Mr. G e le donne (qualche idea su Christine)

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Elementi sul racconto Christine emersi durante gli scambi con le lettrici e le proof-reader. Principalmente sono stati scritti nell’aprile 2006, alcune aggiunte su Dezaki risalgono al settembre-ottobre 2006.

 

Chris è una storia complessa, nata da un flash iniziale, la scena della pioggia all'inizio, e, poi, sviluppata su un'ipotesi.

Covata tanto a lungo, quando ho ripreso i progress di anni fa, ero stupita di come si inserissero nel testo, certe scene erano ancora come le avevo immaginate, altre arrivano, si stratificano.

E, al di là del fatto di sviluppare un'ipotesi, i personaggi spesso prendono il sopravvento, io vorrei facessero qualcosa di diverso, ma non lo fanno, sono loro che si stanno scrivendo. Le proof-reader a volte domandano, è uno scambio bellissimo, e io rispondo che alcune cose non le so, bisognerebbe domandarle ai personaggi.

In realtà è una cosa complessa che si è dipanata per conto proprio, prendendo vita propria, anche se restando entro le idee iniziali.


E' un accumularsi di sensazioni raccolte in più di vent'anni, stati d'animo, paure, paura della delusione e del fallimento, voglia disperata di riprendersi la propria vita.


In effetti è vero che i personaggi sono andati per conto proprio, contro ogni previsione. Siamo ancora dentro le idee iniziali, ma con parecchie varianti.


Christine, che al momento è a p. 230 e ho dei fogli di appunti da aggiungere, è un what-if terribile, è quello che non vorremmo accadesse mai - e parlo in generale, se ci si pensa, potrebbe essere la storia di chiunque di noi. E' quando sei talmente legato all'idea che si ha, dall'esterno, di te, da non riuscire a rompere le barriere. E' quando per anni hai dovuto silenziarti, che la voce non la trovi più.


Non voglio trovare categorie in cui descrivere i personaggi, non dirò Oscar è o diventa questo questo e quest'altro (amante moglie compagna), no... non sarebbe giusto, non esiste una morale con cui giudicare i personaggi, non da parte mia. Io li osservo, li racconto, cerco di dare loro un'umanità, ma non li giudico, spero solo che, dopo aver fatto, per loro stessa ammissione, tanti errori e percorsi diversi, ognuno trovi una sua strada.

 

Credo che i vecchi amori non si abbandonino mai. Anche di questo abbiamo parlato con le proof-reader: ho visto persone guardare con occhi colmi d'amore il loro amore del liceo, anche trenta-quaranta anni dopo.  Non credo che i sentimenti si possano sopire del tutto. Non tutti. Ci sono incontri destinati a restare al di sopra del tempo, perfino della morte.

Magari poi non ci sarà possibilità di ritrovarsi, ma in un angolo del cuore si continua a covare come una fiammella, non so spiegarmi... quando ho scritto certe parti, era a questo che pensavo.

Credo che André si sia davvero trovato in mezzo ad una storia di tempi sbagliati (cito da BK, ma il concetto è quello). E' un po' quello che viene fuori dai loro discorsi. Si è innamorato dell'altra, e ancora cova questo amore, che pensava di aver silenziato, per Oscar. Nella vita normale non molli tutto lì per lì, e ho cercato di essere realistica. In fondo, pensiamo anche al bellissimo Vile chi l'abbandona di Sydreana, non è così che va? E lì non c'è neppure, mai, una confessione, ci sono gesti, c'è il dramma - è un racconto che adoro, l'ho letto in anteprima, mentre Syd lo scriveva, e lo trovo straordinario. Ma in generale adoro come scrive.


Allora, André prova a vivere, e lo fa, comincia a farlo da questo episodio e continuerà, poi, anche Oscar. In fondo, il tema qui è una ricerca, il tentativo di provare a vivere, di cercarsi, di trovare una sorta di equilibrio, di non perdersi, di non perdere se stessi o, se si vuole, di riuscire a ritrovarsi, a reinventarsi. A volte, se ne sente l'esigenza. E' un po' il tema della risposta che una persona dà, quando la vita cambia.


