Cristian il magnifico - un performer di classe

 

Intervista a Cristian Ruiz - di Laura Luzi

 

Warning!!! The author is aware and has agreed to his works being posted on this site. So, before downloading these files, remember public use or posting them on other's sites is not allowed, least of all without permission! Just think of the hard work authors and webmasters do, and, please, for common courtesy and respect towards them, remember not to steal from them.

Attenzione!!! L'autore è consapevole ed ha acconsentito a che il proprio lavoro fosse pubblicato su questo sito. Quindi, prima di scaricare questi file, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli su di un altro sito, tanto più senza permesso! Pensate al lavoro che gli autori ed i webmaster fanno e, quindi, per cortesia e rispetto verso di loro, non rubate.

 

Cristian Ruiz è un attore italiano capace di essere un performer completo: recita, canta, danza e ha cumulato numerosissime partecipazioni di rilievo in produzioni teatrali e in musical, dal recentissimo La Cage aux Folles, con Massimo Ghini e Cesare Bocci, in cui interpreta il giovane figlio Laurent, ai principali ruoli in Grease, La febbre del sabato sera, Rent, Il conte di Montecristo, Alta Società, con Vanessa Incontrada, Jesus Christ Superstar, nel doppio ruolo di Simone Zelota e Pietro. Ha accettato di rilasciarci quest’intervista, in cui condivide con noi un po’ di sé, del suo lavoro.

Per le fan di Lady Oscar è noto per aver interpretato Fersen in François.

 

Prima di tutto, grazie per aver accettato, per la tua gentilezza e disponibilità.

 

Grazie a voi! Essere presenti in una rivista che tratta di fumetti è una novità per me! W le novità...

 

Come hai iniziato? A San Benedetto, alla scuola di Adriana Posta... fin quando poi hai continuato a studiare? Come hai deciso di perfezionarti? Essendo così bravo, era giocoforza studiare fuori. Com'è stato, quel periodo? Ti pesava stare lontano da casa, ti sentivi solo?

 

Ah... Adriana... che ricordi! Ricordo che da piccolo guardavo i balletti a Fantastico (chi l'avrebbe mai detto che un giorno avrei lavorato a stretto contatto con Franco Miseria?) e chiesi ai miei di poter frequentare una scuola, ero impazzito per la danza classica, ma ero ancora troppo piccolo; qualche anno dopo obbligai mia madre a portarmi nella scuola dove andava anche un mio amico, fu un colpo di fulmine: il pianoforte, il parquet, quell'odore di pece greca misto al legno... indimenticabile. Andavo lì quasi tutti i giorni, le domeniche pomeriggio le passavo a guardare vecchie videocassette di "Maratona d'estate", ero impazzito, e quello strato di follia non mi ha più lasciato. Poi c'è stato un lungo periodo a Roma, con vari insegnanti, fino a che con "West Side Story" ho capito che il mio amore più che per la danza era per la performance, il teatro visto in tutte le sue sfaccettature... ma sono volubile, domani potrei decidere di voler fare il pasticciere. Non mi sono mai sentito veramente solo,  ho sempre tanta gente intorno, colleghi, amici, anche se è sempre meglio dividere le due cose; per forza di cose tanti dei miei amici però fanno il mio lavoro.  

 

Una delle cose che ricordo di te è che, a lezione, si vedeva quanto eri bravo e, ricordo, oltre i tuoi entrechat stellari, altissimi e incrociatissimi, che in quel periodo avevi già esperienza coi musical, portavi i cd degli spettacoli a cui avevi partecipato... come hai deciso che volevi andare oltre la danza? Come hai poi deciso in che direzione doveva andare la tua formazione?

 

In quel periodo per me insegnare era assolutamente un ripiego, un'attività da svolgere nei periodi di pausa; ultimamente, facendo sempre di più stage che uniscono la danza alla recitazione e al canto, sto scoprendo il valore di formare ragazzi e far loro conoscere testi a loro ignoti, vedo i loro sguardi aprirsi ed acquisire maggiore sicurezza nella vita; questo è un vero traguardo! Il musical è una forma d'arte complessa, ma anche molto superficiale per certi aspetti, dipende da come un lavoro viene organizzato dal regista e da tutto il team creativo di uno spettacolo. Per questo mi intrigava questa nuova strada, è un rischio, non puoi bluffare, se al pubblico piaci l'applauso è per te... io ho fallito molte volte, qualche volta sono stato soddisfatto del mio lavoro, ne è sempre valsa la pena.

   

Sei stato anche fuori d'Italia, per studiare e perfezionarti. Hai una formazione notevole: hai studiato, tra gli altri,  con Debbie Allen, Michelle Assaf, Terry Beeman per la danza, con Luca Jurman, Jana Mrazova per il canto, con Beatrice Bracco per il metodo Stanislawsky, al New York Movie Center per la recitazione... Reciti in modo molto naturale, non caricato, a differenza di alcuni attori, e questo è notevole, e canti molto bene. Tutto questo, è frutto di impegno e fatica e studio, oltre che di talento. E' un bagaglio tutto tuo. Com'è stato, solitudine, sfida, o la motivazione vince su tante cose?

