Introduzione. In questa pagina troverete una sorta di stradario ad hoc per motociclisti neofiti e non, per coloro i quali non si limitano alla passione per la moto ma soprattutto hanno quella dell'andare in moto. Le strade citate, a parte qualche eccezione, sono tutte percorribili avendo come base Roma e godibili in una sola giornata. Per tutti quelli che come me, da Roma ma non solo, volessero percorrere qualcuna di quelle strade che con l'esperienza e magari spesso ripetendo i percorsi a distanza di tempo, ritengo siano tra le più godibili, e non soltanto motociclisticamente parlando, dell'Appennino laziale, abruzzese, umbro e marchigiano. Molti itinerari, cartina alla mano, sono tra l'altro percorribili quasi l'uno dopo l'altro nella stessa uscita scegliendo con cura le stagioni più adatte soprattutto per le diverse ore di luce più che per il clima.

Medie
. Con l'aggettivo veloce od i suoi derivati intendo percorsi con medie sostenibili variabili tra i 90 ed 110 km/h, altrimenti si intendono percorrenze con medie tipiche del misto stretto di montagna con passo divertente ma prudente di circa 70-100 km/h ricordando che un  tornante di montagna percorso a 40 km/h richiede già un notevole angolo di piega. Il tutto sempre a parità di buone condizioni meteo e del fondo stradale. Prudenza e testa, sempre!!!

Clima ed abbigliamento
. Tutti i percorsi illustrati, in assenza di pioggia o temperature particolarmente rigide, sono effettuabili praticamente tutto l'anno ad eccezione dei tratti decisamente montani che possono essere innevati. Come per tutti gli attraversamenti di territori montani in motocicletta anche d'estate controllate bene le previsioni meteo e portate sempre con voi l'occorrente antipioggia. D'estate anche in montagna a quote appenniniche può fare piuttosto fresco e come sempre consigliabile è meglio coprirsi in anticipo perché si ha così modo di scoprirsi che non trovarsi sprovvisti dell'occorrente. Di contro, anche in montagna  e soprattutto in Appennino può far molto caldo ma in moto si sa, il caldo non è mai eccessivo tranne ovviamente i fondovalle in agosto!

Avvertenze. L'autore non si assume responsabilità od onere alcuno relativamente alla condizioni delle strade né relativamente alla qualità del fondo e del manto stradale, alla segnaletica, alla presenza di limiti di velocità impliciti od espressamente dichiarati. Declina altresì ogni responsabilità per danni diretti od indiretti che possano derivare dalla scelta di uno di questi percorsi.

 

Percorso Descrizione e mappa Lunghezza Itinerari collegati Immagini
1 Sora (FR)-Valico di Forca d'Acero (AQ)
Una vera e propria palestra con i primi 10 km su strada ampia e con curve ad ampio raggio e veloci. Il tratto successivo più stretto e tecnico offre un panorama ampio sulle vallate sottostanti verso le quali si lanciano numerosi deltaplani e parapendii. A pochi km dal valico dopo un tratto veloce e semi rettilineo si nota sullo sfondo un ampio tornante di circa 200 metri che cambia direzione. Si può affrontare rapidamente ed in sicurezza grazie alla vista del tratto di strada dal lato opposto della valle da cui si possono vedere in anticipo veicoli in senso contrario. Da lì si può poi scendere verso Opi nel Parco Nazionale d'Abruzzo con una strada da godersi nel bosco ma spesso in condizioni tali per cui la bassa velocità è obbligatoria! Anche nello stretto le curve mantengono tutte curvatura costante tranne una molto insidiosa verso sinistra che chiude bruscamente ancora di più.
30 41,42,43 Mostra tutte
Sequenza diapositive
2 Alfedena, Barrea, Scanno (Passo Godi), Gole del Sagittario, Cocullo, Cesoli (AQ)
Uno dei due itinerari montani nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo. Il tratto iniziale dopo Villetta Barrea ed il panorama sul lago omonimo sale rapidamente con un misto stretto con cambi rapidi di direzione. La salita al valico di Passo Godi è molto veloce e divertente. Dopo Scanno prudenza per il restringimento della strada ma va goduto appieno il passaggio nelle Gole del Sagittario. Se avete tempo non fate a meno di percorrere i tre tornanti che in 1 km soltanto portano verso Castrovalva (bivio a destra subito dopo il lago del Sagittario): il panorama delle gole è eccezionale. Dopo un'ultima galleria scavata nella roccia viva prendete per Cocullo. La salita verso Cocullo è molto veloce su un tratto di strada ampio e sempre ben curato; prima di affrontare i passaggi di valico fermatevi e godete del panorama verso le gole a sud e verso il massiccio (se la visibilità lo permette) del Gran Sasso a nord.
80 3,45,1 (da Forca d'Acero ad Opi) Mostra tutte

Sequenza diapositive

3 Alfedena, Pescasseroli, (Passo del Diavolo), Pescina (AQ) e sua variante
Altro itinerario del Parco Nazionale d'Abruzzo. Il fondovalle fino a Pescasseroli anche se in quota è distensivo e privo di cambi di direzione bruschi e induce ad affrontarlo in velocità. Usciti dall'abitato di Pescasseroli dopo appena un chilometro verso nord inizia il divertimento su un misto stretto con alcuni passaggi divertenti e tecnici. Una variante ma su strada più stretta e con minor manutenzione è quella di prendere il bivio per Bisegna dopo Pescasseroli e percorrere tutta la strada fino a Ortona dei Marsi: stessa distanza ma maggior tempo per le diverse condizioni della strada. Ovviamente si può sempre tornare a sud con l'itinerario 2.
70 2, 45, 1 (da Forca d'Acero ad Opi) Mostra tutte