Credo che ognuno di noi sia perso dietro gli ingranaggi della vita, dei pensieri, compreso di quello che si pensa giusto, di quello che si vorrebbe, di quello che si sa solo nascondere. Spero bene che mai André avrebbe fatto una cosa del genere - l'avrei personalmente pestato ferocemente ^_-; -, ma il tema è quello e io provo a rispondere osservando. E, tra l'altro, il povero ragazzo qui ha a che fare con una Oscar assolutamente in difficoltà sul piano dell'espressione di se stessa e dei propri sentimenti. Non è facile interagire con persone così, ti spiazzano. Magari dentro al cuore ti amano dell'amore più assoluto, e non riescono a dirtelo...


Per quanto poi riguarda Oscar e la sua vendetta, va detto che il testo è  strutturato a flashback, per cui a leggerlo intero si capisce di cosa si stia sonoramente vendicando, mentre, messo così, pare che sia una reazione alle nozze. E' un po' diverso, in realtà, secondo me più viscerale ancora, è una sorta di reazione a quello che vede come un vero e definitivo tradimento di André, ma si capisce poi.

 

Poi, tra André e Christine, per esempio, non ho mai previsto di parlare di un corteggiamento perché la storia parte con dei flashback, in medias res, e a me interessava delineare la situazione poi a monte, non raccontare per filo e per segno e per forza cosa fa questo e cosa fa quello (non lo trovo utile: se trovo che occorra parlare di qualcosa, poi, lo faccio). Quindi non pensavo ad un corteggiamento per questa ragione.

E non ci pensavo per altri motivi, il primo dei quali è che semplicemente a volte i sentimenti nascono dalla frequentazione, e non dal corteggiamento studiato: non ce lo vedo André a fare il fidanzatino modello che cerca di impalmare qualcuno. Secondo: non ho mai neppure pensato che lui abbia cominciato a vedere lei pensando "mi devo comportare da corteggiatore così poi la sposo", lui non "fa la corte per chiedere in sposa". Non era quello che volevo. Terzo: non è nel personaggio, che è scanzonato e riflessivo, e un tipo del genere io personalmente lo vedo più modello Girodel e francamente mi farebbe solo girare le scatole e non lo prenderei in considerazione, neanche fossi sola da vent'anni e con vent'anni di fame atavica (cito Guccini)... Lui instaura un'amicizia, poi un legame, poi si rende conto che c'è qualcosa di più, che lei gli piace, che stanno bene insieme. Tutto qui. Normale amministrazione, niente mazzi di fiori, niente, niente. Vita vissuta insieme, tutto qui.
Questa è la mia visione della storia e del personaggio."

Non importa che si pensi che prima André non ha frequentato nessuno tranne Oscar: André non è un disadattato, vive in una casa piena di donne e uomini, è uno, stando all'anime, che gestisce bene e costruttivamente i suoi rapporti. E’ il lato sociale di Oscar, se vogliamo. Non credo abbia niente da costruire, solo essere se stesso.

A pensarci, poi, uno che ti slaccia il fiocco dai capelli, non è uno che ti sta corteggiando? Magari a modo suo? ^_-;

 

La situazione di Oscar – e, di conseguenza, quella di André, che ne deriva, o, ancora, lo sbaglio di tempi di André e il conseguente NI di Oscar, se vogliamo - lo trovo molto triste. In fondo Oscar si fa un sacco di danno, per il fatto che molte cose non le vengono naturali, e così complica la vita a sé ed agli altri. Oscar non è educata alla civetteria. Non è affatto femminile, in questo. Anzi, se penso alla realtà, che conosco, purtroppo capita molto spesso. Ovviamente qui la cosa è volutamente tirata agli estremi, ma neanche poi tanto. Tutto quello che è Chris nella prima parte è semplicemente storia.