 

Tutti insegnanti di estremo talento! Succede, ad un certo punto, che tutto quello che hai appreso fino ad allora si fonda dentro di te fino a non attribuire più specifiche capacità apprese ad un particolare insegnante; diventa semplicemente un tuo bagaglio, che nel tempo più che farsi pesante diventa di valore. Diceva John Strasberg che quando hai vent'anni vuoi interpretare Re Lear ma non hai una vita dietro, quando hai ottant'anni hai acquisito abbastanza materiale, ma non sei più in parte, l'arte è un po' così: un equilibrio mai raggiunto, è l'imperfezione che ci rende unici. E' ovvio che la motivazione è l'unica spinta che ti può portare lontano, ma io sono pigro, a tratti anche sul depresso andante, e vivo la mia arte a "scatti", ci sono dei giorni nei quali mi sento un dio, altri  una cacca completa... quelli nei quali mi sento uno straccio sono i giorni migliori, persino i più divertenti! Il fatto è che col tempo e la saggezza questo altalenarsi non cambia molto, sarà questo il segreto? Boh... forse mi analizzo troppo.

 

Com'è il panorama italiano teatrale e dei musical rispetto a quello straniero? Notiamo tipi di produzione molto vari tra loro... da quelle più grandi, a quelle legate a magari un gruppo di lavoro: qual è la tua esperienza, la tua sensazione.

 

I gruppi di lavoro. Li amo! Molto di più delle grandi produzioni. Ma poi alla fine credo che l'importante sia di non sentirsi solo "un numero" nelle grandi messe in scena, si può trovare il modo di lavorare in profondità anche in produzioni molto strutturate. In Italia abbiamo un bagaglio teatrale classico molto pesante, che non va dimenticato, solo metabolizzato. In Germania o in Inghilterra il musical è visto come l'opera da noi, grandi investimenti... ma, sto parlando di investimenti nell'arte in Italia? Ooops... sparatemi! Nel nostro paese ancora stentiamo a trovare attori che sappiano davvero cantare bene, la maggior parte delle volte abbiamo cantanti che tentano di dire qualche battuta. Triste... spero di ricredermi presto.  

 

Hai lavorato a grandissimi progetti, come Grease, Rent, La febbre del sabato sera, Cenerentola, West Side Story, Il Conte di Montecristo, Alta società, Hairspray, La Bella e la bestia, My fair Lady, Jesus Christ Superstar, solo per citarne alcuni, e con colleghi di livello. Un elenco impressionante per un solo performer. A quale ti senti più legato e qual è il ruolo che ti ha dato maggiori soddisfazioni?

 

Angel in Rent, ma anche Bobby C. ne La Febbre, come posso sceglierne uno? Piuttosto ci sono ricordi piacevoli o meno legati ad ogni spettacolo, amori, amicizie, emozioni, è come scegliere tra tutti i tuoi ricordi, tendi a non giudicarli più, sono là e basta. Ci sono poi aneddoti più o meno divertenti, come quando ne "La bella e la bestia" stavo per uccidere una mia collega perché mi ero "scordato" di afferrarla mentre lei si gettava all'indietro. O come quando in Jesus,  completamente senza voce, ho dovuto cantare in playback e i miei colleghi mi chiamavano "Britney", o come quando in Rent sono praticamente svenuto in scena per tutti i medicinali che avevo preso per l'influenza. Che ricordi!

 

Come scegli un ruolo? Quando rifiuti?

 

Dipende da quanto mi pagano. Rifiuto quando ho la sensazione di non essere valutato correttamente.

E il recentissimo Le Cage aux Folles? Che cosa ci puoi dire? Aneddoti?

 

Con La Cage interagivo sostanzialmente in scena con Massimo Ghini e Cesare Bocci, i miei "Mamma e Papà", pensa che ancora con Massimo ci scriviamo messaggini dove lui mi chiama "tesoro della mamma"!  Si era creata una sintonia tale che  con Cesare non dovevamo più dirci nulla,  si decideva tacitamente che piega doveva prendere una scena e ci seguivamo a vicenda, mi è capitato pochissime altre volte. E' stato un bel successo di pubblico e critica, non era una mega produzione ma è stata una crescita grande.

  

Com'è stato il casting di François? Come ti hanno scelto? Provini? Gruppi di lavoro? Come ti sei trovato? Qualche aneddoto. E che impressione ti fa rivederti in video?

 

Mi hanno scelto per Fersen perché un altro attore aveva rifiutato, o non era disponibile, non ricordo. Non ho mai fatto un vero provino per Lady Oscar, mi hanno semplicemente chiamato. Con Alice Mistroni c'è stata una bella intesa, ridevamo molto... spesso dovevamo fermare le prove perché io (e non è professionale... lo so) ridevo talmente tanto con lei che non riuscivamo più a cantare. Poi io dicevo "It's gone... it's gone!", mi cazziavano e si riprendeva. Non ci aspettavamo quel successo, è stata una sorpresa, anche se poi è finito tutto lì.

