua e mi rivesto con quello che trovo, non sono bellissima ma prometto che migliorerò... Da uno spiraglio controllo il corridoio, cinque passi verso di lui...

Uno, due, tre...

Eccolo lì, che traffica ancora con quelle vecchie scatole di biscotti che stavano sopra l’armadio… Sono emozionata come un'adolescente, il tuffo al cuore si prende tutto il sangue che ho in corpo e languida e un po’ svenuta mi appoggio allo stipite.

“Buongiorno dormigliona... pensavo che non ti saresti più svegliata!” Mi guarda, sorride e poi torna alle sue occupazioni come se niente fosse?

Ma come, tutto qui?

E i violini, il coro di angeli dove sono?! Con noncuranza malferma gli sfilo davanti e mi accomodo vicino a lui sul divano; il viso assorto, sta dividendo vecchie foto, è da tanto che voleva rimetterle in ordine... quelle di sua madre, quelle della sua famiglia, nonna Cleo, zia Giselle...

Rimando le mie rimostranze di sposa sedotta e abbandonata e osservo quei visi che non conosco... André non somiglia a sua madre che per un piccolo insulso particolare... la luce che illumina lo sguardo quando sorride... è quello che gli dà forza, che lo rende vero e credibile. Quel piccolo particolare che rende ogni sorriso del mio amore unico, ed irripetibile.

Mi volto a fissarlo come stregata e mormoro “Era bella la tua mamma, aveva un sorriso dolce...”

“Anche tu sei bella… e sei dolcissima, proprio come lei”. Lo dice senza sorridermi, ricambiando il mio sguardo e allungandomi una carezza appena accennata.

Ed è un attimo, un lampo... ancora quei gesti convulsi che credevo di non ricordare, e mani avide come un tempo…le mie si riempiono dei suoi capelli, per intrecciarsi sulla sua nuca... con le sue mi stringe forte a sé, senza parlare ci ritroviamo avvinghiati e confusi a baciarci tra foto ingiallite e scatole piene di tempo remoto. Il desiderio si insinua nei nostri pensieri ed il passato scivola via indisturbato, io non sono mai andata via da qui... Nel suo sguardo c'è tutto l'amore che credevo di aver perso e ci sono promesse da mantenere, ma alla luce del sole la tenerezza sboccia per prima e la stretta si fa dolce, struggente, un po’ divertita...

"Ci riprenderemo tutto, abbiamo tempo..." Borbotto sconclusionata, lasciandolo attonito.

Povero amore, lo so che sono strana stamattina. Ma non lo sapevo che anche questo è l’amore... davvero, non sapevo cosa fosse l’amore io.

“Buongiorno”, sussurra sfiorandomi il collo con le labbra, “stavo per venire a svegliarti... non resistevo più a non vederti...” Esulto, allora anche per lui è la stessa cosa... lo bacio con foga per la felicità e non vorrei mai muovermi da qui ma il mio stomaco reclama...

“Colazione?” Propongo, speranzosa che mi capirà al volo...

Ride e piega il capo remissivo, “veramente è un po' tardi ma colazione sia, mia regina, anche se è l’una passata e abbiamo solo biscotti... in cambio però voglio un bacio”.

Vorrei dargliene mille, mi viene da piangere... Sono talmente felice... abbiamo un pomeriggio intero, una vita per stare insieme e decidere finalmente di essere felici come non lo siamo mai stati... Faremo progetti stando stretti l'uno all'altra, niente potrà mai separarci... E senza parlare aspetteremo ogni notte ed il buio per essere ancora amanti e complici, e scivolare giù, fino in fondo, fino alla fine.

 

 

Prove tecniche…

Durano, ormai, da una settimana. Necessarie per sopravvivere alle molteplici e inaspettate “improvvisate” di amici e parenti più o meno stretti, tutti insospettiti dallo strano silenzio che roboante serpeggia tra le mura della casetta al quinto piano.

Visitatori di professione, e tutti con una domanda … “Che combinano?”

Prima zia Giselle, ma la sua è stata una visita vera, tanto a lei non l’hanno ingannata nemmeno per un secondo. Lei sì, ha avvertito per tempo ed è arrivata munita di buone intenzioni e grosse scatole, pronta a portarsi via quel poco che in quella casa ancora può dirsi suo… qualche vestito, qualche ricordo, "vi servirà spazio, no?", ed a lasciarli senza parole “Parto ragazzi, parto davvero… La prima destinazione è l’Australia, poi si vedrà… Sono talmente emozionata, non vedo l’ora di chiudere l’ultima valigia. E sapete cosa? Non ho alcun bisogno dei soldi della mamma, ho più di quanto mi occorre per cavarmela da sola… Forse mi serviva soltanto un po’ del suo coraggio per lasciarmi andare… Vi scriverò appena arrivata, ma mi raccomando tenetemi sempre aggiornata… Stavolta non voglio perdermi nulla!”

Senza fare altre domande li ha salutati col viso acceso ed un sorriso che la fa somigliare ad una ragazzina pronta ad andare all’assalto del mondo a dispetto di tutti. Ma Giselle è una donna, generosa e piena di affetto “quei soldi li terremo da parte per la nostra famigliola…” ha mormorato chiudendoli in uno sguardo materno “sono sicura che la mamma non me ne vorrà…” Poi se n’è andata, lasciandoli commossi e con la voglia di abbracciarsi stretti.

Giselle, discreta e riservata… Ma la falange ormai è inarrestabile, il via vai non si arresta. Loro, tutti, arrivano, soli o a frotte, incuriositi e decisi a sbrogliare l’inganno.

“Come va, vi siete accordati? Chi prende cosa, chi andrà dove...?”

Sospettosi si guardano in giro… ma come, tutto è ancora esattamente dov’era prima, anzi… c’è troppa luce in casa, si respira una strana euforia e loro non hanno certo l’aria di chi sta pensando di smobilitare.

Ma nessuno ha avuto il coraggio di fare “quella” domanda… “La tenete per voi, la casa? Ci vivrete e sarà tutto come prima? E vi amerete e vi onorerete e vi rispetterete, finché morte non vi separi?"

Così lasciano il campo delusi dopo l'ennesima occhiata, messi alla porta col dubbio di essere stati gabbati dallo sguardo eloquente di lei e lo strano sorriso di lui.

Il generale poi era così pieno di buoni propositi... ha atteso a lungo che qualcuno si decidesse ad aprirgli la porta, ma dopo quasi cinque minuti la sua pazienza mordeva già il freno. E poi quel silenzio, nemmeno una voce, un rumore... che ne è del clangore che solitamente accompagna il "rompete le righe"?

Corruga la fronte, decide che forse sono usciti a procurarsi altre scatole.

Non vede Oscar da due giorni, eppure doveva trattarsi di una questione da poco... Quel che è deciso è deciso no? Chi prende cosa, un accordo civile e poi ognuno per la sua strada, meglio farla finita... A meno che... E' impaziente il generale e per quei cardini che finalmente cigolano prepara un bel sorriso che rimangia subito, di fronte ad uno spettacolo che non esita a definire imbarazzante... "Oscar, che ci fai così combinata a quest'ora? Sono le quattro di pomeriggio!" E la fissa con il peso di tutta la sua riprovazione paterna, mentre lei si morde le labbra per non ridere... "così combinata" sta ad indicare il pigiama che indossa con disinvoltura forse, o i capelli un po' spettinati... le guance arrossate e gli occhi lucidi di chi ha appena smesso di piangere, o forse di ridere... l'aria stralunata con cui lo invita gaiamente ad accomodarsi, come la migliore delle padrone di casa e poi chiede "volevi qualcosa papà?"