Oscar è spiazzata (come lo è, del resto, nell’ep. 28) dalla declaratio praecox di André. Un tremendo sbaglio di tempi (ma è così anche nel 28). Probabilmente si sarebbe trovata meglio con una ventina d’anni di amicizia, altri venti di cauto avvicinamento, altri venti di accerchiamento, dopodiché, alle soglie degli ottanta, avrebbero cominciato a ventilare un fidanzamento, evitando così, per raggiunti limiti di età, anche la spinosa questione del chi lo dice al papi…

In fondo, ha ragione Dezaki quando sostiene che Oscar prende così seriamente il suo amore per André perché ha un’educazione maschile – sobria, se vogliamo. Non civetta, ama: è una cosa diversa. Non gioca all’amore, prende l’amore molto seriamente.

E quello che mi interessava sottolineare è che anche una vita banale ha il suo intrinseco valore. Non è che perché Chris non sia un personaggio speciale, che non possa essere una persona piacevole o normale. Anzi, qui abbiamo l'assurdo che Oscar quasi la invidia. Probabilmente non cambierebbe mai la sua vita con quella di lei, certo però che subisce una bella dose di schiaffoni. E magari sono quello di cui ha bisogno, per capire che non è giusto pensare i sentimenti senza dirli, non basta guardare lui con tristezza, pensare "ti amo anche io" e non dirglielo. E non basta neanche dire "Ti amo", ma un rapporto va costruito, con tutte le difficoltà.

Alla fine, questo è il percorso di un'evoluzione, molto dura, se vogliamo.

In fondo, stiamo qui ad aspettare che Oscar cada, matura, dal ramo...^^;

 

André sta cercando di reagire alla tremenda delusione che Oscar gli ha inflitto. Non dimentichiamolo. Al di là dei nostri sentimenti, questo racconto ha delle premesse.

Al di là di quello che penso io, che poi sono una teorica praticante degli amori infelici e tormentati, oltre che strettamente monogama, è umanissimo voler cercare una via d'uscita alla disperazione.

Siamo abituate a storie in cui lui va a puttane o ha brevi relazioni, e lì nessuno si scandalizza (io sì, ma, l’ho raccontato tante volte, mia madre e mia nonna furono attiviste a favore della Legge Merlin, magari è una deformazione di famiglia...). E secondo me la ragione è che quelli, agli occhi del lettore, non rappresentano veri tradimenti del legame con Oscar, dato che sono palliativi e non lo portano a niente di definitivo. Ecco perché mi sono posta il problema. Perché io credo che una persona onesta preferisca non avere storie brevi, giusto per scopare o svagarsi, o pagare una mercenaria, ma possa cercare un'alternativa, che non lo faccia sentire uno che approfitta delle relazioni occasionali o delle prostitute, pagando, in quel caso. Io credo che un uomo onesto con se stesso questo problema se lo porrebbe. E una donna pure.

E credo che le vie siano o restare ad attendere - cosa che francamente preferirei - o cercare di sopravvivere all'enorme delusione. E qui, o ci riprovi con lei, o, se la botta è stata enorme, cerchi di tagliare.

Io trovo sia onesto. E plausibile.

Ovviamente, queste sono le mie motivazioni, e prescindono da quello che farei o da quello che preferirei. E prescindono anche dalla mia visione emotiva della cosa.

Sto parlando solo relativamente a questa storia, non riferendomi ad altro...

Prescindo anche dalle dichiarazioni rese dalla Ikeda in materia.

Perché la Ikeda ha, per forza di cose, una mentalità diversa da quella europea.

E perché mi rifiuto di pensare che un uomo tanto moderno ed aperto da essersi innamorato fin da ragazzino di una come Oscar (che certo doveva scoraggiare gli amanti della tradizione), finisca poi per pagare il corpo di una donna – o essere umano che sia. Mi sembra più plausibile che viva quella storia o cerchi uno scampo.

