HATHOR

 

 

 

 

 

Il suo nome significa “la casa di Horo”, con riferimento al fatto che Hathor era considerata la madre del sole. Era una divinità celeste, raffigurata come vacca, ma anche come una donna con orecchie e corna bovine; fra queste ultime era posto il disco solare. Infatti Hathor è la vacca celeste che solleva il sole fra le corna e, come tale, simbolo dell'alba. A Tebe assunse connotazioni funerarie: come la vacca celeste ingoia alla sera il sole e lo partorisce al mattino proteggendolo dai pericoli dell'oscurità, così la sua protezione, estendendosi al defunto, gli avrebbe permesso di risorgere nell'aldilà. La dea era considerata patrona della danza, della musica, dell'amore e dell'ebbrezza. Come tale i Greci la identificarono con Afrodite. Il tempio più importante dedicato ad Hathor era quello di Dendera: qui i capitelli della sala ipostila recano il viso della dea e sono perciò definiti “hathorici”. Sposo di Hathor era il dio Horo di Edfu; il figlio della coppia era Ihi (o Harsomtu). È noto anche un gruppo di “sette Hathor”, dee benigne assai simili alle nostre fate, che fissavano dalla nascita il destino del neonato. Hathor peraltro è molto legata, per la sua natura, alle partorienti