Sequenza diapositive

4 Rivisondoli (AQ), Fara San Martino (PE), Passo Lanciano, Maielletta
L'itinerario si snoda tutto sul versante adriatico (orientale) del massiccio della Maiella. Il primo tratto forse più divertente da nord a sud che non come proposto passa per un piccolo valico tra i boschi. Tra Palena e Fara San Martino sulla sinistra si ergono ripidi i contrafforti orientali del massiccio della Maiella (con i 2793 m slm il Monte Amaro è la seconda cima più alta dell'Appennino dopo il Gran Sasso) mentre sulla destra il panorama spazia fino all'Adriatico. A Fara San Martino vale la pena fare una breve deviazione sullo sterrato (chi può...) verso l'omonima gola. Ancora una trentina di km di stretto misto e divertente e si arriva in cima al Passo Lanciano: credetemi che vale la pena salire fino alla Maielletta ad oltre 2000 m di quota lungo una bella strada ottimamente asfaltata con dei bei tornantoni larghi e veloci. A seconda della stagione si può proseguire fin quasi in cima alla vetta.
90 5, 6, 45 Mostra tutte

Sequenza diapositive

5 Scafa (PE), Passo San Leonardo, Rivisondoli ed alternativa
Questo itinerario invece percorre il massiccio della Maiella da nord a sud lasciandosi ad est le cime più elevate e scorrendo, a parte il primo tratto ripido e stretto da Scafa a Caramanico Terme, su un bellissimo altopiano con una strada a curve dolci fino al Passo di San Leonardo. La strada che prosegue verso il famoso impianto sciistico di Campo di Giove attraversa i tipici paesaggi appenninici. Un'alternativa per tornare verso il fondo valle è dirigersi Pacentro e poi Sulmona. La SS 17 porta velocemente verso Rivisondoli e da qui è possibile spingersi ancora più a sud verso il Parco Nazionale d'Abruzzo passando per il caratteristico Altopiano delle Cinque Miglia.
90 4, 6, 45 Mostra tutte

Sequenza diapositive

6 La SS 153 della Valle del Tirino, dal bivio con la Tiburtina a Navelli (AQ) 
Breve ma suggestivo itinerario su questo ampio fondovalle che dalla Tiburtina poco a nord di Popoli si inoltra deciso verso i contrafforti più meridionali del massiccio del Gran Sasso. Poco prima di puntare di nuovo verso sud risalendo il fianco del Monte Morrone dalla strada si può benissimo vedere la famosa Rocca di Calascio.
22 4, 5 Mostra tutte

Sequenza diapositive

7 La SS 81 da Ascoli Piceno a Teramo
40 km di godimento motociclistico puro. Asfalto in condizioni sempre perfette e se non fosse per qualche centro abitato ogni tanto che impone di rallentare le medie sarebbero decisamente elevate. Da evitare con il troppo caldo.
40 8  
8 La SS 80 da Teramo a L'Aquila
Naturale proseguimento del precedente o del tutto indipendente, godibile in entrambe le direzioni come il tratto tra AP e TE della SS 81 anche questo si presta a medie abbastanza veloci in un paesaggio di fondovalle del Vomano molto stretto e con cambi di direzione repentini sulla strada spesso scavata nella roccia. La deviazione di andata e ritorno obbligate sull'unica via di accesso per Prati di Tivo è quasi doverosa. La vista del Corno Grande e del Piccolo da sud merita i km in più. Il tratto finale verso l'Aquila, poco prima del bivio per il lago di Campotosto diventa molto veloce fino a poco dopo il Valico della Capannelle. Percorrere il solo tratto da l'Aquila verso il suddetto Valico è quanto di più divertente possa offrire in termini di bellezza e tecnicismo motociclistico l'Appennino.
90 7, 9 Mostra tutte

Sequenza diapositive

9 La SS 17 bis dal Valico delle Capannelle, Campo Imperatore, Castel del Monte, San Pio delle Camere (AQ)
Questa bellissima strada, accessibile da ovest poco a sud del Valico delle Capannelle sulla SS 80 oppure da est (Assergi) o ancora più a est da Barisciano-Castel del Monte sulla SS 17, forma un continuo pressoché ininterrotto di curve, tornanti e semirettilinei che nel tratto occidentale sale fino ai 1400 m di quota sovrastata dalle cime del Monte Lenca e del Portella ad oltre 2000 m ed apre sulla destra, verso sud, panorami estesi su tutta la valle de L'Aquila fino agli altipiani delle Rocche ed oltre. La discesa rapida verso Assergi è subito sostituita da una rapidissima salita oltre Fonte Cerreto (stazione di partenza della teleferica fino a Campo Imperatore) e la strada tra decine e decine di curve sale fino ai 1700 m circa della piana di Campo Imperatore. La deviazione fino al piazzale omonimo è d'obbligo. La strada nel complesso non è larga ma bene asfaltata, tranne in periodi successivi ad inverni estremamente rigidi ed è l'unica di accesso automobilistico a quei luoghi. D'inverno è quasi sempre chiusa. Oltre il bivio per Campo Imperatore prosegue per decine di km sulla piana verso Castel del Monte in un paesaggio suggestivo ed unico. Se possibile evitate di percorrere questa strada verso ovest con sole prossimo al tramonto: il sole basso e di fronte mantiene parecchie curve in ombra ed il rischio di vederne l'andamento all'ultimo minuto è notevole.
100 8, 39, 40 Mostra tutte

