71. Carnevale

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[La poesia che segue non riporta la data in cui è stata scritta, né so in quale occasione sia nata. Di certo credo di averla scritta tra la terza e la quarta liceo. Sinceramente non mi convince molto e tra l'altro è soltanto abbozzata e quindi, riscrivendola, ho cercato di renderla migliore. La poesia tratta della nostra ipocrisia e prende spunto dalla festa del Carnevale: la festa in cui ci si maschera e si smette di essere se stessi. Ma forse nello scriverla mi sono ispirato anche al film The Mask (quello con Jim Carrey – uno dei miei attori preferiti - e Cameron Diaz). La maschera serve a confondere, a farci apparire come non siamo: per questo è simbolo dell'ipocrisia e della falsità. Per carità, non che il Carnevale sia una festa dell'ipocrisia o dell'inganno, solo che in un certo senso la maschera ha questa funzione. E da qui l'associazione tra la maschera e le nostre esperienze quotidiane, dove ci comportiamo in modo diverso a seconda delle persone che incontriamo, a seconda di come esse si presentino. Non che tutti le persone siano meschine, subdole e chi più ne ha più ne metta, ma “le persone”, nel collettivo, tendono a essere false. Si parla di non essere razzisti, e poi guardate come si comporta la gente con le persone di colore, con gli omosessuali e con gli handicappati; guardate come si comporta la gente nei confronti di chi chiede aiuto e/o elemosina; guardate come si comporta la gente se un conoscente gli chiede un favore o se invece è uno sconosciuto a chiederlo; guardate come si comporta la gente se a parlare è un prete o un politico o una persona famosa o se invece è un vagabondo o una persona qualunque. Certo, ci sarebbero molti altri aspetti da prendere in considerazione prima di parlare di ipocrisia, magari guardando a quello che succede nel terzo mondo o nei paesi in cui si combattono guerre, però non voglio dire che la società fa schifo ecc, semplicemente che dovremmo migliorare un po' tutti. La poesia credo fosse nata per denunciare questo, la falsità e l'ipocrisia, poi che ci sia riuscito… ]

 

 

-= Carnevale =-

 

Siamo maschere.

Il Carnevale

non è una festa tra le tante,

è una festa che continua

e che dura

sulle maschere che

su di noi

abbiamo per sempre posto.

Maschere protettive

Costruite

Per superare a testa alta

Le avversità del mondo.

Quante maschere

abbiamo inventato?

Quante ne

sapremo ancora inventare?

Quante maschere

abbiamo sul volto?

Quando

sapremo realmente

chi abbiamo di fronte,

per la strada

oppure allo specchio?

 

 

Leonardo Colombi

 

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Scrivi.com:

 

da carmela (30 gennaio 2006) :

quante domande,troveremo mai una risposta?molto bella!

da cachoux.86 (03 febbraio 2006) :

....con la tua poesia sulle "maschere" mi sembra di rivedere un Pirandello del 2006.e lui l adoro.non mi è piaciuta molto come hai impostato la poesia ma il tema è veramente suggestivo...anche se queste son domande a cui difficilmente potremmo dare una risposta

 

 

 

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