Ovviamente ho letto negli anni le varie fanfic. Ricordo Prince d’une soir di Alix, che mi pare fu la prima: André che, dopo la delusione dell’ep. 28, sbronzo, andava con la prostituta che somigliava ad Oscar. Ma trovo a questo punto più moderno e rispettoso per le donne il punto di vista di Amarisee, in quel bellissimo incipit Ho un amante… discreto, che poi divenne il prequel di Patience. Era un punto di vista rispettabile, anche se stunning. Realistico. Perché un uomo sì e una donna no? Allora, ecco, Amarisee poneva una questione importante. Penso sia corretto dismettere il velo ipocrita che gli uomini non si trattengono e le donne sì. Per onestà intellettuale. Forse fa storicamente comodo, ma siamo nel 2006. J E alla stessa maniera, non fare pruderie sull’autoerotismo, come sia Amarisee sia Daniela giustamente scrissero.

 

Chris non è falsa, non civetta. Un po’ come Oscar. Ma certo vive la sua situazione in maniera meno controversa, per questo trova naturale scherzare con André, uscirci insieme. Oscar si farebbe un sacco di paranoie, invece. Se badiamo all’anime, lei aspetta più di un anno prima di dichiararsi ad André, e anche lì lo fa dopo aver saputo di essere spacciata e che lui sta per diventare cieco. Alé! E sa che sta per scoppiare la Rivoluzione… povera cocca, certo è durissima gestire una situazione come quella, per questa ragione sostengo che si farebbe un sacco di paranoie a differenza di una donna a suo agio con il suo essere donna. (E questo al di là del fatto che io considero il personaggio di Oscar un personaggio molto moderno, di donna emancipata e lavoratrice. Mi piace moltissimo in questo.) Chris diventa sua amica, perché Oscar vuole capire André, vuole comprendere, e ne è anche incuriosita. Se poi lui c'ha 'sta fissa, molto moderna, se vogliamo, di innamorarsi delle amiche, che ci possiamo fare? Non è uno all'antica, che separa amiche, ragazza, amore, è un povero romantico... forse devo ancora lavorare su quella parte, ma ho visto succedere molte volte una cosa simile...

 

Provo a spiegare Chris mettendomi nei panni di Oscar.

La ragazza che voglio descrivere, non conosce lui quanto lo conosco io. Non è stata la sua amica e la sua confidente per anni. Non l'ha visto crescere. Non sa niente di lui.

Ma, al contrario di lei, sa comunicare. Non che lei non comunichi, ma lo fa solo con lui,  ed  è cosa rara. Lui sa come farla parlare. Sa tirarle fuori le cose.

Solo che Oscar non riesce a comunicare l'essenziale. E fa un casino.

Arriva lei, l’altra, come dice Luana, Chris, e in un attimo lo canzona, lui si innamora, slaccia nastri, lei scherza con lui, leggera, molto femminile davvero. Quello che Oscar non sarà mai.

 

 

Io credo che tutti e tre i personaggi principali escano male dal racconto. Pieni di debolezze. Che fanno cose che danno fastidio al lettore (pure a me ^^;), eticamente. Che non fanno in tempo a trovare uno straccio di soluzione, che si incasinano di nuovo.

L'unico che si salva è l'altro. Al momento…

Su André: finché Oscar, sia pure indirettamente, non lo mette in crisi, dimostrandogli che non gli resta fedele (LOL, prescindiamo un attimo dalle disquisizioni sul concetto di introduzione e sui centimetri di penetrazione... ^_-; - mi diverte molto 'sta minuzia), lui resta attaccato all'idea di una moglie. Il casino viene dopo, quando si trova a fare i conti con Oscar che giustamente gli sfugge. E ormai lui è in catene.