Sequenza diapositive

10 Da L'Aquila a Magliano dei Marsi lungo l'Altopiano delle Rocche
Consiglio di farla da nord a sud, ovvero da L'Aquila. La salita da Ocre verso Rocca di Cambio ed oltre è divertente e veloce. Attenzione a seguire le indicazioni per San Martino d'Ocre, Fontavignone e Terranera altrimenti si raggiungerebbe Rocca di Cambio attraverso una strada secondaria altrettanto bella ma più stretta e tortuosa che non quella principale (SP 38). Una volta sulla cima a quota 1500 la strada è composta da lunghi tratti pressoché  rettilinei ma in un paesaggio unico: non dimenticate di volgervi a nord perché nelle giornate limpide il massiccio del Gran Sasso con la vetta del Corno Grande si mostrerà in tutta la sua bellezza. La discesa verso Ovindoli e Magliano dei Marsi è divertente e rapida. Una variante potrebbe essere quella di deviare verso Secinaro (a sinistra dopo Rocca di Mezzo) come nell'itinerario successivo. Rocca di Cambio (1434 m slm) è con Castelluccio di Norcia uno dei comuni più alto dell'Appennino.
60 11 Mostra tutte

Sequenza diapositive

11 Da Collarmele (AQ) lungo la Tiburtina (valico Forca Caruso), Castelvecchio Subequo e lungo la SS 11 bis verso l'Altopiano delle Rocche
Proposta da nord-ovest a sud-est nell'itinerario precedente questa tratta vale invece forse la pena di farlo da sud. La via Tiburtina, SS 5, nel tratto tra Collarmele e Castelvecchio Subequo segna un paesaggio aspro costeggiato di grandi pascoli e rari piccoli boschi di aceri e faggi nel quale anche il parco eolico di Collarmele con le gigantesche pale ha un certo fascino. Dopo il valico di Forca Caruso si aprono ampie vallate verso la piana di Sulmona e verso sud svetta imponente il massiccio della Maiella. Puntando direttamente a nord-ovest verso Secinaro si lascia la Tiburtina e sulla provinciale stretta ma divertente si può godere di un fondovalle verdissimo sovrastato a nord dal massiccio del Sirente che su questo versante è ripido e scosceso. Un piccolo valico conduce quindi rapidamente verso l'abitato di Rocca di Mezzo e da lì si può decidere di tornare a sud verso Celano od a nord verso l'Aquila.
50 10, 44 Mostra tutte

Sequenza diapositive

12 Da Rieti a Norcia passando dal Terminillo
Classico itinerario laziale. La salita al Terminillo è divertente grazie all'ottimo stato della strada di montagna ed alla sua ampiezza soprattutto nel 5 o 6 tornanti che vi si incontrano. Una volta raggiunto e superato il valico di Leonessa contraddistinto dalla presenza dell'antico rifugio del CAI la strada, a parte i primi 5 o 6 km peggiora decisamente. Manto stradale spesso sconnesso, pietrisco e qualche buca (effetti dei climi rigidi invernali e della pessima manutenzione del lato non romano del Terminillo) inducono a moderare la velocità decisamente ma in compenso si gode del paesaggio duro e roccioso del versante settentrionale e dei boschi di faggi, larici ed aceri fino a Leonessa. Da Leonessa a Cascia e poi ancora Norcia la strada è velocissima e divertente con dei passaggi molto stretti in qualche piccola gola rocciosa.
85 13, 37, 38 Mostra tutte

Sequenza diapositive

13 Da Norcia a Visso attraverso la piana di Castelluccio (Monte Vettore)
Uno dei posti più suggestivi e caratteristici dell'Appennino centrale è la piana di Castelluccio di Norcia che, soprattutto a tarda primavera, si colora di numerose tinte, dal giallo al violetto, a causa della presenza dei fiori delle lenticchie, famosissime quelle di questa zona. L'altopiano, a circa 1300 m di quota, è incastonato completamente tra montagne, il Monte Vettore verso est, la cresta di Castelluccio a nord, e sia a sud che ad ovest i contrafforti superabili solo col valico delle Forche Canapine. La strada che sale da Norcia lo fa con tratte semirettilinee intervallate da curve miste non molto strette. Dopo pochi km è interessante e divertente notare come un brusco tornante fa compiere un cambio di direzione di 180 gradi alla strada. Castelluccio di Norcia (1452 m slm) è uno dei comuni più alti dell'Appennino ed il Monte Vettore con oltre 2400 m è la terza cima dopo Gran Sasso e Maiella.
50 12, 14, 21 Mostra tutte

Sequenza diapositive

14 Da Terni a Visso (MC), la Val Nerina (variante Forca di Cerro)
Classico dei motociclisti di tutti i tempi. In un paesaggio variegato e verdissimo la SS 209 della Val Nerina tutta a fondovalle risale l'Umbria da Terni fino al confine marchigiano ed ai gruppi deI Sibillini. Può diventare molto veloce in parecchi tratti e soprattutto in questa tratta di strada spesso frequentata da motociclisti della domenica che scambiano strade con piste consiglio molta prudenza. Attenzione che in prossimità dei centri abitati più prossimi a Terni non è infrequente trovare postazioni di autovelox fisse ed ancora occhi aperti a Visso che ne è piena fino all'inverosimile fin dal viale d'Ingresso. Tornando da Visso per chi viene da nord e volesse raggiungere la Flaminia a Spoleto, la strada che sale da Piedipaterno verso Grotti ed oltre è molto divertente.
70 14, 13, 21 Mostra tutte

Sequenza diapositive

15 Orte, Amelia, Baschi
Altro classico soprattutto dei rientri dall'alto Lazio o dall'Umbria orvietana per non fare la solita pallostrada. L'asfalto è ottimamente curato in ogni stagione e la strada veloce e scorrevole merita le attenzioni di ogni motociclista. Occhio ai ciclisti che come sempre spesso ignorano le comuni regole dei buon senso.
50 16, 17 Mostra tutte

