Aishiteru - Piccolo glossario sui sentimenti

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Attenzione: per una corretta visualizzazione occorre aver installato il set di caratteri giapponesi.

 

(Questo breve essay nasce dalla rielaborazione, curata da Alessandra, degli interventi postati da Mima sul forum del sito “La rosa di Versailles” quando, nell’ottobre 2005, si dibatteva in un topic sulla particolarità del doppiaggio italiano della puntata 37 dell’anime, in cui Oscar dice: “Ti voglio bene” ad André invece che: “Ti amo”. Mima, che è giapponese, ci ha dato delle indicazioni sul senso di queste espressioni nella sua lingua, per aiutarci a capire se la traduzione italiana della scena sia stata un po’ arbitraria o in qualche modo trovi una certa legittimazione nell’originale).

 

 

Io non ho seguito l’anime di Versailles no Bara in Giappone, e sto visionando adesso, in Italia, le puntate in originale. Le mie riflessioni qui si basano essenzialmente sul manga di Riyoko Ikeda, che considero il testo fondamentale, indimenticabile e insuperato. Contrariamente a quanto avviene in Europa, dove Lady Oscar è stata conosciuta per la prima volta attraverso la serie animata, in Giappone Versailles no bara è il manga della Ikeda. Al punto che, personalmente, tendo a considerare anche l’anime come una sorta di side-story.

 
In giapponese non esiste una frase che corrisponda esattamente all’italiano “Ti voglio bene".
"Ti voglio bene" italiano è un’espressione che ha un significato più ampio, si riferisce non solo all’amore ma anche al contatto umano, all’affetto. "Ti amo" invece è più intimo.
Nell’anime, quando oscar finalmente dice ad André “Aishite imasu (=Aishiteiru), come mai viene tradotto “Ti voglio bene”? Sono sicura che Oscar gli ha voluto bene sin dall’infanzia.

Quando Girodel le chiede nel manga "Amate André?", lei risponde: “Non so, non l'ho mai visto in quel senso". Però sicuramente gli voleva bene, gli voleva bene da sempre. “abbiamo vissuto come fratelli, anzi più di fratelli..... sempre stringendo le due anime vicine” . Appunto.

 

In Giappone non si pronuncia quasi mai aishiteiru (“ti amo”): differentemente, credo, da come avviene in Italia. Questa frase la si sente soprattutto nei melodrammi o nei film occidentale. Nella vita quotidiana, praticamente non esiste questa frase.  La sostituisce lo sguardo. Forse, siamo troppo timidi per pronunciarla. Infatti nella frase “ti amo” io sento certa passione occidentale. Anche per questo, personalmente, preferisco il fatto che nell’anime si dica “Ti amo", come avviene nell’originale giapponese. Proprio perché è un momento di passione.

 

Nel manga Oscar dice ad André "Aishiteiru", cioè “Ti amo”. Lo dice dopo che è stata accusata da suo padre, il generale Jarjayes, di tradimento, e prima di recarsi da Bernard. Poi gli domanda : “Giuri che ami solo me? Per tutta la vita e per sempre?"

È un momento bellissimo. Il loro rapporto aggiunge l’amore-eros all’amore-agape. Il fuoco lento avvampa. Per quel momento "ti voglio bene" sarebbe un po' debole, e di troppo ampio significato.

 

 

Vediamo come si esprimono questi concetti in giapponese.

 

AISHITEIRU è usata soprattutto per l’amore-eros.
L’amore-agape è espresso da DAISUKI (mi piaci tanto/ I like you very much).

 

Penso che, se dovessimo trovare una corrispondenza tra le due lingue, "ti voglio bene" sarebbe più vicino a DAISUKI.

Per capirci......... "Ti amo” "Ti voglio bene” / "Aishiteiru” "Daisuki”

Però c’è una differenza: "voler bene" italiano è più profondo di daisuki. In giapponese non esiste una frase che corrisponda esattamente a “Ti voglio bene”. Ma questo non significa che non esista quel tipo di sentimento.

 

 

Il concetto di “ti amo”, in giapponese, può includere anche il concetto di “ti voglio bene"? È questo che mi è stato chiesto da alcuni fan italiani. Cioè, il concetto di amore nella mia lingua, associa anche la tenerezza?

 

Vediamo il testo di alcune frasi dell’anime, nel punto cruciale dell’episodio 37.

 

André:
「今までもそうだったが、これからもそうだ。俺はいつもお前と共に在る!」
(Imamademo sou datta ga korekaramo souda. Ore wa itsumo omae to tomoni aru)
"Come sono stato fino a oggi, sarò anche in futuro. La mia esistenza è sempre con te".

 

Oscar:
「お前に愛されていることを知りながらもフェルゼンを愛していた」
(Omae ni aisarete iru koto wo shirinagaramo Fersen wo aishiteita)
"Ho amato Fersen, sapendo che mi amavi".

 

Oscar:
「あぁ、アンドレ・・・愛しています私も・・・心から」
(ah, André... Aishite imasu watashimo... Kokoro kara)
"Ah, André... Ti amo anch'io... con tutto il mio cuore".

 

André:
「わかっていたよそんな事は・・・もう何年も前から、いや、この世に生を受ける前から・・・」
(Wakatte itayo sonna kotowa... mou nan'nenmo mae kara, iya, konoyoni seiwo ukeru mae kara)
"Lo sapevo... da tanti anni fa, anzi, da prima che nascessi" .

 

Qui, nell’anime, per esprimere l’amore si usa aishiteru. Amore-eros, come ho detto. Ma c’è insieme anche amore-tenerezza, affetto nutrito da sempre e per sempre.

Alla fine, un modo particolare dell’uso di aishiteru, proprio nel manga di Versailles no bara, è stato usato dalla Ikeda per dire: "Ti voglio tantissimo bene", anche rivolto a Nanny.

 

"Aishite iruyo. Itsumademo, kaghiri naku"

(Ti voglio bene, per sempre infinitamente)

Credo, alla luce di queste considerazioni, che il “ti voglio bene” italiano si posizioni tra "Aishiteiru" e "Daisuki". E a volte copra tutte e due le parole.

 

pubblicazione sul sito Little Corner dell'ottobre 2006

 

Mail to mima20100@yahoo.co.jp - revisione di Alessandra

 

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