47. Immagini sacre

[Home] [Divagazioni] [Me, myself & I] [Poesie] [Racconti] [Recensioni] [Vari]
 
-=Menù=-
 


 Poesie fino al 2001
Poesie del 2002
Poesie del 2003
Poesie del 2004
Poesie del 2005
Poesie del 2006

 
-= Presente su=-
 

 
-=Navigazione=-
 


Precedente
Prossima

 
-=Introduzione=-

 

[19 settembre 2003: la composizione che segue è datata 23 dicembre 2002. L'ispirazione è dovuta ai venti di guerra che dall'11 settembre 2001 sembrano soffiare sempre più forti. Verso la fine dell'anno scorso si decideva infatti riguardo all'Iraq e a Saddam Hussein ealle presunte armi di distruzioni di massa possedute dal rais. Dopo mesi di “guerra preventiva”, di Saddam si son perse le tracce, l'Iraq è stato pesantemente bombardato e il regime del dittatore irakeno è caduto, lasciando un Paese nel Caos. Le forze “americane”, statunitensi dovrei dire ma di questi tempi l'America è divenuta una nazione che fa capo a Bush, e inglesi tuttora sono impegnate nei paesi arabi per riportare l'ordine. Le armi di distruzione di massa non son state trovate, come era risultato dalle ricerche fatte prima della guerra. Tuttavia è divenuto palese che l'interesse USA nei confronti del popolo irakeno erano relative, o almeno a me pare così. Se la guerra doveva essere di liberazione, non mi spiego perché i primi interventi fatti dai militari all'inizio della guerra siano stati la sospensione dell'erogazione d'acqua e energia elettrica per i civili, mentre appena è terminata la guerra la loro prima occupazione è stata la riattivazione dei pozzi di estrazione e lavorazione del petrolio. Sto andando fuori tema. Cmq, questa poesia nasce dall'osservazione dei grandi leader, come Bush, il mio caro Gorge W. Bush, presenti e del passato, oltre ad aver fatto cose buone, si siano macchiati di immani atrocità. E lo stesso dicasi per i grandi capi delle multinazionali, e dei loro grandi capi. Ma nonostante tutto riescono (o son riusciti) a lasciare alla storia e ai posteri un'immagine di loro stessi nel ruolo di eroi e salvatori. Sul filo di queste riflessioni, prendendo a prestito un ritratto di Napoleone, è nata questa composizione.]

 

 

-=Immagini sacre=-

 

In posa.

I miei pittori dipingono

Un imponente ritratto

Di me stesso.

Su di un cavallo bianco

Io

Porto la speranza,

Il salvatore

Di un milione di profughi

Che io stesso ho condannato.

Io ho deciso

La guerra giusta contro il male.

Io non ho mai

Piegato il ginocchio,

mai ho incontrato lo sguardo

di un bimbo

orfano e condannato.

Io

sono quel bimbo

Orfano e condannato,

isono un bimbo

che gioca con la vita

inconsapevole burattino

dei giochi del potere.

Rimarrò ferito anch'io,

già lo sento,

ma il mio ritratto,

la mia eredità per il mondo,

l'elogio maestoso

di un ottimo regnante

sopravvivrà in eterno.

 

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

In attesa di commenti...

 

 

-=Invia un commento oppure una critica=-

Nome / Nickname : (*)
Titolo opera :
Commento/critica : (*)
Indirizzo mail a cui rispondere:
  (*) Campo obbligatorio