Sequenza diapositive

16 Ponte di Orvieto, Todi, la mitica 100 curve  (variante 1000 curve da/per Colonnetta di Prodo)
Non saranno proprio 100 e tanto meno 1000 come qualcuno chiama questa classica delle due ruote, anche a contarle su una mappa sommando i due percorsi non arriviamo a tanto ma sono comunque sufficienti a mettere alla prova la propria perizia oltre che a fornire un tratto di strada, soprattutto nella parte centrale che sovrasta il lago artificiale passando da tratti scoperti sotto costa a brevi tratti in gallerie aperte verso il lago. Può essere veloce, velocissima o come tutte le strade fornite di curve serpeggianti e con stacchi rapidi anche di 90 gradi da godersi in scioltezza ad andatura allegra e, per chi sa, ginocchio a terra. Una variante più impegnativa sia per la minor qualità della strada che per il decisamente maggior numero di curve è quella che da Colonnetta di Prodo va verso Todi o, volendo, il contrario. Il primo tratto in salita è decisamente più godibile soprattutto per la miglior qualità dell'asfalto e la maggior larghezza della strada; la discesa, una ventina di km, verso Todi è invece caratterizzata dal restringimento della carreggiata e dal manto stradale meno buono ma sempre assolutamente adatto a divertirsi senza rischiare.
25 15, 17  
17 Orvieto Scalo (TN)-Marsciano (PG), su per il Monte Peglia (variante verso est)
La salita fino a Colonnetta di Prodo è estremamente divertente su asfalto impeccabile e ricco di curve e semitornanti stretti che solo in qualche caso impediscono di prevederne subito l'andamento. Dopo Colonnetta si affronta decisi la salita fino al punto panoramico sotto la cima del Monte Peglia da cui si gode un panorama vastissimo sulla Valle del Tevere tra Perugia e Todi e nelle giornate limpide si vedono all'orizzonte Monte Giano, Terminillo, Vettore, Subasio e se fortunati, anche il Monte Nerone ed il Monte Cucco nelle Marche! I primi 8 km sono molto divertenti con 2 o 3 km fomati da un lungo zig-zag veloce e stretto. La strada peggiora in qualità per altri 4 o 5 km per rendersi poi di nuovo fruibile appieno nella discesa verso Marsciano. Dopo la frazione di Ospedaletto anziché scendere verso Marsciano è molto bella paesaggisticamente ed in parte motociclisticamente (è un po' stretta in alcuni tratti) la provinciale che raggiunge Monteleone d'Orvieto.
40 15, 16, 30 Mostra tutte

Sequenza diapositive

18 Foligno (PG), Castelraimondo (MC), il valico di Colfiorito
Veloce e scorrevole, con parecchi spunti divertenti, è ottima per spostarsi rapidamente (motociclisticamente parlando!) dalla Marche all'Umbria o viceversa. L'altopiano che si apre più o meno all'altezza del bivio per Nocera Umbra è molto bello da attraversare.La strada per tutta la sua estensione è sempre molto ampia e con visibilità ottimali.
60 19 Mostra tutte

Sequenza diapositive

19 SS 318 Valfabbrica, da Perugia a Gualdo Tadino
La consiglio in questa direzione perché in salita e quindi più divertente e meno faticosa che non una strada ricca di curve in discesa. La SS 318 è decisamente molto interessante dal punto di vista motociclistico al punto che è stata una delle prime strade statali su cui la Regione Umbria ha fatto adottare i guardrail appositamente studiati per motociclisti. Attenzione che nei giorni feriali è molto trafficata, anche di mezzi pesanti, ed in quelli festivi vicino Perugia o Gubbio non sono infrequenti le pattuglie.
40 18, 20  
20 Da Perugia fino alla Flaminia (Cantiano)
In un continuo saliscendi parallelo alle gole del Burano fino a Gubbio la SS 298 è una delle classiche umbre tipo quella descritta nell'itinerario 19. In un fondovalle ampio e gustoso che rende la corsa in moto divertente il proseguimento sulla SS 452 fino alla Flaminia.
50 19 Mostra tutte

Sequenza diapositive

21 Da Pergola (AN) a Camerino (MC) 70 13, 14 Mostra tutte

Sequenza diapositive

22 La SS 73 del Valico di Bocca Trabaria (da Urbino a Sansepolcro) 60 23 Mostra tutte

Sequenza diapositive

23 La SS 257 del Valico di Bocca Serriola (da Acqualagna a Città di Castello) 50 22 Mostra tutte

Sequenza diapositive

24 La SS 64 Porrettana (da Pistoia a Sasso Marconi) 90   Mostra tutte

Sequenza diapositive

25 Da Sasso Marconi a Firenze (valico della Futa) 80   Mostra tutte

Sequenza diapositive

26 Da Telese Terme (BN) svalicando il Matese
Telese Terme si raggiunge comodamente e rapidamente con l'A1 fino a Caianello e da qui con una superstrada per circa altri 40 km (occhio a pattuglie ed autovelox!). Da Telese quest'itinerario tutto meridionale risale rapidamente i contrafforti del Matese fino alla famosa località sciistica di Campitello. Purtroppo il primo tratto di strada fino a Cusano Mutri è piuttosto dismesso anche se comunque in condizioni accettabili. Il paesaggio brullo e desolato della piana di Campitello rendono la zona affascinante ed in linea con l'asprezza dei pascoli appenninici; soprattutto d'estate  la zona è scarsamente frequentata e non è raro percorrere km e km senza incontrare nessuno. La discesa verso la SS 17 avviene rapidamente con parecchi divertenti ampi tornanti. Una volta a valle questa statale consente di raggiungere rapidamente le vie di grande comunicazione sia verso nord che verso sud.
70   Mostra tutte