Il generale è un po' interdetto... non sa cosa pensare, mentre si guarda attorno perplesso e nota che ogni cosa è ancora esattamente al suo posto, dove stava prima... il grammofono gracchia qualcosa dal tavolino nell'angolo, c'è profumo di caffè appena fatto... questa è ancora una casa!

Sta contando a ritroso da mille per non sbottare spazientito e si accorge che manca qualcuno all'appello... forse è l'ultima volta in cui potrà dare ancora tutta la colpa a lui, sua figlia è sempre così precisa e ordinata... "André dov'è?" Con il tono inquisitorio che probabilmente faceva tremare i polsi ai suoi sottoposti...

"Dorme ancora, ieri sera abbiamo fatto tardissimo..." E lei lo dice senza batter ciglio, come se fosse normale... tardi per fare cosa poi, questo doveva essere solo il commiato alla vita di prima e invece pare la prova generale il giorno prima di un matrimonio!

Il generale incredulo non ha nemmeno la forza di ribattere, ma quel sorriso appagato della sua bambina gli piace tantissimo, ad essere onesto non l'ha mai vista tanto bella... "Volevo chiedervi se volevate una mano, se ti serviva qualcosa ma..." Scuote il capo, non ricorda nemmeno perché è venuto... "Vieni a cena una di queste sere, prima di ripartire?"

Lo sguardo di Oscar a quelle parole tradisce una luce strana, forse è il sole che la illumina, forse il bianco della casacca che la fa sembrare una scolaretta timida...

La osserva meglio e controluce sul fondo dei suoi occhi azzurri nota qualcosa. E' gioia, felicità allo stato puro che sembra voler trattenere, ma non riuscirà a nasconderla a lungo...

Lei senza dire niente fa un passo avanti e di slancio abbraccia suo padre che rimane senza fiato. Ma la stringe anche lui, con una punta di malinconia e un pizzico di commozione...

Dunque, è così

Quello che vaticinava la sua primogenita, quello per cui sua moglie ha pregato tanto... Quello che un paio di giorni fa sembrava impossibile è accaduto. Il ragazzo piovuto dal nulla l'ha avuta vinta alla fine, contro tutto e tutti... l'ha riconquistata o forse non l'ha mai persa, lei che sembra sul punto di esplodere mentre suo padre le accarezza i capelli e quasi la culla con un gesto di pace che non pensava di saper compiere.

Riflette in silenzio, chi è lui per giudicare? Lui che le ha negato tutto all'inizio, forse è arrivato il momento di saldare qualcuno dei debiti e seppellire l'ascia di guerra, di certo è tardi per competere con l'uomo che pare deciso a portargliela via.

Tanto vale cedere con onore.

"Venite a cena quando volete..." Cerca come può di incoraggiarla a non avere paura... non deve avere paura di lui, né di mostrarsi felice al suo cospetto e forse lei non lo sa... 

Decide di compiere lui il primo passo...

"Sei felice cara? Lo sei davvero?"

Il sussulto che la scuote da solo potrebbe bastare... condito da qualche lacrima, addolcito da un sorriso... e un "sì" appena percettibile, perché la possa sentire solo lui...

Perché è ancora un segreto, certo... il primo segreto che si dividono in tanti anni, insieme alla confidenza e all'affetto che nessun corso ti insegna. Finalmente.

Il generale se ne va dopo un'ora di chiacchiere bisbigliate a fior di labbra e occhi bassi e un po' timidi, mentre lei chiude la porta con mille premure, perché "lui" forse sta ancora dormendo... Ma prima la abbraccia ancora e la rassicura che non dirà nulla a nessuno, che non le toglierà la gioia di regalare i suoi segreti a piccole dosi, a chi vorrà.

Alain, per esempio...

Con lui è stato molto più facile, e divertente. Perché Alain è vulnerabile ormai.

E’ toccato ad André aprire la porta mentre lei era fuori a giocare con il gatto della vicina.

"Ti rendi conto che sono cinque giorni che non vi fate vedere né sentire? Pensavamo che uno avesse fatto a pezzi l'altro e nascosto le prove nel congelatore..." Alain sfoggia sul viso i segni del turno di notte, probabilmente non è nemmeno andato a casa a farsi una doccia... doveva venire a controllare, spedito in missione dagli altri amici e dalla sua donna a cui la tracotanza non manca di certo.

Nemmeno a lui fa difetto una certa faccia tosta, ma la paura di trovarli impegnati a litigare, freddi e scostanti gli ha fatto rallentare il passo più di una volta. E davanti alla porta ha provato a tendere l'orecchio, per cogliere qualche segno di vita...

Niente...

Niente urla, né fragore di piatti rotti. E' già qualcosa, un ottimo preludio per lui che viene in pace e che bussa con il cuore tranquillo, sa a memoria almeno una dozzina di frasi fatte coniate da Geneviève da gettare oltre l'ostacolo, per aprirsi la strada e coprirsi la fuga.

Inutile dire che a prima vista il più imbarazzato è lui... colpito in faccia dalla normalità che fa bella mostra di sé dagli scaffali e dal divano sprimacciato di fresco, che ammicca al libro lasciato aperto perché tra un pochino qualcuno possa riprendere la storia dal punto in cui si era interrotto... Una storia che parla di inizio, e non vede la fine.

Esattamente dove eravamo rimasti? Si domanda stranito, cercando di non cedere a false speranze davanti ad André che sta cercando garbatamente di capire cosa l'ha condotto fin lì al quinto piano... "Volevi qualcosa Alain?" E' gentile André e lievemente ironico, segue con lo sguardo il suo che rimbalza da una parete all'altra, per planare nella dispensa aperta e opulenta che denuncia una spesa appena fatta, a vederle sono provviste per almeno un mese.

Eravamo rimasti che vi amavate alla follia, no? Non ricordo altro io...

"Oscar dov'è? L'hai affogata?"

La sua voce arriva dal balcone, anche prima di lei... e a giudicare dal tono sta benissimo!

"André guarda, il gatto dei vicini è scappato! Che dici, ce lo teniamo?

Questa poi... Compare sulla soglia senza guardare, stringendo tra le braccia un'enorme palla di pelo fulvo che mostra di gradire la sistemazione e fa le fusa insieme a lei.

"Se fai così non se ne andrà più..." André prova ad usare il tono solenne dei proclami, ma l'espressione esterrefatta di Alain gli strappa un sorriso ed il mordente perde forza, scivola via annegato negli occhi azzurri di Oscar che per un attimo abbandonano il gatto. "Alain, quando sei arrivato?" La sorpresa non dura più di un secondo, senza aspettare risposta lei sfreccia verso la porta annunciando lugubre "Aspettami, riporto il micio allora - si volta con l'espressione da bambina - tanto vedrai che scappa di nuovo!" E sorride beatamente, solo ad André.

D'accordo, perfetto, Alain ora si sente davvero di troppo come tanti anni fa, come sempre accidenti... per distrarsi si sofferma a riflettere su di lei... che fine hanno fatto i suoi canoni rigidi? Con disinvoltura disarmante indossa una camicia che le copre le gambe solo fin sopra il ginocchio, le maniche arrotolate e tre bottoni slacciati che lasciano poco all'immaginazione... Il pallore sostituito da un bel colorito acceso e sul corpo tracce evidenti di pasti regolari almeno tre volte al giorno... Notevole, davvero notevole...

"Senti un po'... Va tutto bene? Mi dici che state combinando?" Squadra André e gli offre un'occasione per dire la verità... ma per il suo migliore amico può chiudere un occhio, e far finta di niente se si accorge che mente...

"A dire la verità niente... abbiamo iniziato un sacco di volte a radunare gli oggetti... poi i ricordi si mischiano, si accavallano, hanno la meglio e noi finiamo con il raccontarci la nostra vita a vicenda".

