Sentimento del signor AG convivente Jarjayes al conte GG
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Nota (complessa) di Laura: questa lettera semiseria è nata in risposta ad Alessandra, che deplorava sentitamente che nessuno le scrivesse sequel. Così, volendo corrispondere al suo giusto disappunto e ispirata dalla consultazione di archivi e biblioteche, ho costì composto e a lei dedicato il presente seguito semiserio di Un'altra stagione (che, a sua volta, era una sua ipotesi di seguito del mio Autunno). La cosa è stata gradita, tanto che Alessandra ha voluto non solo lo pubblicassi, ma vergare di sua tastiera un commento esplicativo che riporto qui di seguito. Successivamente, anche Luana, volendo correre in ausilio alla somma autrice, ha deciso di comporre il seguito del seguito del seguito, ovvero Un suocero in fuga, che è la risposta a questa mia. Siccome con tutti 'sti sequel e paralleli e ipotesi i lettori facevano un gran casino già prima (e siccome l'ego delle autrici si frustra, quando all'una è attribuita la fatica altamente intellettuale dell'altra, absit iniuria verbis), sappiate che abbiamo attivato un gruppo di sostegno per utenti e lettori confusi.
Nota di Alessandra: Il presente lavoro si deve all'animo caritatevole di Laura, che, non potendo tollerare oltre le recriminazioni di Alessandra lagnantesi di essere l'unica alle cui storie non fosse mai stato scritto un sequel per mano altrui, ha deciso alfine di metterla a tacere scrivendo il seguito di Un'altra stagione e rendendo tra l'altro finalmente giustizia alla mansarda derelitta. Perché non era giusto che i lettori non potessero aver accesso, dopo la parola Fine, all'indiscutibile felicità dei nostri.
Dedica:
Alla nostra somma Autrice, perché mai, mai e poi mai pensi che possa mancarle un... sequel.
Nei nostri pensieri, anche di notte, alla tastiera, ovunque.
Vostra, Laura
Egregio conte,
sto scrivendo questa mia tramite madame Rosalie, che forse ricorderete - forse no, essendo, come il sottoscritto, una comune mortale - ma forse potrebbe catturare la vostra attenzione il fatto che sia nobile di nascita...
Ma perché? Perché?
Vi ho consegnato una spadaccina, m'avete reso una piromane!!!
La mia bella mansardina, stava tanto bene, era tanto carina (dicono...). Gliel'ho detto, divertiti con la spada, ma lei no, no, lei vuol fare la moglie. De che? De che, mi domando.
Insomma, si mette lì, piena di buona volontà, ma le mancano i fondamenti: pelare le patate, eh... a parte che alla fine tocca farlo a me, ma sono più le volte che finisce dal dottore, che quelle che io mangio. E io deperisco.
Come cuocere le cose? E chi lo sa? Chi può saperlo? Certo, se nelle comuni abitazioni esiste un oggetto chiamato stufa, se nelle altre abitazioni un paiolo sovrasta il focolare, basso apposta, un motivo ci sarà, no? No.
Un generale cuoce per induzione. Già, manco fosse l'ultimo modello della Zojirushi, lei mette le patate, le guarda galleggiare nell'acqua - o in quel che è - non voglio manco saperlo - poi, dopo circa 14 ore, sentenzia che "non sono ancora cotte". E te credo! Ma cos’è, il ciclo Gaba Brown? Però potrebbe essersi innescato un interessante processo di saponificazione…
E poi, una cucina normale mai... una volta si mette in testa il sushi, e chi sono io, il conte di Fersen, che ti posso procurare salmone fresco senza con ciò rimetterci la salute? Chi sono io, Riyoko Ikeda, che posso procurarti l'alga Kombu per cuocere il riso ed il mirin? Scusa, Oscar mia, io campo facendo ripetizioni, in nero tra l'altro, e mica puoi mandarmi in fallimento... ;_;
L'altra volta l'olla podrida. E la minchia! Stavolta ha acceso il fuoco, tralasciando il leggero particolare che il fuoco scalda, e l'olla si è completamente attaccata, bruciata, un interessante monoblocco che pareva la testata di un motore. Per fortuna, abbiamo spento la cucina.
Le ho detto, "Cara, adorata, luce del mio occhio (de che?), sole (nero, citazione da Spazio 1999) della mia vita, perché? Guarda che bel terrazzino, perché non vai là e ti alleni? Ora che i rivoluzionari, cioè noi, hanno introdotto il sistema metrico, posso dirti che abbiamo 40 metri quadri calpestabili pieni di piantine, un angolo di paradiso... puoi anche prenderci il sole, anticipando di qualche secolo le mode..."
L'ha fatto: peccato che poi, quando sono andato ad innaffiare i miei adorati gerani, abbia scoperto con un certo disappunto che la mia adorata me li aveva... zap zap, come dire, con scatto felino e agile mossa, azzerati con il suo nobile fioretto - sì, quello stesso, maledetto, che quel demente del padre le ha infilato nella culla. Ma quando mai nella culla di un lattante si mette un cacchio di fioretto? A nonna, ma eri rimbambita? -
Non ci ho visto più! Vabbè... è vero, non ci vedo più da un pezzo, ma è lo stesso. Il concetto è quello.
Ok, allora, dico "Cara, adorata, perché non facciamo un paio di pargoli? Tanto carini, due batuffoli?"
"Sì", mi dice, a sorpresa, e mi dice "Firma qua". Io, fiducioso, appongo, poi mi do da fare. Molto da fare. Troppo. ^^;
Eccomi qua - il quadretto comprende sei pargoli sei, uno in marsupio anteriore, uno in marsupio posteriore, due gemelli su passeggino, due in box, il povero con biberon, fascia alla giappo che indica sacrificio, goccia di sudore sulla fronte, caos generale -, abbiamo messo su famiglia. Forse.
Io ho messo su famiglia? La famiglia ha messo su me? La famiglia ha messo sotto me. Le mie giornate passano così, tra urla e strepiti, pappe, cacche, ciucci, sonaglini. Fortuna che mia moglie è un generale dell'esercito e la pagano - in assegnati - così io mi sono potuto mettere in congedo paternità.
E attendo che arrivino ai 25 anni, sperando che questo nuovo mondo, questa nuova era, abbassi a 18 la maggiore età. Per cacciarli di casa. E vietare loro di portarmi i nipoti da tenere.
Se ve la volete riprendere, vedete voi. Io, per fortuna, non vedo.
AG
Laura, 13 giugno 2006, Pubblicazione sul sito Little Corner del luglio 2006.
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