Sequenza diapositive

27 Il passo della Calla, da Stia (AR) a Santa Sofia (FC)
Classico dei motociclisti toscani e romagnoli. Il tratto iniziale fino al valico è molto stretto e tortuoso attraversando boschi molto fitti mentre la discesa verso Santa Sofia si apre in un paesaggio brullo e sassoso che dirada all'orizzonte fino alla pianura romagnola in direzione di Cesena.
40 28, 33, 34, 36 Mostra tutte

Sequenza diapositive

28 Il passo del Carnaio, da Santa Sofia a San Piero in Bagno (FC) e verso sud sulla vecchia Tiberina
Riuscite ad immaginare una di quelle strade che sembrano dipinte sul verde dei prati come fossero immagini d'un cartone animato d'altri tempi? Ebbene questa strada è così. Uno dei suoi vantaggi a parte il divertimento ed i tecnicismi è che spesso ci si trova ad osservare dall'alto a distanza di centinai di metri prima come sono fatti i passaggi successivi e quel guardare lungo normale per chi va in moto diventa qui lunghissimo dando la possibilità di prepararsi per bene e anticipare i tratti più impegnativi.
45 27, 33, 34, 36 Mostra tutte

Sequenza diapositive

29 Da Campiglia d'Orcia (SI) a Manciano (GR)
Quello che più colpisce delle strade che costeggiano i versanti occidentali e meridionali del Monte Amiata è il fatto che questi nastri d'asfalto, sempre ottimamente curati, sembrano dipinti sul fondo erboso dei campi: quel verde che rende estremamente piacevole la guida in questo tipo di paesaggio tipico di quasi tutta la SS 2 Cassia dal senese fino al lago di Bolsena. Ad ogni bivio viene la tentazione di svoltare per il solo gusto d'andare a capire cosa si vede dal questo o quel colle. Da queste parti inoltre non è difficile salire fin quasi alla vetta del Monte Amiata a cavallo di tre province: che si passi da grossetano, dal viterbese o dal senese le strade saranno sempre le gradevoli vie circondate da fitti boschi di castagni, faggi ed aceri che cedono il passo più in alto a qualche conifera. Comunque sia paesaggi a parte le strade per l'Amiata sono piuttosto strette.
80   Mostra tutte

Sequenza diapositive

30 Da Ospedaletto sul Monte Peglia a Monteleone d'Orvieto 30 17  
31 Da Fiamignano (RI) a Tornimparte (AQ) sugli altopiani di Rascino
Non è quel che si dice una gran strada, come asfalto e condizioni ma offre degli scorci tra i più belli dell'Appennino. E' quasi sempre deserta e rischiate di fare decine di km senza incontrare anima viva. Lasciata la superstrada che collega Rieti alla A24 (uscita "Valle del Salto") si può prendere con qualche scorciatoia direttamente per Santa Lucia o la più comoda provinciale che passa per Fiamignano. Non ci sono molte indicazioni ma dovreste trovare almeno un cartello che vi indica "Rascino" e l'importante è salire sempre! Ci si trova rapidamente a quota 1300 metri con un paesaggio suggestivo e tipicamente appennico che non ha nulla da invidiare come paesaggio montano a quello alpino: è semplicemente diverso. Dopo pochi km la strada forma un lungo cuneo culminante in un piccolo ponte per aggirare una forra scavata da un torrente e riprende a salire fino al Valico della Forca passando dal Lazio all'Abruzzo. Pochi km di altopiano e si prende a scendere verso Tornimparte. Attenzione che improvvisa, dopo una curva si apre immensa la valle de l'Aquila di fronte a voi: nelle giornate limpide si vede nettamente fino al Monte Vettore spingendo lo sguardo sulla sinistra, il massiccio del Gran Sasso con il capoluogo abruzzese disteso ai suoi piedi, i monti che portano all'altopiano delle Rocche e l'A24 che attraversa la città e prosegue sulla vostra destra dove quasi potrete toccare con mano il gruppo montuoso di Campo Felice sopra Tornimparte. Appena una decina di km tra i caselli di Valle del Salto e Tornimparte della A24 diventano questi 30 scoscesi ed impervi che una volta rappresentavano l'unica via tra i due territori. Vi consiglio di percorrerla anche in direzione contraria magari scendendo da Campo Felice (32).
30 32 Mostra tutte

Sequenza diapositive

32 Campo Felice - Il giro da Tornimparte e ritorno
E' un itinerario questo poco conosciuto ed altrettanto poco frequentato che conduce al grande altopiano che termina con gli impianti da sci del versante orientale del Monte Magnolia (gli altri sono dalla parte di Ovindoli). La salita sulla strada principale che inizia proprio all'uscita del casello autostradale non è impegnativa a parte qualche tornante all'inizio ma vi consente di godere appieno dei panorami dei paesaggi che magari avrete attraversato con l'itinerario 31. Personalmente preferico salire dalla vecchia strada che passa da Lucoli e Casamaina che anche se decisamente più stretta consente di zigzagare tra boschi e dirupi in modo più divertente. Al bivio un lungo rettilineo di qualche km raggiunge il fondovalle con gli impianti, il parcheggio e qualche chiosco.
50 31 Mostra tutte

Sequenza diapositive

33 Passo dei Mandrioli - Da Badia Prataglia a Bagno di Romagna
Il dislivello è notevole. In pochi km e numerosi tornanti si scende di diverse centinaia di metri tanto che voltandosi indietro a guardare verso l'alto ci si rende conto di come si possa esser scesi fino alla base in così breve tratto di strada.
20 27, 28, 34, 36 Mostra tutte