E' la verità... ci hanno provato tra un bacio e l'altro ad essere diligenti, hanno stilato elenchi e tracciato linee nette, confini... ma alla fine hanno deciso che in quella casa non c'è niente di cui liberarsi... ogni cosa parla di loro e loro hanno voglia di ascoltarla quella storia, all'infinito... e così hanno rimesso in bell'ordine i servizi di nonna Cleo, ripulito e fatto brillare la vecchia abat jour di prismi di vetro. Le gocce tintinnano al tocco di Oscar che l'ha voluta mettere in camera, dove arriva la luce del sole al mattino... i colori dell'arcobaleno disegnano mille graffiti sul muro, e lei si diverte a giocare alle ombre cinesi mentre la terra gira, e la notte e l'amore lasciano il posto all'alba e alla quiete.

Oscar rientra con l'espressione trionfale di chi sa che avrà la meglio, sul gatto e su tutto il mondo. Come se niente fosse in silenzio va a mettersi al fianco di André e poi osserva Alain, con l'aria di voler chiedere "Volevi qualcosa?"

Vorrei mandarvi al diavolo, noi a preoccuparci e voi qui a fare... lo so io a fare cosa!

"Sei a corto di vestiti?" Lui millanta sarcasmo, per non abbracciarli tutti e due, visto che ha mangiato la foglia con tutto il gambo e reggere il moccolo non è mai stato il suo forte...

"Avevo caldo..." Ride lei, e ride anche il proprietario di quella camicia che gliel'ha prestata ad un prezzo altissimo che lei ha pagato senza fiatare.

"Ti fermi a cena? Sei fortunato, abbiamo appena fatto la spesa... se tu fossi venuto qualche giorno fa avresti trovato solo biscotti!"

Non fosse lei penserebbe che lo sta prendendo in giro, ma non è così. E' Oscar ed è solo felice, lo è talmente che rifrange la luce e abbaglia quelli che le stanno intorno, lui compreso... Meglio darsela a gambe... potrebbero essere contagiosi e l'insania amorosa è un male inguaribile, lui lo sa bene.

"No cara, anzi fortuna che vi ho trovati insieme, mi sono risparmiato un viaggio! In realtà ero passato per avvertirvi che stasera c'è un piccolo raduno. Solo visi noti, non preoccupatevi, si tratta di Rosalie e Bernard che annunciano le loro nozze... ma voi fingete sorpresa e meraviglia, io non vi ho detto niente!

Certo, solo per caso vi ho trovati insieme... anch'io so fingere, che credete? Dignitosissimo, gira i tacchi e toglie il disturbo, ostentando indifferenza.

Non ha mai creduto alla quiete effimera dopo la tempesta, alla pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno, prima di Geneviève

Ma ora sa che esiste e che anche loro l'hanno trovata.

 

 

Non sapevamo come dirlo agli amici...

A mia zia l'abbiamo detto e basta. Lei ci ha abbracciati, e basta... ha mormorato poche parole imbarazzate, che hanno fatto piangere Oscar perché erano vere, e da sole sono servite ad unirle per sempre.

"Mia sorella e mio cognato ti avrebbero adorato cara, e sarebbero così orgogliosi... e lo sono anch'io. Mi rendete così fiera... e felice, immensamente felice".

Ai suoi genitori l'ha detto lei, ha preferito così... dopo la visita di suo padre per lei è stato più semplice... in fondo madame ha sempre fatto il tifo per noi, Geneviève addirittura ha versato qualche lacrima ed ha promesso che farà da portavoce alle altre sorelle diffondendo la lieta novella e risparmiandoci il pio pellegrinaggio... e soprattutto comunicherà al terzo cognato che sta per perdere la sua più valida assistente.

E poi ci sono gli amici... Prima o poi avremmo dovuto dirlo anche a loro, in fondo ci sperano da tutta la vita... Ma non è così facile scegliere le parole... Finora ci aveva fermati uno strano imbarazzo, la voglia di non spiegare un anno di separazione che solo noi possiamo capire. E così la cena è diventata un'occasione da non perdere, l'attenzione tutta sui promessi sposi, un bel pianto ristoratore di Rosalie per far scivolare sul tavolo la notizia tra una lacrima e un bicchiere di vino.

Eppure per noi è stato così facile ritrovarci... Non abbiamo avuto scelta, la vita ha scelto per noi. E ora so che se un giorno dovessimo fare naufragio ai due lati opposti del globo saprei sempre come raggiungerla. Perché lei è il mio amore.

Però dirlo agli altri è stato poco romantico e molto buffo.

Abbiamo radunato le munizioni e mostrando la nostra migliore faccia di bronzo ci siamo presentati seri ed intraprendenti alla cena che sembrava organizzata apposta per prenderci al laccio, sorrisi e buoni sentimenti, annunci e fiori d'arancio.

Ci accomodiamo in silenzio ai posti assegnati, senza tradire emozioni particolari ma con molti sguardi che corrono da Alain a noi ancora ad Alain che deve aver detto qualche parola di troppo... è come se volessero dirgli "ti sbagli, lo vedi che è tutto come prima?"

Per quanto ci siamo divertiti non avremmo voluto smettere mai. Abbiamo distribuito con equità i nostri favori, Oscar poi non vedeva gli amici da tanto e a Rosalie non è parso vero di poterla avere al proprio fianco. Timida come è sempre stata con un filo di voce le ha chiesto l’onore di averla come testimone, aspettandosi un no e ottenendo in cambio un sì che a dire la verità ha stupito anche me… ma le volte in cui la mia ragazza del cuore mi ha stupito in una settimana non le conto più, ormai. Oscar graziosamente ha chiesto soltanto di potersi scegliere l’abito che preferisce e le ha augurato di essere tanto felice.

Il pubblico ha rumoreggiato… Oscar così arrendevole non si era mai vista, nemmeno in sogno…

Alla fine qualcuno deve aver colpito Alain con un calcio da sotto il tavolo, perché l'ho visto impallidire, poi diventare rosso paonazzo e con il refolo di aria rimasta nei suoi polmoni obbligarsi a domandare "allora, avete deciso cosa farete della casa?"

Lo ha chiesto con aria annoiata, come se in fondo non fosse così importante... lo era per tutti gli altri rigidi e con le orecchie tese, pronti ad accogliere il requiem per un amore mai nato.

Avrei voluto tergiversare, "parli con noi?" per punire il mio amico ficcanaso che non si accontenta di tenere i segreti per sé... ma mentre pensavo contrito a Geneviève, mia "quasi prima cognata" Oscar mi ha battuto sul tempo e compita nello sbalordimento generale ha commentato "oh beh, credo che ridipingeremo le pareti... poi pensavamo di cambiare le tende, spostare il divano al centro alla stanza... tu che ne dici?"

Si è voltata verso di me con un'aria strana, felina, ed in un attimo il mondo ai miei occhi è sparito... c'eravamo solo io e lei, a fare progetti pazzeschi per casa nostra, per la casa dei sogni di tutta una vita... senza pensare ho chiuso gli occhi e ho immaginato di baciarla, a lungo e con passione infinita... lei ha preso il mio viso tra le mani e l'ha fatto davvero, con tutto il suo ardore, quasi a sfidarmi.

Ho sentito nettissimo il rumore del silenzio scricchiolare... forse siamo stati un po' bruschi, ma almeno ora “loro” lo sanno.

E' stato il sospiro di Rosalie a ricordarci che no, non eravamo soli... svariate paia di occhi sbarrati e visi coperti di porpora, una voce sola a gettare il ponte tra noi e loro... "Beh, se è così..." Alain si è allungato sul tavolo, da me a lui... ed ha offerto a me uno sguardo, a lei una mano da stringere "mi pare il caso di farvi le congratulazioni, no?"