 

E, domanda di rito (perdono, ma altrimenti le girls mi pestano): conoscevi già Lady Oscar prima di François? Ti piaceva? 

Cristian usa Wingdings per rispondere:

 

Certo che si! vedevo sempre il cartone, solo dopo ho scoperto l'esistenza del manga, avrei voluto conoscere la creatrice Ikeda, Andrea Palotto, l'ideatore dello spettacolo l'ha conosciuta, deve essere stato molto emozionante.

 

ROTFLLL, ecco il decrittaggio: - un attimo di suspense per i lettori… ^_-; (soprattutto per una…).

 

Certo che sì! Vedevo sempre il cartone, solo dopo ho scoperto l'esistenza del manga, avrei voluto conoscere la creatrice Ikeda: Andrea Palotto, l'ideatore dello spettacolo, l'ha conosciuta, deve essere stato molto emozionante.

  

Hai dichiarato in un'intervista a proposito di JSC che gli "ostacoli (...) secondo me, sono uno “specchio” della personalità; per il Buddismo sono dei “demoni”, ossia le esternazioni nel nostro ambiente dei limiti che ci poniamo."  Un'analisi interessante. Cosa ci dici di te, come persona? Cosa ami, cosa ti piace, che fai nel tempo libero.

Com’è la tua casa? Cibo preferito? Vino, birra, coca cola? Alimentazione da ballerino?

 

Nessuna alimentazione da ballerino... davvero... e la mia pancia grida vendetta! Il bello è che in famiglia, dopo molti anni che non ballo più, mi dicono ancora: “Mangia! Tanto poi tu balli e bruci tutto!” Non lo sanno che poi mi devo sfondare di palestra per bruciare forse un decimo di uova pasquali e colombe. Il fatto è che sono goloso, sia di cose dolci che di salato. Poi ogni tanto mi parte la fase superproteica, e giù di albumi d'uovo e polveri magiche per i frappé... un disastro insomma. Casa mia a Roma è molto piccola, credo sui 45 mq, tutta parquettata, anche il bagno, grosso errore! Quest'anno ho deciso di "frequentarla" un po' meno, voglio stare di più nelle Marche... ma poi alla fine sono sempre in giro. Nel tempo libero, in questo periodo leggo molti testi teatrali (in questo momento un testo molto bello che si intitola "Sulle spine" di Falleri) e appunto la mia pancia lievita sempre di più. Forse un giorno potrò interpretare davvero il Buddha! Se solo smettessi di bere birra... perché sì, quando esco, una bella birra o un bicchiere di vino rosso non me lo toglie nessuno.

 

Un luogo che ami. Un viaggio che vorresti fare. Un libro. Balletto preferito. Musical preferito.

 

Amo la montagna... il Trentino, assolutamente! Oppure non sono mai stato alle Maldive, credo che quell'ozio forzato davanti ad un mare limpido mi piacerebbe. Forse quest'estate andrò in Puglia, mi dicono che c'è un mare stupendo. Un bellissimo libro che consiglio a tutti (beh forse più agli addetti ai lavori) è "Rispetto per la recitazione" di Uta Hagen, illuminante. Mi piacciono le coreografie di Jirì Kylian, un vero sperimentatore delle capacità del corpo umano in resistenza e velocità,  sensibile e forte. Musical preferito... non c'è, mi innamoro di un testo nuovo ogni quarto d'ora.

  

Pensi che faccia bene alla danza che Bolle o la Abbagnato curino le loro presenze in video, facendo da esponenti di un’arte che rischia di restare di nicchia, sotterrata dai talent? Cosa pensi del recente L’altra metà del cielo, in cui le musiche di Vasco Rossi e le coreografie di Martha Clarke hanno coinvolto artisti come Sabrina Brazzo, Beatrice Carbone, Antonino Sutera?

 

Non conosco l'operazione di Vasco Rossi, ma penso che l'arte debba esporsi,  una volta si passavano le proprie serate in teatro, o all'opera, poi il teatro hanno cominciato a farlo in tv, e poi è diventato parte del palinsesto notturno, aberrante! Chi l'ha detto che il teatro è per un'élite? Nell'antica Grecia non era così, ma d'altronde... gli antichi Greci erano molto più avanti di noi.

  

Cosa vedi davanti a te? Musical, teatro, un personaggio in particolare?

 

Aspetta che prendo la palla... ecco... presa...vediamo: "Sfera magica... dimmi cosa farò domani...".... hmm nulla, non risponde, sarà spenta? 

 

Come contattare Cristian Ruiz

http://www.facebook.com/cristiandavideruiz

http://www.facebook.com/pages/Tutti-Pazzi-per-Cristian-Ruiz-fan-page/154490347946158

Sito web http://cristianruizofficial.jimdo.com/

 

Grazie ad Alessandra, Fiammetta, Silvia

Laura Luzi, 13-15 aprile 2012, Pubblicazione sul sito Little Corner dell'aprile 2012      Vietati la pubblicazione e l'uso senza il consenso dell'autore

mail to: laura.luzi@email.it            Back to the Mainpage    Back to Around the Corner's Mainpage    Back to Liberté