Sequenza diapositive

34 Valico dello Spino - Da Pieve Santo Stefano a Badia Prataglia 40 27, 28, 33, 36 Mostra tutte

Sequenza diapositive

35 Da Orvieto all'Argentario 100    
36 Tra Toscana e Romagna. Passi appenninici  In parte già trattati (27, 28, 33 e 34) sono qui condensati in percorso unico.
Arrivarci da Roma richiede mettere in conto una trasferta noiosa via A1 o A1/E45 per raggiungere la zona ma in una giornata con molte ore di luce è possibile. L'itinerario racchiude quella decina di valichi noti e meno noti che a zig zag tra le province di Arezzo (in parte anche Firenze) e Forlì-Cesena attraversano l'Appennino ed il Parco Nazionale delle foreste umbro-casentinesi, compresa la bellissima foresta di Campigna.  Con numerose varianti tutte molto interessanti da Pontassieve si può iniziare con la SS 70 del valico della Consuma fino a Poppi e tornare verso Firenze dal valico di Croce a Mori sulla SS 556. Il notissimo valico del Muraglione (SS 67 tra Pontassieve-Dicomano e Rocca San Casciano) è uno degli itinerari più noti ai motociclisti della zona; se amate le lunghe salite affrontatelo da est ad ovest altrimenti per chi apprezza di più le discese dalla Toscana verso la Romagna. In quest'ultimo caso il percorso è prima in leggera salita e poi leggermente più ripido lungo la strada del fiume Montone mentre dal versante Toscano si giunge rapidamente al valico per poi affrontare circa 20 km di discesa verso Rocca San Casciano. Il fondo valle verso Santa Sofia serve solo da collegamento verso il Passo della Calla o quello del Carnaio già trattati (27 e 28): il primo percorso verso la Toscana è decisamente più interessante che non al contrario.
Esclusivamente per la bellezza dei paesaggi e della foresta consiglio una passeggiata tra Stia e Badia Prataglia attraverso l'eremo di Camaldoli ed il relativo valico tra Toscana e Romagna: la strada è infatti stretta e tortuosa e nel tratto sul valico ci sono circa 5 km di strada bianca nel bosco. L'ultimo tratto tra Pieve Santo Stefano e Bibbiena, il valico dello Spino, è un altro itinerario classico per quelli della zona: assai divertente.
280 27, 28, 33, 34 Mostra tutte

Sequenza diapositive 

37 Da Roma a Terni lungo l'antica via Ternana e variante da Rieti L'itinerario lungo la SS 313 inizia all'altezza di Passo Corese sulla SS 4 Salaria. E' questa l'alternativa alla trafficatissima SS 3 Flaminia per Terni. Da Poggio Mirteto da cui si può godere una bella prospettiva del Monte Soratte a Cantalupo in Sabina si attraversa una delle campagne romane più ricche, la Sabina, famosa soprattutto per l'ottimo olio d'oliva. La strada è abbastanza ampia per godersi appieno curve e varianti ed il paesaggio è variegato con la valle del Tevere sulla sinistra ed i contrafforti dei Monti Sabini sulla destra, confine naturale tra le province di Roma e Rieti. Montasola e Casperia, incastonati su piccole rocche rendono il colpo d'occhio più gradevole ed il passaggio nella provincia di Terni si nota con un deciso cambio d'aspetto della strada che diventa pianeggiante e priva di grandi variazioni di direzione. Terni, od il reatino ed altri itinerari, sono altresì raggiungibile con una variante estremamente gradevole che da Cottanello attraverso il Valico di Fontecerro (838 m slm) attraversa la dorsale sabina fino a Contigliano lungo un itinerario divertente e che nella parte occidentale in discesa verso Rieti si apre a panorami vastissimi che vanno dal Monte Giano fino al Terminillo con la grande piana del Velino e di Rieti sottostanti. 60 12 Mostra tutte

Sequenza diapositive

38 Da Terni a Tornimparte (AQ)
Una volta lasciata Terni alle spalle dopo un breve tratto della SS 79 che porta verso Rieti si prende a sinistra verso il versante settentrionale del lago di Piediluco che merita comunque una sosta e che fa da confine tra Umbria (Terni) e Lazio (Rieti). Dopo il lago ancora a sinistra sulla SS 521 verso Leonessa attraversando per almeno una decina di km un bosco fittissimo lungo un itinerario che segue la curva di livello degli 800 metri con una fedeltà impressionante come tutte le vecchie strade fanno: pochissimi e brevi tratti rettilinei in un misto stretto divertente e diversi cunei terminanti in tornanti in piano a seguire le vallette strette di qualche torrente affluente. La deviazione verso Morro Reatino è da suggerire. Al Passo del Fuscello si scende verso l'altopiano che sulla SS 471 conduce a Leonessa e quindi sulla Salaria. Il tratto molto lungo che attraversa il bosco è perennemente in ombra e quindi quasi sempre molto umido e potenzialmente ghiacciato d'inverno, forse converrebbe farla al contrario di pomeriggio. Il tratto finale prima della SS 4 Salaria è divertentissimo ricco di belle ed ampie curve in discesa che vi faranno certamente arrivare all'incrocio con i polsi un po' provati. Il tratto Posta-Antrodoco ed il successivo lungo la solita SS 17 della Sella di Corno è molto veloce e divertente su strade ampie ed ottimamente tenute consentendo di raggiungere l'aquilano in breve tempo: appena usciti da Antrodoco ci sono un paio di tornanti molto ampi e ripidi estremamente gustosi.
100 12 Mostra tutte