In fondo non eravamo abbastanza cinici per reggere oltre, perché siamo arrossiti con generosità tutti e due riscuotendo consensi e parole affettuose. E così scopriamo che tutti sapevano, "era ora!", non aspettavano altro, "finalmente!", l'avevano sempre detto che sarebbe finita così.

Abbiamo fatto felici tutti, ma quanto siamo buoni eh amore mio?

Rosalie ha persino abbracciato Oscar di getto, e lei l'ha ricompensata con parole gentili, premurose. E aveva le lacrime agli occhi.

"Non credevo che mi volessero tanto bene!" Ha commentato al sicuro tra le mie braccia ore dopo... "Ho sempre pensato che fossi tu l'unico a sopportarmi!" E ha sospirato, nascondendo il viso sul cuscino...

"Era necessario quel bacio?" A volte anche a me piace farmi coccolare...

"Sì, era necessario – mi ha risposto senza voltarsi - era necessario, quello e anche altro... Non mi basterà una vita per restituirti quello che ti ho tolto André..."

L'ho riempita di baci sul collo fino a portarla alla resa e le ho chiesto di guardare me e non il riverbero della sua coscienza che ferisce gli occhi. E dovessi impiegarci una vita saprò mostrarle quanto è meraviglioso stare con lei, quanto è facile amarla. Quanto è bella, nel buio e alla luce del primo mattino. Sarà il nostro segreto e stavolta faremo in modo che nessuno lo scopra...

Che nessuno scopra che lei è bellissima.

 

 

Il tempo passa in fretta davvero...

In un attimo l'estate si è fatta beffe di tutti i programmi, le buone intenzioni e le troppe cose da fare soverchiate dal bisogno fisico di farle insieme, tutte, anche le più stupide... Preparare le lezioni per il nuovo anno, iscriversi ai corsi di aggiornamento... E andare a riprendere le tue cose nella villa di famiglia, laggiù in Normandia. Avresti potuto anche andarci da sola, sarebbe stato utile, ragionevole... Già. Ma se mi guardi così… Va bene, mollo tutto e vengo anch’io, il seminario per le giovani menti del primo anno lo preparerò di notte o nella prossima vita… Hai ragione, rivedere quei luoghi insieme non ha prezzo.

E così eccoci qui, a cercare le nostre impronte sulla sabbia quando non è ancora mattina ed a stupirci di come sembra diversa, più bella un'alba se la guardi con gli occhi della persona che ami. Abbracciati, le mani intrecciate mentre il vento solleva spruzzi impietosi che tolgono il fiato, tira e spinge per non lasciarci andar via troppo presto. La natura offre in dono insieme al sole che sorge i tanti ricordi che ha conservato per noi, rimescolati e confusi come polvere d'oro alla spuma lucente del mare. Vicini, stretti l'una nell'altro fino a confonderci, ora possiamo scegliere cosa portare con noi e cosa dare in pasto a Nettuno che ci ha accolti con un picchetto d’onore di onde alte ed impetuose. E poi, ti ricordi, stai pensando anche tu…

Il primo giorno, il primo sguardo, le prime parole. La prima volta che ci siamo stretti la mano, la prima volta che davanti ai tuoi occhi ho abbassato i miei...

La prima volta in cui ho capito che eri diventato il padrone della mia mente. La prima volta che mi sono accorta che nel mio cuore c'eri solo tu...

Certo che mi ricordo… ricordo tutto ed al mare non lascio più nulla perché ora sei solo mia.

Sbrighiamoci a fare i bagagli, il tempo ci serve per parlare di noi, fare piani per il nostro futuro… E per fare l’amore nella penombra della tua grande casa vuota, li senti? I tuoi sospiri rimbalzano quieti sulle pareti, se non la smetti di dire che ti vergogni ti farò il solletico fino alla fine dei secoli. Ti vergogni davvero, o il tuo è solo un modo buffo di prendermi in giro? Tanto siamo soli, per fortuna ti sei ricordata di avvisare il custode che ormai non capisce più nulla ma è felice per te, perché non piangi più come prima… Sì, ha detto proprio così mentre tu fingevi di non ascoltarlo, ed ha aggiunto perplesso “la signorina è l’unica a cui l’aria di città fa tornare il colore sul viso…” Non ho aggiunto nulla, ma spero mi scuserai se di quel colorito acceso che sfoggi con noncuranza mi prendo gran parte del merito.

E poi c’è Therese detta Tess, l’osso più duro di tutti. Da lei mi aspettavo pianti, urla e minacce, invece ottengo un sorriso convinto ed una stretta di mano da complice consumata… Le sto rubando l’amica, la confidente di sempre, e lei mi accoglie come un eroe… Avevi ragione, Tess è felice di vivere, felice per sé e per le persone che ama. E per lei questa è solo la conclusione più ovvia! Così ha afferrato l'orario dei treni e misurato tempi e distanze, "non siete poi così lontani!", ha esclamato allegramente, "sarò la prima della classe, mamma e papà mi permetteranno di certo di venirvi a trovare in città insieme a Gilbert... Posso, vero?" Ha chiesto abbracciandoti stretta, le dici di sì a patto che quel permesso lo chieda davvero… Lo sai, Therese a volte è fin troppo intraprendente, ed ora lo so anche io, visto che stringendomi la mano ha domandato senza colpo ferire “allora, il signore del mare la sposerà alla fine la sua principessa?”

Lil è rimasta di sasso, credo fosse pronta a diseredare sua figlia per tanta tracotanza… Ma no, non c’è nulla di male a dire la verità vero? Benedetta Tess, verrò io a prenderti quando vorrai… perché la conosco anche io la storia, è stata Oscar a confessarmi ogni cosa, il signore del mare e tutto il resto… Mi vengono in mente le favole inventate nel buio per i bambini in ospedale… Non è forse vero che la principessa sposa sempre il suo cavaliere? Benedetta Tess che leggi in fondo al mio cuore… Ora non devo fare altro che chiederglielo.

Chiedertelo. Di nuovo. Per la terza volta, per l’esattezza. Beh dovrebbe essere molto facile, in fondo ho già fatto pratica. Vieni con me, stasera ti porto a passeggio nel buio, su quel sentiero battuto che arriva agli scogli. Camminiamo abbracciati e in silenzio, passerà un po’ di tempo prima di poter tornare e forse la prossima volta le cose saranno diverse… A cosa pensi, me lo dici?

"Che buon profumo c'è qui. Mi mancherà questo posto, chi l’avrebbe mai detto… Pensavo di odiarlo… Odiavo il mare, odiavo i miei genitori, odiavo la mia famiglia… All’inizio, odiavo anche te… Te n’eri accorto?

La domanda arriva al momento giusto, senza farmi notare alzo gli occhi al cielo e ringrazio gli dei pietosi, sono più di venti minuti che cammino al tuo fianco domandandomi da dove iniziare… Mi sembra di vedere il ghigno di Alain che mi prende in giro, "avanti ragazzo che ci vuole? Devi solo chiederle di passare il resto della vita insieme a te... Le prendi le mani e le parli, e poi..."

Meglio di no, Alain proporrebbe il solito trattamento, la lingua e tutto il resto... Geneviève non ha saputo domarlo, meglio fare da solo...

"Certo che torneremo... qui ci siamo conosciuti, qui abbiamo litigato la prima volta...“ Bene, è quasi fatta, cerco col cuore in gola il ritmo giusto per farti “quella” domanda… Sposami Oscar, sposami... Non dirmi di no, sposami...

Ti guardo nella penombra di questa luna appena accesa, con gli occhi socchiusi somigli a una gatta che si gode la notte ed attende la preda… E forse, la preda sono io. Perché hai la voce chiara e indugi solo un attimo quando ti volti verso di me per chiedermi “Io... Mi sposeresti André? Voglio dire per davvero... So di non essere la persona più adatta a fare certe proposte ma io... Vorrei tanto diventare tua moglie...”  