Povero cocco, che doveva fare? Se ama Oscar da una vita e si è innamorato di quest'altra ragazza (capita davvero che due ragazze abbiano delle somiglianze: a volte sono davvero particolari, come una luce nello sguardo, un modo di sorridere - non sono somiglianze schiettamente fisiche, e forse dovrei precisarlo meglio nel testo, ma è questo che lui rivede in lei), se con lei sta bene, che ne sappiamo, noi, di come passino il tempo, di cosa parlino? Io non lo so, io li ho solo visti da lontano, ma non lo so, e ho provato a lasciar vivere questi personaggi, con enorme pena per ognuno di loro...

Ripeto, questa non è una storia di torti e di ragioni. Questa è solo il tentativo di raccontare...

 

Poi, lungo la storia, Oscar ha delle vittorie morali. In dialoghi con André, nelle scelte a posteriori di Christine. C’è in realtà un filo di rispetto tra queste due donne.

C’è un punto in cui lei è molto cattiva con André e specifica a se stessa, "fosse stata solo quella volta (in cui mi hai visto)". E' buffa, come situazione, le viene da ridere e da piangere. Oscar deve evolvere, in questa situazione. E mi domandavo come avrebbe reagito

Ci sono le vittorie morali di André, per esempio l’essere l'unico ad osare metterle tra le braccia il figlio, con un'enorme (non posso più usare 'st'aggettivo, dopo quello che ho scritto sull'altro, che le proof-reader mi ridono dietro, non parliamo di scivolare... comunque, se non altro è uno spunto tematico per altre scene... ^_-;) fiducia in lei, fiducia che nessuno ha avuto. Oscar non aspira a fare la madre, neanche nelle mie ff in cui la questione riguarda lei biologicamente, ma è con un po' di rammarico che dice "io, che non sono adatta neppure a fare la zia". E' una realtà che lei sia percepita come un fenomeno, nel senso latino, un monstruum, per cui nessuno le lascia il proprio figlio. Varie scuse: non ha tempo, non è pratica, poveri noi, povera lei. Ma la sua percezione è che nessuno abbia uno straccio di fiducia in lei, per quello.

Un uomo è adatto a fare il padre, e lei, donna, neanche a fare la zia. E così quasi non capisce questo ragazzo che si ostina a darle segnali di fiducia. Prima sessualmente, perché è il primo ad essersi innamorato di lei. Poi, a livello di gruppo, perché è quello che si affida a lei, non ha paura di affidarle il figlio, anzi, le ha pure tolto l'incomodo di produrlo, e glielo offre, suo, di loro. Di fatto, lui continua a mandarle segnali per tutta la storia, e se Oscar risolve un po' delle sue paure, dei suoi blocchi, è anche grazie a questo. Da nessun altro accetterebbe stimoli al cambiamento, che non fosse lui. Questo è un segno del fortissimo rispetto che Oscar prova nei confronti di lui.

E la vittoria morale di Christine è affidare il figlio a lei, proprio a lei. E non è una rivalsa, ma il sano realismo di lei, una contortissima forma di apprezzamento, un continuo parallelo tra loro due.

E questa, per Oscar, è insieme vittoria e sconfitta. Per forza di cose.

 

Non è una novità che sia il nostro amore a rendere ai nostri occhi speciali le persone, e non sempre le loro doti. E' il nostro amore a vedere in loro qualcosa. E questo vale a rovescio, quindi per André che, col proprio amore, nobilita Oscar...

Comunque, ora tocca a loro, come coppia, e vedremo che combineranno, una volta sbolognata Honey-Chris...

 

Se non fosse per l'inizio, io potrei anche cambiare la storia, creare un allontanamento e basta, molto moderno, se vogliamo. Ma sono affezionata a quell'inizio, che è davvero come lo immaginai, tanti anni fa... e quel senso di pioggia... che poi torna...

E per la fine. Non fosse che so già come finisce, Oscar potrebbe senza nessun problema fare coppia con un altro.