Sequenza diapositive

39 Verso il Lago di Campotosto e variante di ritorno
Il lago (artificiale) è tra i più alti dell'Appennino: l'abitato di Campotosto con i suoi 1420 m di quota ed il lago che è posto a più di 1300 m slm. La strada che si snoda sul versante settentrionale  è sempre molto frequentata da motociclisti d'ogni dove dei dintorni, soprattutto aquilani e teramani: il problema è che per raggiungere quella decina di km di belle curve la strada è lunga ma altrettanto divertente. Si può arrivare a Campotosto da diverse origini e quella qui proposta è una delle tante che conduce comunque al lago e da qui strada che costeggia il lago sulla sponda settentrionale. Come panorama merita anche quella dell'altro versante del lago (da Poggio Cancelli a Mascioni) ma la strada è molto stretta e spesso sporca, quindi, da passeggio. Per arrivare al lago di Campotosto proveniendo da L'Aquila la salita, di cui abbiamo già parlato (8) sulla SS 80 è senz'altro divertentissima per i tecnicismi che offre e per le sempre ottime condizioni dell'asfalto ma non è affatto trascurabile quella che dalla SS4 Salaria, all'altezza di Posta propone una salita verso Montereale e da qui a Campotosto. Scendere o salire, a seconda della direzione di marcia, da L'Aquila come variante alla già citata SS 80 è quella che da Campotosto riprende la SS 260 (la vecchia via Picente che collegava Ascoli Piceno a L'Aquila) a Montereale e punta decisa a sud fino a ricongiungersi con la SS 80. Sia in salita che in discesa questo percorso è molto tenico e divertente.  Attenzione alle belle giornate invernali: il lago esposto ai quattro venti e la quota favoriscono le condizioni che portano a temperature estremamente rigide, anche sotto zero; ogni anno il lago gela quasi completamente con un paesaggio stupendo ma le strade ancorché ampiamente cosparse di sale sono rischiose.
70 9, 40 Mostra tutte

Sequenza diapositive

40 Da Amatrice (RI) a Campotosto (AQ) e variante
Per arrivare al lago di Campotosto sempre sulla via Salaria, più o meno al km 120, si può salire per Amatrice e da lì verso il lago. La strada migliore e più bella è quella che punta a sud verso Configno e Roccapassa sulla SS 260 dapprima su un tortuosissimo fondovalle e poi su creste montuose fino ai 1400 m di Campotosto con un itinerario i cui tratti rettilinei, si fa per dire, sono lunghi al massimo 100 m! La variante, più corta di una decina di km, sulla SR 577 scorre invece su una strada decisamente minore come qualità, al limite dell'enduro, ma paesaggisticamente interessante. Suggerisco decisamente la prima da accoppiare alla variante di ritorno ad Amatrice magari per un piatto dei famosi bucatini! Un'ulteriore salita al lago di Campotosto dalla via Salaria è possibile poco prima del bivio di Posta venendo da Roma: svoltate a destra per Borbona, Montereale ed infine Campotosto.
30 9, 39 Mostra tutte

Sequenza diapositive
41 La SS 411 Sublacense da Arsoli a Frosinone su per gli Altipiani di Arcinazzo
Per non essere monotoni consiglio di fare questo itinerario nella direzione in cui ve lo propongo. Passati i primi km della veloce SS 155 per Alatri e Pitocco con la SS 411 Sublacense che abbiamo anche nell'itinerario 43 le cose cambiano decisamente. La salita fino a Guarcino e ricca di variazioni con curve d'ogni tipo e qualche tornantino ed i circa 10 km fino alla nota località turistica Altipiani di Arcinazzo sono anche più divertenti perché offrono parecchi rettilinei terminanti con belle curve dopo fare delle belle staccate. La strada comunque non è ampia ma rilassante nel verde di questo bell'altopiano dall'aspetto decisamente carsico. Da Arcinazzo ad Arsoli è tutto relax in scioltezza e qui, occhio alle pattuglie!
70 1,42,43 Mostra tutte

Sequenza diapositive

42 Da Collepardo a Sant'Elia (Trisulti, Prato di Campoli)
Suggestivo itinerario nell'alto frusinate che passa tra le campagne di Veroli e di Santa Francesca. Per arrivarci suggerisco di prendere la strada che da Collepardo porta all'abbazia di Trisulti. Tutto il percorso è su una strada piuttosto stretta e tortuosa ma passa su un fondovalle delizioso molto verde e suggestivo. Pochi km dopo Civita, all'altezza dell'abitato di Santa Maria Amaseno vale la pena di deviare verso sinistra su per Prato di Campoli: è un percorso da farsi andata e ritorno perchè la strada non va oltre ma il pianoro verde circondato dalle creste del Pizzo Delta che fanno da confine tra Lazio ed Abruzzo, ricche di faggete, meritano la deviazione: tornando indietro potrete magari sfogarvi prendendo l'itinerario 1 verso Forca d'Acero!
45 1,41,43 Mostra tutte