Questa poi… Sono imbambolato, sbalordito al punto che quasi dimentico di risponderti… Sì, sì che voglio sposarti, non c’è cosa che io desideri di più al mondo… Bisbiglio qualcosa e ti stringo forte, ho paura che il vento ti porti via. Tu ti abbandoni contro di me e sospiri “Una cerimonia semplice nella chiesa più piccola che riusciremo a trovare... E giuro che stavolta niente potrà separarmi da te". Ti alzi sulle punte, mi accarezzi i capelli e lasci un bacio tenero sulle mie labbra, quell’espressione sorniona mi pare di averla già vista "Ma voglio un regalo di nozze da te... voglio che il signore del mare chieda la mano della principessa a suo padre, come nelle favole... ti prego".

Sorrido… Ti conosco più di quanto tu creda, non hai bisogno di aggiungere nulla. Una seconda occasione non si nega a nessuno, nemmeno al coriaceo Generale. L'occasione unica di essere parte di un sogno realizzato... "Va bene, sarà un onore... allora partiremo domani ed andremo dritti a casa tua, meglio togliersi subito il pensiero..."

"Hai un po' di paura? I miei cognati sudavano freddo in queste occasioni..."

Ricorda che al buio si dice solo la verità...

"E tu come fai a saperlo?"

"Oh semplice, io e le altre sorelle spiavamo il malcapitato ogni volta e poi andavamo a riferire il verdetto all'interessata. Per Geneviève fu anche meglio, io ero piccolissima e mi spedirono dentro lo studio di mio padre con una scusa, il mio ex cognato era rosso paonazzo e credo sul punto di desistere!"

"Siete tremende. No, non ho paura, tuo padre è un militare ma io sono il signore del mare ricordalo..."

"E se dicesse di no?"

Cos’è, mi provochi? Attenta signorinella, ho anche io qualche arma segreta… Abbozzo una smorfia e rispondo tranquillo "E se dovesse dire di no ti rapirò, ti porterò lontano nel mio castello e ti chiuderò a doppia mandata nella torre e getterò le chiavi. Che ne dici?"

Ridi anche tu, la voce fresca di una bambina, "dico che leggi troppi libri per l'infanzia! Non temere, mio padre non dirà mai di no..."

"Davvero? E come fai ad esserne sicura?"

"Perché sa benissimo che lontano da te io morirei".

 

 

In effetti il generale mio padre non ha detto di no... e non sembrava nemmeno troppo stupito di quella richiesta, fatta con tutti i crismi da André mai così emozionato, che dopo aver ottenuto senza fatica il suo assenso e la sua benedizione è ufficialmente diventato "il mio fidanzato".

Noi sorridiamo in silenzio quando lo indica agli altri in quel modo, pensando che forse siamo troppo vecchi per certi appellativi, ma mio padre ci tiene tantissimo e in fondo piace anche a me crogiolarmi in questo status privilegiato di fidanzata dell'uomo migliore del mondo. E poi non siamo mica gli unici, in famiglia… Ad Alain è toccata la stessa sorte, Geneviève trionfante lo ha costretto alla gogna e lui non ha avuto la forza di ribellarsi… Al Generale l’onore delle armi e tutto il resto, a noi la gioia di stare insieme in una famiglia che ci stupisce ogni giorno di più. André mi ha confessato che sembrava che mio padre non attendesse altro... In effetti qualcuno aveva pensato bene di far arrivare a casa la notizia del nostro rientro prima di noi. E al “dopo” e a tutto il resto ci hanno pensato mia madre e Geneviève, preparando il terreno e sedando mio padre che in preda ad un rigurgito di orgoglio paterno pare avesse esordito la sua arringa con un distratto e poco convinto "dovrete passare sul mio cadavere!"

Già, poi mi ha guardata negli occhi e ancora prima che la porta si chiudesse alle nostre spalle ho visto un luccichio pericoloso nei suoi, di occhi… E ho visto il colore tornare sul viso di mia madre, e sparire da quello di André... così mentre lui e mio padre si facevano "quella" chiacchierata, io e mia sorella con la mia vecchia balia che ormai è una di famiglia ci siamo fatte un te in santa pace... "Lascia che se la sbrighino gli uomini!", mia sorella sarebbe stata un ottimo diplomatico, se solo non avesse ceduto ad un uomo alto e con gli occhi bugiardi, che da un po' di tempo le ruba anche il sonno. Mi guardava divertita mentre io osservavo la porta dello studio di mio padre con la voglia di origliare come quando ero piccola... "Su, non vorrai preoccuparti? Gli farà il solito discorsetto che tu porti un cognome importante, che la nostra famiglia è una delle più antiche di Francia, ormai l'ha imparato a memoria... e tutto è bene quel che finisce bene!"

Sì... mi sono strozzata con il te e ho respirato soltanto quando mio padre mi ha restituito il mio uomo e ce ne siamo tornati a casa... lui con l'espressione sorniona, non si è lasciato scappare niente fino all'ultimo gradino, al quinto piano... alla fine la mia curiosità ha avuto la meglio sull'intuito femminile e ho ceduto io per prima... "Allora mi dici che cosa ti ha detto? Siete rimasti a parlare quasi un'ora!"

"Mi ha avvertito che hai un brutto carattere!" Mi ha guardato aspettando che io esplodessi... ma ho imparato a contare, non ti ricordi amore che mi hai insegnato tu?

Due minuti in silenzio e ottengo la verità, la voce di André è timida ed emozionata... "In realtà è stato quasi surreale... All'inizio ha raccontato di aver letto la mia tesi di laurea e di averla trovata discutibile, ma interessante... Mi ha chiesto qualche chiarimento ma mentre cercavo di ricordare qualcosa di quello che ho scritto mi ha stretto la mano e mi ha abbracciato... Ha detto che è tanto felice per noi... Ci crederesti?"

Certo che ci credo... E' il mio papà... E tutto è bene quel che finisce bene.

Solo per noi non finisce niente, anzi siamo solo all'inizio.

Da almeno un'ora mi rimiro allo specchio e non mi decido ad uscire... e se è vero che la sposa è sempre in ritardo, c'è un limite a tutto.

Del vestito sono sicurissima... non ho mai avuto dubbi, quando l'ho ripescato in fondo all'armadio mi sono accorta che è ancora bello, anche se mi stava un pochino largo. Ma le sarte fanno miracoli, ed è bastato qualche ritocco qua e là per farlo tornare aderente e perfetto. Ho anche fatto togliere quella striscia di pizzo valenciennes che chiudeva la scollatura sulla schiena, non serve più visto che ho i capelli sciolti sulle spalle, a lui piacciono così e non voglio deluderlo. Gli è sempre piaciuto anche il vestito, anche se la prima volta che l'ho indossato era per un altro. Me l'ha detto quando tremando gliel'ho mostrato, sgualcito e con l'orlo scucito... "Sei bellissima" Mi ha ripetuto, come anni fa... lo ricordo come fosse ieri, il suo viso spento e il tono accorato della sua voce. E quelle parole che senza che io me ne fossi mai accorta hanno cambiato la mia vita.

Rovescio il capo ed afferro la spazzola, quando mi pettino penso meglio... mi viene in mente Nicole, credo ci sarà anche lei... è tornata dal viaggio di nozze e mi dicono che stia benissimo e che aspiri ad un posto di insegnante al nostro vecchio liceo. E sono sicura che sarà bravissima come sempre, lei è un'incantatrice proprio come il mio André...

Con un colpo secco getto i capelli indietro ma quando sollevo gli occhi lo specchio riflette un viso che non è il mio.

"Scusa da quanto tempo sei lì?"

