Curiosità


1) Avete mai mangiato un’orchidea ........? Pensateci bene ! La risposta è .......... sì !?! Avete presente la VANIGLIA? Altro non è che il baccello prodotto dalle orchidee del genere Vanilla, le cui specie più utilizzate ai fini della produzione dell’essenza tanto ricercata e usata sono la Vanilla pompona, la Vanilla fragrans e la Vanilla imperialis, che in natura sono fecondate da un insetto, mentre in coltivazione è più produttiva la fecondazione “a mano” effettuata da operai.

Il nome Vanilla deriva dallo spagnolo "vainilla" ossia "piccola vagina".

2) Charles Darwin, osservando un’orchidea del Madagascar, l’ Angraecum sesquipedale, notò che i bellissimi fiori di questa pianta avevano degli speroni lunghi più di venti centimetri e che solo negli ultimi 2-3 cm era presente il nettare. A questo punto ipotizzò che doveva esistere un qualche insetto con una “proboscide” di almeno 20 cm, tale cioè da raggiungere il nettare. Tale insetto esiste davvero, è una falena scoperta svariati decenni dopo la morte di Darwin stesso ed è stata chiamata Xanthopan morgani praedicta!

3) Una delle orchidee più ricercate e costose del mercato odierno è il Pragmipedium besseae, scoperto solo nel 1981 in Colombia. Le modalità della sua scoperta sono quantomeno strane! Narra la leggenda che durante una spedizione, che niente aveva a che fare con le orchidee, una ragazza del gruppo, tale Elisabeth Besse si appartò dietro un cespuglio per soddisfare dei bisogni “fisiologici”. Una volta ripresa la concentrazione notò dei bellissimi fiori rossi che nascevano da delle piante cespugliose. Aveva fatto una delle più importanti scoperte in campo orchidologico del secolo!

4) I sistemi di riproduzione escogitati dalle orchidee sono quanto di più strano possa esistere. Esiste un intero genere, le Ophris, presenti in gran numero anche in Italia, che riesce a moltiplicarsi grazie alle prodezze sessuali di un certo numero di insetti ! Infatti si presentano alla vista con le forme ed i colori della femmina, emanando anche odori simili, e l’insetto maschio, ingannato, si destreggia come può sul fiore cercando di accoppiarsi, riuscendo invece a caricarsi solo del polline. Alla fine, visto che non c’è niente da fare, se ne va via insoddisfatto, e lascerà il polline al prossimo fiore con cui cercherà di sfogare le proprie voglie!

5) Nell’ottocento ci fu una vera e propria gara tra i ricchi dell’epoca, per possedere e sfoggiare le preziose orchidee. Questo dette vita ad un vastissimo giro d’affari, facendo nascere dei veri e propri cacciatori d’orchidee professionisti, i quali giravano in lungo e largo tra le foreste equatoriali alla ricerca delle orchidee più belle. Spesso, quando ne trovavano di particolarmente belle, cercavano di averne “l’esclusiva” raccogliendone quante più potevano e facendo distruggendo tutte le altre visibili, a volte nel raggio di chilometri. A causa di ciò molte specie tra le più belle sono diventate rare in natura. Alcune specie sono ora più numerose in “cattività”, grazie ai vivai dove vengono riprodotte per seme o meristema, che nel loro ambiente naturale. Ad esempio la Cattleya skinneri si trova nella maggior parte delle collezioni e dei vivai specializzati, mentre è diventata molto rara (e protetta) in natura.

6) Vista la continua deforestazione che sta uccidendo le foreste tropicali sono sempre più numerose le spedizioni di “salvataggio” organizzate dalle associazioni orchidofile dei vari paesi interessati da questo fenomeno. Quando si ha notizia che un tratto di foresta deve essere abbattuto, si corre sul posto raccogliendo il maggior numero di piante possibili, che comunque sono destinate a morte certa. Anche se il loro destino sarà di finire in un vaso, sarà sempre meglio di finire sotto ad un bulldozer. C’è inoltre la possibilità di salvare specie rare dall’estinzione certa.

7) Uno dei più grandi collezionisti di orchidee dell’ottocento fu Sir William Cattley. Durante le operazioni di sistemazione di un carico di piante arrivate dall’America latina, vide che alcuni pacchi erano tenuti insieme da fasci di piante che non conosceva, quindi provò a prendere alcune di queste e metterle in vaso. Dopo alcuni mesi le piante così bistrattate lo ripagarono delle sue cure esibendo una fioritura come nessun altro occidentale aveva mai visto. Fu creato un nuovo genere per questa specie, a cui poi se ne aggiunsero altre. Il genere fu chiamato Cattleya in suo onore la pianta che destò tanta meraviglia era una Cattleya labiata.

8) La rinomata Accademia dei Lincei usò, ed usa tuttora, come stemma, una delle prime orchidee tropicali fatte conoscere all’occidente, la Stanhopea tigrina.

9) Esistono delle specie che sono apprezzate più per le foglie che per i fiori. Sono quelle appartenenti al gruppo delle orchidee “gioiello”, dei generi Ludisia, Goodyera, Anoectochilus. Tra queste la più coltivata è la Ludisia (chiamata anche Haemaria) discolor, le cui foglie sono di un verde cupo, con venature rosse o dorate, le cui superfici sembrano di velluto. I fiori, più strani che belli, sono bianchi con la gola gialla, ma soprattutto sono asimmetrici a causa di una rotazione che coinvolge l’ovario e parte del fiore.

10) Una orchidea austaliana, la Rhizanthella gardneri, nasce, vive, fiorisce, si riproduce e muore sottoterra, senza mai vedere la luce del sole.

11) Esistono alcune specie che hanno completamente perso le foglie. Visto che in molte orchidee epifite le radici stanno alla luce del sole, alcune hanno ben pensato di far svolgere la sintesi clorofilliana anche a queste. Qualcuna, come la Chiloschista lunifera, o il Dendrophylax funalis, si è resa conto che le foglie non gli erano più necessarie ha pensato di escluderle dalla propria vita. Sono ben strane queste piante, nient’altro che un’insieme di radici con al centro un rametto di fiori!


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