Sequenza diapositive

43 Da Arsoli (RM) a Capistrello (AQ) Intorno al Monte Autore e variante
Fatta eccezione per il tratto di SS 411 Sublacense, su cui è tra l'altro notevole il rischio di incorrere in pattuglie di polizia locale, stradale o Carabinieri dotate di Autovelox anche questo itinerario non appartiene certamente a quelli assimilabili ai cosiddetti veloci visto che sia la qualità degli asfalti, le dimensioni della strada e la presenza continua di curve strette e tornanti impongono ritmi di marcia moderati ma che, come spesso accade, sono ottimamente compensati dal paesaggio. L'itinerario conduce come prima tappa principale alla strada che costeggia i monasteri benedettini di Subiaco e poi a Jenne ma il mio consiglio da Arsoli è deviare dapprima per Cervara di Roma: un vero e proprio nido d'aquila con grappoli di case arroccate su un costone scosceso. Il passaggio che dai monasteri sopra subiaco porta verso San Giovanni e poi a Jenne è suggestivo lungo una strada molto stretta con delle gallerie scavate nella roccia viva: occhio ai pulmann del trasporto locale! Sempre seguendo l'alta valle dell'Aniene che qui nulla ha a che fare con il rigagnolo maleodorante che vediamo a Roma un brusco cambio di direzione da nord a sud al bivio per Vallepietra ci porta verso Trevi nel Lazio e da qui su verso Filettino e Campo Staffi, notissime località sciistiche romane: attenzione a non prendere per Vallepietra, la strada merita ma è un vicolo cieco, non va oltre, a meno che non siate dotati di moto da cross od enduro. Se finora la qualità della strada, pur stretta, è stata soddisfacente, dal limitare del confine con l'Abruzzo in poi peggiora ma credetemi, ne vale la pena. In discesa in un bosco fittissimo di alberi appenninici tipici il panorama alla vostra destra è notevole verso la Val Roveto prima e dopo un ulteriore brusco cambio di direzione con la strada che segue con una stretta "v" ed un tornante la gola vi si aprirà davanti la Piana del Fucino in tutta la sua interezza con all'orizzonte il massiccio del Velino-Sirente e nelle giornate limpide fino al Corno Grande del Gran Sasso e la Maiella! Sarà valsa la pena di percorrere una decina di km su una strada con pietrisco e foglie spesso umide ed insidiose e perché no, qualche buca da evitare! Se doveste trovare la strada sbarrata  da barriere in cemento comunque aggirabili passatele pure senza problemi. Le mettono lì d'inverno ma poi restano dimenticate...
Altra piccola variazione sul tema: per chi ancora una volta non disdegna qualche stradella in stile enduro (ma asfaltata!) direi che fare una puntatina ai 1500 m slm di Campaegli sopra Cervara appagherà il minimo sforzo con un paesaggio bellissimo.
100 1,41,42 Mostra tutte

Sequenza diapositive

44 La Valle dell'Aterno fino alle Gole di San Venanzio e la Tiburtina di Forca Caruso
Come è stato già detto la Tiburtina ad Est della piana del Fucino offre degli scorci molto interessanti sia per gli ampi ed inaspettati panorami sia per la qualità motociclistica delle strade. Questo itinerario molto breve può facilmente essere allacciato come proseguimento od avvio di altri più lunghi che da queste zone possono condurre verso la Maiella, il Gran Sasso od il Parco Nazionale d'Abruzzo. Lasciato alle spalle il Fucino attraverso il valico di Forca Caruso si raggiungono rapidamente i paesi di Castel di Ieri e Castelvecchio Subequo. A questo punto merita il proseguimento lungo la via Tiburtina verso Raiano e Sulmona che passerà in un tratto molto bello attraverso le Gole di San Venanzio con la strada un centinaio di metri più su del letto dell'Aterno che in questo punto sta per confluire col Pescara puntanto decisamente a nord. Un'alternativa molto suggestiva è quella che compie un giro a sud del valico di Forca Caruso verso Goriano Sicoli. Un bivio verso sud porta verso la bella strada che da Pescina aggira un complesso montuoso e torna verso Cocullo. Da Raiano la deviazione dalla SS5 sulla SR 251 della valle dell'Aterno porta rapidamente a l'Aquila risalendo il versante orientale del fiume col massiccio del Sirente ad Ovest sempre in bella vista e parallelamente alla strada che risale verso l'altopiano delle Rocche.

60

11 Mostra tutte

Sequenza diapositive 

45 Le Mainarde Molisane
Venendo da Roma un modo per avvicinarsi a questa zona dell'Appennino, che va dall'alta valle del Volturno fino alle propagini meridionali del Parco Nazionale d'Abruzzo, è quella di arrivarci dalla piana del Liri, all'altezza di Cassino o di San Vittore. A quel punto attraverso strade non larghe ma sostanzialmente ben curate ci si avvicina ai contrafforti meridionali della dorsale del parco che dal Monte Petroso si allunga verso Monte Cavallo. Due piccoli valichi tra Viticuso e Cardito, sempre in provincia di Frosinone, entrambi intorno ai 1000 m di altezza, quello delle Rocchette tra Viticuso e Acquafondata, e quello della Forcella, sulla SP40 verso Cardito. Dopo questo piccolo paese una strada di fondovalle, con vista sul Monte Cavallo ed i Monti della Meta verso nord, ci porta in Molise: da qui dapprima si scende verso scapoli, l'alta valle del Volturno, per poi risalire verso Castel San Vincenzo con il Monte Marrone ad est e le sorgenti del Volturno verso sud, al di là della cresta montuosa isolata che si stacca netta dalla pianura dominata dal piccolo paese di Rocchetta Alta.
Da Castel San Vincenzo una vecchia provinciale, piccola ma ben asfaltata, ci porta rapidamente (meno di 20 km) ad Alfedena passando dapprima in un bel bosco e poi nel fondovalle della val Cocchiara. A questo punto, per completare il giro ad "8" proposto le alternative sono due. O scendere verso Isernia attraverso la vecchia SS17  o sulle SS652 e 158 verso sud, verso Venafro per capirci oppure fare il contrario.
Personalmente preferisco la SS17 a salire da Isernia: prima il valico del Macerone, pochi km fuori del centro abitato, e poi la salita verso Rionero Sannitico e l'omonimo valico. La vecchia SS17, che arriva fino a l'Aquila, permette di divertirsi parecchio: ottimamente asfaltata ha come caratteristica saliente la presenza di almeno una dozzina di "S" molto strette con una prima curva verso destra seguita subito dopo da un tornante verso sinistra, quasi un "cavatappi". Attenzione a non prendere la nuova variante tutta viadotti e gallerie: uscendo da Isernia seguite per Roccaraso verso nord ed al bivio scegliete a sinistra per Vandra. Arrivati a Roccaraso avete solo l'imbarazzo della scelta per tornare!
153 2, 3, 4, 5 Mostra tutte
 

Sequenza diapositive