Brandendo la spazzola come una sciabola mi volto verso il colpevole che mi osserva divertito ed attendo il giudizio nemmeno fossi un condannato al patibolo.

"Mi stavo godendo lo spettacolo - si avvicina lentamente, chiudendomi in uno sguardo attento - sei davvero una visione".

Respiro meglio, ma lo vedo che mi guarda ripetutamente, girandomi attorno come una fiera... "Qualcosa non va? Il vestito è macchiato per caso?" Impercettibile sento l'ansia da prestazione che sale, mi accorgo che tra un po' sarò esposta al pubblico ludibrio e probabilmente inciamperò nei tacchi rendendomi ridicola...

"No, va tutto bene... forse ti manca soltanto un pochino di colore sul viso, sei pallida..."

Sospiro melanconica e getto un'occhiata rassegnata ai barattoli colorati che infestano come funghi il mio tavolino. In uno slancio ottimistico e mal consigliata da quella spiritosa della prima sorella mi sono obbligata a comprarli ben sapendo che non so come si usano e che odio trasformare il mio viso in una tavolozza, o peggio una carta geografica. "Ci vorrebbe la nonna", penso ad alta voce e subito mi mordo la lingua perché le mani sapienti di Cleo fecero di me una principessa la sera che uscii da quella porta pensando che l'amore potesse avere un nome diverso dal quello di André.

Lui finge di non udire e passa in rassegna incuriosito il contenuto di tanti astucci e tubetti... "No, ci vuole solo un po' di fantasia..."

Intinge due dita in quella che credo sia cipria e me le passa sul viso, con un gesto morbido e trattenuto... sposta la mano tra i miei capelli e senza parlare mi attira vicino e mi bacia togliendomi il fiato e la forza... le mie dita si aprono, lascio andare la spazzola che cadendo urta il profumo ma non importa, mi aggrappo a lui perché mi si piegano le gambe. E lui non smette, trattenendomi come una calamita e scendendo con una carezza appena un po' troppo curiosa lungo le mie braccia, i miei fianchi...

"Siamo in ritardo..." Riesco a recuperare la ragione per un attimo, e lo ammonisco... ma lui si allontana di un passo e voltandomi verso lo specchio sorride soddisfatto "Lo vedi? Ora hai un colore bellissimo..."

In effetti sono arrossita così tanto che preferisco sedermi sul letto che rimirare la sua opera...

Lui prende posto accanto a me e mi stringe la mano "E' incredibile..."

"Che cosa?"

Sorride illuminandosi "Che tu arrossisca quando ti bacio, è incredibile... è meraviglioso, la mia ragazza che arrossisce per me. Non smettere mai!"

Non fatico a promettere che non capiterà, e suggello con un bacio la mia promessa... poi un altro, un altro ancora e di nuovo quella sensazione che mi afferra lo stomaco e mi manda in deliquio... Accidenti, mi gira la testa... Mi stendo solo un attimo, ma il vestito si sgualcirà e dovrò rimettere mano ai capelli che si spargono sul mio cuscino...

"Siamo in ritardo..."

Mi lamento per puro senso del dovere, ma prometto che è l'ultima volta che lo dico mentre tu sciagurato ripassi a memoria i ganci del mio vestito...

"Toglilo e non si sciuperà..."

Certo...

La sposa è sempre in ritardo

 

 

Sono arrivati caracollando fino al sagrato... Alain che attende all'ingresso, sorride appena e fischia ammirato alla vista di lei... Riconosce il vestito e annuisce sornione, la vita a volte riserva strane sorprese.

Che idea balzana, sposarsi in novembre... Eppure a volte la fortuna aiuta gli audaci, e l’autunno regala colori smaglianti e una mattina di sole, voli di uccelli che migrano da interpretare, auspici e belle notizie…

Con un colpetto sul braccio Alain trascina André, "andiamo a prendere posizione, tra poco comincia lo spettacolo", tuona ridendo e se lo porta via. Lui si volta un attimo e le lascia uno sguardo dritto negli occhi, lo stesso che ha lei ora.

Scaccia il sole e la solita ciocca ribelle, con noncuranza la mano scende sul fianco e stira le pieghe del suo bell'abito un po' sgualcito... socchiude le labbra e libera piano un sospiro per non scoppiare, accetta la prepotenza di ripensare a cos'è stato prima ma soltanto a un patto... che il viso non mostri emozioni...

Un po' di contegno, diamine...

E va bene... si guarda intorno, ammira i fiori e segue la passatoia di un bell'azzurro carico che le condurrà fino alla meta, loro tutte fanciulle votate ad un uomo...

"Per amarlo, onorarlo, rispettarlo per tutti i giorni della mia vita... e anche oltre, io lo seguirò ovunque... lui è mio".

Gliel'ha sussurrato prima di fare l'amore con lui... "Tu sei mio..." La voce morbida di tenerezza e carica di passione, diversa.

Lei è stata diversa, l'amore è stato diverso... E' stata lei a trascinarlo, a dettare il ritmo e poi a trattenerlo perché non la lasciasse, non finisse mai. E' stata la prima volta in cui lui è rimasto in silenzio, soggiogato, stregato, rapito nei sensi e nella volontà. Non le ha mormorato parole dolci per vincere la ritrosia, non ha giocato a perdersi trai suoi bei capelli, ha lasciato parlare lo sguardo poi incatenandola a sé si è consegnato a lei, prigioniero di un sogno.

Lei non ha smesso un secondo di dargli baci profondi ed esigenti lasciandosi spingere indietro, sul letto. Gli ha teso le mani offrendogli i polsi sottili, una resa sfrontata ed imperiosa che lui ha accettato senza condizioni... Ipnotizzato, ha intrecciato le dita alle sue ed è entrato dentro di lei senza preamboli. Non avrebbe potuto mai trattenersi, la sua donna lo stava chiamando.

Conosco i tuoi occhi, quello sguardo…

Lei l’ha accolto trionfante e l’ha chiuso nel cuore. L’ha guardato dritto negli occhi perché vedesse quello che solo lui può farle, e nessun altro. Fino a che punto riesce a condurla, là dove esistono solo loro e il loro amore. E l’ha chiamato per nome e a sé ancora e poi ancora fino a stringerlo forte, che non si liberi, perché non possa scappare da lei e non la lasci andare mai più.

L'amore ovunque... l'amore che cresce, che sfugge e poi ricompare... Negli occhi azzurri di lei, tra le braccia forti di lui, nella sua bocca, tra le dita e mille parole.

L’amore…

Sono rimasti a lungo confusi l'uno nell'altra, immobili, come sospesi nel vuoto e con la paura che qualcosa potesse rompersi, e l'incanto svanire...

Poi si sono guardati attorno, il disordine e la confusione, il duello finito alla pari...

"Ti amo..." Ha mormorato lui accarezzandole il viso... "Sei piena di sorprese, davvero..."

Lei si è fatta piccola contro di lui, gli ha afferrato la mano sfiorando le dita con le labbra morbide e ha sorriso... in quanti modi può amarlo, vorrebbe mostrarglielo subito ma non c'è più tempo, non ora.

Facendo uno sforzo di troppo ha scacciato il languore e a poco a poco è tornata padrona di sé... almeno per qualche ora! Gli ha permesso di aiutarla a riallacciare il vestito, in quella camera ora regna un ordine finto come la loro espressione altera e compassata.

"Non preoccuparti, tanto non iniziano senza di noi..."

Pensava fosse più tardi, uscendo di casa di corsa hanno schivato di un soffio la signora in portineria, che li ha salutati a gran voce ammirandoli… “Che belli che siete… se la signora potesse vedervi…”

Ma la nonna vede, eccome… Oscar ha sorriso all’idea, Cleo come minimo avrebbe suonato qualcosa di allegro e proposto un brindisi agli sposi…

Eccoli là...