 

E’ una storia che dà fastidio. Anche a me… ^_-;

In generale, l'andamento è: chi parteggia per Chris e per il povero pupo, vittime di 'sti due folli (minoranza assoluta); chi inneggia alle corna, da chiunque e comunque vengano (maggioranza); chi ha bisogno di considerare Chris una competitrice cazzuta, in modo che Oscar non faccia una figura di merda e ne esca rafforzata nel confronto (°_°); chi inneggia alle varie scene di sesso; chi parteggia per quelle Grandier/Oscar e si adatta al resto; chi tifa per somme e gustose unioni tra Oscar e l'altro e dice che i *cm di inserimento* non contano, sempre sesso è. Insomma, un panorama molto variegato. In tutto, confesso che io non so come la penso. Sto lì e assisto... devo dire che nessuno ha sentito la mancanza del sesso Chris/André, che, pure, deve esserci stato, I suppose (LOL), tanto che il mio spirito ribelle alla fine mi ha fatto pure inserire mezza castissima riga, tanto per sconvolgere un po' le acque. -_-;

Luana, per esempio, ha scritto. "E per Christine/Oscar: secondo me il fatto che Christine appaia così forte fa risaltare la debolezza di Oscar, non la fa sembrare una Erinni rubamariti ma una innamorata disperata... ora disperata anche perché ha tradito André, alla fine... per questo io, salva la dignità di Christine, parteggio per lei.

E... Christine molla il colpo senza ribattere... io la vedo così... lei sente, sa che non può combattere contro i mulini a vento... lei sapeva di essere la seconda scelta... ha cercato di trattenerlo mentre lui era ancora lì... ora lui è già altrove, è andato... la frase "lo sai da quanto tempo non facciamo piu' l'amore" raggela, per la muta risposta di lui... in fondo la spiegazione dell'atteggiamento di Christine sta in quella risposta che lui non prova nemmeno a dare…"

 

Ovviamente Oscar non ha costretto nessuno ad amarla, come dice Maria Assunta. Ma non ha neppure imparato a parlare, ancora... e tutto sta succedendo per farglielo imparare. In fondo, si tratta di un’evoluzione.

 

 

Oscar è spettatrice e attrice, come gli altri personaggi. In fondo è bello prendere una posizione. Non si può essere amici di tutti. E un conto è quando stai scrivendo, e hai deciso solo di restare lì a raccontare, un conto è nella vita. Oscar, qui, poveretta, da una parte non può che conformarsi alle scelte di lui, esserne anche incuriosita per cercare di comprendere lui; dall'altra le combatte, per se stessa; dall'altra, ancora, finisce per influenzarle, quando lui la vede con l'altro, e poi, nel prosieguo. E' chiaro che Oscar prima vede una rivale, poi si ferma a guardare e vede un essere umano, con difetti e tutto, ma personificare il nemico vuol dire non riuscire poi ad odiarlo...

 

E' normale avere delle reazioni di fronte a quello che si legge di questi personaggi in questa storia. Innanzitutto sono personaggi molto umani, che tendiamo a sentire vicini. E poi la storia, mi rendo conto, dà fastidio, quindi per forza di cose è legittima una reazione. Anche a me non è che venga facile accettare gli sviluppi, ma è così...

 

Per dire quanto questa storia si scriva da sola, c’è la questione del biglietto a multiplo senso. Colpa mia, assolutamente. Inizialmente non l'ho capito neppure io che il biglietto che Oscar lascia nello scrittoio ad André, dopo l’amore, la mattina del matrimonio, aveva quel doppio significato. Era una citazione voluta del biglietto che Frodo lascia a Sam – l’avevo scelta per indicare un legame radicale e molto forte, che oltrepassa le difficoltà ed il tempo. Quella parte l'ho scritta a dicembre 2005 e lì stava. Poi, verso aprile-maggio, illuminazione! Oddio, quel biglietto è a doppio senso! Scrivo a Luana, lei conferma, ma certo che è a doppio senso... e così comincio ad elaborare il pezzo sul pentimento di André, che è anche il pentimento mio (povera illusa...). Mi sono presa gli appunti, su fogli sparsi (in quel periodo avevo un convegno, ero presissima), poi ho trascritto tutto.

