SCHOLIA ANONYMA del Codice vaticano Greco

1650 (a. 1060 ca.)

The earthly wisdom of Roman Church




Guardate come oggi si riferisce al popolo cristiano il passo della vecchia legge di Mosè in cui Dio chiamava la città di Gerusalemme città di assassini (cf. Is. 1,21): come potrebbe non essere rimproverata la grande città di Roma, dove la Gerusalemme celeste, la grande Chiesa, è stata fondata? Avvengono in essa tanti omicidi e scontri e i guerrieri ogni giorno vi fabbricano delle spade. Dio è il Dio della pace. Se, dunque, gli uomini sono pacifici, sono figli di Dio; e se non lo sono, di chi sono figli? Del diavolo, di cui certamente fanno la volontà.

(S.Paolo) dice che gli apostoli non erano dei sapienti e che le guide che cominciarono a diffondere il messaggio evangelico non erano dei letterati. Solo così la predicazione della fede non sarebbe stata vanificata, solo così sarebbe stata palesata la potenza della croce. Perciò dice anche: Non venni in sapienza di parola, affinché la croce di Cristo non sia resa vana. (I Cor.1,17) Ma ciò che allora temeva il santo apostolo ora si realizza: infatti i sapienti di questo mondo hanno stravolto le leggi del Vangelo, percorrendo un'altra strada, quella dei tiranni.

Dal momento che tutti coloro che si dannano ritengono la parola della croce pazzia, perchè dice (cf.Mt.5,3-10): Beati i poveri in spirito, coloro che fanno cordoglio, i mansueti, coloro che che sono affamati e assetati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i pacifici, coloro che son perseguitati per causa di giustizia, ed anche: se alcuno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra, e pure: non rendete male per male, eccetera, è chiaro che tra quelli che saranno condannati vi saranno anche coloro che percorrono la via larga, quella opposta al messaggio della croce. Perciò bisogna che anche noi abbiamo timore e ci volgiamo ai comandamenti del Salvatore, che sono le parole della croce, affinchè non siamo condannati.


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Poichè, secondo l'apostolo (Rom.11,29), senza pentimento sono i doni di Dio e la santa vocazione, ed essendo state le grazie di Dio donate ai poveri in spirito, a coloro che piangono e agli stranieri su questo mondo, e non ai ricchi e a coloro che fanno piangere gli altri, è chiaro che il rinnovamento di ciò che ora è decaduto si avrà non da altri che dai poveri in spirito e da persone come quelle scelte dal Signore, se si troverà chi cerchi di raccoglierli.

Se Dio per mezzo dell'apparente stoltezza della croce ha reso stolta la sapienza dei savi, poiché il mondo non per mezzo di essa conobbe Dio, ma per mezzo della parola della croce, è chiaro che coloro che mettono insieme la sapienza della croce e quella resa stolta procurano ai credenti l'ignoranza di Dio e la perdita del messaggio della croce. Lo testimoniano insieme alle parole apostoliche anche i fatti del nostro tempo: infatti i filosofi carnali, che amano il proprio corpo, persuadono i popoli a percorrere la via larga, contraddicendo Colui che dice (Mt.7,13): Entrate per la porta stretta. Chi non sa che le armi della porta spaziosa sono carnali e che sono molto grassi i corpi dei suoi soldati? Infatti la porta spaziosa non può convivere con la stretta, perchè entrambe son contrapposte per natura, come la carne allo spirito. Dice infatti l'apostolo che la carne ha desideri contro lo spirito e lo spirito contro la carne (Gal. V,17); questa cose sono in reciproca opposizione.

Se è piaciuto a Dio salvare i credenti con la pazzia della predicazione, anche ora si compiace di usare lo stesso mezzo, in quanto, come dice la Scrittura, i doni di Dio sono senza pentimento; e se le cose stanno così, bisogna anche che i predicatori accordino la vita con la predicazione. Come, infatti, potrebbe uscir fuori uno spirito di povertà da un'anima che ricerca le ricchezze della terra?

Dato che Dio ha tolto ogni valore alla sapienza del mondo, l'uomo che la tiene in alta considerazione agisce contro di Lui.

Dato che è impossibile che Dio abbia mentito quando Egli ha detto per mezzo del profeta di aver reso pazza la sapienza del mondo, a mentire sono coloro che dicono che la Chiesa di Cristo si salva e si governa con la sapienza del mondo, e stanno a testimoniare ciò i fatti del nostro tempo.

Se la sapienza di Dio manifestò la sua potenza per mezzo degli illetterati e dei poveri in spirito, mentre poi i sapienti e i ricchi e i potenti di questo mondo l'hanno occultata, è necessario che siano di nuovo i primi a riproporla:
senza pentimento sono infatti i doni di Dio.

Gli apostoli testimoniarono Cristo dicendo al mondo: mortificate le vostre membra che sono sopra la terra (Col.III,5), siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo (I Cor.XI,1), se con Cristo siamo morti, (con lui) anche regneremo.


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Lo stesso modo con cui Cristo vinse il nemico, anche voi lo terrete, usando le stesse armi che vi indicò, non quelle contrarie. Dice, infatti, s.Paolo (cf. II Cor.10,4): Le nostre armi non sono carnali, ma potenti, mostrando che le armi carnali non sono potenti, nè vengono da Dio, come invece quelle degli apostoli.

Guarda come in questo passo disprezza la sapienza profana, persuaso che non gli sarebbe stata per niente utile nella causa della fede (1 Cor.3,18): Nessuno inganni se stesso: se alcuno pensa di essere sapiente in questo mondo, divenga stolto, affinchè diventi sapiente. Non disse perciò: "Metta da parte la sapienza", ma divenga stolto, per svalutare con un'iperbole la cultura del mondo.

(Crisostomo nel Comm. a Matteo, PG 61, 100) dice che nel ministero cristiano è impossibile accordare e associare delle cose così distanti tra loro come la sapienza mondana, quella che è stoltezza presso Dio, e la sapienza divina, quella che sembra stoltezza ai sapienti del mondo.

Dato che è soggetto all'anatema colui che modifica il Vangelo che ha ricevuto (cfr. Gal. 1,9), e poiché vediamo oggi sostenute nella chiesa romana dottrine contrarie alla parola del Signore ed alla tradizione apostolica, è chiaro che esse non sfuggono all'anatema apostolico.