Ormai tutti attendono da più di venti minuti che arrivi il momento, l’istante… Quei tre là in fondo che se la ridono, Alain che fa un sacco di smorfie e forse spera che si scomponga, o inciampi…

Non accadrà, per evitarlo ha persino fatto le prove a casa in corridoio… è sufficiente che attacchi la musica e alla terza battuta un passo, poi un altro…

Da lontano Victor anza una mano in saluto solenne... Ed è bellissimo vedere l'espressione di André che cambia, si fa scura poi subito si rilassa.

Che meraviglia, lei che arrossisce e lui geloso... Davvero, nulla è cambiato.

Impercettibile ringrazia Victor e sorride ad André, poi le dita sfiorano il sontuoso bouquet. E' davvero bello, rose bianche a stelo lungo tenute assieme da un fiocco di pizzo che la fiorista ha posato tra le sue braccia con mille premure come si fa con un bimbo neonato.

La ragazza ha davvero buon gusto.

All'improvviso la folla alle sue spalle si apre e rumoreggia... voci sempre più insistenti, qualche applauso e un fruscio sospetto le dicono che forse è arrivata.

Finalmente...

Si volta ad accoglierla e a farle coraggio... povera Rosalie che sembra sparire in quel tripudio di raso e tulle, ma che le sarà venuto in mente di comprare un vestito così? La piccola sposa abbozza un sorriso che subito naufraga in mezzo alle lacrime, Nicole che paziente ammonisce sul rischio che il trucco a prova di pianto faccia cilecca ma oggi la sposa promessa ha il permesso di piangere quanto vuole, oggi è un giorno speciale.

Rosalie cerca con gli occhi rossi l'amore della sua vita che placidamente da almeno mezz'ora chiacchiera con i testimoni, Alain e André, e sembra non essersi accorto di tanto scompiglio. Rosalie che tende le braccia alla sua amica più cara che ha conservato i fiori per lei, e con la sua voce calma e suadente cerca di farle coraggio...

"Sei bellissima cara - una bugia così piccola non si noterà - che ne dici, possiamo andare?"

Rosalie scuote il capo timorosa, ma non c'è più tempo davvero...

Un cenno al maestro, musica!

Oscar si volta verso l'altare e ringrazia il cielo che non tocchi a lei, non ancora. E' sicura che Rosalie non mangi da almeno una settimana e a giudicare dagli occhi stanotte non deve aver dormito molto povera piccola...

Invece lei ha dormito benissimo e ora può godersi la sua passeggiata... oltre il guado c'è André che l'aspetta e che più volte le ha chiesto se è ammesso che la damigella della sposa e il testimone dello sposo amoreggino di nascosto, ogni tanto...

Screanzato.

La musica si impenna facendo vibrare dalle canne dell'organo... Oscar implora, Rosalie stai tranquilla e non svenire ora, per carità...

La senti la musica? Alla seconda battuta... o era la terza? Accidenti...

Rosalie titubante attende che lo strascico si spieghi al punto giusto e che qualcuno le dica che fare, Alain che la carovana si avvii, André sorride dal fondo e strizza un occhio, incoraggiante.

Un respiro profondo, "Uomini in marcia e seguitemi!"

La degna figlia del Generale si muove lenta, sorride... è una bella giornata ed è felice, evviva gli sposi...

 

Rallento perché sto correndo troppo, come sempre... mi rilasso e mi lascio tentare dal tuo sguardo André... Guidami verso la riva, guidami verso di te come allora.

Sta fermo amore, non muoverti...

Cammino adagio, la vita oggi scorre più lenta. Come acqua di fiume inesorabile scivola fino alla foce e si getta nel mare, e niente può impedirlo perché così è da sempre e sempre sarà.

Amore non muoverti, sto arrivando da te...

Niente può impedirmi di stare con te perché sei scritto nel mio destino. E ora so che se ho fatto naufragio è stato solo perché tu potessi salvarmi dalla deriva, stringendomi forte al tuo cuore. Con te non ho paura di vivere e di spingermi al largo, tu che sei il mio approdo, il mio porto sicuro, tu che mi hai teso le mani...

Tu, il signore del mare.

Tengo il tempo, ascolto il ritmo, se ho paura ti cerco, e per non sbagliare chiuderò gli occhi contando i passi che ancora mancano per giungere a te.

Perché a volte la distanza più lunga da percorrere è quella tra due anime che si cercano.

Non muoverti amore, io torno da te...

Uno... due...

 

pubblicazione sul sito Little Corner del novembre 2010

 

Vietati la pubblicazione e l'uso senza il consenso dell'autore

 

mail to: luly_thelilacat@yahoo.it

 

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This is the end…

 

Ci siamo. Siamo arrivati alla fine. Ho sempre pensato che, giunta a questo punto avrei avuto così tante cose da dire da scriverci un romanzo… invece sono solo molto, molto emozionata.

SDM è finito e io ho 5 anni in più… SDM è finito, e io ora come faccio?

Horror vacui? 

Sorriderete leggendomi, ma è stato davvero un lungo viaggio, più lungo e complesso di quanto avrei mai creduto. La prima volta che io e la ragazzina bionda della spiaggia ci siamo incontrate era il lontano dicembre 2005 ed io mi stavo dividendo tra due fanfictions, Fast and Furious e Histoire Noire, che poi uscirono insieme. Ma a lei, alla ragazzina bionda, sembrava non importare molto, che io fossi impegnata altrove. Prese a seguirmi, ad apparirmi ad ogni ora del giorno e della notte… Sola e infreddolita, con tanta rabbia in cuore da scontarci due vite. Alla fine non avevo davvero altra scelta se non quella di ascoltarla, e così ho fatto…

Lo so che vi sembra da visionari, ma è così che è partita questa avventura. Da un’immagine singola, che non aveva altra scaturigine diretta se non la magnifica ossessione per Lady Oscar e la mia personalissima paura dell’acqua… E darle corso è stata una tentazione cui non ho proprio saputo resistere, anche se mi è toccato scendere a patti con i tempi moderni, che mi hanno sempre fatto un po’ di paura.

5 anni possono sembrare una follia, eppure eccoci qui… dalle prima versione del Signore del Mare, alla scelta del titolo che poi è diventato confidenzialmente SDM, fino alla fine e anche oltre, addirittura alla postfazione, un lusso che spero mi concederete vista la mia ormai veneranda età e che mi prendo perché ho una lunga serie di ringraziamenti da fare e di debiti da onorare…