Luana dice che Chris è una storia di donne, di scambi tra donne, e che a volte le pare di vedere che qui gli uomini siano un po' il nemico (in senso lato). Credo non sbagli... in fondo, tutti possiamo sbagliare. Oscar sbaglia a non capire i tempi di André, all'inizio. André sbaglia a precipitare i tempi, all'inizio, e poi a voler accelerare i tempi della fuga. Si rifugia in Chris. Poi, quando Chris perde il lavoro, è lei, che, prima, faceva discorsi diversi, a rifugiarsi nell'idea famigliola felice. Si sbaglierà di grosso e sarà lei stessa ad ammetterlo.


André vive frastornato, tra queste due fiere donne, due furie atroci, le due erinni (le chiamo così, nel testo – mi pare sia l’episodio che pubblico stavolta, l’8). Sarebbe ancora lui, se non fosse in mezzo a questi ingranaggi al femminile.

E magari chi vive una storia così potesse davvero avere le sane reazioni di Oscar... ^_-; Quando ho iniziato a scrivere non avevo in mente Alicia Giménez-Bartlett, l'ho letta solo a partire da maggio scorso (un’amica ha insistito, e ha fatto benissimo!!! Grazie!!!), ma in effetti, al di là di come sono io di persona, è chiaro che una donna percepisce tutto il disastro della non reazione a situazioni che fanno male... lo vedo anche nella vita reale, si trascinano rapporti sbagliati per paura di non perdere il legame, e invece senza si starebbe molto meglio.


André vive frastornato e tiene, come ha scritto una lettrice molto attenta, lo sguardo basso, perché, da una parte, si vede diverso, come lo vede Chris. E, dall'altra, si vede attraverso gli occhi di Oscar, che gli fa da specchio, e che gli sta silenziosamente domandando, che cacchio combini? Ecco perché le mezze parole, le confessioni a metà. E' chiaro che lui era d'accordo nell'impresa riproduttiva, ma di fronte a lei il discorso si fa accidentato: Oscar non solo riesce, in questo scritto, a rendere accidentati e tortuosi gli scambi relativi a loro due e al loro amore, ma, per traslato, lo fa anche relativamente alla storia terza, dell'altra, come la chiama Luana, cioè Chris.

E' un personaggio che adoro, André, nella sua umanità, ma temo che qui gli sto facendo veramente del male... ^^;

Lui pensa di potersi rifugiare a fare il gatto nella cesta finché Oscar non gli sbatte in faccia (più o meno inconsciamente e più o meno per caso) il suo splendore. Lui lo conosce, è abituato a vederla così, ma non così tanto! Oscar per lui è meravigliosa, ma non pensava potesse esserlo tanto di più! E allora vai con la crisi! LOL Povero cocco... E' lui il tradito sì. E' così quando scrivo "ed è un tradimento quello che lei va maturando". Ma, attenzione, non tradimento per sbatterlo in faccia a lui, ma per se stessa. C'è un punto, più avanti, in cui scrivo che Oscar non vorrebbe lui soffrisse, perché il doversi salvare lei non significa far soffrire lui: il concetto è che lei sta tentando un'evoluzione tutta sua, finalmente al di là di lui. Un suo percorso. Da cui lui - e, sì, questo è il tradimento - è escluso. Ma l'esclusione non è la pena comminata: è la necessaria conseguenza. Non è voluta, né premeditata, ma necessitata.


Eppure, io non posso che giustificarlo. Umanamente. Continuo a domandarmi cos'altro dovesse fare. Se dovesse, come capita, troppo spesso, passare anni di dolore e solitudine e illusione, o, invece, provare a sopravvivere. Ho questo interrogativo, da anni, dentro. E forse cerco una risposta.

Laura, aprile – ottobre 2006

pubblicazione sul sito Little Corner del dicembre 2006

 

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