Grazie a Laura Luzi, che mi ha seguita pazientemente in tutti questi anni, mi ha consigliata, letta riletta e revisionata, facendo il tifo per me anche quando cominciavo a perdere le speranze di riuscire a finire la ff… Grazie a lei perché ci ospita sul Little Corner, ed esserci è davvero emozionante. Grazie ad Alessandra perché senza di lei questo fantamondo non sarebbe lo stesso e perché mi fa battere il cuore ad un ritmo che non conoscevo, prima di leggerla. Grazie alle mie ragazze, a Silvia per il “tripadvisoring” praticamente costante, ad Anna perché mi dice spesso che la mia Oscar l’ha capita col tempo ed ora le vuole bene quasi quanto me, a Tania per il suo Camelot perché vorrei averlo scritto io (^__^), a Laura V. perché potrebbe anche essere che le zucche volino di nuovo, prima o poi… Grazie a tutte coloro che mi hanno scritto, lunghe lettere o semplicemente due righe, perché è inutile negarlo, sapere che qualcun'altra oltre te legge quello che scrivi fa sentire bene, se poi le è anche piaciuto beh, le ali ai piedi non sono nulla al confronto! Grazie a tutte per aver sopportato i miei ripensamenti e i miei “e se”, per aver sospeso l’incredulità, per aver trovato in ogni riga la voglia di leggere quella successiva. Grazie ai piccoli risvolti autobiografici che una fiction così lunga mi ha permesso di ritagliare… Grazie alle passeggiate nel buio che io e mio cugino da piccoli facevamo davvero lungo un viottolo di campagna nero come la pece, rischiando ogni volta di finire gambe all’aria nell’erba alta, vere prove di coraggio che forse oggi non riuscirebbero altrettanto bene… Grazie alle vecchiette arzille che popolano il racconto, perché mi hanno permesso di ricordare con un sorriso il passato prossimo della mia famiglia… Grazie ai libri che ho letto perché hanno colorato la mia esistenza, grazie ai personaggi che non esistono al di fuori di SDM, perché sono stati così generosi da accogliere ognuno qualcuna delle mie aspettative nei confronti di questa storia infinita che è Versailles no bara, Lady Oscar per chi come me ha iniziato ad inseguirla ormai quasi trenta anni fa, su un vecchio schermo a valvole e per di più in bianco e nero. Grazie a mamma Rioko e zio Osamu, il perché lo sapete anche voi. Grazie a chi ha percorso questa strada insieme a me e vedendosi dimenticata in questa rincorsa verso la fine chiuderà un occhio e mi perdonerà…

Grazie a tutte, di cuore.

 

 

 

Personaggi ed... interpreti

 

E per ultimo, i titoli di coda! Prima di salutarli vi regalo i volti che, in questi anni mi hanno aiutato a far vivere, muovere, parlare i personaggi che costellano questa lunga storia. Per regalare loro una personalità ho avuto spesso bisogno di "vederli" e pensare solo ad un nome a volte non è per niente facile... Quindi sono andata in cerca delle loro sembianze umane!  Troverete sia i personaggi originali che quelli frutto delle mie "allucinazioni", ma considerate ogni link come un punto di partenza, un suggerimento da attualizzare. Come dire, niente proclami! Dopo questa doverosa precisazione, giochiamo un po'... In ordine di apparizione o quasi![1] 

 

 

Liliane: eccola qui... oserei dire perfetta ehm se non fosse per "quella" battuta, ormai lontana... "caffè, tè, meee?" ^__= Sa essere anche seria, quasi drammatica. Ed è questo che mi piace di lei.

http://www.mymovies.it/biografia/?a=15067

 

 

Pierre: troppo? Ma no, perché...

http://www.mymovies.it/biografia/?a=6822

 

 

Madame de Jarjayes: altera o materna? Lontanissima o "famigliare" ? Due scelte, diversissime... a cui va tolto, per onor di firma, qualche annetto...

http://www.mymovies.it/biografia/?a=5911

oppure

http://www.mymovies.it/biografia/?a=9335

 

 

"Papà Jarjayes" : "occhi di ghiaccio e lineamenti che sembrano scolpiti nella pietra"; quando ho letto questa definizione ho deciso che la mia scelta iniziale era quella giusta! http://www.mymovies.it/biografia/?r=1550

 

 

Geneviève: non sono riuscita a scegliere, così vi offro le mie due versioni, una più "pensierosa" ed una più aggressiva, entrambe molto affascinanti;

http://www.mymovies.it/biografia/?a=3525,

http://www.mymovies.it/biografia/?a=2241

e chiedo perdono ad entrambe, anagraficamente più giovani della mia "prima sorella"; ma come ho detto io, magnificamente supportata da Alain, Gen non dimostra nemmeno uno dei suoi anni... e poi non si chiede l'età a una signora!

 

Il Dottor Lasonne: questo è un tributo...

http://www.mymovies.it/biografia/?r=1410

 

 

Giselle: ho avuto pochissimi dubbi e le ho regalato il viso di una delle mie attrici preferite. E no, non penso a lei nelle vesti dell'arcigna Miranda ma alla donna insicura che in "Innamorarsi" si cambia una decina di volte, in preda all'insicurezza. Signore e signori...

http://www.mymovies.it/biografia/?a=7748

(sì lo so ho esagerato ma sognare non ha prezzo!!)

 

 

Cleo: anche per lei, nessun dubbio. Ditemi non è bellissima? http://www.mymovies.it/biografia/?a=1420

 

 

Victor Clement de Girodelle: mi è sempre piaciuto il suo viso enigmatico, lontano... http://www.mymovies.it/biografia/?a=5464

 

 

Bernard: ma sì, perché no? Però esteticamente la foto non rende... proprio come Bernie... http://www.mymovies.it/biografia/?a=5467

 

 

Rosalie: non la sopporto e le rifilo volentieri la parte della piagnola: http://www.mymovies.it/biografia/?a=11174

 

 

Alain: ah, ho sempre pensato a lui come al Viggo Mortensen di turno... quello di "Delitto perfetto" o la Trilogia del Signore degli Anelli... che io "talkienfree" ho guardicchiato per vedere lui... poi una sera mi sono imbattuta in "Unfaithful" e ho visto lui

http://www.mymovies.it/biografia/?a=14974

Uhm... beh, lascio libera scelta tra Viggo ed "egli" che secondo me rende meglio qui http://www.imdb.it/name/nm0553648/

 

 

Marie: è difficile darle un volto... Bellissima, malinconica, regale... Forse lei? Una che riesce ad essere bella anche con i capelli cortissimi (alla "ghigliottine") o sfigurata... http://www.mymovies.it/biografia/?a=3961

 

 

Nicole: tecnicamente le deve somigliare, quindi se vogliamo mantenere il parallelismo basta cliccare due volte sul link che ho riportato sopra e... stirarle i capelli! Se invece vogliamo regalarle un viso tutto suo... difficile, difficile trovare qualcuna somigliante. Proviamoci http://www.mymovies.it/biografia/?a=25015

ma si accettano suggerimenti!!

 

Hans: ci voleva un super bello. Beh, eccovene uno...

http://www.mymovies.it/biografia/?a=3353

 

 

Therese: Agitare e ringiovanire prima dell'uso, rigorosamente in versione "Il giardino di gesso"

http://www.mymovies.it/biografia/?a=8883

da piccola ero davvero convinta che fossero due gemelle identiche!

 

Bouillè, non Generale ma Giudice...

http://www.mymovies.it/biografia/?a=3520

 

 

Madame Malluet: com'è che l'aveva definita André? "La zia di Mary Poppins"? Ah André André... http://www.mymovies.it/biografia/?a=3562

 

 

La balia: ci voleva qualcuno con un bel viso rassicurante, segnato dal tempo ma sempre bellissimo... Allora vi propongo l'ultima "Kate"

http://www.mymovies.it/biografia/?a=1572

 

 

Sougan: non deve mica per forza essere un vecchio signore, no? Quindi prendiamo lui http://www.mymovies.it/biografia/?a=564

e togliamogli almeno una ventina d'anni!

 

 

Gilbert: vi prego non uccidetemi!!!

http://www.mymovies.it/biografia/?a=65493

una concessione al "telefilmo" ci vuole...

 

 

Lo so, manca qualcuno... almeno due personaggi, certo secondari...

Ma ho deciso di non assegnare loro sembianze umane... Intendiamoci, ho le mie idee personalissime e come tali irrivelabili, nemmeno sotto tortura potrei spingermi così al largo. Perché ho una paura matta dell'acqua, io. E ad insegnarmi a nuotare non c'è ancora riuscito nessuno...

Grazie ancora, a tutti e a tutte

 

Luana


 


[1] Tutti i links sono presi naturalmente dal sito www.mymovies.it

 

 


 

pubblicazione sul sito Little Corner del novembre 2010

 

Vietati la pubblicazione e l'uso senza il consenso dell'autore

 

mail to: luly_thelilacat@yahoo.it

 

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